La recente agitazione politica nel contesto delle elezioni per il Gran Maestro e la Giunta del Grande Oriente d’Italia (GOI) solleva importanti questioni non solo sulla validità del processo elettorale, ma anche sull’ambito dell’intervento statale nelle questioni interne delle associazioni.
Le dispute sorte intorno a queste elezioni hanno messo in luce lacune nel sistema normativo interno dell’Ordine massonico e discrepanze nel trattamento delle questioni elettorali da parte della Commissione Elettorale Nazionale (CEN). La decisione della Commissione Elettorale Nazionale (CEN) del Grande Oriente d’Italia di annullare le schede con il tagliando antifrode attaccato ha suscitato polemiche e sollevato dubbi sulla validità del processo elettorale, soprattutto in merito al principio fondamentale della salvaguardia del voto dell’elettore sancito dalla legge italiana.
La controversia si è ulteriormente complicata con il ricorso presentato dalla lista di Tonino Seminario alla Corte centrale del Grande Oriente d’Italia, contestando l’ammissione della lista di Taroni alla competizione elettorale. Questo ha sollevato domande sulla coerenza e l’imparzialità della Commissione Elettorale Nazionale, mettendo in dubbio la sua integrità.
Inoltre, le tensioni all’interno del Grande Oriente d’Italia hanno portato ad epurazioni e destituzioni di esponenti di spicco che avevano appoggiato Leo Taroni. La situazione si è complessivamente complicata con la Corte centrale del Grande Oriente d’Italia che deve ancora pronunciarsi sulle controversie, mentre si avvicina l’assemblea della Gran Loggia di Rimini.
L’intenzione di procedere con l’insediamento di un nuovo Gran Maestro nonostante i ricorsi pendenti presso la Corte centrale del GOI solleva dubbi sulla solidità delle decisioni prese all’interno dell’organizzazione. Inoltre, il rinvio della sezione elettorale della Corte centrale al 15 aprile genera preoccupazioni sul rispetto delle norme e delle tradizioni che hanno guidato il Grande Oriente d’Italia per lungo tempo.
È fondamentale considerare che, secondo la dottrina contemporanea, le associazioni non costituiscono ordinamenti giuridici separati in cui lo Stato non può intervenire. Al contrario, la Costituzione repubblicana protegge i diritti dell’individuo all’interno delle associazioni e impone di riconoscere limiti alle prerogative dell’organo amministrativo al fine di evitare l’instaurazione di organizzazioni autoritarie.
In conclusione, le tensioni e le controversie emerse nel contesto delle elezioni del Grande Oriente d’Italia richiedono un’attenzione urgente e una risoluzione equa e trasparente. Tuttavia, è importante ricordare che lo Stato ha il compito di garantire il rispetto dei principi democratici e delle leggi anche all’interno delle associazioni, nel rispetto dei diritti degli individui e nell’ottica di prevenire l’insorgere di organizzazioni autoritarie.