(AGENPARL) – mer 10 aprile 2024 Il vino, biglietto da visita del Made in Italy
di Marina Benedetti
Executive Summary
Per i prossimi tre anni l’export italiano di vino è atteso crescere a un ritmo medio annuo del
2,9% raggiungendo, nel 2026, gli €8,5 miliardi. Nel 2023 le nostre esportazioni enologiche
hanno registrato il valore di €7,8 miliardi, in aumento del 20,8% rispetto al 2019, e hanno
rappresentato più del 20% delle nostre vendite all’estero del settore alimentari e bevande.
7 bottiglie su 10 che varcano i nostri confini sono di vino, quasi 3 di spumante: i “soli” vini
(esclusi quindi gli spumanti) rappresentano la quota maggiore di domanda estera grazie ai
€5,4 miliardi di vendite. I vini fermi rossi e rosé guidano l’export del settore (40% dell’export
complessivo), seguiti dagli spumanti (28,5%, quasi 10 p.p. in più rispetto al 2019).
Nel 2023 il primo mercato di sbocco dei vini italiani sono stati gli Stati Uniti, seguiti dalla
Germania e dal Regno Unito; note positive arrivano anche da altre geografie a noi vicine, come
Polonia, Repubblica Ceca, ma anche Croazia e Serbia.
L’Italia è la seconda esportatrice di vino, con una quota del 20,9% sul valore dell’export
mondiale, dopo la Francia (32,8%) e prima della Spagna (8,1%). Lo stimolo è quindi a
continuare a lavorare non solo sulla qualità, ma anche sulla promozione del brand. Tra le
nostre produzioni regionali, sono i vini veneti quelli più richiesti all’estero (36,3% dell’export
italiano), seguiti da Piemonte (15,6%) e Toscana (15,2%).
Note positive per le esportazioni di vino italiano arrivano anche dalla domanda dei
consumatori esteri: per quest’anno e il prossimo è atteso, infatti, un generale aumento dei
consumi di vino (+2,3%). Se da un lato si conferma l’importanza di geografie dove il presidio
italiano è già forte – USA, Regno Unito e Germania su tutte – dall’altro emergono sempre più
come mercati di opportunità Paesi come Giappone, Cina, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti.
L’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore vinicolo offre numerosi vantaggi in
termini di qualità, efficienza e sostenibilità della produzione. L’IA consente, infatti, non solo di
monitorare e gestire il vigneto e regolare le condizioni di fermentazione, anche in ottica
sostenibile e di riduzione dei costi, ma anche di prevenire le frodi e conoscere meglio le
preferenze dei consumatori così da intercettarne la domanda in maniera più efficace ed
efficiente.
SACE supporta le imprese del settore con le sue soluzioni assicurative e finanziarie che vanno
dal supporto all’export al sostegno agli investimenti domestici, in particolare in sostenibilità
e innovazione; in aggiunta SACE offre anche servizi di accompagnamento, formazione e
business matching per aiutare le imprese a crescere in contatti, relazioni e know-how.
SACE collabora con molte realtà del settore e della filiera, dalle imprese produttrici di vino a
quelle che producono irrigatori, serre, macchinari connessi al processo produttivo, linee di
imbottigliamento e confezionamento.
I vini italiani sono uno dei biglietti da visita
del Made in Italy.
L’importanza dei vini nell’intero settore è rilevante
e costante nel tempo, rappresentando più del 20%
delle esportazioni di alimentari e bevande1. Non
solo qualità, certificata dalle tante denominazioni
controllate – 78 nel 2024 – ma anche quantità: il
valore dei vini esportati nel 2023 è stato pari €7,8
miliardi, pressoché stabile rispetto all’anno
precedente (-0,8%), ma in netto aumento rispetto al periodo pre-pandemia (+20,8% rispetto al 2019). Le
stime2 dicono che l’export di vini è atteso crescere nei prossimi tre anni a un ritmo medio annuo del 2,9%
che permetterà al settore di raggiungere gli €8,5 miliardi di export. La forte crescita è imputabile a un
effetto prezzi, ma hanno contribuito a questo risultato anche i cambi di abitudini dei consumatori che negli
ultimi anni hanno beneficiato degli efficientamenti dei canali di vendita, su tutti quello on-line.
Il comparto dei vini si compone di 3 segmenti: vini (esclusi spumanti)3, spumanti e
mosti. I vini rappresentano la quota maggiore di domanda estera grazie ai €5,4
miliardi di vendite, sebbene gli spumanti siano cresciuti nel tempo raggiungendo i
€2,2 miliardi di export: 7 bottiglie su 10 che varcano il territorio nazionale sono
di vino, quasi 3 di spumante4, mentre i mosti continuano a rappresentare una
quota residuale. Prima dell’avvento del Covid solamente 2 bottiglie dirette fuori
confine erano di bollicine.
