Benvenuti a Perugia, la città dell’attesa infinita, dove ottenere un permesso di soggiorno sembra essere più complicato che trovare il Santo Graal. Le difficoltà quotidiane che si ritrovano a dover affrontare i cittadini stranieri all’Ufficio Immigrazione della Questura di Perugia sono degne di un film di Kafka. Tra appuntamenti fissati tramite la Posta con tempi biblici, trattazione delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno che superano abbondantemente i termini previsti dalla legge, e strumenti di prenotazione online più inaffidabili di un orologio rotto, è chiaro che c’è un problema serio.
Ma andiamo con ordine. Immaginate di aver finalmente fissato un appuntamento dopo settimane di attesa. Vi presentate all’Ufficio Immigrazione, muniti di pazienza e di un libro di Tolstoj per ingannare il tempo. Dopo ore di attesa, vi informano che c’è stato un piccolo errore nella vostra documentazione e che dovrete tornare la settimana prossima. O magari il mese prossimo. Oppure mai, chissà.
È una situazione che “oltre ad essere fonte di gravissimo pregiudizio per le ragioni dei singoli, determina incertezza sia circa la loro condizione giuridica, che sotto il profilo del mancato accesso ai diritti civili e sociali”, come ha sottolineato un avvocato esperto di diritto dell’immigrazione.
Le difficoltà non finiscono qui. I ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno per i minori e la conversione in altro tipo di permesso al compimento della maggiore età sono la ciliegina sulla torta. Superare questo status quo agevolerebbe l’inserimento nei percorsi di inclusione e ridurrebbe i rischi di sfruttamento lavorativo. Ma sembra che la burocrazia abbia altre priorità.
Per tutti questi motivi, è stato richiesto un intervento del Questore di Perugia affinché siano predisposte modalità di azione amministrativa volte alla drastica riduzione dei tempi di attesa. Ma davvero possiamo sperare in un miracolo? Se la Pubblica Amministrazione non rispetta i termini imposti dalla legge, è davvero così sorprendente che i ritardi siano ormai endemici?
Secondo il Testo Unico sull’Immigrazione, il permesso di soggiorno dovrebbe essere rilasciato, rinnovato o convertito entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda. Ma, attenzione, questo termine non è perentorio. È solo un simpatico suggerimento. La Pubblica Amministrazione può tranquillamente prendersi fino a 180 giorni. E se anche questo termine viene superato, non resta che fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale o al Tribunale ordinario. Naturalmente, solo se si è disposti a spendere tempo e denaro in una battaglia legale.
È possibile ottenere un risarcimento per il ritardo? Sì, in teoria. Ma provate a immaginare un cittadino straniero che deve rivolgersi a un avvocato esperto di diritto dell’immigrazione solo per ottenere un indennizzo di 30 euro al giorno per il ritardo subito. Un’esperienza decisamente gratificante, non c’è che dire.
In conclusione, la situazione a Perugia è un perfetto esempio di inefficienza burocratica, dove i diritti degli stranieri sembrano essere una questione secondaria. Forse è arrivato il momento di rivedere l’intero sistema e di garantire un trattamento più giusto e umano per tutti. Nel frattempo, chi ha bisogno di un permesso di soggiorno farebbe bene a prepararsi a una lunga, lunghissima attesa.
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