AssoBio: cresce l’export del biologico agroalimentare (+8%)
Da migliorare distribuzione sui mercati e informazione
Il mercato estero del bio Made in Italy vale 3,6 miliardi di euro, quello domestico 5,4 (+9%).
Gli italiani sono buoni produttori ed esportatori ma consumano meno rispetto ad altri paesi.
Sprint del fuori casa (+18%). I dati di una ricerca Nomisma resi noti in occasione di Cibus a Parma
L’agroalimentare biologico si conferma un’eccellenza italiana apprezzata in tutto il mondo e i dati dell’export confermano la crescita esponenziale degli ultimi anni: +8% nel 2023 (anno su anno, termine a luglio). Il valore complessivo remunerato dai mercati esteri è quindi di 3,641 miliardi di euro, con un incremento del 203% rispetto al 2012.
Dati resi noti da Assobio a Cibus International Food Exhibition a Parma, nel corso del convegno su “Internazionalizzazione del Bio Made in Italy”,dedicato alle strategie e agli strumenti disponibili per gli operatori orientati a espandere la propria attività “bio” nei paesi esteri.
I risultati fanno parte della ricerca “Il BIO italiano sui mercati internazionali”, elaborata dalla piattaforma ITA.BIO di Nomisma efocalizzata sul ruolo dell’export bio Made in Italy, le opinioni delle imprese bio italiane e quelle del consumatore estero.
Ne emerge la crescita del mercato interno del biologico italiano, giunto ormai a 5,474 miliardi di euro (+9%), con un incremento più marcato del consumo “fuori casa” (+18%, pari a 1,2 miliardi) rispetto al domestico (+7%, pari a 4,2 miliardi). Tanto buoni produttori ed esportatori quanto “cattivi consumatori”, gli italiani spendono appena 62 euro l’anno procapite in alimentazione “bio”, lontani dai top 10 paesi europei. La speciale classifica è guidata da Svizzera (437 euro), Danimarca (365 euro) e Austria (274 euro); restano distanti anche i paesi più vicini o simili per mercato, come Germania (181 euro) e Francia (176 euro).
Anche per questo, l’azione più efficace per dare supporto allo sviluppo del bio italiano, a livello nazionale e internazionale, sarebbe stimolare la domanda e la fiducia dei consumatori, secondo il 47% degli imprenditori “bio” italiani, soprattutto aumentando l’informazione sui vantaggi del bio. Segue la necessità di migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità (26%) e di stimolare l’offerta, quindi la conversione e la produzione (27%).
L’export del biologico incide per il 6% sul totale dell’export agroalimentare (che è pari a 62 miliardi di euro nel 2023, +5%) rispetto al quale dimostra una crescita più forte, anno su anno.
È il vino biologico ad avere il peso maggiore, pari all’8,5% (670 milioni di euro, +7%) sul totale dell’export enologico tricolore, mentre l’agrifood si ferma al 5,5% (2,9 miliardi di euro, +8%). E proprio il vino offre, nei paesi nordici, le maggiori prospettive di crescita per il “bio” Made in Italy (61% delle risposte tra le imprese italiane), mentre la Germania sembra il paese più promettente sul versante dell’alimentare (55%).
La considerazione dei prodotti alimentari bio italiani è massima specialmente negli Stati Uniti, che mettono il “Made in Italy” al primo posto della qualità nel 45% delle risposte ma è in Svezia e Danimarca dove il 65% dei consumatori intervistati afferma di aver comprato nell’ultimo anno per sé o per la propria famiglia almeno un prodotto alimentare biologico nostrano. La Cina, un paese con 1,4 miliardi di abitanti, dichiara la maggiore intenzionalità di consumo “bio” in futuro (61%).
In questo senso, tra le leve da attivare a livello globale, emerge una base potenziale di consumatori di prodotti italiani biologici che potrebbe essere raggiunta migliorando la distribuzione a scaffale (la mancata presenza nei negozi è un ostacolo per il 42%) e l’informazione (il 34% afferma di non conoscerne le caratteristiche distinitive).
“La recente crescita dell’export nel settore agroalimentare biologico è un chiaro segnale del valore e della competitività dei prodotti italiani nel panorama internazionale- afferma Nicoletta Maffini, Presidente di AssoBio-. Tuttavia, siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare per massimizzare il potenziale di questo settore. Come AssoBio, ci impegniamo a lavorare con tutti gli attori: gli agricoltori, le aziende di trasformazione e distribuzione, le Istituzioni politiche italiane ed europee per rinforzare il biologico italiano nel mondo. Insieme possiamo sfruttare appieno le opportunità di crescita e consolidare la posizione dell’Italia come leader nel settore agroalimentare biologico a livello globale.”