
(AGENPARL) – mar 06 agosto 2024 Aumento tassa soggiorno: Federalberghi contraria
L’imposta di soggiorno, rimodulata e proporzionale al costo della camera
(classificazione albergo), potrebbe costare molto di più. Per sfruttare al
massimo l’ondata di turismo che sta spingendo l’economia italiana, la tassa
di soggiorno potrebbe venire estesa a tutti i comuni che vorranno
applicarla e potrebbe diventare più cara. Tanto basta alle imprese del
settore alberghiero per contestare questo scenario, anche perché il gettito
della tassa maggiorata potrebbe essere dirottato alla raccolta e allo
smaltimento dei rifiuti, non più soltanto agli interventi nel settore del
turismo come avviene adesso. Federalberghi Potenza sottolinea che le
imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente
l’imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla
crescita del PIL e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante.
L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di
frenarla. Secondo una simulazione fatta da Federalberghi per una camera in
un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro, si pagheranno sino a dieci
euro per notte, come se da un giorno all’altro il peso dell’IVA (che è pari
al 10%) venisse raddoppiato. La federazione degli albergatori ricorda che
sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto
massimo dell’imposta di soggiorno è stato elevato del 40%, passando da 5 a
7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di
utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le
finalità dell’istituto. A chi ha la responsabilità di definire la politica
nazionale, Federalberghi chiede di imporre una corretta disciplina di
bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare
la situazione. Chiediamo inoltre – è scritto nella nota – che venga
istituito con legge nazionale un fondo destinato a sostenere in via
permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive, e che ne
venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del
gettito dell’imposta di soggiorno. Federalberghi ribadisce altresì la
proposta di finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo
turistico con modalità diverse dall’imposta di soggiorno. Per quanto
riguarda la Basilicata – dove sono una decina i Comuni che applicano la
tassa – il Comune di Matera è quello che incassa di più, a chiusura del
2023, secondo le ultime stime, il Comune di Matera dovrebbe incassare circa
1,400 milioni di euro dalla tassa di soggiorno; a Potenza invece circa 60
mila euro è il gettito dello scorso anno. “La nostra contrarietà –
sottolinea Michele Tropiano, presidente Federalberghi Potenza – dipende
principalmente dall’utilizzo della tassa ad opera dei Comuni. Non ci
risultano investimenti consistenti in servizi a favore dei turisti. E poi
dobbiamo fare i conti con il tasso di occupazione delle camere da noi tra i
più bassi in Italia. Anche per questo ci siamo opposti all’introduzione con
Delibera di Giunta n. 127 del 6 maggio 2022 a Potenza (Giunta
Guarente): strutture
ricettive alberghiere a 4 stelle € 2,00. strutture ricettive alberghiere a
3 stelle € 1,50”.
Sta di fatto che nel 2023 l’imposta di soggiorno ha fruttato
complessivamente 702 milioni di euro. Per i comuni più grandi, come Roma
che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di
lusso), significa incassi superiori ai 100 milioni di euro l’anno. Ad oggi
l’imposta di soggiorno prevede il versamento di un importo che oscilla tra
1 e 10 euro. Questa particolare tassa è stata introdotta nuovamente nel
2011, dopo che era stata abolita vent’anni prima.