
(AGENPARL) – ven 26 luglio 2024 LOCALI DA BALLO, IL FIORENTINO RICCARDO TARANTOLI ELETTO PRESIDENTE DI SILB-CONFCOMMERCIO TOSCANA
Patron del Red Garter di Firenze e Barcellona, succede al pisano Alessandro Trolese nella guida del sindacato che rappresenta gli imprenditori del divertimento notturno. Tra le priorità del suo mandato, la creazione di un codice etico del divertimento. “Divertirsi è un diritto, rispettare se stessi e gli altri un dovere”. In Toscana sono circa 150 i locali da ballo professionali, oltre 16mila gli occupati del settore, 500 milioni di euro il giro d’affari annuo.
Il fiorentino Riccardo Tarantoli è stato eletto presidente di Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) Confcommercio Toscana, l’associazione di categoria di riferimento per i locali da ballo.
Titolare di alcuni locali del divertimento notturno in Spagna e Italia, come lo storico Red Garter di Firenze e Barcellona, Tarantoli è un volto assai noto nell’ambito del divertimento notturno. Da molti anni affianca alla sua attività l’impegno sindacale nelle fila di Confcommercio: attualmente è anche presidente interprovinciale di SILB Confcommercio Firenze-Arezzo e membro del consiglio direttivo nazionale Silb.
Con lui alla guida del sindacato regionale per i prossimi cinque anni ci sono il past president Alessandro Trolese (presidente Silb Pisa), Danilo Ceccarelli (presidente Silb Grosseto), Cinzia Guidi (presidente Silb Livorno), Emiliano Cerri (presidente Silb Lucca-Massa), Moreno Ianda (presidente Silb Pistoia-Prato) e Giovanni Burrini (presidente Silb Siena).
In Toscana sono circa 150 i locali da ballo professionali presenti e nel complesso danno lavoro ad oltre 16mila persone (compresi gli stagionali e gli occupati dell’indotto) fra deejay, addetti alla sicurezza, cassieri, barman, addetti all’accoglienza e al guardaroba, ma anche artisti, pr e ballerini/ballerine. Il giro di affari annuo stimato per il settore è di almeno 500 milioni di euro.
Tra le priorità del mandato di Tarantoli alla guida del Silb toscano, c’è la creazione di un codice etico del divertimento, per sensibilizzare gestori e clienti sui pericoli legati agli eccessi. “Da anni – spiega – sono impegnato con tanti colleghi a promuovere il valore culturale e sociale della musica e del ballo, un linguaggio che avvicina ai giovani e che è motore di una parte importante della nostra economia, oltre che dell’animazione dei territori. Dobbiamo preservare la “buona movida” e possiamo farlo con la collaborazione delle istituzioni, delle forze dell’ordine e di tante realtà associative.