
(AGENPARL) – gio 14 marzo 2024 Lectio Magistralis “Etica, economia e
prospettive bancarie in Italia”
Brescia – 14 marzo 2024
Occorre più etica.
L’etica si dà troppo spesso per scontata.
I codici etici sono stati introdotti e sono un
passo avanti di codificazione, di
educazione, di consapevolezza e di
vigilanza. Sono stati introdotti soprattutto
nell’ambito bancario molti livelli di
controllo, controlli di controlli. Si tratta di
passaggi utili, ma la matrice culturale e
storica dell’approccio etico ha bisogno di
maggiore approfondimento.
Occorre una più convinta consapevolezza
della prevalenza dei principi costituzionali
nel viver civile, un orizzonte con una
2
concezione dello Stato come garante attivo
di tutte le libertà, civili, economiche
sociali, ambientali, dei doveri e dei diritti.
I doveri formano il cittadino mentre i
diritti, da soli, portano al disordine.
L’economia, se sottratta alla influenza
direttrice del diritto e della morale, se
disgiunta dai principi, porterebbe
all’egoismo.
L’etica deve prevalere anche sul diritto.
Anche quando un’operazione economica è
giuridicamente lecita, se essa contrasta con
l’etica, questa non deve essere conclusa.
Infatti il minimo dell’etica è la legalità,
l’applicazione di tutte le norme di qualsiasi
natura. L’etica può responsabilmente
convincere le persone ad essere più
scrupolose di quanto dispongano le norme.
3
Dal Concilio Vaticano II le analisi dei
fattori economici e dell’etica in economia
hanno prodotto delle innovazioni trasfuse
poi in Encicliche e nella dottrina sociale
della Chiesa: il rapporto fra morale ed
economia è necessario ed intrinseco. La
necessaria distinzione fra morale ed
economia non comporta una separazione
fra i due ambiti, ma una reciprocità
importante.
Comune è l’idea che la dimensione morale
dell’economia consente di cogliere come
finalità inscindibili l’efficienza economica
e la promozione di uno sviluppo solidale e
sostenibile dell’umanità. L’economia come
luogo di creazione di ricchezza non fine a
sé stessa, ma come mezzo, strumento, per
l’incremento dello sviluppo, del progresso,
4
dei più alti gradi di civilizzazione, in cui
l’elemento qualitativo supera quello
quantitativo.
Tutto ciò che è moralmente corretto, è
finalizzato allo sviluppo globale e solidale
della persona e della società.
Tutto ciò si può realizzare solo in una
economia di mercato, nella quale
l’iniziativa privata gode di uno spazio
ampio.
La Dottrina sociale riconosce l’importanza
della correttezza e trasparenza contabile e
la centralità del rispetto della dignità delle
persone che costituiscono il patrimonio più
prezioso di una azienda; accetta e
riconosce la giusta funzione del profitto
come primo indicatore del buon
5
andamento dell’azienda e condanna il
ricorso all’usura.
La Dottrina sociale della Chiesa critica
giustamente “l’egoismo miope e limitato al
corto termine” che “alla fine non paga e fa
pagare a tutti un prezzo troppo alto”.
L’obiettivo è il progresso del bene comune
nel rispetto della dignità umana.
Fondamentale è la libertà e la
responsabilità di ciascuna persona, poiché
l’economia “ha bisogno dell’etica per il
suo corretto funzionamento; non di
un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica
della persona”. Ogni progresso del mondo
economico non può considerarsi tale se
misurato solo su parametri di quantità e di
efficacia nel produrre profitto, ma va
commisurato anche alle qualità delle vite
6
che produce e dell’estensione del
benessere, non solo materiale, che
diffonde.
