
(AGENPARL) – gio 04 luglio 2024 GIUBILEO, A PIAZZA PIA EMERGONO STRUTTURE
DI ETÀ GIULIO-CLAUDIA E IL PORTICO DI CALIGOLA
COMUNICATO STAMPA
Roma, 4 luglio 2024
Nel corso dei lavori di scavo stratigrafico e delocalizzazione della fullonica rinvenuta nel cantiere per
il Sottopasso di Piazza Pia, sono stati rinvenuti i resti di un’interessante opera di sistemazione a
giardino, affacciata direttamente sulla riva destra del Tevere. Si tratta di una struttura costituita da un
muro in opera quadrata di travertino, di terrazzamento della riva del fiume, dietro al quale fu realizzato
un portico colonnato, di cui restano le sole fondazioni, e un’ampia superficie aperta sistemata a
giardino. Lo scavo, condotto dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro,
coordinato sul campo dall’archeologa Dora Cirone con la direzione scientifica di Alessio De Cristofaro,
ha permesso di documentare come la sistemazione sia stata interessata da tre fasi edilizie, susseguitesi
tra l’età di Augusto e quella di Nerone.
Il rinvenimento di un tubo idrico in piombo (fistula plumbea), timbrato con il nome del proprietario
della fornitura di acqua, e dunque del giardino, permette di identificare il personaggio titolare del
primo rifacimento del complesso. L’iscrizione recita C(ai) Cæsaris Aug (usti) Germanici: si tratta
dunque di Caligola, figlio di Germanico e Agrippina maggiore e imperatore dal 37 al 41 dopo Cristo.
Il ritrovamento potrebbe trovare un interessante riscontro anche nelle fonti letterarie antiche. Un passo
dell’Ambasceria a Gaio (Legatio ad Gaium) scritta da Filone di Alessandria, storico ebreo di
Alessandria d’Egitto, racconta di come Caligola avesse ricevuto la legazione di ebrei alessandrini
proprio negli Horti di Agrippina, in un vasto giardino affacciato sul Tevere, che separava il fiume da
un monumentale porticato.
L’ambasceria aveva lo scopo di rappresentare all’imperatore le difficoltà e la crisi che avevano investito
la comunità ebraica di Alessandria nelle relazioni con la popolazione greco-alessandrina: crisi che si
era manifestata con violenze, tafferugli, episodi di intolleranza religiosa. Ma Caligola, imperatore
ispirato alle teocrazie orientali e sostenitore della componente greca di Alessandria, respinse le
richieste. La somiglianza tra i resti rinvenuti e la descrizione dello storico alessandrino suggeriscono
di identificare nello scavo di Piazza Pia il luogo di quest’incontro.
Inoltre, secondo Alessio De Cristofaro, archeologo della Soprintendenza Speciale, l’iscrizione sulla
fistula è di notevole importanza storica per più motivi. In primo luogo, conferma come lo scavo di
Piazza Pia rientri nell’area degli Horti di Agrippina maggiore, madre appunto di Caligola. Sempre da
Piazza Pia, ma da scavi degli inizi del secolo scorso, provengono altri tubi in piombo iscritti, con il
nome di Iulia Augusta, presumibilmente Livia Drusilla, la seconda moglie di Augusto e nonna di
Germanico. È probabile, dunque, che questa lussuosa residenza fosse passata dapprima in eredità a
Germanico e poi, alla morte di questi, a sua moglie Agrippina maggiore e quindi al figlio imperatore.
Lo scavo, inoltre, ha restituito una serie importante di Lastre Campana, terrecotte figurate usate per la
decorazione dei tetti, con scene mitologiche inusuali, riutilizzate come coperture delle fogne della
fullonica, ma in origine probabilmente realizzate per la copertura di una qualche struttura del giardino,
forse dello stesso portico.