
(AGENPARL) – dom 21 luglio 2024 primo piano/parigi 2024
La carica dei 125
Record di qualificati per i Gruppi sportivi della Polizia di Stato
Fiamme oro per le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi
di Chiara Distratis
e Cristiano Morabito
on ce ne voglia chi ci sta leggendo, non ce ne vogliano gli
atleti italiani e quelli dei nostri Gruppi sportivi Fiamme
oro, ma per noi, un po’ come per tutti quelli che hanno seguito le vicende di Tokyo 2020, l’immagine iconica che resterà stampata nella memoria collettiva sarà sempre quella
di due atleti, guarda caso anche due
poliziotti, che a tarda sera del 1° ago-
12 POLIZIAMODERNA luglio 2024
sto 2021 sulla pista di atletica dello
stadio di Tokyo, si abbracciano dopo
aver vinto due storiche e pesantissime medaglie del metallo più pregiato: Gianmarco Tamberi, fresco vincitore dell’oro nel salto in alto con la misura di 2,37 m, è lì ad aspettare il suo
amico e compagno di squadra Marcell
Jacobs che taglia per primo il traguardo dei 100 metri piani. I due si abbracciano, piangono di gioia e si avvolgono nel Tricolore per un giro di campo a
raccogliere gli applausi dei pochi presenti allo stadio… Eh sì, non dimentichiamocelo: siamo in piena “era post-
Covid” e, soprattutto, siamo nel 2021
e non nel 2020, anno in cui si sarebbero dovuti disputare i Giochi nel Paese
del Sol levante. Stadi desolatamente vuoti per chi è presente, ma che si
riempiono per chi è a casa grazie alla
magia della computer graphics. Un’edizione delle Olimpiadi da ricordare
in negativo, ma anche e soprattutto
in positivo per quanto è riuscita a portare allo sport italiano: 40 medaglie e
decimo posto nel medagliere, un record per il Bel Paese, ma un record anche per i Gruppi sportivi Fiamme oro,
che su quelle 40 medaglie, hanno in-
ciso per la metà, portandosi a casa 5 ori, altrettanti argenti e 10 bronzi, tanto che se fosse stata una nazione,
Fiamme oro si sarebbe posizionata al 17° posto del medagliere, davanti a Spagna, Svezia e Polonia.
Dunque, numeri record per i passati Giochi olimpici, numeri che non sarà facile ripetere (siamo sportivi e
quindi fondamentalmente scaramantici, perdonateci…),
ma che sicuramente (e qui chiudiamo con la scaramanGIANMARCO TAMBERI PORTABANDIERA DELL’ITALIA
Come hai saputo di essere stato scelto come alfiere?
Ho ricevuto la notizia ufficialmente dal CONI. È stato un
momento incredibile e pieno di emozione. Non è solo un
onore personale, ma anche un riconoscimento del duro
lavoro e dei sacrifici fatti in tutti questi anni. Sapere di
poter rappresentare l’Italia in questo modo è un sogno che
diventa realtà.
Qual è stata la prima persona alla quale lo hai detto?
La prima persona a cui ho detto della nomina è stata mia
moglie. È sempre stata al mio fianco, supportandomi nei
momenti più difficili e festeggiando con me nei momenti
di successo. Ricordo con piacere che abbiamo sorriso
tutto il giorno continuando a parlare di questa cosa. Ci
ha riempito il cuore di gioia e come ho detto davanti
al presidente Mattarella, tanto merito di questo ruolo
assegnatomi è suo.
Arrivi a questa Olimpiade da campione in carica: come ti
sei preparato e quali sono le tue aspettative?
Non voglio in nessun modo perdere questa occasione che
ho di poter fare la storia di questo sport. Mai nessuno è
riuscito a vincere due Olimpiadi nel salto in alto e io sto
facendo di tutto per provare a essere il primo in questo
ambiziosissimo obiettivo. Non sarà per nulla facile, ma
sognare così in grande mi fa sentire vivo!
Chi vorresti “abbracciare” questa volta così come hai
fatto a Tokyo?
