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(AGENPARL) – lun 01 luglio 2024 *Cnpr forum, sos povertà, 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta”*
*Mascaretti (FdI): “Efficientare spesa pubblica”*
*Zambito (Pd): “Stop ai tagli al welfare”*
*Tenerini (FI): “Investire in politiche attive del lavoro”*
*Barzotti (M5s): “Avanti con salari minimo”*
“I dati della Caritas che parlano di 5,7 milioni di poveri assoluti in
Italia ci preoccupano molto. Nuovi poveri, immigrati irregolari che vivono
in condizioni di grande povertà e non hanno la possibilità di inserirsi
nella società, oltre all’aumento dei costi della vita quotidiana e l’enorme
spreco di soldi pubblici ereditato dal passato. Pensiamo ai 200 mld del
superbonus che hanno impattato solo per il 4% del patrimonio immobiliare
italiano. In buona parte su quello di pregio. Anche a livello locale sono
state ‘buttate’ via risorse preziose e nei grandi centri urbani del nord le
amministrazioni spesso hanno fatto scelte sbagliate che hanno avuto come
conseguenza l’insostenibilità economica per i redditi medio bassi. E’
necessario continuare a efficientare la spesa pubblica per poter sostenere
le persone in difficoltà e tutti coloro che lavorano in prima fila per
offrire assistenza ai poveri.
Lo ha dichiarato *Andrea Mascaretti*, parlamentare di Fratelli d’Italia
nelle Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera dei Deputati, nel corso
del Cnpr forum “Sos povertà: quali misure per non finire sotto la soglia”,
promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili
presieduta da *Luigi Pagliuca*.
Ci sono associazioni laiche e religiose – ha aggiunto Mascaretti – che
quotidianamente provvedono ai pasti caldi per chi ne ha bisogno e
distribuiscono pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà Il pubblico
deve sostenere in modo puntuale queste realtà. Le altre risposte passano
dal lavoro, remunerato adeguatamente, per consentire alle persone di
mantenere dignitosamente le loro famiglie. Bisogna intervenire sul lavoro
povero, sul trasporto pubblico locale e sui costi della casa, soprattutto
per i giovani”. Punta il dito sui tagli al welfare *Ylenia Zambito*
senatrice del Partito democratico in Commissione Affari sociali e Lavoro a
Palazzo Madama: “Bisognerebbe fare marcia indietro rispetto ai tagli a cui
abbiamo assistito in questo ambito nell’anno e mezzo del governo Meloni.
Sono state tagliate le risorse per il contributo all’affitto, quelle per il
recupero della morosità incolpevole. È stato eliminato, senza sostituirlo
con nessuna altra forma di sostegno, il reddito di cittadinanza, sono stati
tagliati i fondi per la sanità. Tanto è che molte persone stanno
continuando a rinunciare a curarsi. Tagli si sono registrati anche sul tema
della disabilità, delle fragilità e anche sul tema degli anziani non
autosufficienti. Per non parlare poi dei tagli agli Enti locali che hanno
comportato per i comuni una riduzione sensibile delle risorse a loro
disposizione e quindi la necessità di tagliare ulteriormente sui capitoli
del sociale e del socio- sanitario. E’ necessaria un’inversione immediata
di questo trend molto preoccupante. I poveri – ha concluso Zambito – non si
devono considerare, come fa questo governo, dei colpevoli ma delle persone
che hanno più bisogno rispetto agli altri dello Stato”.
