
Recentemente, si sono diffuse voci preoccupanti riguardo alle imminenti defezioni dei rappresentanti delle comunioni estere alla prossima Gran Loggia di Rimini del Grande Oriente d’Italia (GOI) che si terrà ad aprile il 5 e il 6 aprile. Queste indiscrezioni, provenienti da svariate fonti, gettano una luce sinistra sullo stato attuale dei rapporti internazionali dell’organizzazione massonica più antica d’Italia.
La situazione è tanto grave quanto dispiacevole. Il rischio di perdere il confronto con i fratelli delle altre obbedienze potrebbe portare il Grande Oriente d’Italia in uno stato di isolamento che non si addice alla sua illustre storia. Molte potenze massoniche sembrano ora intenzionate a non partecipare affatto alla Gran Loggia di Rimini, oppure a farlo attraverso rappresentanti di minor rilievo o, peggio ancora, tramite osservatori.
Ma qual è la causa di tutto ciò? Si potrebbe cercare di incolpare quanto apparso sulla stampa nazionale, ma è un peccato che nessun esponente dell’area ‘tallonciniana’ abbia smentito ciò che è stato riportato. Chi sono i veri responsabili di questo isolamento internazionale del Grande Oriente d’Italia?
In queste ore, sembra che al Vascello si stia facendo ogni sforzo per assicurarsi la presenza di alcune delegazioni internazionali. Tuttavia, nonostante gli sforzi, la situazione rimane incerta e il Grande Oriente d’Italia rischia di subire un danno irreparabile alla sua reputazione e ai suoi rapporti con le altre obbedienze massoniche nel mondo.
Il Grande Oriente d’Italia è un’istituzione rispettata con una lunga storia di impegno per la fratellanza, la tolleranza e la cooperazione internazionale. Non merita di essere coinvolto in una controversia che mina i suoi fondamenti stessi.