Tante persone che fanno parte da anni della mia vita
saranno finalmente con me a Parigi e questo è un motivo
in più per cercare di renderle orgogliose di me. La mia
famiglia e i miei amici, saranno più di 30 a seguirmi alle
Olimpiadi… A Londra 2012 ero ancora troppo giovane, per
Rio avevano i biglietti, ma l’infortunio non mi ha consentito
di scendere in pista, a Tokyo il COVID gli ha impedito di
assistere. Questa volta sono tutti pronti per Parigi e io mi
sto preparando nel migliore dei modi, semplicemente: NON
VEDO L’ORA.
Rappresenterai tutti gli atleti italiani ma anche tutti i
poliziotti…
Sì, è una grande responsabilità e un grande onore. Ogni
volta che indosso l’azzurro dell’Italia mi sento dei poteri
speciali, come se tutte le persone che rappresento in
quel momento mi stiano dando un pochino della loro
energia e io riesco a percepirla. È bellissimo sentirsi forte
indossando quei colori, è in assoluto la cosa che mi rende
più fiero.
Nel 2012 a Londra la portabandiera è stata un’altra poliziotta
Valentina Vezzali, a Tokyo Jessica Rossi e ora tu…
Sì, è davvero un onore seguire le orme di atleti così
straordinari come Valentina Vezzali e Jessica Rossi.
Spero di esserne all’altezza e soprattutto spero, quando
gareggerò, di regalarmi e regalarci un altro giorno di gioia
indimenticabile.
luglio 2024 POLIZIAMODERNA 13
GIOVANNI MALAGÒ: NON LASCIAMO INDIETRO NESSUNO
All’ultima Olimpiade l’Italia ha ottenuto risultati storici in
termini di numero di medaglie. Come si gestisce il carico di
pressione dopo i Giochi più vincenti di sempre?
Sono responsabilità che inorgogliscono per quello che sottintendono in termini di risultati e di prestigio per l’intero movimento.
Diventano lo stimolo per rinnovare l’impegno nell’ottica di nuovi,
entusiasmi traguardi da tagliare attraverso un percorso di applicazione, ricerca scientifica e di collaborazione che coinvolge in modo
osmotico il CONI e le Federazioni, abbracciando tutto l’architrave
del nostro mondo e regalando sempre centralità alle atlete e agli
atleti. L’indice di competitività olimpica ci regala il quinto posto al
mondo dietro USA, Cina, Germania e Giappone. È una dimensione
che parla in modo oggettivo ed eloquente relativamente al valore
del lavoro svolto.
C’è uno sport o un atleta che attende con particolare aspettativa e fiducia a Parigi?
Sono tutti quelli che hanno guadagnato la qualificazione olimpica. Dietro c’è un quadriennio di sacrifici e di lavoro, di prove superate e ranking scalati. Sono fieri dell’Italia Team, è lo
specchio di un sistema vincente che continua a guadagnare
posizioni e credibilità grazie all’entusiasmo generato dai successi e coltivato da chi, ogni settimana, sa regalarci imprese
formidabili, onorando la nostra tradizione.
Gli sportivi sono per natura scaramantici, lo sono anche i Presidenti? Possiamo chiederle quante medaglie si aspetta da
Parigi 2024?
Sono scaramatico al contrario, non ho problemi a rappresentare
le nostre speranze che coincidono con le ambizioni. Cercheremo
di superarci, ancora una volta, di vincere una medaglia in più
rispetto a Tokyo per dare profondità a un progetto che viene
alimentato dai primati, dalla voglia di migliorarsi e anche dagli
investimenti operati in questi anni, con l’obiettivo di fornire gli
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strumenti più idonei a tutto il sistema per eccellere.
Queste Olimpiadi cadono in un momento storico caratterizzato da conflitti che preoccupano, gli antichi greci attuavano
la pax olimpica. Lo sport oggi potrebbe essere in grado di ridurre le distanze, appianare divergenze?
Il nostro è un linguaggio universale vocato alla fratellanza. I cinque cerchi sono il simbolo più semplice e al contempo potente
dei Giochi, sanno esprimere la capacità di annullare le distanze e
unire il mondo nel nome dello sport e dei suoi valori. L’invasione
russa in Ucraina ha violato la tregua olimpica in occasione dei
Giochi di Pechino, contravvenendo a questo presupposto inderogabile. Lo scenario geopolitico attuale è caratterizzato da situazioni conflittuali, l’augurio è che la magìa della più importante manifestazione sportiva globale possa mitigarle, restituendo
auspicati orizzonti di pace.
