
(AGENPARL) – ven 24 maggio 2024 Comunicato stampa
24 maggio 2024
Guberti: “Investire in arte, in istruzione, in beni culturali, in ricerca è sempre vantaggioso. Il ritorno sarà sempre più grande dell’impegno di
spesa, perché ci offre conoscenze per conservare ciò che va conservato e stimoli per innovare e trasformare con creatività”
ENTRA NEL VIVO LA LEGGE 206/2023: IMPRESE CULTURALI E CREATIVE SARANNO ISCRITTE
IN UN’APPOSITA SEZIONE DEL REGISTRO IMPRESE TENUTO DALLA CAMERA DI COMMERCIO
Toccherà, poi, ai Ministri della Cultura e del Made in Italy, con decreto, definire i requisiti per la qualifica di impresa culturale
Tra Ferrara e Ravenna operano 20.000 imprese: design, architettura, turismo, enogastronomia e servizi, fino ad arrivare al manifatturiero. Per ogni euro
di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico e dei trasporti
Entra nel vivo la legge 206/2023, che prevede che le imprese culturali e creative si
iscrivano in un’apposita sezione del Registro Imprese tenuto dalla Camera di commercio.
Toccherà, poi, ai Ministri della Cultura e del Made in italy, con decreto, definire le modalità e
le condizioni del riconoscimento della qualifica di Impresa culturale e le ipotesi di revoca.
“La forza del made in Italy – ha sottolineato Giorgio Guberti, presidente della Camera di
commercio di Ferrara e Ravenna – deve molto alla cultura e alla bellezza. Cultura e creatività,
oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono
oggi aiutarci a decodificare il presente e a esplorare idee radicali per affrontare le difficili sfide
che abbiamo davanti, da quella ambientale in poi. La compenetrazione tra digitale e mondo
della cultura e della creatività favorisce un maggior protagonismo delle nuove generazioni,
nella fruizione e nella produzione di contenuti, a vantaggio di un’offerta più attrattiva verso
nuovi pubblici. Anche per questo – ha proseguito il presidente della Camera di commercio investire in arte, in istruzione, in beni culturali, in ricerca è sempre vantaggioso. Il ritorno sarà
sempre più grande dell’impegno di spesa, perché ci offre conoscenze per conservare ciò che
va conservato e stimoli per innovare e trasformare con creatività”.
Del resto, bellezza e cultura sono parte del DNA ferrarese e ravennate: nei territori delle due
province infatti – evidenzia il Centro Studi della Camera di commercio – operano 20.000
imprese, soggetti pubblici e del terzo settore che si occupano di cultura e creatività: design,
architettura, turismo, enogastronomia e servizi, fino ad arrivare al manifatturiero. Ma la
cultura è anche un formidabile attivatore di economia. Complessivamente, per ogni euro di
valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori
economici diversi, come quello turistico e dei trasporti.
“La creatività, l’accoglienza, la qualità e la bellezza – ha concluso Guberti – sono la risposta
più efficace ai rischi di omologazione e di livellamento che inevitabilmente la globalizzazione
comporta, ma non è soltanto una questione di risorse: servono idee, entusiasmo, proposte,
facendo sistema tra settore pubblico e mondo delle imprese in modo sempre più convinto”.