
(AGENPARL) – ven 21 giugno 2024 COMUNICATO STAMPA
Caporalato: Cia, ferma condanna per fatti di Latina
Il presidente Fini all’incontro convocato d’urgenza dai ministri Calderone e Lollobrigida dopo la tragedia
Roma, 21 giu – “Il rifiuto del lavoro nero e del caporalato sono due dei principi cardine che
guidano la nostra azione sindacale. È chiaro che le eccellenze del nostro Made in Italy devono essere
legate non solo alla qualità indiscussa delle produzioni agricole italiane, ma anche alla qualità e alla
dignità del lavoro e della vita dei lavoratori agricoltori”. A dirlo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori
Italiani, Cristiano Fini, in occasione dell’incontro con le parti sociali convocato d’urgenza, dopo la tragedia
di Latina, dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, e dal ministro dell’Agricoltura, Francesco
Lollobrigida.
“Non basta solo esprimere profondo cordoglio davanti all’inaccettabile vicenda del bracciante
indiano, Satnam Singh, vergognosamente abbandonato in strada dopo il gravissimo infortunio nei campi
nell’Agro Pontino. Serve fare di più e valorizzare e tutelare le tante aziende agricole che operano in
regime di legalità”, ha spiegato Fini.
Riguardo al Decreto Flussi -secondo Cia- bisognerebbe innanzitutto creare una black list nella
quale inserire quei datori di lavoro che nei click day precedenti, pur avendo ottenuto il visto d’ingresso per
i lavoratori richiesti, non hanno poi formalizzato il contratto di soggiorno e, quindi, l’assunzione. Inibire per
almeno tre anni tali soggetti dalla presentazione delle istanze permetterebbe non solo di alleggerire il
sistema informatico del ministero, ma soprattutto di ridurre i tempi di accoglimento e rilascio dei visti.
Ancora meglio, sarebbe superare la procedura del click day attraverso una prenotazione numerica della
manodopera extra Ue da parte dei datori di lavoro, che andrebbe effettuata prima del precaricamento
delle istanze, così da permettere al ministero di valutare correttamente il numero delle quote in base al
fabbisogno reale.
Quanto alla Rete del lavoro agricolo di qualità, così com’è strutturata oggi, non porta nessun
beneficio né alle aziende agricole né contro la lotta al caporalato, come dimostra l’iscrizione di solo 6600
aziende rispetto ad aspettative di almeno 400 mila. Per incentivare l’adesione alla Rete, per Cia
andrebbe previsto un sistema di premialità davvero incentivante per le imprese, che permetta di dare
risalto alle aziende virtuose da un punto di vista sociale, ma anche economico.
Infine, resta fondamentale l’impegno in azioni di contrasto al caporalato. Cia è stata, finora, l’unica
organizzazione agricola nazionale a essere capofila di un progetto FAMI 2014-2020 dedicato. Insieme a
30 partner, tra Reti nazionali, cooperative, consorzi, Ong e associazioni, ha creato Rural Social Act,
l’iniziativa progettuale per attivare politiche comuni contro il lavoro nero, valorizzando il ruolo
dell’agricoltura sociale, esempio di sviluppo territoriale che unisce sostenibilità economica e legalità,
inclusione, qualità, capace di arginare le agromafie, sviluppando filiere etiche e innovative forme di
distribuzione.