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(AGENPARL) – ven 10 maggio 2024 Pordenone, 10 maggio 2024 – Reti idriche, fondi del PNRR per il rinnovamento delle infrastrutture (quasi 4 miliardi di euro a livello nazionale) e nuove tecnologie – come l’IA – al servizio dell’incremento della qualità dei servizi di distribuzione e dell’acqua stessa: di questo si è parlato alla LEF nel primo Forum dell’Acqua del Nordest, promosso per far emergere, anche col contributo dei massimi esperti italiani in materia, strategie capaci di rispondere alle sfide proposte dell’attualità tra cui quella di assicurare un accesso equo all’acqua ed al bisogno di preservare questo bene comune per le generazioni future.
Lorenzo Bardelli, Direttore Divisione Ambiente ARERA, la massima autorità del Paese sulla materia, ha introdotto le novità regolatorie di settore spiegando che «in Italia non è possibile un confronto tra gli operatori stante l’arretratezza di alcune infrastrutture. Si consideri che in alcune aree è stato sollevato il problema sulla garanzia di continuità del servizio, definita impossibile, con successive interruzioni del ciclo per due settimane. Ebbene, ci sono realtà, mi viene in mente Milano, dove se ci sono blocchi anche solo di un’ora i cittadini chiamano i Carabinieri». Ciò nonostante, Bardelli si è detto ottimista sull’utilizzo dei fondi del PNRR poiché, ha detto, «la fortuna del nostro Paese è stata quella di presentarsi all’appuntamento con una qualità tecnica elevata. Ed anche la qualità dei dati, seppur lentamente, va migliorando. La conseguenza è l’aumento della capacità di spesa a fronte di un percorso tariffario che sostanzialmente non cambia».
Mario Rosario Mazzola, professore ordinario di Ingegneria Civile, Ambientale e Aeronautica Università di Palermo – Esperto in sistemi idrici, si è soffermato anche sulle problematiche relative all’approvvigionamento spiegando che «non esiste un’emergenza idrica; essa, semmai, è diretta conseguenza della mancanza di programmazione e i segnali per capirlo in anticipo sono numerosi. Se non vengono colti col sufficiente tempismo serviranno tempi molto lunghi per venirne a capo». Per Mazzola la digitalizzazione delle reti idriche – un percorso non più tecnico ma culturale, ha detto – è necessaria perché oggi «non si può più andare a naso ma serve segmentare i dati, analizzarli e capirli. Certo, sulla sfida imposta dall’UE entro il 2028 – riduzione media delle perdite al 23% – ho qualche dubbio. Ma dobbiamo andare avanti immettendo elementi come l’IA che consentano di aiutare le aziende a leggere le informazioni delle reti».
Alberto Pecile, Direttore Vendite Maddalena SpA di Udine, realtà che esporta circa il 70% del proprio fatturato, ha snocciolato numeri precisando che l’azienda «lavora con altri mercati che hanno regolamentazioni diverse rispetto al nostro. Che ha caratteristiche abbastanza particolari: il numero di contatori obsoleti a oggi è enorme, l’età media è di circa 20 anni, il livello delle perdite è molto alto tanto che in diverse zone del Paese non esistono misuratori». Anche Pecile ha parlato delle nuove tecnologie al servizio delle reti idriche spiegando che «è necessaria una interoperabilità tra i dati del privato e dell’ente gestore, anche per sollevare quest’ultimo dal vincolo dell’acquisto di prodotti specifici».
Mattia De Rosa di Microsoft Italia, ha convenuto sull’utilizzo delle nuove tecnologie interrogandosi sui costi che potrebbe avere un processo aziendale non integrato, e sull’utilità di impiegare il tempo speso per fare altro. «Esistono tecnologie che risolvono problemi con costi per tutte le tasche, compresa l’IA, necessaria oggi per gestire la quantità dei dati prodotti, per esempio, dai nuovi rilevatori. Dentro l’IA – ha aggiunto – c’è una capacità di ragionamento che può essere utilizzata per analizzare scenari come quello delle reti idriche, fatti di tante variabili: tariffe, impatto ambientale e parti di ricambio, solo per citarne alcune». Donato Pasquale, responsabile Water & Waste Water di Schneider Electric, leader mondiale nella distribuzione elettrica, ha parlato dell’importanza della qualità del dato che i sensori disseminati sul campo portano in azienda, «avere una base di informazioni affidabili e coerenti con quelle che arrivano dal campo – ha detto – consente di fare efficientamento».
Nicola Zille, Direttore Amministrativo CFO Livenza Tagliamento Acque, ha parlato del progetto di finanza sul servizio idrico dell’azienda spiegando che «quando siamo partiti, una decina di anni fa, bisognava individuare sistemi alternativi che permettessero di allungare i tempi di restituzione delle risorse finanziarie, cercando di avvicinarsi più possibile ai tempi di rientro dell’investimento. Il risultato è stato quello di emissione di obbligazioni con un partner del territorio, diventato oggi un player internazionale, che ha avuto l’intuizione di disegnare un prodotto customizzato per i gestori del servizio idrico ma, soprattutto, di intercettare la banca europea degli investimenti».
David Rumiel, direttore amministrativo di Ambiente Servizi, si è soffermato sulla collaborazione tra la multiutility e LEF con la quale, ha detto, è stato effettuato «il più importante percorso di modernizzazione della storia aziendale con un imponente progetto multi-obiettivo che si è prefisso di creare un modello esportabile ad altre realtà pubbliche. Molteplici gli aspetti toccati: la revisione dei processi informatici, l’analisi dei flussi delle informazioni utente-ufficio-raccolta, il supporto alla gestione dell’area logistico-operativa fino all’utilizzo, sui mezzi, di particolari device che consentono oggi all’azienda di ottimizzare le performance e contenere i costi».
Marcello Del Ben, direttore generale AUSIR, ente cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della Regione per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato, ha informato tra l’altro sui fondi previsti dal PNRR per il Friuli Venezia Giulia, 87 milioni di cui 67 per l’acqua e 20 per i rifiuti.
Massimo Boni