Secondo *Chiara Tenerini*, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro a
Montecitorio: “Il trend della povertà assoluta in Italia è in forte
crescita e, facendo un’analisi, i nuclei maggiormente in difficoltà sono le
famiglie monogenitoriali e quelle con molti figli a carico. Dal disagio
economico derivano poi quello culturale e la bassa scolarizzazione che
autoalimentano questi fenomeni. Serve intervenire con politiche attive del
lavoro riservando la parte della sussidiarietà ai nuclei impossibilitati ad
essere introdotti in percorsi di lavoro. Dobbiamo prioritariamente dare la
dignità del lavoro a tutti quelli che possono svolgerlo. Abbiamo inserito
nella finanziaria scorsa la riduzione del cuneo fiscale, con i decreti
attuativi del Mef sono entrati in vigore gli sgravi del 120% per chi assume
a tempo determinato che arrivano al 130% per chi assume categorie fragili o
donne con più di due figli. Il governo ha chiaro il tema del disagio
familiare e si sta muovendo compatibilmente con i fattori esterni come
l’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione. La questione della
povertà salariale – ha sostenuto Tenerini – è poi un altro tema per il
quale riteniamo che si debba trovare la soluzione nella contrattazione i
cui minimi tabellari sono troppo bassi”.
Critica *Valentina Barzotti*, parlamentare del M5s in Commissione Lavoro
della Camera dei Deputati: “Ci troviamo di fronte a una vera e propria
tragedia che riguarda milioni di italiani con il record storico di povertà
assoluta nel nostro Paese. Di fronte a questa situazione il governo ha
tolto l’unica misura universale di sostegno che era il reddito di
cittadinanza. Come alternativa sono state introdotte misure di sostegno
incomplete che tagliano fuori ampie fasce di cittadini come i cosiddetti
occupabili. Una scelta ingiusta, insensata e connaturata di pregiudizio.
L’Italia – ha aggiunto Barzotti – non ha mai brillato per politiche attive
e l’impossibilità per molti di trovare lavoro deriva anche da questo. Se
una persona è emarginata difficilmente riuscirà a inserirsi nel mercato del
lavoro. Noi avevamo investito nei centri per l’impiego con 1 mld di euro
nelle politiche attive. Il supporto formazione lavoro del governo non
funziona perché prevede formazione parziale con corsi brevi senza sbocco
nel mondo del lavoro. Gli ultimi dati Inps dicono che l’8% dei lavoratori
in Italia sono poveri. Per questo ci battiamo a favore del salario minimo
depositando una proposta d’iniziativa popolare”.
Nel corso dei lavori, moderati da *Annamaria Belforte* il punto di vista
dei professionisti è stato espresso da *Elisabetta Polentini*,
commercialista e revisore legale dell’Odcec di Roma: “I dati raccolti dalla
rete Caritas italiana, confermati dall’Istat, indicano che il disagio
economico aumenta inesorabilmente e il numero delle persone che rientrano
nello stato di povertà assoluta raggiunge i sei milioni. Un’emergenza
sociale da arginare al più presto prima che si giunga a un punto di non
ritorno. Preoccupa che la povertà riguardi anche famiglie monoreddito,
numerose o con disabili a carico. Anziani soli e lavoratori a nero. Un
quadro nei confronti del quale ci aspettiamo misure urgenti ed efficaci da
parte del governo”.
Le conclusioni sono state affidate a *Paolo Longoni*, consigliere
dell’Istituto nazionale esperti contabili: “Il tema a mio avviso è di
grandissimo allarme sociale non è pensabile in un paese evoluto, moderno e
ricco come l’Italia, che è l’ottavo del mondo per il Pil, che si aggravi il
problema della povertà. Non mi pare ci sia nessuna ragione per sottrarre
agli enti territoriali e ai comuni, più di tutti vicini ai cittadini,
l’individuazione dei soggetti effettivamente bisognosi, inventando uno
strumento paludoso e burocratico in virtù del quale l’Inps deve
automaticamente individuare chi possono essere i beneficiari. Mi sembra
una centralizzazione sbagliata. I comuni potrebbero fare molto meglio e
prima. Si può essere poveri anche lavorando, i motivi sono legati a due
fattori fondamentali: siamo in Europa il paese con i salari più bassi di
tutti e prevale nell’incremento dell’occupazione che viene segnalato
prevale il precariato. Precariato e bassi salari producono povertà anche
per i lavoratori dipendenti”.