Molte le medaglie arrivate dagli atleti dei gruppi sportivi militari e a ordinamento civile, come le Fiamme Oro, a ribadire
quanto questi siano importanti per lo sport italiano soprattutto per gli sport considerati “minori”.
La nostra grande forza è il sistema orizzontale: non lasciamo
indietro nessuno. Il CONI segue oltre 370 discipline, siamo
l’espressione di un movimento multidisciplinare che dà voce e
dignità a ogni realtà, è la nostra genetica. I gruppi sportivi militari e i Corpi civili dello Stato rivestono un ruolo fondamentale,
indispensabile nell’economia del modello che ci caratterizza.
Siamo grati e riconoscenti per il supporto, la collaborazione e il
senso di appartenenza che vi lega al nostro mondo, che contribuite a migliorare quotidianamente con il vostro significativo
apporto. Le Fiamme oro fanno squadra con eccelsa capacità e
innegabile entusiasmo.
Sport ed educazione alla legalità: non solo agonisti ma anche
e soprattutto giovani e giovanissimi grazie alle nostre Sezio-
primo piano/parigi 2024
zia sportiva) ci portano in quest’anno
olimpico a ben sperare per i nostri colori, sia quelli azzurri che cremisi.
La data è ormai nota a tutti, appassionati di sport e non, e venerdì 26 luglio prossimo, chi da casa in tv, chi di
persona a Parigi, potrà assistere alla cerimonia di apertura dei Giochi della XXXIII Olimpiade, con
quello che sarà uno spettacolo mai visto prima perché, per la prima volta
nella storia dei Giochi moderni, non si
terrà in uno stadio, ma su un fiume: la
Senna, primo segno inequivocabile di
quella grandeur transalpina che per-
ni giovanili possono
avvicinarsi alla pratica
sportiva, anche in aree
considerate difficili del
nostro Paese, ultimo in
ordine temporale il Centro sportivo di Caivano…
Ci sono avamposti dove
formare ed educare vale una
medaglia d’oro speciale. Le vostre sezioni giovanili svolgono una
funzione pedagogica inestimabile, non
subordinata ma sussidiaria a quella prettamente agonistica. Questa azione, in determinati contesti territoriali, ha una valenza accentuata, fa comprendere
la forza del messaggio che è proprio dello sport, incarnandone
i valori fondanti e trasferendoli alle nuove generazioni come
paradigma di riferimento.
Cosa significa essere a capo dello sport italiano, oneri o onori?
È un sogno diventato realtà, un privilegio per chi, come il sottoscritto, sognava di diventare Presidente del CONI da quando
aveva 28 anni. È un ruolo che ricopro con passione, sottintende
sicuramente responsabilità, ma è il più bello del mondo. Vivere lo
sport nella sua accezione universale ne fa comprendere l’unicità
con l’obiettivo di farne un traino per la crescita del Paese, a ogni
livello e di gioire per risultati che hanno inorgoglito tutta l’Italia,
rappresentandone l’immagine vincente.
Se avesse una macchina del tempo c’è qualcosa di questi tre
mandati che non rifarebbe, che farebbe di nuovo o che farebbe in modo diverso?
Nel 2013 quando sono arrivato dovevo imparare tutto. Passare dal privato al pubblico è stato scioccante per un decisionista
come me. Mi sono adeguato con grandi sacrifici, mentali e fisici,
vaderà Olimpiadi e Paralimpiadi.
Un po’ di numeri: saranno circa
10.500, provenienti da 206 Paesi, gli
atleti che parteciperanno ai Giochi (e
qui la grandeur già vacilla un po’, poiché a Tokyo erano quasi mille in più),
ma che in nome dell’inclusione e
dell’uguaglianza saranno esattamente divisi a metà tra uomini e donne; e in questo caso
il primo punto importante
messo a segno da Paris
e soprattutto scoprendomi improvvisamente una
persona paziente. Voglio
solo aggiungere che oggi
mi fido meno perché sono
stato tradito da qualcuno a
cui avevo dato tutta la mia
fiducia.
Dal 2013 a oggi tante vittorie ma anche qualche successo
mancato. Ne scelga una per entrambe le categorie.
La 4×100 di atletica ai Giochi di Tokyo, l’oro
di Sofia Goggia a Pyeongchang nella discesa libera e
il titolo Mondiale di Federica Pellegrini a Budapest sono tra
le emozioni più incredibili vissute. La delusione più grande?
