AGGRESSIONE AL “GARIBALDI CENTRO”: L’INTERVENTO DELL’ORDINE DEI MEDICI ETNEO
CATANIA – L’ennesimo atto di violenza consumato mercoledì presso l’ospedale Garibaldi di Catania ai danni di un medico di turno fa riproporre il tema della sicurezza nei nosocomi. A seguito di quanto accaduto, Alfio Saggio, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania, ritorna sul tema.
«Desidero esprimere la solidarietà del Consiglio direttivo dell’Ordine e il pieno sostegno alla collega del Garibaldi, aggredita mentre svolgeva il proprio lavoro – ha dichiarato il presidente Saggio – Ringrazio il personale del reparto e le forze dell’ordine per la prontezza con cui sono intervenuti, impedendo che ci fossero conseguenze molto peggiori. Vorrei lanciare un appello ai cittadini affinché esprimano la loro vicinanza alla dottoressa, condannando con forza ogni forma di violenza. Non è questo il modo per manifestare il proprio disagio. Chiediamo a tutti i pazienti di riconoscere gli sforzi e le responsabilità della nostra professione e invochiamo rispetto per il nostro lavoro, così come avveniva in passato, quando alla professione medica era riconosciuta maggiore dignità. I fatti del Garibaldi confermano quanto il fenomeno sia drammaticamente in aumento e come non sia più possibile aspettare. Occorrono azioni concrete che garantiscano sicurezza e protezione alle operatrici e agli operatori sanitari che lavorano in prima fila nelle unità operative e nei presidi più esposti al rischio, svolgendo un pesante servizio in favore della comunità. Invochiamo un intervento tempestivo, chiediamo ancora una volta che vengano potenziati i presidi fissi di polizia a tutela dei medici, del personale sanitario e degli stessi utenti. Inoltre riteniamo che sia ormai urgente instituire un Tavolo tecnico che coinvolga gli Ordini dei medici, le Associazioni di categoria, i responsabili territoriali del Governo. Come Ordine siamo a disposizione delle autorità competenti per condividere soluzioni da mettere in atto per ridurre il rischio ed evitare che si ripropongano episodi simili».