
I vescovi francesi hanno espresso la loro costernazione per la parodia anticristiana dell’Ultima Cena durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici del 2024 a Parigi venerdì sera. La rimessa in scena dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, con drag queen al posto di Gesù e dei 12 apostoli, ha suscitato una forte indignazione.
In una dichiarazione ufficiale, i vescovi francesi hanno espresso solidarietà ai “cristiani di tutti i continenti che sono stati feriti dall’oltraggio e dalla provocazione” dell’evento. Hanno sottolineato di deplorare profondamente le “scene di derisione e scherno del cristianesimo”. La loro dichiarazione riflette un sentimento di dolore e offesa condiviso da molti cristiani, non solo in Francia ma in tutto il mondo.
I vescovi hanno espresso la speranza che i cristiani al di fuori della Francia comprendano “che la celebrazione olimpica si estende ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”. Questo messaggio è in linea con quello del membro del Parlamento europeo Marion Marechal, che sui social media ha criticato duramente la rappresentazione, affermando che essa è opera della minoranza di estrema sinistra francese e non del popolo francese.
“A tutti i cristiani del mondo che stanno guardando la cerimonia #Paris2024 e si sono sentiti insultati da questa parodia drag queen dell’Ultima Cena, sappiate che non è la Francia a parlare, ma una minoranza di sinistra pronta a qualsiasi provocazione”, ha postato Marechal su X, insieme all’hashtag “#notinmyname”.
Il vescovo François Touvet, presidente del Consiglio per la comunicazione della Conferenza episcopale, ha registrato una protesta separata “contro questo scandaloso e grave insulto ai cristiani di tutto il mondo”. Touvet ha sottolineato come tale rappresentazione non solo ferisce i sentimenti religiosi, ma rappresenta anche una mancanza di rispetto per una parte significativa della popolazione globale.
La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, che di solito è un’occasione di festa e unità, è diventata invece un punto di controversia, sollevando domande sul rispetto delle sensibilità religiose e culturali in eventi di portata internazionale.