
(AGENPARL) – mar 30 aprile 2024 Comunicato stampa
1° maggio: la domanda di lavoratori stranieri da parte delle imprese
italiane supera un milione di assunzioni
A guidare le richieste è il settore dei servizi operativi, seguito da turismo e commercio. Ma
agli immigrati vanno i lavori meno qualificati
Milano, 30 aprile 2024. In occasione della Festa del Lavoro del 1° maggio, Fondazione ISMU ETS evidenzia che nel
2023 la domanda di personale immigrato da parte delle imprese italiane nei settori secondario e terziario supera
per la prima volta la previsione di un milione di assunzioni.
Dai dati sulle previsioni di assunzione di personale immigrato da parte delle imprese italiane, stimate grazie al
sistema di monitoraggio Unioncamere-Excelsior1, pubblicate nel volume Lavoratori immigrati realizzato in
collaborazione con il Settore Lavoro e Welfare di Fondazione ISMU ETS, emerge che a guidare le richieste è il settore
dei servizi, che assorbe oltre 7 assunzioni programmate su 10, grazie soprattutto al comparto dei servizi alle
imprese, che da solo totalizza oltre 321mila ingressi. Seguono il turismo, con 207mila ingressi; i servizi alle
persone con quasi 125mila, e il commercio, con 101mila. Per quanto riguarda l’industria, i fabbisogni di personale
immigrato riguardano soprattutto l’industria manifatturiera (173mila) e le costruzioni (118mila).
Fig. 1 – Domanda di personale immigrato. Valori assoluti e percentuali sul totale delle assunzioni
programmate. Anni 2018-2023
Dati Unioncamere-Excelsior
I dati Excelsior sono rilevati presso le imprese con almeno un dipendente dei settori secondario e terziario, non sono compresi il
settore primario, in particolar modo l’agricoltura, né il lavoro per le famiglie.
I fabbisogni di personale immigrato per settore produttivo. Anno 2023
Industria 303.050 (28,7% del totale), di cui:
? Manifatturiera: 173.580 (+11,0% rispetto al 2022)
? Costruzioni: 118.680 (+25,5% rispetto al 2022)
? Public utilities (energia, acqua, gas, ecc.): 10.790 (+55,2% rispetto al 2022)
Servizi 754.570 (71,3% del totale), di cui:
Servizi alle imprese: 321.580 (+9,0% rispetto al 2022)
Turismo: 207.020 (+23,5% rispetto al 2022)
Servizi alle persone: 124.850 (+7,4% rispetto al 2022)
Commercio: 101.120 (+18,2% rispetto al 2022)
Dati Unioncamere-Excelsior
Agli stranieri i lavori meno qualificati. La domanda di lavoratori riflette in buona misura i tratti tipici del
“modello” italiano di integrazione, che vede gli immigrati inseriti nei lavori a più bassa qualificazione (circa 3
assunzioni su 10). Prevalgono, infatti, figure come gli addetti alle pulizie di uffici ed esercizi commerciali (128mila
assunzioni previste) e i camerieri (74mila), ma c’è anche una pressante richiesta per coprire ruoli che scontano
grosse difficoltà di reclutamento, spesso anche di tipo specializzato, come conduttori di mezzi pesanti e camion
(66mila). Tra le altre figure richieste: commessi per le vendite al minuto (59mila), addetti all’imballaggio e al
magazzino (58mila), muratori (54mila), cuochi in alberghi e ristoranti (42mila), addetti alla preparazione e
distribuzione di cibo (29mila) e operatori qualificati dei servizi sanitari e sociali (25mila).
I profili di immigrati maggiormente richiesti in valore assoluto. Anno 2023
Professioni qualificate nel commercio e nei servizi: 285mila
Professioni non qualificate: 263mila
128mila addetti ai servizi di pulizia di uffici ed esercizi commerciali
58mila addetti all’imballaggio e al magazzino
Operai specializzati: 188mila
74mila camerieri
59mila commessi vendite al minuto
42mila cuochi in alberghi e ristoranti
29mila addetti alla preparazione e distribuzione di cibo
25mila operatori qualificati dei servizi sanitari e sociali
54mila muratori
Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili: 162mila
? 66mila conduttori di mezzi pesanti e camion
Dati Unioncamere-Excelsior
Dai dati elaborati da ISMU emerge l’essenzialità dell’inserimento di nuovi stranieri per la copertura di profili
professionali già fortemente caratterizzati dalla loro presenza, come nel caso degli operatori delle mense (oltre
quattro assunzioni di stranieri su dieci) e delle professioni sanitarie. Professioni – in particolare queste ultime – per
le quali non è affatto detto che i datori di lavoro trovino un’offerta disponibile2.
