
Qual è lo scopo della Riunione Nazionale?
Diffondere, divulgare e rendere consapevole il pubblico delle novità in questo campo (dalla terapia delle leucemie acute e croniche, agli studi sulla qualità di vita e le cure palliative, all’intelligenza artificiale applicata all’ematologia, all’uso del trapianto e delle CAR-T) può rappresentare un grande servizio diretto ai cittadini italiani, spesso spaventati delle difficoltà e carenze del Sistema Sanitario Nazionale, e metterli al corrente della elevata qualità dell’assistenza che possono ricevere (tra le prime al mondo) in Italia. Soprattutto può indirizzarli nei luoghi giusti, senza bisogno di migrazioni sanitarie che, nel campo dell’ematologia, non sono quasi mai praticamente necessarie.
La riunione così, che ogni due anni i centri di ematologia GIMEMA fanno, non è un momento di celebrazione, bensì un incontro dedicato a condividere e discutere i più avanzati progetti di diagnosi precoce, di monitoraggio e di terapia delle neoplasie del sangue e non solo, anche delle patologie ematologiche non neoplastiche.
L’organizzazione logistica alla base di tutto è estremamente solida, consolidata e integrata sul territorio.
In cosa consiste questa organizzazione e quali sono i risvolti che comporta?
Quando si parla di “accesso alle cure” garantito in modo omogeneo, il GIMEMA è all’avanguardia: i protocolli sono analoghi in qualsiasi centro e, qualora un centro non abbia risorse adeguate, si avvale delle risorse dei centri più avanzati senza che il paziente debba spostarsi dalla sua residenza.
È un modello reale di ciò che può offrire la sanità in rete, basato, per ora, sulla disponibilità degli operatori sanitari – medici, biologi, infermieri – del nostro Sistema Sanitario Nazionale.
A chi si deve questa intuizione?
Nel 2018, su Bone Marrow Transplantation, una importante rivista scientifica internazionale che riporta i risultati delle ricerche nel campo del trapianto di cellule staminali, Bob Gale e Francesco Lo Coco scrissero un articolo dal titolo “Prof. Franco Mandelli: Leukaemia therapy pioneer” per ricordare l’ematologo italiano famoso in tutto il mondo, scomparso proprio in quell’anno. Il GIMEMA è stata una sua invenzione – forse meglio dire “visione”.
Mandelli la elaborò negli anni ’80 e la realizzò concretamente per offrire a tutti i pazienti sul territorio nazionale uguali opportunità di diagnosi e di cure per le leucemie acute prima e, in un secondo momento, per tutte le patologie del sangue.
Diede vita, con passione e grandi capacità organizzative, ad una rete che oggi raccoglie praticamente tutti i centri italiani di ematologia che agiscono compatti nel percorso della ricerca e della cura dei pazienti ematologici; un traguardo a cui, con grandi difficoltà, stanno iniziando oggi a puntare le istituzioni – senza ancora riuscirci.