Figura 1 – Esportazioni italiane di
vini per tipologia, 2023 (peso %)
Altro
frizzanti
Vini bianchi
fermi
22,6%
Vini rossi e
rosè fermi
40,5%
Vini spumanti
28,5%
I vini fermi rossi e rosé guidano la domanda estera di vini italiani,
costituendo il 40% dell’export complessivo; lo scorso anno hanno
registrato una contrazione consistente (-5,5%) attestandosi a €3,1
miliardi di vendite (Fig.1); seguono per peso gli spumanti che
sfiorano il 30% delle vendite estere (quasi 10 p.p. in più rispetto
al 2019) e in crescita, seppur moderata rispetto allo scorso anno
(+3,3%) e vigorosa nei confronti del periodo pre-Covid (+40,4%); il
maggior peso degli spumanti trova giustificazione anche nei prezzi
mediamente più alti delle bottiglie e in una rinnovata voglia di
socializzazione dei consumatori che dopo il periodo della pandemia
hanno ripreso pienamente a organizzare occasioni di convivialità
dove le “bollicine” ricoprono un posto di rilievo nei consumi di
bevande alcoliche. Si mantengono stabili nel tempo a €1,7 miliardi
le esportazioni di vini bianchi fermi, mentre continua la crescita
dei vini frizzanti (+7,5% rispetto lo scorso anno).
Fonte: elaborazioni SACE su dati Istat
Fanno parte di questo settore i prodotti alimentari e le bevande, sono stati invece esclusi i prodotti dell’agricoltura. Il
settore è stato definito, in base alla classificazione HS, dai codici da 16 a 23.
È stato condotto un esercizio che tiene conto dell’andamento medio annuo dell’export dei vini degli ultimi dieci anni
confrontandolo con quello degli alimentari e bevande; è stato quindi applicato il tasso di crescita del settore previsto
fino al 2026, come da Rapporto Export Update 2023.
Nel resto del paragrafo per facilitare la lettura questo comparto, composto dai codici HS 220421, 220422 e 220429,
sarà indicato come vini.
A fini evocativi, il dato si intende in valore e non nell’effettivo volume (considerando anche il fatto che non tutto il vino
è esportato in bottiglia).
Francia, Italia e Spagna
sul podio delle vendite
mondiali di vino
Francia, Italia e Spagna si
delineano come i maggiori
esportatori di vino in valore
(Fig. 2)5: se Parigi continua non
sorprendentemente
rappresentare
maggior
venditore estero con oltre il
30% dell’export mondiale di
vino, Roma si conferma
saldamente al secondo posto
(20,9%), davanti a Madrid
(8,1%). Più eterogeneo il quadro
degli altri esportatori che vede
numerose geografie avere un
peso tra il 3% e il 4%.
Figura 2 – Paesi esportatori di vino (peso % sul totale esportato nel
mondo in valore)
Fonte: Elaborazioni SACE su dati UN Comtrade
Figura 3 – Crescita dei consumi e quota di mercato di vini italiana
(dimensione delle bolle: import mondiale di vini, USD)
Nota: I tassi di crescita dei consumi sono stati calcolati sul dato in litri. Le quote
di mercato dell’Italia sono invece state calcolate sul dato in valore dal momento
che il dato in volume non era disponibile per alcuni importanti partner
commerciali italiani. Ove disponibili entrambe, le quote in volume e in valore
mantengono gli stessi ordini di grandezza.
Fonte: Elaborazioni SACE su dati Fitch Solutions e UN Comtrade
Consumi, di qualità
I vini per la tipologia
intrinseca di prodotto sono
fortemente legati alle scelte
dei consumatori. È quindi
importante, soprattutto in
ottica futura, capirne e
intercettarne la domanda
internazionale.
Nell’analisi condotta è stata
presa in considerazione la
quota di mercato di vino
italiano in un determinato
Paese, incrociandola con le
previsioni sui tassi di
crescita medi dei consumi di
vino per gli anni 2024 e 2025
(Fig. 3). Quindi ai primi venti
importatori di vino italiano
stati aggiunti alcuni Paesi
che per interesse attuale o
prospettico di mercato o per
dimensioni
dell’economia
sono stati ritenuti importanti
ai fini comparativi.
I pesi sono calcolati sui dati 2022; alla data della scrittura del rapporto i dati 2023 a fonte UN Comtrade non sono
completi. È comunque ragionevole pensare che il quadro non sia mutato in maniera rilevante, in quanto i pesi, per loro
natura, non sono soggetti a fluttuazioni importanti nel corso di un periodo di tempo limitato.
Nel biennio in corso è atteso un generale aumento dei consumi di vino per tutte
Guarda il video di
le geografie prese in esame (+2,3%). Dal quadro emerge la necessità di un
presentazione!
approccio strategico basato su due livelli: mantenere elevato il presidio italiano
continuando a puntare su mercati consolidati, e allo stesso tempo guardare ai
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