
(AGENPARL) – sab 01 giugno 2024 *Europee: il “Manifesto” Cia sul tavolo dei candidati. Ripartire
dall’agricoltura, spendere bene i 453 milioni del CSR 2023-2027 *
Rimettere l’agricoltura al centro, riconoscendo a pieno titolo il settore
come risorsa strategica in Ue. Questo l’obiettivo del “Manifesto per le
Elezioni Europee 2024” che Cia-Agricoltori Italiani sta presentando ai
candidati di tutte le forze politiche in vista dell’8 e 9 giugno. Un
documento programmatico in 9 punti con le priorità per garantire il futuro
del comparto.
“L’Europa in cui crediamo – sostengono i Presidenti Cia-Agricoltori di
Potenza Giambattista Lorusso e di Matera Giuseppe Stasi – deve innanzitutto
porsi il problema dei costi a carico delle nostre aziende per l’attuazione
*del**le norme della Pac e degli altri regolamenti che determinano i
maggiori oneri amministrativi al settore* primario, sia in relazione alla
loro applicazione a livello nazionale che agli obblighi di registrazione e
comunicazione collegati. Sono *ostacoli burocratici pesanti per il mondo
agricolo e che necessitano di interventi adeguati in un’ottica di
semplificazione per spendere al meglio e rispondendo alle nuove esigenze
del mondo agricolo i fondi comunitari.* La dotazione finanziaria del CSR
2023-2027 è di circa 453 milioni di euro, di cui 228,7 di quota Feasr. Per
la Basilicata sono previsti 37 interventi da attivare nei prossimi 5 anni
tesi a conseguire obiettivi di carattere ambientale, sostenere gli
investimenti per le imprese agricole e i nuovi insediamenti nel settore,
l’innovazione e la ricerca, lo scambio di conoscenze e diffusione
dell’informazione e lo sviluppo delle aree rurali e interne”.
“Chiediamo più attenzione per gli agricoltori -spiega il
presidente di Cia, Cristiano Fini- che producono cibo sano e sicuro per
tutti e sono i primi custodi del territorio. Ecco perché stiamo portando ai
candidati al prossimo Parlamento Ue le nostre istanze per invertire la
rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, che hanno penalizzato il
settore con proposte legislative spesso ideologiche, creando una spaccatura
innaturale tra agricoltura e ambiente. Ora è tempo di cambiare, la
revisione della Pac è stata una svolta importante, ma occorre continuare il
lavoro e mettere in campo nuovi interventi per dare risposte efficaci e
durature agli agricoltori, di fronte alle sfide dei mercati, del clima e
della transizione”.
In quest’ottica, il Manifesto di Cia affronta tutte le
questioni più urgenti:
1. *Valore lungo la filiera –* a ogni prodotto agricolo deve essere
riconosciuto il giusto valore, per questo serve un Osservatorio Ue su
costi, prezzi e marginalità, oltre alla revisione della Direttiva sulle
pratiche sleali e a misure per incentivare aggregazione e relazioni di
filiera;
2. *Sviluppo delle aree rurali –* rendere competitive le aree rurali
vuol dire presidiare territori indispensabili per l’agricoltura e contro il
dissesto idrogeologico, nonché garantire un futuro al 30% della popolazione
Ue che ci vive;
3. *Tutela del suolo –* approvare velocemente la proposta di Direttiva
sul monitoraggio e la resilienza del suolo, elemento fondamentale per la
produzione agricola e la sicurezza alimentare dell’Unione;
4. *Gestione dell’acqua –* definire una strategia di governo comune
della risorsa idrica, con un Piano mirato per lo stoccaggio, la riduzione,
le perdite e il riuso delle acque;
5. *Regole comuni sul commercio –* la parola chiave negli accordi
commerciali deve essere reciprocità, per tutelare il prodotto italiano ed
europeo ed evitare la concorrenza sleale di Paesi terzi;
6. *Bilancio Ue adeguato –* il bilancio dedicato alla Pac non può essere
rivisto al ribasso, ma va valorizzato ed efficientato, pensando anche a un
plafond specifico aggiuntivo per affrontare le questioni ambientali;
7. *Pac del futuro –* disegnare una Politica agricola comunitaria più
flessibile per intervenire subito nelle situazioni di crisi e più attenta a
tutelare andamento produttivo e reddito agricolo, includendo interventi per
la gestione del rischio e favorendo gli investimenti;
8. *Innovazione e formazione –* occorre un maggiore coordinamento a
livello Ue tra gli enti di ricerca, per agevolare lo sviluppo di nuove
tecnologie, spingendo al contempo sulla formazione agricola per trasferire
le conoscenze e rendere le soluzioni disponibili per tutti;
9. *Ricambio generazionale –* sostenere l’ingresso e la permanenza dei
giovani nel settore, favorendo sia l’accesso al credito che l’accesso alla
terra.
Per tutto questo, “auspichiamo che il futuro Commissario europeo
all’Agricoltura -aggiunge il presidente di Cia- abbia un peso politico
importante e sia in grado di costruire consenso sui dossier più caldi e
favorire l’intesa tra tutti gli Stati membri”.