
(AGENPARL) – lun 06 maggio 2024 COMUNICATO STAMPA
Le Società Benefit in Italia: un ecosistema dinamico
e in crescita con performance economiche superiori rispetto
alle imprese non-benefit
La prima Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 fotografa il panorama
italiano:
? Tra il 2019 e il 2022 crescita del fatturato più che doppia rispetto alle nonbenefit: +37% vs +18% in termini mediani
? Redditività misurata dall’EBITDA margin pari al 9%, superiore rispetto
all’8,3% delle non-benefit
? Maggiore produttività per addetto, più investimenti per il futuro e
attenzione alla creazione di valore condiviso
? A fine 2023 sale a 3.619 il numero di Società Benefit (+37,8% la crescita tra
2022 e 2023), con più di 188mila persone occupate
Milano/Roma, 6 maggio 2024
Dinamicità, crescita e creazione di valore condiviso sono le caratteristiche che
descrivono l’evoluzione in Italia delle Società Benefit che, tra il 2019 e il 2022, hanno
registrato un aumento del fatturato del +37% in termini mediani, più del doppio rispetto
alle imprese non-benefit (+18%).
Le migliori performance rispetto alle non-benefit sono evidenziate anche da una più
alta produttività (nel 2022 valore aggiunto per addetto pari a 62.000€ vs 57.000€) e
da livelli e crescita più elevati dell’EBITDA margin: il rapporto tra margine operativo
lordo e ricavi è passato da 8,5% nel 2019 a 9% nel 2022 per le Società Benefit e da
8,1% a 8,3% per le non-benefit.
Secondo lo studio, a fine 2023 le Società Benefit in Italia hanno raggiunto il numero di
3.619, in crescita del 37,8% rispetto all’anno precedente. Rappresentano ancora una
nicchia rispetto al totale delle imprese italiane (1,23 per mille), ma il trend di crescita è
in continua accelerazione dal 2016, anno di introduzione della legge in Italia.
Questo è lo scenario fotografato dalla Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 –
che per la prima volta analizza l’evoluzione del fenomeno anche da un punto di vista
economico-patrimoniale, confrontando l’andamento delle Benefit con quello di un
insieme di aziende tradizionali appartenenti agli stessi settori e classi dimensionali. Lo
studio è realizzato da un gruppo di lavoro eterogeneo di esperti sul tema, composto da
NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di
Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio
di Brindisi-Taranto e Assobenefit.
La ricerca evidenzia, inoltre, come le Società Benefit riconoscano maggiormente il
valore del capitale umano (costo del lavoro mediano per addetto di 41.000€ vs
38.000€), ridistribuendo dunque di più la ricchezza tra i lavoratori.
Si rileva anche un maggiore grado di investimento in leve strategiche per il futuro: ad
esempio, tra le aziende manifatturiere la quota di imprese internazionalizzate è pari al
41% tra le Società benefit, sette punti percentuali in più rispetto alle altre imprese; lo
stesso vale per la richiesta di brevetti (24% vs 13%), i marchi registrati a livello
internazionale (35% vs 19%) e l’ottenimento di certificazioni ambientali (35% vs
18%), a conferma di come una delle caratteristiche principali delle Benefit sia quella di
operare con una visione di lungo termine.
“Questa ricerca, frutto del lavoro congiunto di un insieme di partner qualificati,
evidenzia per le Società Benefit una miglior dinamica del fatturato e una più alta
produttività associata a salari più generosi – hanno sottolineato Giovanni Foresti e
Sara Giusti, economisti del Research Department di Intesa Sanpaolo – In queste
imprese l’attenzione alla sostenibilità è spesso accompagnata da un impegno deciso in
innovazione e internazionalizzazione, con riflessi positivi sull’evoluzione economicoreddituale. Una maggiore diffusione di queste strategie può favorire un’accelerazione
della crescita del PIL italiano e, al contempo, garantire la distribuzione di ricchezza a
tutti gli stakeholder del territorio, a partire dal capitale umano. In prospettiva una
crescita superiore può dunque essere anche più sostenibile e inclusiva”.
“La continua evoluzione del panorama imprenditoriale – ha detto il Direttore Generale di
InfoCamere, Paolo Ghezzi – richiede sempre più l’utilizzo di strumenti evoluti e
affidabili, capaci di cogliere i fenomeni che lo attraversano. I numeri del Registro delle
imprese delle Camere di commercio sono il punto di partenza indispensabile per
analizzare contesti produttivi, territori, strategie organizzative e profili di chi fa impresa
in chiave benefit, per supportare al meglio l’analisi del loro impatto sull’economia e la
società da parte di stakeholder e istituzioni. La partnership avviata per realizzare la
Ricerca Nazionale riflette questa consapevolezza e vuole rappresentare un punto di
riferimento per uno sviluppo diffuso di questo istituto giuridico”.
