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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza rilevante nella causa C-27/23 | Hocinx, riguardante la parità di trattamento dei lavoratori frontalieri in materia di benefici sociali. Questa decisione, pubblicata oggi come Comunicato Stampa n. 85/24, delinea chiaramente il diritto dei lavoratori frontalieri di godere degli stessi vantaggi sociali dei lavoratori residenti.
La questione affrontata dalla Corte riguardava un cittadino belga che lavorava in Lussemburgo ma risiedeva in Belgio, rientrando nella categoria dei lavoratori frontalieri. In particolare, la controversia verteva sugli assegni familiari, che erano stati revocati dalla Cassa per il futuro dei bambini di Lussemburgo poiché il minore beneficiario non aveva un legame di filiazione diretto con il lavoratore.
La Corte ha ribadito che i lavoratori frontalieri contribuiscono finanziariamente alle politiche sociali del paese in cui lavorano attraverso i loro contributi fiscali e sociali. Di conseguenza, devono poter beneficiare degli stessi vantaggi sociali e fiscali dei lavoratori nazionali.
La discriminazione si configura quando i lavoratori non residenti sono trattati in modo diverso rispetto ai lavoratori residenti per quanto riguarda i benefici sociali per i minori collocati in affidamento presso il loro nucleo familiare. La Corte ha stabilito che questa differenza di trattamento è contraria al diritto dell’Unione e costituisce una discriminazione indiretta basata sulla cittadinanza.
È stato chiarito il fatto che la decisione di affidamento provenga da un’autorità giurisdizionale di uno Stato diverso da quello ospitante non può giustificare tale discriminazione. Inoltre, la condizione che il lavoratore frontaliero mantenga il minore collocato in affidamento non può essere considerata rilevante se non è applicata allo stesso modo ai lavoratori residenti.
È importante sottolineare che questa sentenza non risolve la controversia nazionale in sé, ma fornisce orientamenti chiari per i giudici nazionali in casi simili. Il principio del rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri di interpellare la Corte per chiarimenti sull’interpretazione del diritto dell’Unione o sulla validità di un atto dell’Unione, ma spetta comunque al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte.
In conclusione, questa sentenza sottolinea l’importanza della parità di trattamento per i lavoratori frontalieri e conferma il principio fondamentale dell’uguaglianza di diritti per tutti i lavoratori all’interno dell’Unione Europea.