Nuove rivelazioni stanno emergendo sulla controversia riguardante la partecipazione di pugili con risultati controversi ai Giochi Olimpici di Parigi. István Kovács, vicepresidente europeo della World Boxing Organization (WBO) ed ex segretario generale dell’International Boxing Association (IBA), ha dichiarato che il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) era stato informato in anticipo che almeno uno dei due pugili coinvolti nella disputa non aveva superato il test di genere.
Secondo Kovács, il CIO era a conoscenza già nel 2022 che Imane Khelif, pugile algerina che ha recentemente affrontato l’ungherese Anna Luca Hámori a Parigi, non aveva superato il test di genere e risultava essere biologicamente maschio. Questa affermazione si basa sui risultati dei test effettuati dall’IBA nel 2023, che avevano escluso Khelif e il taiwanese Lin Yu-Ting dalle competizioni femminili del Campionato Mondiale di Pugilato IBA per la presenza di cromosomi XY, come dichiarato dal presidente dell’IBA, Umar Kremlev.
Kovács ha confermato che i risultati dei test erano stati comunicati direttamente al CIO, ma ha affermato che i funzionari olimpici non avevano dato seguito alle sue segnalazioni. “Ho riferito personalmente i risultati al CIO, ma nonostante l’importanza della questione, non hanno risposto fino ad oggi”, ha dichiarato Kovács a Magyar Nemzet.
Il vicepresidente della WBO ha anche espresso preoccupazione per la sicurezza dell’ungherese Hámori, suggerendo che non fosse adeguatamente preparata per affrontare un avversario che lui considera biologicamente maschile. “Il problema più grande è che Hámori potrebbe realizzare il suo sogno olimpico solo se riesce a battere un uomo. Non è stata preparata per combattere contro un avversario di questo tipo”, ha aggiunto Kovács.
Le dichiarazioni di Kovács si sommano a una crescente tensione attorno alla partecipazione di Khelif e Lin Yu-Ting, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione dei test di genere e sull’equità delle competizioni. Prima dell’incontro tra Khelif e Hámori, la pugile ungherese aveva pubblicato un commento sui social media definendo Khelif in termini offensivi, ma ha successivamente rimosso il post dopo un reclamo della squadra algerina al CIO.
Nel match di sabato, Khelif ha sconfitto facilmente Hámori e si è qualificata per la finale delle Olimpiadi di Parigi. La controversia intorno alla sua partecipazione continua a sollevare interrogativi e critiche, mettendo in luce le complessità e le sfide legate alla gestione delle norme di genere nello sport.
La situazione sta spingendo il CIO a fare chiarezza sulle sue decisioni e a rispondere alle preoccupazioni sollevate, mentre le polemiche intorno alla partecipazione di pugili controversi persistono. La risposta del CIO a queste accuse sarà cruciale per stabilire come verranno affrontate le questioni di genere e le norme di partecipazione alle future competizioni olimpiche.