Paradossalmente è quella vissuta fuori dal campo, con il ritiro
della candidatura olimpica di Roma per i Giochi olimpici estivi
del 2024.
I successi ottenuti a Tokyo 2020 sono stati un traino per la
pratica sportiva nel nostro Paese? E se sì in quali discipline
principalmente?
Abbiamo realizzato il record di medaglie di tutti i tempi, vincendo in 19 discipline diverse, 20 addirittura separando il kata dal
kumite. Siamo riusciti a eccellere in ambiti inesplorati, questo
fotografa la forza del modello che promuoviamo. Penso che in
vetrina, tra i vari ambiti agonistici, ci sia l’atletica, che ha vinto 5 ori scrivendo la storia. Siamo stati la Nazione che vantava l’uomo più veloce del mondo e quello che saltava più in alto,
icone che diventano motivi di ispirazione per i giovani e per
ogni appassionato. Siamo fieri di quel risultato, lavoriamo per
migliorarlo consapevoli delle difficoltà e della concorrenza che
troveremo a Parigi.
luglio 2024 POLIZIAMODERNA 15
LUCA PANCALLI: UN PERCORSO CHE CONTINUA
In una delle ultime interviste su Poliziamoderna, ci parlò
del sogno dell’assunzione degli atleti paralimpici nei gruppi
sportivi. Oggi quel sogno è diventato realtà.
Se all’epoca ho utilizzato il termine sogno, probabilmente, sono
stato inappropriato: questo obiettivo ce l’abbiamo dai primi
anni 2000, quando venni eletto a capo della Federazione italiana sport disabili e ancora non esisteva l’idea del Comitato paralimpico… per gli altri forse, ma non per me. Ho sempre raccontato del progetto di realizzare una visione, che passava attraverso
tanti obiettivi, tra i quali quello dell’arruolamento nei Corpi dello
Stato. Oggi è una realtà. Con Parigi 2024 si chiude il primo ciclo
che ha portato i Corpi dello Stato ad assumere atleti paralimpici, a partire proprio dalle Fiamme oro (16 atleti agenti tecnici). È
stato realizzato un obiettivo nel quale non bisogna leggere solo
una risposta alle esigenze degli atleti che meritano un medesimo trattamento in termini di attenzione dei loro colleghi olimpici, ma significa anche e soprattutto dare un segnale forte in
un Paese dove troppo spesso le persone disabili non vengono
riconosciute nelle loro capacità e abilità. Che lo faccia un Corpo
dello Stato, come la polizia, è un segnale forte.
… come vederli schierati in piazza del popolo alla Festa della polizia e sfilare il 2 giugno alla Festa della Repubblica…
Credo che l’immagine degli atleti paralimpici delle Fiamme oro
schierati insieme ai colleghi olimpici, sia davvero l’immagine di
un Paese che grazie allo sport può cambiare, sta cambiando e
deve cambiare. Per me è un obiettivo raggiunto e vedere che
tanti atleti poliziotti saranno presenti alle Paralimpiadi significa che, evidentemente, l’intuizione, partita da una valutazione
politica, ha poi avuto effetti pratici: un obiettivo realizzato, un
motivo di orgoglio per tutta la famiglia paralimpica italiana.
In vent’anni che è al vertice dello sport paralimpico italiano
è cambiato radicalmente l’approccio allo sport delle perso-
2024. Questa Olimpiade cade esattamente a 100 anni dall’ultima volta in
cui i Giochi si sono tenuti nella Capitale
francese che ospita la kermesse per la
terza volta e raggiunge in questa speciale classifica Londra (e il colpo alla
Perfida Albione è assestato!). Sempre
nell’ottica dell’uguaglianza e dell’inclusione i loghi di Olimpiadi e Paralimpiadi saranno uguali, differendo solamente nella presenza dei cinque cerchi nell’uno e degli “agitos” nell’altro. La
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ne disabili, anche a livello semplicemente semantico. Quale
pensa sia stato il punto di svolta?
Molti pensano a Londra 2012 come rappresentazione nella
narrazione di un punto di svolta, ma lo pensa più chi lo ha narrato che non chi l’ha vissuto, soprattutto nel nostro Paese. Questo perché a Londra la Rai fu il network televisivo che dedicò
più ore di diretta (oltre 10 al giorno) alle Paralimpiadi dopo un
colosso come Channel Four e questo ha consentito agli italiani
di vedere i nostri atleti, innescando un movimento popolare
spontaneo di attenzione e di passione che non eravamo abituati a percepire, perché mancava l’amplificazione mediatica.
