(AGENPARL) – gio 04 luglio 2024 (ACON) Trieste, 4 lug – “A fronte del sovraffollamento
carcerario, altamente significativo anche nella nostra Regione, e
dell’elevato numero di suicidi, si attendeva un accoglimento
delle pressanti proposte avanzate dalla Conferenza nazionale dei
Garanti delle persone private della libert? personale, dai
professori di diritto penale, dagli studiosi del processo penale
e dai costituzionalisti, tese ad introdurre la liberazione
anticipata speciale, ossia lo sconto non pi? dei 45 giorni di
pena per ogni semestre (come previsto attualmente) per chi ha
partecipato all’opera di rieducazione, ma elevato a 75 o, almeno
a 60 giorni, come del resto anche da una analoga proposta di
legge presentata in Parlamento. Nulla di tutto questo sembra che
avverr?”.
Lo afferma in una nota il Garante regionale dei diritti della
persona, Paolo Pittaro, che commenta l’approvazione,dello scorso
3 luglio, da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del
Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del decreto legge
recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia
civile, penale e di personale giudiziario.
“Come affermato nella successiva conferenza stampa – spiega
Pittaro -, il Ministro ha respinto ogni provvedimento clemenziale
che rappresenterebbe una sconfitta per lo Stato e la certezza
della pena, limitandosi ad illustrare misure tese al
rafforzamento del personale penitenziario e, a suo dire, alla
umanizzazione della pena. Il tutto, tuttavia, a ben vedere,
dilatato nel tempo. Cos?, la decantata assunzione di 1.000 unit?
del Corpo di polizia penitenziaria avverr? nel 2025 e nel 2026
per 500 unit? alla volta, mentre l’assunzione di dirigenti
penitenziari avverr?, soprattutto, con lo scorrimento delle
graduatorie esistenti ed un similare scorrimento ? previsto anche
per i posti di vice-commissario e vice-ispettore di polizia
penitenziaria”.
“Per quanto riguarda la liberazione anticipata che rimane
immutata nella disposizione attuale dei 45 giorni per semestre –
prosegue il Garante -, viene previsto un procedimento ritenuto
pi? scorrevole, che solo l’esperienza valuter? tale, ma che si
dubita fortemente possa contribuire a ridurre il sovraffollamento
a tempi rapidi. Anzi: se dovesse continuare al presente ritmo, ci
stiamo avvicinando a grandi passi a quel limite di 11 anni or
sono che ha portato la Corte europea dei diritti dell’uomo a
condannare l’Italia per comportamenti disumani e degradanti di
cui all’articolo 3 della Convenzione europea del diritti
dell’uomo(la nota sentenza Torregiani)”.
Per Pittaro, dunque, “se si dovesse arrivare a tanto, allora s?
che si tratterebbe di una sconfitta dello Stato, non solo
giuridica, ma anche politica e morale. E si ricordi che, allora
si era ricorsi proprio all’ampliamento della liberazione
anticipata a 60 giorni, per due anni, in funzione del richiesto
svuota-carceri”.
Il Garante del Fvg si sofferma poi sulla situazione dei colloqui
telefonici all’interno dei penitenziari per i quali “da tempo si
chiedeva un aumento del numero” ma che “dopo un necessario
ampliamento durante il periodo del lockdown, alla fine
dell’emergenza Covid, invece di mantenerlo, avendo dato risultati
molto positivi, si ? ritornati a solo due telefonate al mese per
dieci minuti cadauna, poi portate a quattro con molta riluttanza
e permettendo ai direttori penitenziari, in casi eccezionali, di
aumentarne la frequenza: un caos variabile da istituto ad
istituto”.
“Ebbene – spiega Pittaro -, il decreto non prevede la maggiore
liberalizzazione, richiesta da pi? parti a gran voce, ma rinvia
ad un regolamento, da emanarsi entro sei mesi, per il necessario
incremento (non specificato) del numero dei colloqui telefonici
settimanali e mensili, ammettendo intanto un’autorizzazione in
deroga ai limiti attuali, lasciata ovviamente alla
discrezionalit? dei direttori”.
“Ma il fiore all’occhiello del decreto Nordio sembra essere
l’istituzione presso il Ministero della Giustizia di un elenco
delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al
reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per
accedere alla misure penali di comunit?, ma che non sono in
possesso di un domicilio idoneo e sono in condizioni
socio-economiche non sufficienti per provvedere al loro
sostentamento. Ebbene – dice ancora Pittaro -, entro sei mesi
dovr? essere emanato un decreto per definire le modalit?, la
disciplina, l’aggiornamento di tale elenco e, soprattutto, le
caratteristiche e i requisiti di qualit? dei servizi necessari
per l’iscrizione. Si presume dovr? decorrere un altro ampio lasso
di tempo per consentire a tali strutture residenziali ad
iscriversi all’elenco, e al relativo controllo, posto che queste
ultime dovranno garantire, oltre all’accoglienza residenziale, lo
svolgimento di servizi di assistenza, di riqualificazione
professionale e reinserimento socio-lavorativo dei soggetti
residenti, e di riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti o
con disagio psichico, che hanno i requisiti per accedere alle
misure penali di comunit?”.
“In definitiva, i tempi sono molto dilatati e sorge la forte
perplessit? sulla reale esistenza e consistenza di tali strutture
residenziali, che, a quanto pare, dovrebbero essere finanziate
dalla Cassa delle ammende. Insomma – conclude Pittaro -, nessun
provvedimento immediato per la riduzione concreta del
sovraffollamento e dei numero dei suicidi in carcere, ma alcune
norme tecniche di buoni propositi, da attuare nel tempo”.
ACON/COM/sm
040949 LUG 24
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