
Il generale Abdel Fattah Al-Burhan, capo dell’esercito sudanese, è sfuggito ieri per un pelo a un tentativo di assassinio.
Testimoni oculari hanno riferito alla Reuters che un attacco con un drone ha preso di mira la base militare di Gibet, situata a circa 100 km da Port Sudan, la capitale de facto dell’esercito nello stato del Mar Rosso.
L’attacco è avvenuto durante una cerimonia di laurea presso la base e, secondo una dichiarazione dell’esercito, ha causato la morte di cinque persone.
Le Forze di Supporto Rapido (RSF) paramilitari, principale rivale dell’esercito nell’aggressione in corso, non hanno rivendicato la responsabilità di questo o di altri attacchi recenti.
L’attacco è stato programmato appena un giorno dopo che il ministero degli Esteri sudanese, allineato all’esercito, ha accettato con riserva l’invito degli Stati Uniti a partecipare ai colloqui di pace programmati in Svizzera ad agosto.
In risposta, RSF ha dichiarato che avrebbe avviato trattative esclusivamente con l’esercito, escludendo esplicitamente le fazioni islamiste che hanno un peso significativo nella pubblica amministrazione.