I profili di immigrati maggiormente richiesti in percentuale sul totale di assunzioni programmate. Anno
Professioni non qualificate: 29,4%
Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili: 24,4%
Addetti alle macchine confezionatrici di prodotti industriali: 28,8%
Operai specializzati: 22,5%
Professioni qualificate nel commercio e nei servizi: 17,8%
Addetti ai servizi di pulizia di uffici ed esercizi commerciali: 33,8%
Addetti alla preparazione e distribuzione di cibo: 43,8%
Operai qualificati dei servizi sanitari e sociali: 32,6%
Professioni tecniche: 11,6%
? Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche: 35,8%
Dati Unioncamere-Excelsior
L’Italia è il Paese con l’età media delle forze lavoro più elevata. Dai dati elaborati da Fondazione ISMU ETS
emerge una altissima quota di assunzioni di immigrati per le quali le imprese avvertono difficoltà di reclutamento. Il
fabbisogno delle imprese supera l’offerta. Il che appare ancora più rilevante se si considera che, nei prossimi anni, le
aziende italiane dovranno misurarsi con la necessità di assicurare il turnover generazionale delle folte coorti di
boomers – e successivamente di appartenenti alla generazione X – che usciranno dall’età attiva. L’Italia infatti è,
insieme alla Bulgaria, il Paese europeo con l’età media delle forze lavoro più elevata. Nel 2026 ben un residente
ogni quattro avrà più di 65 anni. Dal 2029 al 2041, secondo Eurostat, l’Italia perderà ogni anno più di 200mila
persone in età attiva, con una media di 289mila unità annue in meno.
Fig. 2 – Le difficoltà di reclutamento di personale immigrato. Valori percentuali, anni 2019 e 2023
Dati Unioncamere-Excelsior
Le informazioni si riferiscono al settore privato della Sanità e assistenza sociale.
La competenza più richiesta è la flessibilità. Se si passa a esaminare le competenze più richieste dalle imprese3,
dalle elaborazioni del database Excelsior realizzate da Fondazione ISMU emerge che dai lavoratori stranieri ci si
aspetta molto spesso la flessibilità (nel 61,0% dei casi), davanti al saper lavorare in gruppo (nel 49,2%). Anche
per gli italiani, complessivamente, le due skill più richieste sono le medesime, con entrambi i punteggi anche
superiori che non fra gli immigrati, seppure con meno divario tra i due, e cioè la flessibilità (67,3%) e il saper
lavorare in gruppo (57,3%).
Per tutte le dieci skill prese in considerazione, d’altra parte, mediamente si osserva sempre un maggior tasso di
richiesta delle aziende nei confronti degli italiani che non degli immigrati, da un massimo di oltre dodici punti
percentuali in più per quanto riguarda il saper utilizzare tecnologie digitali (25,7% contro 13,2%) a un minimo di
poco più di due (42,2% contro 40,1%) per quanto concerne il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Più
interessante di tutti, da questo punto di vista, è il secondo divario maggiore nelle incidenze di aspettative tra italiani
e immigrati da parte delle imprese, che riguarda una tipica competenza trasversale come il problem solving: 44,3%
tra gli italiani contro 33,7% tra gli immigrati; e in particolare nel caso eclatante degli addetti all’informazione nei
call center (senza funzioni di vendita) la richiesta di problem solving riguarda il 78,8% delle assunzioni previste di
italiani ma solo il 36,7% di quelle di stranieri. Tra gli addetti alla gestione dei magazzini si passa, invece,
comunque dal 65,2% tra gli italiani al 26,7% fra gli stranieri.
Tab. 1 – Le competenze maggiormente e meno richieste per immigrati e per non immigrati per alcune
categorie professionali scelte come emblematiche. Anno 2023
Non imm.
Lin_Stran
Non imm.
