
(AGENPARL) – mar 07 maggio 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Cibus: Cia e Italia Olivicola, consumi Dop e Igp +6%. Nuova crescita da
patto con i cittadini*
*Conquistato il Regolamento Ue sulle Ig, serve tracciare strada per
valorizzazione e promozione *
Parma, 7 mag – Le Dop e le Igp italiane con la distintività dei territori
d’origine, rappresentano un volano importante per la crescita competitiva
dell’agroalimentare nazionale e per il rilancio del turismo enogastronomico
lungo lo stivale. Questo il messaggio portato a Cibus da Cia-Agricoltori
Italiani e Italia Olivicola che hanno inaugurato la fiera di Parma con una
retrospettiva sul settore e le opportunità da capitalizzare A intervenire
l’assessore regionale Alessio Mammi e l’onorevole Paolo De Castro.
Per Cia e Italia Olivicola è arrivato il momento, infatti, di dare gambe al
testo unico europeo sulla qualità per tracciare, fattivamente, la strada
sul fronte della valorizzazione e della promozione, partendo da un vero
patto tra agricoltori e cittadini.
Nel focus il primato italiano nel comparto, una leadership per numero di
produzioni certificate, 855 tra cibo e vino, e un fatturato di 20 miliardi,
rispetto ai 3.500 prodotti registrati Ue per un giro d’affari di 80
miliardi. Ma non basta, Cia e Italia Olivicola guardano ai quasi 9 miliardi
di euro di valore all’origine del comparto cibo Dop e Igp, per un fatturato
al consumo finale superiore ai 17 miliardi di euro, pari a una crescita del
6%. Inoltre, il valore aggiunto su cui lavorare sta anche nel 76% degli
italiani che acquista prodotti alimentari certificati almeno una volta al
mese, come in quel 45% di cittadini che non riconosce l’origine in uno
specifico territorio.
La conquistata riforma del Regolamento Ue sulle Indicazioni geografiche
rappresenta un importante passo in avanti nella salvaguardia e nella
promozione dei prodotti Dop e Igp. Ora, per essere davvero efficace nella
sua attenzione alla qualità e all’innovazione rispetto a trasparenza e a
sostenibilità, deve saper puntare sulla centralità del rapporto tra
produttori e consumatori. Il richiamo di Cia e Italia Olivicola è a
quell’alleanza stabile in grado di accrescere il peso decisionale dei due
anelli della filiera agroalimentare.
“Dobbiamo condividere con il Paese un’operazione trasparenza -ha detto il
presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Il caro-vita va affrontato
anche favorendo iniziative per una corretta informazione rispetto alla
reale formazione dei prezzi dal campo allo scaffale, per una maggiore
consapevolezza nelle scelte di acquisto che metta a fuoco la tracciabilità,
ma anche il legame con l’autenticità e l’unicità di specifiche zone
geografiche. Tutto ciò -ha aggiunto- fa parte della qualità che si acquista
e, in assoluto Dop e Igp costituiscono un significativo elemento di
valorizzazione dei sistemi produttivi e dei territori. Sono uno strumento
per la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità,
intervengono a salvaguardia di un patrimonio di saperi e tradizioni che il
turismo enogastronomico, sostenuto dalla riforma Ue sulle Ig, può
riposizionare a vantaggio del tessuto socioeconomico di tante zone rurali
come dello sviluppo competitivo e sostenibile del settore produttivo”.
“Le denominazioni di origine nel mondo dell’olio extravergine di oliva sono
il futuro -ha dichiarato il presidente di Italia Olivicola, Gennaro
Sicolo-. Oggi rappresentano solo il 4% del mercato, ma è significativo che
la quantità certificata cresca di anno in anno, sfiorando i 14 mila
quintali. Scontiamo anche poca organizzazione, soprattutto sul fronte
commerciale, 4 denominazioni fanno il 74% del mercato. Purtroppo, troppo
spesso, sono state utilizzate dalla GDO e dell’industria olearia come
grimaldello per conquistare spazi a scaffale, più che nuovi consumatori. I
22 mila olivicoltori che certificano meritano rispetto e uno sbocco
commerciale di successo, un’adeguata valorizzazione per la qualità e la
tipicità degli oli Dop/Igp e non speculazioni al ribasso. Va invertito il
trend, anche grazie al marchio Terre del Sole.”
*DATI PER MACRO SETTORI* – *I formaggi della Dop economy*
rappresentano la prima
categoria del cibo per fatturato, con 5,227 miliardi di euro di valore alla
produzione e una crescita dell’11,6% rispetto all’anno precedente. Al
consumo i formaggi tutelati dal bollino Ue hanno raggiunto quota 8,6
miliardi di euro, il 7,6% in più rispetto all’anno precedente. Il comparto
conta 24.484 operatori, 56 sono le Ig. Oggi *l’olio da olive Dop e Igp
italiano* vale 85 milioni, con una riduzione del 4,0%, la produzione
certificata è pari a 13 mila tonnellate, con un aumento del 3,6%. Il valore
al consumo è diminuito del 5,7%, ed è pari a 142 milioni di euro, mentre il
valore all’export è di 62 milioni, inferiore del 0,3% rispetto al
precedente rapporto. Gli operatori della filiera sono in totale 23.418 e 50
sono i prodotti tutelati dalle Indicazioni Geografiche. *Ortofrutticoli e
cereali* hanno raggiunto quota 391 milioni in valore (-0,7%) e la
produzione certificata si attesta sui 578 mila tonnellate (+4,9%). Il
valore al consumo è cresciuto del 14,5% attestandosi su 1.122 milioni di
euro. L’export ha raggiunto quota 162 milioni (+8,2%). Gli operatori della
filiera sono 21.258, 125 i prodotti Dop e Igp. (Fonte: Rapporto
Ismea-Qualivita 2023)
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*Settore Comunicazione e Immagine *| Cia-Agricoltori Italiani
sito web http://www.cia.it
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