
(AGENPARL) – ven 12 luglio 2024 Comunicato stampa
12 luglio 2024
Malpensa: intitolare l?aeroporto a Silvio Berlusconi è una scelta
discutibile
da ogni punto di vista.
È ufficiale, l?aeroporto di Milano Malpensa, il secondo per traffico
passeggeri in Italia dopo Fiumicino, è stato ufficialmente intitolato a
Silvio Berlusconi. Una notizia anticipata nei giorni scorsi, discussa e
contestata.
Una scelta discutibile da ogni punto di vista, dalla scelta della
personalità, che non riteniamo meritevole di tale celebrazione visti i suoi
trascorsi e per le gravissime condanne giudiziarie che pesano sulla sua
memoria, che lo rendono una figura ancora fortemente divisiva per gli
italiani, nonché per le modalità con cui è stata imposta tale scelta.
I luoghi pubblici, infatti, dovrebbero essere intitolati a personalità che
hanno dato lustro alla nazione nell?ambito della cultura, dell’arte, della
scienza, o che hanno attinenza specifica con le funzioni e gli uffici
pubblici interessati.
L’eccezione di Sandro Pertini, cui è dedicato l?aeroporto di Torino,
riguarda il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, che ha
speso la sua intera vita nella lotta antifascista, a tutela della libertà e
della democrazia.
La scelta, invece, di intitolare un aeroporto a Silvio Berlusconi non darà
una bella immagine del nostro Paese agli occhi del mondo.
Oltre a ciò, risulta estremamente discutibile anche il proprio il modo di
agire d?urgenza e di imperio adottato dal Ministro dei Trasporti Salvini.
SEA, la società che gestisce l?aeroporto, non sarebbe stata consultata, così
come le altre parti coinvolte: l?intitolazione è stata stabilita da
un?ordinanza di Enac, con effetto immediato. Nemmeno son stati rispettati i
tempi: canonicamente, prima di intitolare un luogo pubblico a una
personalità, dovrebbero essere trascorsi almeno 10 anni.
Da più lati si sono levate proteste e polemiche su tale operazione che a
nostro giudizio, al di là della dubbia e discutibile scelta, rivela in ogni
caso un modo di procedere impostato all?imposizione e non alla condivisione,
che non possiamo accettare. Sottrarsi al confronto, imponendo le proprie
scelte, manifesta uno scarso rispetto dei principi democratici, oltre che
una certa debolezza.
Per questo ci uniamo alle voci di quanti chiedono ragione di tale scelta, ma
soprattutto della spregiudicatezza con cui è stata assunta.
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