
(AGENPARL) – mer 29 maggio 2024 *Superbonus, Nave (M5s): “Governo cambia in corso d’opera e ‘rovina’
imprese e famiglie”*
*Cacciola (Ond): “Sbagliata la retroattività della misura, a rischio
migliaia di aziende”*
*Baldi (Cassazione): Allarme per l’aumento di controversie e insolvenze”*
*Cuchel (commercialisti): “Abbiamo chiesto la revisione della normativa”*
ROMA – “Il blocco delle cessioni dei crediti edilizi legati al Superbonus,
come qualsiasi provvedimento che viene cambiato in corso d’opera, non fa
che ricadere sulle famiglie italiane. Significa che il governo non ha la
capacità e la forza di assumersi responsabilità e così le ‘scarica sui
cittadini. La realtà è che non si è avuto il coraggio di tassare gli
extraprofitti delle banche e adesso si pretende di risolvere i problemi
finanziari in questo modo, aggravando la situazione di migliaia di piccole
imprese e famiglie che continueranno a non recuperare i costi sostenuti per
le ristrutturazioni. Con l’aggravante che, laddove c’è capacità di
recuperare crediti, la malavita riesce ad avere capitali freschi potendo
dunque dare vita a una cartolarizzazione dei crediti stessi. Cosa
assolutamente da evitare”. Sono le parole di *Luigi Nave*, senatore del M5s
in Commissione Industria a Palazzo Madama, che ha introdotto il forum “SOS
di imprese professionisti e famiglie per il blocco delle cessioni dei
crediti edilizi” che si è svolto nella sala Caduti di Nassirya al Senato
della Repubblica.
“Probabilmente un intervento era necessario – ha sottolineato *Francesco
Cacciola*, presidente dell’Osservatorio nazionale sul debito con banche e
finanziarie – ma con una modalità totalmente diversa. ‘Stoppare’ la
cessione dei crediti con effetto retroattivo potrà causare nuovi problemi
alle imprese che avevano già programmato i lavori e alle famiglie
proprietarie degli immobili, perché molti cantieri verranno paralizzati.
Anche le banche dal 2025 non potranno più utilizzare questi crediti per i
debiti previdenziali. Ciò comporterà un blocco ai danni delle imprese.
Avrebbe avuto senso far partire questo provvedimento senza alcuna
retroattività”.
Eventuali ricadute sul sistema giudiziario sono state segnalate da *Fulvio
Baldi*, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione: “lo
scoraggiamento delle banche, impossibilitate alla compensazione dei debiti
tributari con i crediti verso lo Stato, può generare il blocco dei lavori
e, di conseguenza, un inadempimento diffuso da parte delle imprese. Di qui
allo stato di insolvenza il passo è breve. Questa situazione, in termini di
ricadute sul sistema giudiziario, comporterebbe un appesantimento dei
settori del tribunale delle imprese che si occupano di fallimento e delle
sezioni del tribunale civile che lavorano sul diritto delle obbligazioni.
Ma la vera emergenza si coglie nelle ricadute sul sistema penale.
L’insolvenza si accompagna spesso alla bancarotta e genera il rischio di
infiltrazioni criminali da parte di soggetti che entrano nella vita delle
imprese sostituendosi ai concessori leciti del credito, quali sono le
banche e gli intermediari finanziari legittimati ad operare”.
Preoccupazione è stata espressa anche da *Marco Cuchel*, presidente
dell’Associazione nazionale commercialisti: “Molti cittadini si troveranno
in enormi difficoltà. Questo decreto di fatto blocca le cessioni del
credito e lo sconto in fattura abbassando la percentuale dell’intervento
statale. Abbiamo chiesto la revisione della normativa e la remissione in
bonis per eventuali errori compiuti e speriamo che, con il nostro
emendamento a ‘costo zero’, si possa prevedere una riapertura per
effettuare questa tipologia di comunicazione”.
Nel corso dei lavori realizzati con l’ausilio di *Ciro e Anna Di Pietro*
(chief restructuring officer) è stato lanciato anche un appello in favore
di una nuova pace fiscale.
“Due milioni di famiglie si trovano in condizione di sovraindebitamento e
quasi 100mila imprese a rischio default. La situazione in Italia –
ammonisce Cacciola – è molto difficile. E’ necessario aiutare a rendere i
debiti sostenibili”.
Condivide la proposta anche il leader di Anc Cuchel: “Giudichiamo un fatto
positivo l’ipotesi di una nuova pace fiscale. Stiamo ricevendo tantissime
segnalazioni da parte dei professionisti in merito alle difficoltà di
imprese e famiglie sui pagamenti per le rate della rottamazione quater.
Abbiamo chiesto una dilazione a medio-lungo termine e una riapertura dei
termini che preveda l’inserimento di tutte le annualità successive per dare
respiro alle tantissime aziende che vogliono mettersi in regola con Fisco”.
Secondo *Baldi* “gli effetti economici della pace fiscale potrebbero essere
positivi sia per lo Stato che incassa più fondi, sia per le imprese che
vedrebbero riconosciute le richieste di rendere più sostenibile il debito
con l’erario, recuperando liquidità e rimettendo in moto la propria
attività. Benefici si potrebbero registrare anche per un alleggerimento del
contenzioso tributario perché i processi terminerebbero con la cessazione
della materia del contendere”.
Contrario il senatore pentastellato Nave: “Una nuova pace fiscale
aiuterebbe solo i furbetti e non i cittadini onesti che si trovano in
difficoltà; è una misura che di certo non serve a risolvere i problemi
strutturali del Paese”.