L’accelerazione del fenomeno evidenzia una crescente sensibilizzazione sui temi
dell’impatto sociale e ambientale che, anche per effetto della pandemia, ha portato
molte imprese a riflettere sulle proprie priorità e strategie di business in ottica di
sostenibilità: infatti nel 2020-2021 le Società Benefit sono più che raddoppiate (da 805
nel 2020 a 1.697 nel 2021) e i loro addetti sono passati da 18.000 nel 2020 a ben
98.000 nel 2021 (+433%). Una tendenza che è poi proseguita negli anni, tanto che a
fine 2023 le persone impiegate in Società Benefit hanno toccato quota 188.000, con
un’incidenza di 10,4 addetti su mille sul totale Italia.
La distribuzione territoriale delle Società Benefit restituisce un profilo del fenomeno a
più forte diffusione nei quadranti settentrionali della Penisola. In particolare, le Società
Benefit sono presenti principalmente nel nord ovest del paese (42,4%). Seguono il
nord est (23,5%), il centro (20,9%) e il sud e isole (13,2%). Il dato regionale evidenzia
la spiccata trazione lombarda del fenomeno (1.218 le società), cui segue il contributo di
Lazio (394 unità, seconda), Veneto (359) ed Emilia Romagna (340).
Guardando all’incidenza delle Società Benefit sul totale delle imprese, il primato della
Lombardia si conferma anche in termini relativi (2,22 imprese ogni mille il valore
dell’indicatore), ma in questo caso a emergere con forza alle spalle della regione
leader è il Nord-Est con (nell’ordine) Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia
Romagna e Veneto tutte con valori al di sopra dell’1,5 per mille imprese.
Spostando l’ottica nel campo del valore generato, è ancora la Lombardia a risultare
prima per valore della produzione (7,2 miliardi di euro nel 2022), seguita da Emilia
Romagna (a quota 4,8 miliardi) e Veneto (3.4 miliardi). Il Friuli Venezia Giulia è invece
la regione in cui le Società Benefit contribuiscono maggiormente al totale del valore
generato dal territorio (16,9 euro ogni mille prodotti), seguita dall’Emilia Romagna
(16,8) e dalla Sardegna (12,8).
La Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 conferma il ruolo significativo delle
Società Benefit come un’evoluzione promettente nel panorama imprenditoriale. Queste
società integrano gli obiettivi di lucro con l’impegno a promuovere benefici comuni per
la società e l’ambiente, rappresentando così una concreta espressione di innovazione.
Questa integrazione mira a creare un valore aggiunto che potrebbe avere un impatto
positivo su diversi settori economici e, in ultima analisi, sull’intero Sistema Paese.
È possibile scaricare la Ricerca al seguente link:
https://www.societabenefit.net/ricerca-nazionale-sulle-societa-benefit-2024/
COSA SONO LE SOCIETÀ BENEFIT
Società Benefit è uno status giuridico adottato da imprese che, oltre allo scopo di
dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo
responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, ambiente e
stakeholder, impegnandosi a valutare in maniera trasparente il proprio impatto.
I principi costitutivi delle Società Benefit sono definiti nella legge 28 dicembre 2015, n.
208. Nel 2016 l’Italia è diventata il primo Paese, dopo gli Stati Uniti, a introdurre nella
propria legislazione la possibilità per le aziende di adottare la qualifica di Società
Benefit. Secondo la norma, le Società Benefit presentano alcune sostanziali novità:
Una o più finalità di beneficio comune indicate nell’oggetto sociale. La
realizzazione di un beneficio comune viene pertanto a configurarsi come un
obbligo giuridico di natura statutaria.
L’obbligo, nella gestione, di bilanciare l’interesse dei soci con il perseguimento
delle finalità di beneficio comune e gli interessi degli stakeholder.
L’obbligo di comunicare in maniera trasparente il perseguimento del beneficio
comune con una relazione annuale che contempli anche la misurazione
dell’impatto generato – secondo standard di valutazione esterni – su
governance, lavoratori, stakeholder del territorio e ambiente.
La necessità di individuare un soggetto all’interno della società responsabile per
il perseguimento del Beneficio comune.
NATIVA è la Regenerative Design Company che da oltre dieci anni supporta alcune delle più
importanti aziende italiane ed europee in una radicale evoluzione del proprio business,
accelerandone la transizione verso modelli che mettano al centro la sostenibilità e la
rigenerazione.
Prima Società Benefit in Europa e B Corp in Italia, dal 2014 ha per prima attivamente promosso
l’introduzione delle Società Benefit in Italia e poi ha contribuito alla loro diffusione in Perù,
Ecuador, Colombia, Uruguay, Panama e Spagna, come modello di governance efficace per
accelerare l’integrazione della sostenibilità nei processi di business delle aziende.
