
(AGENPARL) – mar 06 agosto 2024 *GIORGIA MELONI IN ESCLUSIVA A CHI: PER LA SINISTRA QUALSIASI COSA NEGATIVA
È COLPA DELLA MELONI, ORMAI È UNA BARZELLETTA. NON HANNO MAI SUPERATO LO
SHOCK DI VEDERE CHE È STATA LA DESTRA A ESPRIMERE LA PRIMA DONNA PREMIER IN
ITALIA*
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lunga intervista
esclusiva pubblicata sul settimanale *Chi*, in edicola da domani mercoledì
7 agosto, fa un bilancio in totale trasparenza e con lo stile diretto che
la caratterizza dei due anni di governo, affrontando non soltanto temi
politici (le riforme, i rapporti con gli alleati di governo), ma anche
argomenti che riguardano la vita personale (dalla separazione da Andrea
Giambruno, all’impegno di conciliare il ruolo di madre con i doveri
istituzionali) fino ai punti più scottanti, (il confronto con
l’opposizione, la Rai, la questione femminile).
Riguardo ai contrasti con l’opposizione Giorgia Meloni nell’intervista a
*Chi* puntualizza: «Dalla sinistra vengo accusata di qualsiasi cosa.
Centenario della Marcia su Roma? È colpa della Meloni. Strage di Bologna? È
colpa della Meloni. Naufragio di Cutro? È colpa della Meloni. Femminicidi?
È colpa della Meloni. Etc etc. Ormai è una barzelletta, e quello che non
capiscono è che le persone di buon senso, anche di sinistra, lo vedono.
Detto questo, sulla questione femminile credo che la sinistra non abbia
superato lo shock di vedere che è stata la destra ad esprimere la prima
donna Presidente del Consiglio in Italia. Per loro era inimmaginabile, ma
io penso che fosse inevitabile. C’è una differenza sostanziale tra il
pensiero conservatore e liberale e quello di sinistra: noi crediamo che il
merito venga prima di tutto, loro pensano che le etichette vengano prima di
tutto. Risultato: da noi non c’erano preclusioni per alcuno, ma ognuno
doveva dimostrare il suo valore e dare il massimo. Da loro le donne hanno
spesso pensato che il ruolo ricoperto dovesse essere una concessione di una
classe dirigente prevalentemente maschile, o un obbligo imposto attraverso
quote rosa. Ma quando pretendi di essere il capo perché lo dicono le quote,
non riesci a esercitare la leadership. Ecco perché è sempre stata la
destra, e non la sinistra, a esprimere i principali ruoli di leadership
femminile. Dopodiché, io non penso che si difendano i diritti delle donne
con battaglie tipo farsi chiamare “la Presidenta”. Perché se ti chiamano
presidenta, o assessora, ma vieni esclusa dal mondo del lavoro perché hai
dei figli, temo che la parità sia ancora parecchio lontana. La sfida vera è
costruire un mondo nel quale le donne non vengano discriminate perché sono
madri, o potenziali madri. È per questo che abbiamo concentrato molte delle
poche risorse che avevamo sulle mamme lavoratrici».