Comunque, quella di Londra 2012 è stata una Paralimpiade
nella quale anche l’attenzione del comitato organizzatore è
stata di pari livello per noi e i per Giochi olimpici. Ma tutto
è sempre figlio di una programmazione: per noi non esistono
punti di svolta, ma obiettivi raggiunti.
Un percorso che continua: quali sono gli step ancora da raggiungere?
Sono un uomo che vive di progetti e sono convinto che, così come
nella vita privata, nel momento in cui perdiamo la capacità di
sognare o di realizzare qualche idea è il momento in cui probabilmente dobbiamo ritirarci. Avevo in mente di realizzare certe
cose, molte delle quali si sono concretizzate, e tra queste il rendere il Cip (Comitato italiano paralimpico) indipendente dal CONI,
rendendolo un ente pubblico autonomo e la legge sui permessi
per gli atleti lavoratori; un qualcosa che non esiste per i colleghi
olimpici, principalmente per ragioni anagrafiche: lo sport per i disabili, spesso inizia dopo un incidente o una patologia subentrata
nel corso della vita di persone che già lavorano. Non era dignitoso
che chiedessimo loro, come purtroppo per tanti anni hanno fatto,
di prendere ferie e permessi non retribuiti per onorare la Maglia
azzurra. Oggi gli atleti lavoratori disabili hanno 90 giorni l’anno
Ville Lumiére presterà le sue bellezze
architettoniche allo sport: la Tour Eiffel sarà sede delle gare di triathlon,
la Senna del nuoto in acque libere (attendendo l’ok per la balneabilità che
preoccupa gli atleti), a Campo di Marte si giocherà a beach volley, al Grand
Palais si tirerà di scherma, la Reggia
di Versailles sarà la sede delle gare
di equitazione, Place de la Concorde ospiterà i ballerini di break dance
(sport esordiente a Paris 2024) e così
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per partecipare a gare e ritiri che il datore non si può rifiutare di
concedere, anche perché viene ripagato della perdita della risorsa produttiva. Mi manca solo l’ultimo tassello: realizzare al Tre
Fontane (Roma) la foresteria, l’impianto indoor e il palazzetto. Mi
piacerebbe vedere nascere una risposta in termini di diritto per lo
sport per ragazzi disabili nella scuola, che oggi ancora non esiste,
ma anche nuove discipline sportive che attualmente faticano a
crescere, che significherebbe avere più opportunità, o ancora il
progetto della prescrivibilità, ossia di poter concedere un ulteriore periodo di riabilitazione motoria utilizzando lo sport, che in sostanza è il motivo per il quale è nato il paralimpismo: sport come
strumento riabilitativo, prima ancora che agonistico.
Parlando di suoi progetti, a che punto è quello di fondere
CONI e Cip in un’unica organizzazione che rappresenti uno
sport senza differenze di abilità?
Se fossi in grado di individuare i tempi, sarei un mago: non so dire
a che punto siamo, ma sicuramente si stanno creando i presupposti a che ciò avvenga e che già, nella realtà, in parte avviene poiché la maggior parte delle discipline sportive paralimpiche sono
già curate dalle federazioni olimpiche. Il tema è un altro: quando
sarà pronto il Paese, e quindi il mondo dello sport, a qualcosa che
comunque potrebbe prestarsi al rischio di cali di attenzione verso
il mondo paralimpico? Ad oggi abbiamo dato dignità a qualcosa
che si è costruito intorno a una famiglia, un ente, che porta avanti
delle politiche sportive, ma nell’interesse preciso di una certa categoria di persone; mettendo tutto insieme, potrebbe esserci il rischio di disattenzioni. Questo
sistema virtuosamente ha contagiato
anche la crescita del mondo dei tecnici. Oggi, se siamo i numeri uno
in sport come il nuoto, è perché
abbiamo i migliori tecnici che
si sono appassionati, hanno
via, fino ad arrivare alle
ex colonie transalpine,
con la Polinesia francese (distante ben 15.700
km da Parigi) che a Tahiti ospiterà le gare di surf.
