
(AGENPARL) – sab 27 aprile 2024 Cia-Agricoltori: Cerealicoltura in ginocchio, si attivino tutte le
procedure in aiuto ai produttori
La pioggia dei giorni scorsi non è bastata a salvare i raccolti, mentre le
temperature anomale di fine marzo e metà aprile hanno messo a dura prova i
cereali. L’allarme viene dalla Cia-Agricoltori attraverso il responsabile
del comparto cerealicolo Leonardo Moscaritolo che ha fatto un primo
monitoraggio tra i cerealicoltori lucani. Molti raccolti sono andati
distrutti. Molti campi di grano sono stati falciati e imballati per il
foraggio. Una situazione che – afferma Moscaritolo – mette il comparto in
ginocchio. L’annata agricola è già iniziata in salita con costi
spropositati per l’acquisto di semi e di concimi, con i problemi aggravati
da un inverno estremamente arido che non ha favorito uno sviluppo uniforme
delle coltivazioni e ha impedito il normale accestimento. Adesso le
condizioni meteo della stagione primaverile stanno aggravando la
situazione perché l’accelerazione della spigatura produce grani meno
sviluppati, semi più leggeri e rese basse. Il problema non riguarda solo il
grano duro, settore per il quale già negli scorsi giorni Cia aveva lanciato
l’allarme basato su stime di raccolto già inferiori sino al 50% delle
medie degli scorsi anni, ma anche le colture leguminose e foraggere. Queste
ultime, che si trovano nel periodo della piena fioritura, sono messe a
rischio in alcune aree dalla siccità ed anche dalle possibili conseguenze
di una ulteriore serie di eventi climatici estremi come bombe d’acqua,
grandine, improvvisi cambi di clima che impedirebbero comunque al terreno
di assorbire in modo armonioso ed equilibrato le quantità d’acqua
necessarie. Se a questo si aggiunge una Pac dimezzata e una speculazione
sui mercati, si intuisce – dice Moscaritolo – che fare grano duro sarà
sempre più complicato e rischia di andare in crisi l’intera filiera
eccellenza del made in Italy. Si attivino tutte le procedure in aiuto dei
produttori con interventi urgenti del Dipartimento regionale Politiche
Agricole.
*LO STATO DEL SETTORE -* L’Italia importa il 40% del fabbisogno di grano
duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. Eppure, nonostante la carenza di
prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di
prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre più
mortificanti per gli agricoltori. Oggi, considerando le ultime quotazioni
sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori
di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda
vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga
superiori ai 1.400 euro a ettaro. I dati Cia sulle nuove semine segnalano
un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130
mila ettari. Anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospetta per il
Paese un raccolto tra i più bassi di sempre.
*La tracciabilità dei grani italiani. E’ da sempre tra le priorità della
Cia,* a partire *dalla petizione nazionale “salva-grano”,* arrivata a
oltre 75 mila firme (di cui 5mila raccolte in Basiicata), *messe nero su
bianco sul documento consegnato alle istituzioni,* *per porre un freno
concreto alla crisi del comparto,* tra costi di produzione alle stelle e
caro-prezzi. *Granaio Italia rappresenta il riconoscimento* del *valore del
settore, a salvaguardia dei cerealicoltori, a promozione del vero Made in
Italy, a tutela della qualità per i consumatori.* Ora è *fondamentale che
la tracciabilità non sia solo una responsabilità degli agricoltori, ma
dell’intera filiera.*
*Prossimo passo -ricorda Cia- l’introduzione di uno strumento di
certificazione dei costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche
i termini di contrattazione. *In gioco il nostro *patrimonio cerealicolo*,
materia prima d’eccellenza per la pasta, *simbolo del Made in Italy nel
mondo con quasi 4 milioni di tonnellate di produzione *nazionale annua
e un *fatturato
sui 7 miliardi di euro.*