RispEn
Lav_Grup
Lin_Stran
Lin_Stran
Addetti all’informazione nei Call Center (senza funzioni di vendita)
Lin_Ita
Tecn 4.0
Mat_Info
Addetti alla gestione dei magazzini
Lin_Stran
Tecn 4.0
Lav_Grup
Tecn 4.0
Tecn 4.0
Camerieri
Tecn 4.0
Tecn 4.0
Addetti all’assistenza personale
Categoria professionale
Analisti e progettisti di software
Professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche
Commessi delle vendite al minuto
Muratori in pietra, mattoni, refrattari
Lin_Stran
Lav_Grup
Lav_Grup
Idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas
Tecn 4.0
Lin_Stran
Elettricisti nelle costruzioni civili
Lin_Stran
Lin_Stran
Conduttori di mezzi pesanti e camion
Lin_Stran
Lin_Stran
Facchini, addetti allo spostamento merci
Lin_Stran
Lin_Stran
Personale non qualificato addetto all’imballaggio e al magazzino
Lin_Stran
Lin_Stran
Pers. non qualif. addetto ai servizi di pulizia uffici/esercizi commerciali
Lin_Stran
Lin_Stran
Totale entrate
Tecn 4.0
Tecn 4.0
Carpentieri e falegnami nell’edilizia (esclusi i parchettisti)
Elaborazioni ISMU su dati Unioncamere-Excelsior
In generale considerando le 15 professioni scelte come emblematiche4, la flessibilità è quasi ovunque ciò che è più
Le imprese attribuiscono a ciascuna competenza un punteggio da 1 (competenza non richiesta) a 5 (competenza di massima
importanza); le competenze di “elevata” importanza, analizzate nel comunicato, sono quelle cui le imprese attribuiscono un punteggio
pari a 4 o 5.
4 Queste 15 professioni (vedi Tab. 1) sono state selezionate da Fondazione ISMU tra le 70 con il numero più elevato di assunzioni
programmate di personale immigrato (oltre 2.500 ciascuna). Si tratta delle professioni più emblematiche, sia per le difficoltà di reperire
personale (per le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche si registra un tasso di difficoltà di reperimento complessivo
richiesto a lavoratori sia immigrati sia non immigrati, ad eccezione per entrambi i gruppi degli analisti e progettisti
di software, tra i quali è superata dal saper usare competenze digitali; e dei carpentieri e falegnami nell’edilizia
(esclusi i parchettisti), tra i quali è superata dal saper lavorare in gruppo; oltre che ancora il saper lavorare in gruppo
tra gli immigrati nelle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche e la conoscenza della lingua italiana fra i
non immigrati addetti all’informazione nei call center (senza funzioni di vendita). Le “ragnatele” riportate sotto
mostrano una chiara visualizzazione, per i singoli profili professionali considerati, dello scarto tra
aspettative rivolte agli immigrati (linea rossa) e agli italiani (linea blu).
Via via che dalle professioni più specializzate si passa a quelle meno qualificate si riducono le aspettative relative alle
skill che i nuovi assunti dovrebbero possedere. Le aziende italiane, dunque, sembrano caratterizzarsi per un
approccio tendenzialmente più universalistico quando si tratta di reperire figure ad elevata qualificazione, per le
quali rilevano soprattutto credenziali formali e saperi qualificati. Nei confronti invece delle figure a media e
bassa-nulla qualificazione, la richiesta è quella di una forza lavoro flessibile e adattabile. Un’esigenza per un
verso comprensibile – si pensi, ad esempio, alla flessibilità indispensabile per chi svolge mansioni in orari atipici –
ma che lascia intuire il rischio di un appiattimento delle aspettative e di un dissipamento del potenziale latente:
emblematica la scarsa considerazione per le competenze linguistiche “naturalmente” possedute dagli
immigrati, persino nel caso di mestieri che comportano un contatto diretto con i clienti/utenti.
Le imprese italiane sono state, nel corso degli ultimi 30 anni, uno straordinario laboratorio di convivenza,
dimostrando una grande capacità di gestire la trasformazione multietnica e multireligiosa dei propri organici
aziendali, anche nelle sue implicazioni inevitabilmente conflittuali, e di favorire l’inclusione anche di categorie
vulnerabili, riuscendo talvolta a metterne a frutto il “diversity dividend”. Tuttavia, le stesse evidenze sopra riportate
ci dicono di come siano ampi i margini di manovra per migliorare la qualità in senso lato del lavoro degli
immigrati e la stessa capacità di sfruttarne il valore aggiunto per la performance organizzativa.
A tale riguardo, le indicazioni elaborate dal Settore Lavoro e Welfare di Fondazione ISMU ETS – raccolte anche in un
booklet sul Diversity Management per le risorse umane immigrate – riguardano, tra l’altro, la necessità di acquisire
(anche attraverso il ricorso a un sapere esperto) la capacità di gestire consapevolmente la “diversità” collegata
al background migratorio, attraverso strategie DEI-Diversity, Equity & Inclusion integrate con gli impegni di CSR e
cittadinanza d’impresa. Ugualmente, si segnala l’opportunità di favorire la messa a valore delle skill apprese in