Altro punto di forza di Paris 2024 sarà la sostenibilità che potrà vantare una riduzione di ben il 55% delle emissioni di anidride carbonica. Sono sempre i numeri a dare contezza della for-
studiato, hanno sperimentato e sono andati avanti. Quindi è tutta
la famiglia dello sport italiano che ne ha giovato ed è cresciuta. E
i risultati parlano chiaro.
Siamo pronti per Parigi?
Siamo nati pronti (ride, ndr)! Ad oggi, anche se tutte le qualificazioni non sono ancora terminate, posso dire che potremmo
contare su una delegazione composta da 130-135 atleti in 17
discipline sportive, sulle 22 presenti a Parigi 2024. A meno che
poi non si riesca a individuare qualche altro slot in discipline
dove ancora non ci siamo qualificati. Non faccio previsioni perché sono patologicamente scaramantico. Le previsioni le potete
fare pure voi sulla base dei risultati delle ultime competizioni
internazionali. Però un risultato importante lo abbiamo già raggiunto prima dell’inizio: l’età media degli atleti si è abbassata
notevolmente, un dato importante perché è sintomo di un cambio di mentalità da parte delle famiglie che avviano i propri figli
con disabilità alla pratica dello sport molto prima.
Che voto si darebbe dopo 24 anni e tanti obiettivi raggiunti?
Non sta a me dare un voto al mondo paralimpico italiano: sicuramente si può fare sempre di più, però con i nostri mezzi,
con quello che avevamo e vedendo dove siamo arrivati, penso
che sia veramente un autentico miracolo italiano e, mi si passi il termine… tutto lo sport italiano è un miracolo. Tuttavia,
non è giusto parlare solo di miracoli, ma anche di bravura.
Molti comitati paralimpici da tutto il mondo vengono qui a studiarci, per capire come abbiamo realizzato tutto
questo e non riescono a capacitarsi di una
tale crescita. Quindi credo che tutto lo
sport italiano, più che un miracolo,
rappresenti uno di quegli asset
del Paese ai quali non si possa veramente dire nulla dal
punto di vista dei risultati.
za di un evento per cui,
proseguendo, i miliardi
di spettatori televisivi, tra Olimpiadi e Paralimpiadi, potranno fare
una vera e propria scorpacciata di sport durante
le circa 350mila ore di diretta prevista, invidiare i quasi 10
milioni di spettatori che assisteranno dal vivo alle gare nelle 35 location e seguire la narrazione degli oltre
luglio 2024 POLIZIAMODERNA 17
UNA FAMIGLIA DA ALLARGARE
Come ormai da tradizione, il capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha voluto incontrare gli atleti delle Fiamme oro che
parteciperanno ai Giochi olimpici e paralimpici di Parigi
2024. Un incontro che si è tenuto il 3 luglio scorso presso l’aula “Ascenzi-Pacifico” dell’Ufficio comunicazione istituzionale, a Roma, alla presenza dei vertici dello sport italiano, Giovanni Malagò, presidente del Coni, e Luca Pancalli, presidente del Cip. Un’occasione non solo per fare il consueto in bocca al lupo agli atleti cremisi che vestiranno la
maglia azzurra nella Capitale francese dal prossimo 26 luglio, ma anche per consolidare il forte legame e il reciproco
sostegno tra le istituzioni, il mondo dello sport e la Polizia
di Stato, ulteriormente rafforzato con la firma di un protocollo d’intesa tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e il
Comitato italiano paralimpico, che favorirà la collaborazione tecnica, agonistica ed organizzativa tra il Gruppo sportivo Fiamme oro e il Cip (foto in basso). «Stiamo cercando di
ingrandire la famiglia dei nostri atleti – ha detto il capo della
Polizia – allargando i criteri di selezione e di ingresso, ovvero riducendo quelli che sono i parametri restrittivi previsti
per chi entra in polizia. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di selezionare atleti, gli uffici legislativi stanno studiando una modifica normativa che almeno in una fase iniziale
privilegi i meriti sportivi per poi vedere solo dopo dove poter inserire gli atleti nel Corpo».
