L’Azerbaigian ha dichiarato lunedì che non lascerà senza risposta quelle che ha definito “osservazioni sprezzanti e provocazioni” da parte della Francia. Secondo il portavoce del Ministero degli Esteri azero, Aykhan Hajizada, queste dichiarazioni e azioni sono parte di una campagna diffamatoria condotta da Parigi per distogliere l’attenzione dalle proprie carenze di politica estera.
“La Francia può essere certa che la campagna anti-Azerbaigian, i commenti sprezzanti e le provocazioni non rimarranno senza risposta”, ha affermato Hajizada in un commento pubblicato dal Ministero degli Esteri.
La tensione è salita dopo che il ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, ha descritto l’Azerbaigian come una “dittatura” durante un programma televisivo il 16 maggio. Questa dichiarazione ha suscitato l’indignazione di Baku, che ha immediatamente richiesto delle scuse ufficiali da Parigi. Tuttavia, secondo Hajizada, invece di scusarsi, la Francia ha intensificato la sua campagna mediatica contro l’Azerbaigian.
“La campagna anti-Azerbaigian condotta dalla Francia sotto il velo della ‘democrazia’ mira a coprire le carenze della politica estera di questo paese”, ha dichiarato il portavoce, sottolineando che le azioni della Francia, contrarie ai principi internazionali, sono ben note e comprendono “abusi del diritto internazionale, politica neocoloniale, razzismo, discriminazione, islamofobia e restrizioni dei diritti umani”.
Hajizada ha poi criticato la pretesa della Francia di essere un modello di democrazia, affermando che Parigi dovrebbe prima riflettere sulle proprie azioni prima di etichettare l’Azerbaigian come una dittatura.
Il portavoce ha concluso con un avvertimento: “Se la Francia non si scuserà per l’osservazione, ciò porterà ad ulteriori conseguenze negative per le relazioni fra l’Azerbaigian e la Francia”. La tensione diplomatica tra i due paesi continua a crescere, alimentata da queste recenti dichiarazioni e dalla risposta ferma di Baku.