Nel 2022 NATIVA, insieme alla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha lanciato
CO2alizione, iniziativa volta a supportare la transizione delle aziende verso la neutralità
climatica, a cui hanno aderito più di 85 imprese. http://www.nativa.eco
Intesa Sanpaolo, è il maggior gruppo bancario in Italia con una significativa presenza
internazionale. E’ leader a livello europeo nel wealth management, con un forte orientamento al
digitale e al fintech. In ambito ESG, entro il 2025, sono previsti 115 miliardi di euro di erogazioni
Impact per la comunità e la transizione verde. Il programma a favore e a supporto delle persone
in difficoltà è di 1,5 miliardi di euro. La rete museale della Banca, le Gallerie d’Italia, è sede
espositiva del patrimonio artistico di proprietà e di progetti culturali di riconosciuto valore. Intesa
Sanpaolo, attraverso il suo Research Department, realizza analisi e approfondimenti su settori
industriali ed economie del territorio, con particolare attenzione ai temi della tecnologia e della
sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
InfoCamere è la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazione digitale che,
nell’interesse e per conto delle Camere di Commercio, gestisce il Registro Imprese
(riconosciuto dall’AGID quale banca dati di interesse nazionale) ed altri rilevanti asset digitali del
sistema camerale, sviluppando soluzioni per l’analisi evoluta dei fenomeni economici a supporto
dei decisori pubblici, delle Camere di Commercio e del sistema produttivo nel suo insieme.
Il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova integra docenti di
area economia e di area management e nel corso degli anni ha maturato consolidate
esperienze di ricerca nell’ambito dell’imprenditorialità, delle forme organizzative, della
governance, dei modelli di business e della gestione delle risorse umane nell’ottica della
sostenibilità. Dal 2023, è accreditato Equis.
La Camera di commercio di Brindisi – Taranto opera, sin dal 2016, a favore della diffusione
della conoscenza e dell’adozione del modello imprenditoriale benefit, promuovendo il costante
monitoraggio quali – quantitativo del fenomeno attraverso la creazione e la gestione, con
l’indispensabile supporto tecnologico di InfoCamere, di un Osservatorio e di una dashboard di
analisi statistica evoluta.
Assobenefit è la prima associazione rappresentativa delle Società Benefit in Italia e affianca
tutte le imprese diventate benefit e quelle che si riconoscono in un modello di mercato e di
crescita sociale ed economica che pone al centro della propria azione il bene comune,
svolgendo inoltre un ruolo di ispirazione della normativa in merito alle Società Benefit stesse,
sia nel contesto italiano che in quello europeo e internazionale, nel quale il modello italiano ha
fatto e continua a fare scuola. Insieme alle associate e attraverso attività di indirizzo, studio e
ricerca, networking, formazione e lobbying legislativa, Assobenefit opera per dare impulso alla
crescita e all’evoluzione delle Società Benefit, imprimendo forza e riconoscimento al loro
protagonismo nello sforzo collettivo verso l’obiettivo della sostenibilità.
Nota metodologica
L’analisi dei risultati economico patrimoniali è stata sviluppata su un campione chiuso di imprese benefit a
confronto con un insieme di aziende omogeneo per macro-settore e classe dimensionale. Il periodo
analizzato comprende il quadriennio 2019-2022. L’analisi è stata possibile incrociando il database
anagrafico sviluppato dalla Camera di Commercio di Taranto e Infocamere con quello a disposizione di
Intesa Sanpaolo (dati ISID – Intesa Sanpaolo Integrated Database). Sono state considerate le Società
Benefit per le quali era disponibile il bilancio per il quadriennio 2019-2022 con almeno 100 mila euro di
fatturato nel 2019 e nel 2022, definendo così un campione di analisi composto da 1.009 società. I risultati
sono stati confrontati con un campione di riferimento estratto dalla base dati ISID e omogeneo rispetto al
campione benefit per macrosettore e classe di fatturato. La stratificazione è stata di tipo casuale e il
campione individuato composto da oltre 15 mila imprese.
Per l’analisi descrittiva, le Società Benefit sono state analizzate in serie storica e all’ultimo anno disponibile
(2023), con fotografie al quarto trimestre di ogni anno sui dati ufficiali del Registro Imprese. Le informazioni
riportate si riferiscono alle sole società registrate, vengono quindi escluse le cessate.
Media contact:
Ufficio stampa NATIVA: Barabino&Partners
Ufficio Stampa Intesa Sanpaolo
Ufficio Stampa InfoCamere
Ufficio Stampa Università degli Studi di Padova
Ufficio Comunicazione Camera di commercio di Brindisi – Taranto
Ufficio Stampa Assobenefit