
(AGENPARL) – mar 28 maggio 2024 COMUNICATO STAMPA
La cultura oltre le barriere: al via giovedì nella casa circondariale di Castrovillari la mostra archeologica che chiuderà il progetto “Copycat. Speranze replicabili”.
Si chiuderà con una mostra archeologica “Copycat. Speranze replicabili”. Progetto ideato, prodotto e realizzato dalla Direzione del Parco archeologico di Sibari, istituto autonomo del Ministero della Cultura guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano, e che ha coinvolto detenuti della casa circondariale di Castrovillari, studenti dell’Ipsia – Istituto professionale superiore secondario dell’Erodoto di Thurii di Cassano All’Ionio – professori della stessa scuola, archeologi e assistenti all’accoglienza, fruizione e vigilanza, due direttori carcerari, un funzionario e una preside, diversi reperti originali datati tra il VI e il III secolo a.C., tre “formatori” della onlus “Maestri di Strada”, quattro seminari per un totale di sedici ore di formazione preliminare rivolta a docenti e operatori museali, un autista ed un pulmino messo a disposizione dal comune di Cassano all’Ionio per collegare anche fisicamente carcere e museo.
«Questi, nel dettaglio, i numeri del progetto che, dopo la prima parte formativa – ha spiegato il direttore dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari Filippo Demma – passa alla sua seconda e ultima fase. Accanto ai reperti, infatti, esporremo quelle stampe 3D realizzate da studentesse, studenti, docenti dell’Ipsia “Erodoto di Thurii” insieme ad alcuni degli ospiti della casa circondariale durante i laboratori che si sono tenuti nel Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Oggetti che, seguendo il principio della circolarità, saranno poi utilizzati in altri laboratori con persone cieche e ipovedenti che non potrebbero toccare i delicatissimi originali ma attraverso le copie potranno almeno percepire la forma degli oggetti antichi. L’obiettivo è mostrare che la cultura va oltre ogni tipo di barriera, mentale ma anche fisica».
I reperti che saranno esposti in vetrina vengono da alcuni siti archeologici della Sibaritide: una kílix, coppa in ceramica usata durante il banchetto per contenere il vino, ritrovata in una tomba ad Amendolara (CS) e ha un’età di circa 2500 anni (VI sec. a.C.); un peso da telaio in terracotta che serviva a tendere i fili durante la tessitura ritrovato a Castiglione di Paludi e risale al IV-III sec. a.C.; una lucerna, lampada in terracotta decorata con una volpe che salta verso un grappolo d’uva proveniente dalla città romana di Copia, fondata nella Piana di Sibari dopo le greche Sibari e Thurii databile a circa 1900 anni fa (I-II sec. d.C.). Altri reperti, invece, provengono dall’antico santuario ritrovato sul Timpone Motta, nel comune di Francavilla Marittima (CS). Sono in terracotta: una pìsside, un contenitore in cui le donne custodivano prodotti di bellezza, gioielli, oggetti cari, una lekythos, boccetta per oli profumati, una brocchetta per acqua (hydria): oggetti che hanno un’età di circa 2600 anni (databili al VII-VI sec. a.C.).