Riceviamo e pubblichiamo l’inno di Ga-Ribaldo il feroce Talloncino
Si apron le urne
si levan le schede
com’hanno votato
tutti posson vede
così come sape
la gente normale
le urne han bocciato
Tonino infernale.
E’ Leo il Maestro
ch’è stato votato
con gran disappunto dell’uomo pelato.
Ma per gli sconfitti ch’han perso al corsa
c’è ancora un bel trucco
per regger al borsa.
Non paghi dei brogli
in cui sono incorsi
i bruzii fratelli hanno fatto ricorsi
e con dei pagani
riuniti a giudizio si son fatti beffe
del Gran Sodalizio.
Da bravi scherani
d’un tempio caino
si sono inventati
un reo talloncino
che rimette in sella
con fare perverso
li calabro uomo
quandanche abbia perso.
Quei tanti fratelli
che col cuore in mano
avevano scelto
il Grande Sovrano
e tute le Logge dall’Alpe a Sicilia
si trovan di colpo
con gran maravilia
ad esser guidate
non senza indigesto,
da un uomo inquietante e un contorno funesto.
La sacra corona
ch’è stata assegnata,
mai fu più svilita
mi fu sì umiliata.
lI sacro maglietto
che l’cuore c’infiamma,
ci sproni a seguire
la spada di fiamma.
Così al Gran Loggia che vuolsi ad aprile
non vedaci pecore
dentro un ovile
ma forti dell’etica di cui andiamo fieri
ci veda compatti
e di Luce guerrieri.
E come a Barletta
la sorte ci arrida
perché siamo pronti
per questa disfida
con bombe all’Orsini
e pugnali alla mano
per mettere in Trono
il legale Sovrano.
Sia Leo il Fieramosca
che con fare audace
il calabro scacci
e riporti al pace
tra quelle Colonne
del Tempio splendente
per render giustizia
al regal Grande Oriente.
Così questa Patria si bella e perduta
che pare alla frutta e sembra fottuta
ritorni a rifulgir
di forti passioni
per esser al casa di tutti i Massoni.
Va fora d’Italia
Tonino straniero
Così li Grande Oriente Ritornerà vero!
(Anonimus Byzantini A: V: L: 6024)