
(AGENPARL) – gio 09 maggio 2024 *Bonus edilizi, Cataldi (commercialisti): “Perplessi da obbligo di
ripartizione in 10 anni”*
“La decisione di rendere obbligatoria la ripartizione in 10 anni delle
residue agevolazioni per le ristrutturazioni (Superbonus in primis)
desta grosse perplessità. Qualora confermata, questa disposizione –
annunciata dal Mef – cadrebbe come pioggia su un suolo già
abbondantemente bagnato. Il Decreto Salva Conti, infatti, già in passato
ha stabilito importanti limitazioni sulla materia in questione,
bloccando le opzioni alternative all’utilizzo dei benefici fiscali per
gli interventi edilizi e impedendo qualsiasi possibilità di
regolarizzazione degli eventuali errori che fossero stati posti in
essere”. Lo afferma *Francesco Cataldi*, presidente dell’Unione
Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
“Come Unione Giovani Commercialisti ci eravamo già espressi circa
l’opportunità di “correre ai ripari” rispetto a una norma che avrebbe
leso uno dei pilastri del nostro ordinamento, vale a dire la tutela
dell’affidamento”, evidenzia Cataldi. “Appello che è rimasto
inascoltato, ma oggi la storia pare destinata a ripetersi, forse
addirittura con scenari peggiori”.
*Leonardo Nesa*, vicepresidente della giunta nazionale Ungdcec,
analizza: “Le rigide misure imposte dal Decreto Salva Conti richiedevano
alcuni rimedi, tra i quali poteva rientrare la possibilità per i
contribuenti di optare proprio per la ripartizione decennale delle
detrazioni fiscali. In questo modo, evidentemente, permettendo ai
soggetti con redditi incapienti di recuperare anche solo in parte i
benefici connessi agli interventi che avevano effettuato. Diversamente,
obbligare a simile dilazione nello sfruttamento dei vantaggi fiscali
rappresenta un affronto verso soggetti che si aspettavano di rientrare
di tali investimenti in un periodo ben più ristretto, incorrendo in
primo luogo in un pregiudizio di carattere finanziario per chi si trova
oggi con orizzonti di riassorbimento maggiori rispetto a quelli che
aveva pianificato”.
Secondo Nesa, il governo “non è giusto che a rimetterci siano sempre gli
incolpevoli contribuenti che hanno fatto affidamento sulle norme dello
Stato, e che oggi cambiano in corso d’opera. L’auspicio è che si vada
nella direzione della ragionevolezza e della tutela, non solamente dei
diritti, bensì anche delle aspettative e che, quindi, non vengano
modificate norme sulle quali i cittadini, tutti, hanno già fatto
affidamento”.
Dr. Marco Caiazzo
Ufficio Stampa U.N.G.D.C.E.C.
Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
Via Savoia, 72 – 00198 Roma