
(AGENPARL) – ven 03 maggio 2024 Cia-Agricoltori: novità per la tassazione catastale attualmente riservata
alle “tradizionali” attività agricole di coltivazione
Con il provvedimento presentato al CdM del 30 aprile che stabilisce che la
tassazione catastale attualmente riservata alle “tradizionali” attività
agricole di coltivazione, allevamento e silvicoltura, viene ampliata anche
ad altre specifiche attività, si introduce una novità significativa. Lo
evidenzia Cia-Agricoltori precisando che con queste disposizioni, il
legislatore vuole rivolgere una maggiore attenzione ai “più evoluti sistemi
di coltivazione” e a quelle attività che concorrono alla tutela
dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, in linea con gli
obiettivi imposti dal Pnrr. Di conseguenza, ai redditi prodotti da tali
attività verrà applicata la tassazione catastale fino al raggiungimento di
una determinata soglia, oltre la quale la tassazione avverrà su base
forfettaria. Finora il reddito agrario era infatti correlato esclusivamente
alle attività agricole svolte sul terreno; la nuova disciplina comprende
pure le «colture fuori suolo» di vegetali. Di conseguenza, si qualifica
reddito dominicale quello correlato agli immobili utilizzati per le colture
fuori suolo che, quindi, non sono produttivi di reddito di fabbricati (nei
limiti di superficie già prevista per la produzione di vegetali). Oltre
tutto, la previsione di un sistema di tassazione su base catastale offre
agli agricoltori la possibilità di sviluppare nuove attività correlate a
quelle di coltivazione.
“Si tratta di misure che, se confermate, riconoscono il valore e la
funzione plurale del settore agricolo, non solo nella sua veste di
produttore ma anche in quella di custode dell’ambiente, impegnato in prima
persona nella lotta ai cambiamenti climatici i cui primi effetti sono
subìti proprio dagli agricoltori -afferma il presidente Cia, Cristiano
Fini-. C’è soddisfazione anche perché attraverso la previsione di un
sistema di tassazione su base catastale si offre la possibilità agli
agricoltori di sviluppare nuove attività correlate a quelle di
coltivazione, che potranno assicurare integrazioni al proprio reddito e
porre, quindi, le condizioni per una permanenza territoriale, a beneficio
dell’intera collettività”. Per Cia, è importante anche la norma che
introduce concreti elementi di semplificazione nell’aggiornamento del
catasto terreni, in continuità con quanto avvenuto a partire dal 2007 per i
terreni agricoli, interessati da aiuti comunitari.
“Rammarica soltanto -conclude, Fini– che la norma agevolativa, attesa
soprattutto dai pensionati che continuano a svolgere l’attività agricola e
avrebbe dovuto riservare a questa categoria le stesse condizioni previste
per gli agricoltori professionali in materia di Irpef e Imu, non sia stata
inserita nel testo del Decreto legislativo. Auspichiamo che il Governo
recuperi questa mancanza e trovi modo di porre attenzione a una fascia di
contribuenti che con la loro opera meritoria si prodigano per il bene della
collettività”