Immaginate un mondo in cui i sassi rotolano verso l’alto, i fiumi scorrono all’indietro e i politici cadono verso le vette del potere anche quando la gravità dell’opinione pubblica li spinge verso il basso. Questo bizzarro universo sembra essere diventato realtà con l’ultima notizia: Mark Rutte, il Primo Ministro olandese uscente, così clamorosamente rifiutato dai suoi stessi elettori, sarà il prossimo Segretario Generale della NATO.
Sì, avete capito bene. Nonostante la disfatta elettorale dovuta alla sua gestione della crisi migratoria e alla zelante applicazione delle direttive verdi dell’Unione Europea – politiche che secondo i critici avrebbero ridotto in ginocchio l’agricoltura olandese – Rutte è riuscito a trasformare una caduta in un trionfo. In barba a qualsiasi legge della fisica, sarà lui a guidare l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).
La partenza di Jens Stoltenberg in ottobre, dopo dieci anni di servizio – il periodo più lungo di qualsiasi Segretario Generale dalla fine della Guerra Fredda – lascia la NATO in un momento critico. L’alleanza è impegnata nella difesa dell’Ucraina contro l’aggressione russa, nonostante il paese non sia un membro della NATO. Con la nomina di Rutte, sembra che l’alleanza voglia confermare la nuova tradizione del XXI secolo: eleggere ex Primi Ministri dei piccoli paesi del Nord Europa come leader.
Stoltenberg ha salutato il suo successore con entusiasmo: “Mark è un vero transatlanticista, un leader forte e un costruttore di consenso. Gli auguro ogni successo mentre continuiamo a rafforzare la NATO. So che lascerò la NATO in buone mani”. Un vero atto di generosità, considerato che Rutte ha governato i Paesi Bassi fino a quando l’elettorato, esausto dalle sue politiche, ha detto basta.
Ma Rutte non è solo un politico globalista convinto. È anche considerato un “sussurratore di Trump”, capace di mantenere buone relazioni con l’ex presidente degli Stati Uniti, che potrebbe tornare al potere. Nel 2019, ha difeso Trump dalle critiche degli “élite dei bevitori di vino bianco”, sostenendo che l’ex presidente aveva ragione a sottolineare i problemi della NATO e la necessità di maggiori contributi da parte degli stati europei.
Rutte, nonostante la sua sconfitta elettorale nel novembre 2023, è rimasto in carica come custode fino alla formazione di un nuovo governo, complicato dalla vittoria del populista di destra Geert Wilders e del nuovo Partito dei Contadini, entrambi ferocemente contrari alle politiche globaliste ed ecologiche di Rutte.
La guerra in Ucraina resta la priorità nell’agenda della NATO, e la scelta di Rutte conferma che non ci saranno cambiamenti di rotta. Durante il suo mandato nei Paesi Bassi, Rutte è stato un fervente sostenitore dell’Ucraina, promuovendo persino la consegna dei caccia F-16 all’aeronautica ucraina.
In questo mondo capovolto, dove le scelte politiche sembrano sfidare le leggi della fisica, Mark Rutte sale al potere internazionale nonostante la caduta nazionale. La sua ascesa alla NATO è la prova definitiva che, in politica, la gravità è solo un dettaglio trascurabile.