Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è stato costretto a rettificare una serie di dichiarazioni fuorvianti fatte dal suo presidente, Thomas Bach, riguardo ai pugili che non hanno superato il test di genere dell’International Boxing Association (IBA). La situazione ha scatenato una serie di reazioni e polemiche a livello globale, mettendo in luce le complessità e le controversie che circondano le regole di partecipazione alle competizioni olimpiche.
Durante una conferenza stampa, Bach aveva difeso la partecipazione di Imane Khelif, la pugile algerina che ha sconfitto l’italiana Angela Carini in soli 46 secondi, suscitando preoccupazioni e indignazione. L’IBA, sostenuta dalla Russia, aveva precedentemente squalificato sia Khelif che il taiwanese Lin Yu-Ting dai Campionati mondiali di pugilato femminile del 2023 dopo averli sottoposti a test biologici che avevano confermato la presenza di cromosomi XY. La decisione dell’IBA era stata basata su preoccupazioni di equità competitiva e sicurezza degli atleti.
Bach, nel tentativo di difendere le scelte del CIO, aveva dichiarato che Khelif e Lin Yu-Ting erano “nate donne” e avevano sempre gareggiato come donne, insinuando che la loro partecipazione non fosse controversa. Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno creato confusione quando ha detto che la situazione non riguardava “la questione transgender” e ha erroneamente confuso la questione con le “differenze nello sviluppo sessuale” (DSD), un termine che si riferisce a condizioni rare in cui i genitali di una persona non corrispondono ai suoi cromosomi o livelli ormonali.
Il CIO è stato costretto a emettere una rettifica ufficiale, chiarendo che Bach intendeva riferirsi ai pugili transgender piuttosto che a quelli con DSD. La correzione arriva dopo che il presidente dell’IBA, Umar Kremlev, aveva sottolineato come l’IBA avesse utilizzato criteri specifici per escludere Khelif e Lin Yu-Ting, basandosi su test di DNA che indicavano cromosomi XY.
La controversia è ulteriormente esplosa dopo che Khelif ha sconfitto un’altra avversaria, l’ungherese Anna Luca Hamori, mentre Lin Yu-Ting ha vinto il suo incontro. La Premier italiana Giorgia Meloni ha criticato il CIO per aver permesso la partecipazione di pugili che, secondo lei, non rispettano le regole di competizione femminile. Meloni ha sottolineato che le atlete con caratteristiche genetiche maschili dovrebbero essere escluse per garantire equità e sicurezza.
Le critiche non sono arrivate solo da destra. La segretaria alla cultura britannica Lisa Nandy e la parlamentare laburista Rosie Duffield hanno descritto la situazione come “estremamente spiacevole” e hanno chiesto maggiore attenzione alle esigenze e ai diritti delle donne nello sport.
In risposta alle polemiche, Bach ha tentato di deviare il dibattito, affermando che il CIO non si sarebbe impegnato in una “guerra culturale motivata politicamente” e ha condannato il “discorso d’odio” sui social media che ha alimentato la controversia. Ha inoltre invitato a elaborare una nuova definizione scientifica di chi è una donna, suggerendo che il CIO è aperto a discutere e rivedere le regole se necessario.
La situazione rimane tesa e complessa, con il CIO sotto pressione per gestire le controversie e garantire che le regole di partecipazione alle Olimpiadi siano chiare e giuste per tutti gli atleti. La rettifica e le dichiarazioni successive hanno sollevato interrogativi su come il CIO intenda affrontare le sfide legate alla biologia e all’identità di genere nel contesto olimpico.