18 POLIZIAMODERNA luglio 2024
primo piano/parigi 2024
FRANCESCO MONTINI:
PRONTI PER PARIGI
«Siamo nati pronti, sono 16 anni
che ci stiamo preparando,
quindi sì. Abbiamo superato
i qualificati di Tokyo,
che sembrava una cosa
impossibile: a Parigi
avremo 101 atleti in 24
discipline. C’è stata una
crescita costante partendo
da Pechino 2008, che è
stata la mia prima Olimpiade
come presidente delle Fiamme
oro, dove avevamo 20 atleti in
10 sport, poi Londra 2012 con 29
in 13 discipline, Rio 2016 con 37 in 15
sport e Tokyo 2020 con 72 atleti in 18
discipline.
È dal 2007che sono presidente e quindi ho avuto
la fortuna di avere tanto tempo a disposizione per poter
far crescere il Gruppo sportivo e portare avanti delle
politiche che nel corso degli anni abbiamo pensato.
All’inizio siamo partiti con un discorso di rinnovamento
del parco atleti, che dopo Atene era molto vecchio,
quindi abbiamo bandito tanti concorsi speciali, due
l’anno, uno primaverile per gli sport invernali e il rugby,
uno autunnale per le altre discipline. Successivamente,
c’è stata un’apertura verso altri sport, oltre a quelli
tradizionali delle Fiamme oro, poi è stata messa in atto
una politica sull’impiantistica sportiva e una politica
delle Sezioni giovanili per l’inclusione sociale dei ragazzi
attraverso lo sport. Infine abbiamo puntato sulle donne:
a Tokyo, anche se abbiamo vinto più medaglie con gli
uomini, abbiamo portato più donne; e penso che, non
6.000 giornalisti accreditati.
E allora, guardando sempre alle cifre, ma stavolta di casa nostra, possiamo scoprire che gli atleti azzurri
saranno circa 300 (84 in meno rispetto a Tokyo), dei quali più di un terzo
appartenenti ai Gruppi sportivi della
Polizia di Stato, ai quali vanno aggiunti i 22 atleti paralimpici attualmente
qualificati. Anche questo un record
abbiamo ancora i numeri
definitivi, ma sarà la
stessa cosa anche a
Parigi».
Facendo i dovuti
scongiuri, su chi
punta?
Ci sono
talmente tanti
campioni.
Sicuramente
uscirà qualcosa
dalla scherma:
hanno delle
squadre veramente
forti, specialmente
quella del fioretto
femminile, che lo è sempre
stata ma anche questa volta non
scherza; poi quest’anno si è unita la
nostra Martina Favaretto che è una giovane molto forte
con margini di crescita impressionanti. Per il pugilato
abbiamo Mouhiidine Azziz Abbes che per me è uno dei
pugili tecnicamente più forti in assoluto al mondo. E
logicamente c’è Thomas Ceccon nel nuoto e Gianmarco
Tamberi nell’atletica che ha già saltato agli Europei 2,37
m, più di quanto ha fatto alle ultime Olimpiadi. Sempre
nell’atletica da tenere d’occhio sono Matteo Furlan che
è bravo, è giovane e finalmente ha acquisito una grande
consapevolezza dal punto di vista delle sue possibilità, e
Larissa Iapichino, uno degli ultimi acquisti, che è venuta
da noi indotta probabilmente da un tantam sul fatto che
nelle Fiamme oro si stia bene e che comunque si viene
messi nelle condizioni migliori per esprimersi senza troppe
ingerenze sulle proprie scelte tecniche. Poi naturalmente
per le Fiamme oro che in vent’anni
hanno visto incrementare esponenzialmente (+600%) il numero di atleti
alle Olimpiadi; infatti la pattuglia cremisi ad Atene 2004 era composta di
17 atleti, a Tokyo 2020 da 72, per arrivare a quota 101 per Parigi 2024.
Lo abbiamo detto in precedenza,
siamo sportivi e per questo motivo fondamentalmente scaramantici, ma il co-
lore che più vorremmo vedere trionfare sui podi parigini è proprio l’azzurro,
ancor meglio se mescolato con il cremisi e raccontare sul prossimo numero di
Poliziamoderna dei nostri ragazzi che
si sono portati a casa una medaglia con
al centro incastonato un pezzetto della
Tour Eiffel (non è una licenza di chi scrive, ma sarà realmente così).
