
(AGENPARL) – mer 07 agosto 2024 Oprol: crollo del 95% di produzione olio evo lucano
Il crollo della produzione di olio evo lucano, rispetto alla passata
campagna olearia – secondo la stima di Oprol-Olivicoltori Lucani – è del
95%.
Paolo Colonna, presidente dell’OP, descrive “una situazione condizionata
dalla siccità prolungata e dalle alte temperature. L’olivicoltura lucana –
afferma – in Basilicata è pressoché azzerata, tranne qualche sporadica
isola felice nella parte settentrionale della regione”.
Dopo la cerealicoltura, con la campagna pomodoro in affanno, è
l’olivicoltura lucana in ginocchio. Il periodo prolungato di siccità è
stato il colpo di grazia, al punto che – sottolineano i dirigenti Oprol –
non solo è saltata la produzione nella sua totalità per la campagna di
autunno, ma se perdurano le attuali condizioni climatiche, si metterà una
pesante ipoteca sulla campagna 2025/26.
La richiesta prioritaria in questa fase di emergenza è il riconoscimento
dello stato di calamità, per il settore agricolo nel suo complesso e nello
specifico per quello olivicolo. “Chiediamo politiche a sostegno della
olivicoltura lucana che – evidenzia Colonna – è fatta non dai grandi
numeri, di aziende familiari, ma da eccellenze legate ai territori. Quindi
mettere in un quadro di visione comune tutte una serie di proposte dove
portare l’olivicoltura lucana”.
E’ tempo di passare agli impegni promessi a fatti concreto attraverso un
maggiore sostegno alle organizzazioni professionali del settore come
volano per le politiche commerciali e di salvaguardia del paesaggio. “Si
immagina – spiega il presidente Oprol – una misura del Csr sulla scorta di
un bando Agea- Pnrr già realizzato con enorme successo. Scopo centrale:
dare indirizzi ad areali specifici vocati alla olivicoltura per un aumento
della superficie oliveta con il chiaro obbiettivo dell’aumento della
produzione. Ancora, sostenere l’aggregazione. Dove la filiera olivicola
ha riscosso maggiore successi con chiari riflessioni sul settore socio
economico”. Dunque interventi di emergenza accompagnati da un piano o
meglio una visione condivisa della olivicoltura lucana fatta da chiari
obiettivi: aumento delle produzioni; ricambio generazionale; contrastare
l’abbandono; Recupero delle aree interne; favorire studi e ricerche su
cultivar locali come la majatica che negli ultimi decenni facendo da
campanello di allarme, sostanzialmente non produce più (fenomeno legato ai
cambiamenti climatici).“Queste proposte – continua Colonna – vanno
condivise e sostenute da una politica regionale che dia supporti certi
come l’equa distribuzione delle risorse idriche con tutto quello che
comporta. Ed una politica a sostegno di una manodopera che nella
agricola da frutto non c’è più”. “L’olivicoltura rappresenta una parte
fondamentale della nostra economia, della nostra agricoltura, ma anche un
patrimonio culturale da valorizzare, eccellenza del made in Italy
sicuramente in termini di prodotto, ma anche di paesaggio”. Infine la
cooperazione in questo settore rappresenta un pezzo importante, può fornire
una risposta efficace a tanti piccoli agricoltori. Il mondo cooperativo ha
saputo svilupparsi e creare filiera, in grado di favorire la
commercializzazione.