
Maurizio Martelli, Professore ordinario di Ematologia, Sapienza di Roma, Direttore UOC Ematologia Azienda Ospedaliero- Universitaria Policlinico Umberto I di Roma, Consiglio Direttivo FIL
Prof. Martelli la ricerca ha fatto importanti passi avanti per la cura dei linfomi. Cosa possiamo aspettarci per il prossimo futuro per la cura di questo tipo di tumori?
In futuro per il trattamento dei linfomi sarà sempre meno utilizzata la immuno-chemioterapia e aumenteranno sempre di più le terapie biologiche, cioè farmaci non chemioterapici mirati e strettamente indicati per particolari mutazioni dei vari tipi di linfoma. Con questi farmaci sono state ottenute risposte complete in pazienti che avevano presentato una malattia refrattaria/recidivata dopo un trattamento standard chemio-immunoterapico. Oggi, abbiamo risultati importanti grazie anche grazie alla sola immunoterapia. In particolare, anticorpi monoclonali bispecifici che riconoscono un determinato antigene cellulare e attivano i linfociti T del paziente stesso. La terapia cellulare Car-T, in cui gli stessi linfociti T del paziente vengono prelevati, ingegnerizzati e poi reinfusi nel paziente per aggredire la malattia.
Risultati incoraggianti sono stati raggiunti con l’impiego delle Car-T e con l’immunoterapia. Per quali tipi di linfoma sono indicate e attualmente approvate le nuove terapie?
La terapia con le Car-T ha dato veramente una nuova possibilità ai pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, in particolare nei casi di linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) che rappresenta anche la prima indicazione ad aver ottenuto autorizzazione. I pazienti con DLBCL con malattia refrattaria/recidivata dopo il trattamento standard avevano una possibilità di ottenere una nuova remissione in non più del 10% dei casi. L’impiego delle Car–T rappresenta un cambio di passo, in particolare nei pazienti con malattia refrattaria/recidivante si è ottenuta una risposta completa e duratura nel tempo nel 30-35% dei casi a un follow-up di 4-5 anni. Una vera e propria rivoluzione per il trattamento dei linfomi non-Hodgkin. Le Car–T sono attualmente indicate, oltre che per i DLBCL, anche per il linfoma mantellare, il linfoma follicolare e il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B.
Prof. Martelli quest’anno AIL finanzierà il progetto presentato da FIL “Valutazione della performance neuro cognitiva e della qualità della vita in giovani adulti trattati per linfoma: uno studio multicentrico osservazionale”. Ce ne può parlare?
Le alterazioni neuro cognitive dopo trattamento chemioterapico sono state solitamente investigati in pazienti giovani affette da carcinoma della mammella sottoposte a chemioterapia. L’obiettivo dello studio è quello di valutare, in un gruppo di 148 giovani adulti di età compresa tra i 40 e i 55 anni affetti da Linfoma Hodgkin e non Hodgkin, sottoposti a chemioterapia con antracicline di prima linea, la qualità di vita unitamente alla performance neuro cognitiva.
Il progetto verrà condotto nell’ambito di Unità Operative di Ematologia (massimo dieci centri) aderenti alla Fondazione Italiana Linfomi (FIL) selezionati per la presenza di uno psicologo con particolare esperienza nell’ambito neuropsicologico. I risultati della valutazione varranno correlati a variabili psico-sociali, cliniche e terapeutiche.