
(AGENPARL) – gio 27 giugno 2024 Investimenti delle aziende fermi al palo. Pellegrino:
“Alle incertezze legate al mercato si aggiungono quelle dei crediti incagliati
che incidono sulla liquidità delle imprese”
Il calo di investimenti delle imprese venete registrato dall’ultimo Rapporto della Banca
d’Italia fotografa e registra una situazione particolarmente difficoltosa per la
manifattura che Confartigianato Imprese Vicenza ben conosce. “Sono numerose le
realtà artigiane pronte a credere nella loro crescita o nell’evoluzione del proprio
business, e quindi a investire, ma a frenarle oltre l’incertezza dei mercati legata agli
scenari geo politici c’è la mancanza di chiarezza su norme e misure che dovrebbero
supportarle”, Carlo Pellegrino del Sistema Produzione di Confartigianato Imprese
Vicenza.
Il riferimento è a quelle misure, Impresa 4.0. e Transizione 5.0. per citare le ultime,
soggette a continui ‘cambi in corsa’ che di fatto hanno tenuto in sospeso 4milioni di
crediti nel vicentino (stima su un campione di 200 piccole imprese su investimenti
realizzati nel 2023 e primo trimestre 2024) nel primo caso, e congelato a livello
nazionale 6,3miliardi di euro per la mancanza dei decreti attuativi nel secondo.
“A fronte di investimenti importanti, con le nuove disposizioni, non c’è la certezza di
poter utilizzare i crediti d’imposta previsti se non sottostando a procedure di
comunicazione preventiva dei crediti da compensare, introdotte dai recenti decreti
degli scorsi mesi. Questo perché non di rado mancano appositi decreti attuativi relativi
a diversi aspetti dell’incentivo, quando non cambiano termini di presentazione della
documentazione o proprio tipo di documentazione richiesta – continua Pellegrino-. Le
imprese che avevano pianificato la gestione della liquidità aziendale, quindi, non
possono utilizzare crediti di imposta legittimamente maturati per mille motivi incagliati
e si trovano invece nella paradossale situazione di pagare imposte e contributi. E se la
regolarità contributiva è, come per molte imprese, condizione necessaria per
continuare a lavorare, avere crediti congelati, anche per le prossime scadenze fiscali,
potrebbe metterle davvero in ginocchio. Ricordo che, quando un’azienda intende
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investire e necessita di accedere a finanziamenti bancari, è “caldamente” invitata a
redigere un business plan a più anni dove dimostrare la bontà, e quindi il ritorno,
dell’investimento per il quale si richiede l’intervento dell’istituto di credito. Com’è
possibile mantenere un Piano Industriale se cambiano le regole in corsa che possono
far saltare la sostenibilità del Piano stesso? Tutte distorsioni che abbiamo più volte
denunciato e che si ripresentano puntualmente ad ogni provvedimento, di fatto
rendendo sempre più caute le imprese nell’investire. In periodi così difficili sono
soprattutto micro e piccole aziende a “soffrire di burocrazia”, perché concentrate in
attività di valore, quando dovrebbero trovare le istituzioni al loro fianco in questa
difficile sfida di sopravvivenza. L’incertezza quindi genera mancati investimenti che si
ripercuotono sulle esportazioni e sul mercato interno, oltre ad aumentare il rischio
dell’estromissione da filiere e catene del valore, anche internazionali”.
In merito ad esempio alla misura Impresa 4.0, il decreto attuativo contenente il
modello di comunicazione dei crediti fiscali maturati è stato emanato, di fatto con un
meccanismo che prevede il coinvolgimento del GSE, soggetto esterno all’Agenzia delle
Entrate, al quale l’impresa deve registrarsi per effettuare la comunicazione. L’aggravio
di burocrazia sta nel fatto che il GSE, una volta acquisita la comunicazione dell’impresa,
deve effettuare i dovuti controlli e comunicare all’Agenzia delle Entrate il via libera alla
compensazione. Nel decreto però non è specificato entro quanti giorni ciò debba
accadere, per cui le imprese non sanno quando effettivamente possono operare le
compensazioni. In questo momento chi ha presentato l’F24 di giugno con la
compensazione dovuta a credito di imposta non saprà fino al 17 luglio se tale
compensazione sarà effettiva o meno con tutto quello che può comportare a livello
finanziario una mancata conferma.
“Ritardi che portano, com’è accaduto, le imprese a pagare le imposte e i tributi
utilizzando la propria liquidità, in luogo dell’utilizzo legittimo di un proprio credito,
riducendo così le risorse da destinare agli investimenti magari in settori strategici”,
conclude Pellegrino.
Comunicato 70 – 27 giugno 2024
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