Quindi, da noi va il nostro personaluglio 2024 POLIZIAMODERNA 19
mi aspetto che qualcosa faccia pure la ginnastica artistica,
agli Europei c’è stata l’esplosione di Manila Esposito, una
degli ultimi atleti che abbiamo preso. Però, in effetti… di
campioni ce ne sono veramente tanti… potrei continuare
con Matteo Zurloni dell’arrampicata e Nicolò Renna del
windsurf che può vincere tranquillamente una medaglia e
Sofia Raffaelli nella ginnastica ritmica che ce la può fare,
ma se la deve giocare con altre due o tre che sono al suo
stesso livello.
La sorpresa? Chi ci fa il regalo per questi 70 anni di
Fiamme oro?
Secondo me Mouhiidine Azziz Abbes può essere una
sorpresa per chi non si intende di pugilato perché ancora
non ha vinto né il Mondiale né l’Olimpiade, però lui è il più
forte. Oppure la Favaretto nella scherma perché non se la
aspetta nessuno.
Che previsioni di medaglie ci sono?
Non so se riusciremo a conquistare le stesse medaglie di
Tokyo, perché i numeri sono stati veramente importanti,
però noi siamo messi bene dappertutto, dal ciclismo, al
pugilato, al tiro a volo…
Andrà a tifare i nostri atleti a Parigi?
Sì andrò, non tutto il periodo, ma ci sarò. Non potrei
mancare alle mie ultime Olimpiadi estive come
presidente.
Tra tutte le Olimpiadi quale le è piaciuta di più?
Come risultati naturalmente Tokyo, ma non ci siamo potuti
andare per le ristrettezze dovute al Covid; come esperienza
la prima, Pechino 2008, perché ero giovane, perché per me è
stato veramente un arricchirmi, un capire come funzionava il
mondo dello sport; quindi è stato sicuramente formativo, ed
è stata importante anche perché mi ha aiutato a trovare lo
slancio per gli anni successivi.
le in bocca al lupo agli atleti-poliziotti che andranno nella terra del barone De Coubertin, sperando che facendo loro il suo celebre detto “L’importante non è vincere, ma partecipare”,
portino con loro anche un’altra frase,
certamente meno nobile, che l’allora
presidente della Juventus, Giampiero
Boniperti, rivolse ai propri giocatori
negli spogliatoi: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Forza ragazzi, forza Fiamme oro! v
20 POLIZIAMODERNA luglio 2024
C’è un atleta, un campione in tutti questi anni che
avrebbe voluto portare in Fiamme oro e non ci è riuscito?
No, perché chi non viene in Fiamme oro vuol dire che fa le scelte
sbagliate (ride, ndr). Se fossi un atleta, sceglierei tutta la vita
questo gruppo sportivo perché sicuramente siamo quelli che
danno di più per emergere. Anche nelle possibilità successive,
se uno sa guardare lontano, le Fiamme oro ti consentono anche
dopo l’attività agonistica di essere impiegato nelle numerose
strutture sportive che abbiamo, nei nostri progetti giovanili e
siamo presenti in quasi tutto il territorio; quindi ci si può anche
riavvicinare a casa, continuando a vivere di sport, nel mondo
dello sport targato Fiamme oro.
Qual è l’atleta che le ha dato più soddisfazione?
A me piace molto Gregorio Paltrinieri: è rimasto sempre
molto fedele al Gruppo sportivo, benché avesse avuto
offerte importanti e si è saputo riproporre anche nel nuoto
di fondo, quando nessuno ci credeva, lo consigliavano, anzi,
di non provarci, invece lui ha voluto affrontare una nuova
sfida e alla fine ha vinto sia nei 1.500, che negli 800 e nella
10 km, riuscendo letteralmente a dominare in discipline
differenti. Nonostante i successi è rimasto sempre umile
e ha saputo superare i momenti di difficoltà che gli si sono
proposti negli anni. E poi ha quella faccia pulita che a noi
piace davvero tanto.
Quale atleta in futuro potrebbe essere un ottimo
dirigente sportivo?
Non sempre un grande atleta poi può diventare un
ottimo dirigente sportivo. Uno che ha già scelto di fare il
dirigente, è Marco Fichera, della scherma, che si è ritirato
da poco dall’attività agonistica. Marco ha già organizzato
i Campionati del mondo di scherma a Milano che sono
andati molto bene. Quindi ha dimostrato già di essere
pronto per un ruolo dirigenziale, importante.
Atleti Fiamme oro presenti
alle ultime 6 Olimpiadi
+600%
Atene
Pechino
Londra
Tokyo
Parigi