
É in corso presso Palazzo Ferrajoli ”Il valore della felicità Remind” in occasione della Giornata internazionale della Felicità. Lo scopo dell’iniziativa risiede nel mettere questo sentimento tra i prioritari per la tutela e il benessere delle persone, dove vivono, operano e transitano, e per favorire un approccio positivo – più inclusivo, equo e bilanciato – in relazione alla crescita personale e professionale con l’intento di uno sviluppo sostenibile economico e sociale.
Tra i partecipanti Tommaso Foti Presidente Gruppo Fratelli d’Italia alla Camera che ha così dichiarato: “Grazie per l’invito, soprattutto all’amico Presidente di Remind Paolo Crisafi che, come sempre, mi coinvolge nelle sue pregevoli iniziative; non potevo mancare a salutare un’iniziativa che pone al centro la felicità messa in relazione anche allo sviluppo sostenibile, che rappresenta poi il futuro, per chi come noi crediamo che la nostra Nazione, ma più vastamente il mondo, un futuro ce lo debba avere, anche di pace, un futuro che però abbia una stella polare mettendo al centro la persona coi sui valori, coi suoi sentimenti, con le sue passioni, ma anche con le sue angosce, che indubbiamente fanno parte dell’ambito umano e che rendono ancora maggiore significato di acquisire poi la felicità, perché passare dall’angoscia alla felicità significa anche maturare un processo che non ha soltanto qualcosa di sentimentale, ma anche qualcosa di ragionato. Debbo dire che mi fa piacere che questa iniziativa rientri in un percorso valoriale che ha avuto anche il consenso del massimo magistero possibile, cioè quello del Santo Padre, così come del Presidente del Consiglio, l’onorevole Giorgia Meloni. Il mio saluto come capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera è quello di poter realizzare in questo incontro quello che è l’obiettivo dell’incontro stesso, e cioè coniugare felicità e sviluppo sostenibile e valorizzazione della persona in quanto tale”.
“Noi dobbiamo pensare – ha proseguito – che abbiamo una Nazione, una Patria, che ha principalmente un patrimonio abitativo vetusto, e soprattutto in questo ambito noi dobbiamo ipotizzare dei progetti di rigenerazione urbana che coniughino quella che è una minor emissione in atmosfera di Co2, rispetto anche però alla possibilità di avere degli spazi verdi; quindi abbiamo la necessità di ripensare un po’ le città rispetto ad un criterio che era solo quello di espandere la città ben oltre i confini tradizionali, vi sono delle città che addirittura hanno quadruplicato la loro estensione rispetto alla fine della guerra, dobbiamo anche forse renderci conto che se dobbiamo consumare meno suolo, più che pensare ad estenderci orizzontalmente, dobbiamo anche superare un vecchio retaggio che ci porta ad avere tradizionalmente il sospetto per le costruzioni verticali, e invece anche quelle possono essere una soluzione, quando però non diventano agglomerati di costruzioni verticali, ma diventano costruzioni verticali in un agglomerato di servizi che possa rendere la persona sempre e comunque al centro dello sviluppo di quell’area, di quella zona, di quelle funzioni che andiamo a localizzare nella zona.
Rispetto alla recente approvazione della direttiva case green: “L’Europa ha, secondo me, due finalità: indicare degli obiettivi e indicare i mezzi per raggiungere gli obiettivi. Diventa difficile competere quando invece si pretende di dettare delle regole generali, non rendendosi conto della storia diversa degli Stati che la compongono. Noi sicuramente siamo una Nazione che si caratterizza lungo un territorio che è lungo e stretto, dove non sempre i livelli delle prestazioni possono essere identici e dove soprattutto abbiamo un patrimonio immobiliare che è ormai vetusto, ma per il quale non possiamo pensare di fare interventi tampone che sono degli interventi che costano tre volte tanto, quanto potrebbe costare una rigenerazione urbana, favorita anche sotto il profilo del credito d’imposta, ad esempio, cioè con delle agevolazioni fiscali notevoli. E se vogliamo raggiungere questi obiettivi l’Europa ad esempio non può pensare di mettere fuori legge delle caldaie che magari abbiamo installato esattamente un anno fa, proprio in relazione alle agevolazioni che l’Italia aveva fatto in materia edilizia, perché diversamente siamo come la tela di Penelope di giorno la fai e la sera la disfi, e non mi sembra una grande soluzione. Ringrazio Remind e il presidente Paolo Crisafi in particolare perché oltre alla condivisione della nuova concezione di abitare portata avanti da Remind mi avete trasmesso un momento di felicità in un momento di lavoro, che a volte fa sfuggire la felicità perché è più ricco di tensione”.