
La trasparenza delle clausole di “tasso minimo” nei mutui ipotecari può essere oggetto di controllo nell’ambito di un’azione collettiva che coinvolge l’intero sistema bancario di un paese. Durante questo controllo, il giudice può tenere conto dell’evoluzione della percezione del consumatore medio riguardo a tali clausole.
Le clausole di “tasso minimo” sono standard nei contratti di mutui ipotecari a tasso variabile stipulati con i consumatori da molti istituti finanziari in Spagna. Queste clausole fissavano una soglia al di sotto della quale il tasso di interesse variabile non poteva scendere, anche se il tasso di riferimento, come l’Euribor, era inferiore a tale minimo. In Spagna sono state presentate migliaia di ricorsi che contestano la legittimità delle clausole di “tasso minimo” ai sensi della direttiva sulle clausole abusive.
L’Associazione spagnola degli utenti delle banche, delle casse di risparmio e delle assicurazioni (ADICAE) ha avviato un’azione collettiva contro 101 istituti finanziari operanti in Spagna, con l’obiettivo di far cessare l’utilizzo delle clausole di “tasso minimo” e ottenere il rimborso dei pagamenti effettuati in base a queste clausole. A seguito di appelli sui media nazionali, 820 consumatori hanno aderito all’azione collettiva.
Dopo aver perso due volte, gli enti creditizi hanno presentato ricorso alla Corte suprema spagnola, la quale ha dubbi sulla possibilità di verificare la trasparenza delle clausole di “tasso minimo” in un procedimento collettivo, considerato il numero di consumatori e istituti finanziari coinvolti. Inoltre, la Corte suprema evidenzia la difficoltà di utilizzare il criterio del consumatore medio in questo contesto, poiché le clausole si rivolgevano a diverse categorie di consumatori.
La Corte europea rileva che nulla nella direttiva esclude il controllo giurisdizionale della trasparenza nell’ambito di un’azione collettiva. Tale controllo deve essere adattato alle peculiarità delle azioni collettive e concentrarsi sulle pratiche contrattuali e precontrattuali standard del professionista nei confronti del consumatore medio.
Nel caso specifico, la prima condizione per l’esercizio di un’azione collettiva contro più professionisti è soddisfatta: l’azione è diretta contro professionisti dello stesso settore economico, ovvero enti creditizi. La complessità del caso, dovuta al numero considerevole di enti e consumatori coinvolti, non deve pregiudicare l’effettività dei diritti riconosciuti ai consumatori dalla direttiva.
Anche la seconda condizione sembra essere soddisfatta: le clausole di “tasso minimo” sembrano simili, salvo verifica della Corte suprema spagnola. La sola differenza nelle date di stipula dei contratti o nelle normative vigenti non può escludere tale somiglianza.
Infine, la Corte sottolinea che l’eterogeneità del pubblico interessato rende necessario il ricorso al concetto di consumatore medio, la cui percezione è rilevante per il controllo di trasparenza. Tuttavia, tale percezione può essere cambiata nel tempo, e la Corte suprema spagnola dovrà verificare se il crollo dei tassi di interesse negli anni 2000 o la sentenza del 9 maggio 2013, che ha constatato l’assenza di trasparenza delle clausole di “tasso minimo”, abbiano influenzato il livello di attenzione e di informazione del consumatore medio al momento della stipula di un mutuo ipotecario.