Il profitto va perseguito – rileva la Dottrina
sociale della Chiesa – ma mai “ad ogni
costo”, né come elemento totalizzante. Il
profitto, “fattore intrinsecamente
necessario ad ogni sistema economico” va
coniugato con la responsabilità sociale. Il
benessere va valutato con criteri più ampi
del Pil, tenendo conto anche di altri
parametri quali la sicurezza, la salute, la
crescita del “capitale umano”, la qualità
della vita sociale e del lavoro. Guadagno e
solidarietà non sono antagonisti in un
circuito virtuoso che deve scaturire anche
da tutte le potenzialità positive dei mercati.
Così come “ogni attività economica non
7
può sostenersi alla lunga se non è vissuta
in un clima di sana libertà d’iniziativa”.
“In linea di principio tutte le dotazioni ed i
mezzi di cui si avvalgono i mercati per
potenziare la loro capacità allocativa,
purché non rivolti contro la dignità della
persona e non indifferenti al bene comune,
sono moralmente ammissibili”. Sono
nettamente criticabili gli egoismi e le
sopraffazioni nella finanza, gli abusi e i
raggiri specie ai danni di controparti meno
avvantaggiate. Anche strumenti finanziari
leciti, se commercializzati in asimmetria
informativa, approfittando delle lacune
cognitive e della debolezza contrattuale
altrui, costituiscono violazioni della
correttezza e una grave infrazione etica.
8
Luigi Einaudi scriveva che “una forza
morale è il motore nascosto delle grandi
opere di pace, ci ammaestra quanto grande
sia stato, e per fortuna, il cammino
compiuto dagli uomini sulla via
dell’onestà, del fedele adempimento ai
propri impegni, della fiducia reciproca e
della rinuncia ai più gretti interessi
particolari sull’altare della necessità
collettiva”.
Sulla probità Einaudi era intransigente: “le
difficoltà dell’arte bancaria sono
eccezionali (…). Ufficio del banchiere è
invero quello di affidare danari altrui
all’uomo capace e probo, il quale sappia
farli fruttare a proprio vantaggio ed, al
momento stipulato, li restituisca. Solo i
fatui possono immaginare che questo sia
9
un compito facile. Nel mondo economico
non ne esiste altro più difficile” ed
aggiungeva: “tutti dichiarano di essere
probi, specialmente quando si è portati a
trovare poi pretesti per proclamarsi
correttissimi e disgraziati se non si può
restituire. Il banchiere, invece, ha un
dovere solo: impiegare in modo sicuro il
danaro dei propri fiduciari. Se egli ha un
momento di falsa pietà, se diventa
inutilmente ottimista o fiducioso, egli è
perduto: e cioè sono perduti i danari dei
depositanti”.
Anche sull’indipendenza delle banche
Einaudi era intransigente: “l’arte bancaria
è un’arte difficilissima; e l’aggiunta d’un
aggettivo qualunque al titolo è atto, forse,
soltanto a crescere difficoltà già di per sé
10
stesse eccezionali. …Il dirigente deve
lottare non solo contro gli uomini non
capaci e non probi, desiderosi dei denari
dei suoi depositanti, ma contro coloro che
non essendo né capaci, né probi, gli
chiedono denaro in virtù del proprio
aggettivo”, cioè dell’appartenenza ad una
od altra convinzione.
Molto nitidi sono pure gli insegnamenti di
Einaudi sulle distinzioni, sulla separatezza
fra banche ed imprese di ogni genere.
Einaudi indicava la “regola aurea” cioè
“che i clienti industriali, i quali debbono
comprare il credito, non debbono fissarne
essi medesimi il prezzo e le modalità …
vedere spadroneggiare nelle banche i
clienti industriali è assai più pericoloso;
poiché significa che i clienti possono
11
adoperare a loro posta e magari sprecare i
denari dei depositanti”. “La banca vive di
fiducia. I depositanti ed i correntisti
accorrono a portar danari finché sanno
d’affidarli a banchieri sperimentati e
prudenti e indipendenti che li impiegano
nell’esclusivo interesse della sicurezza e
del buon rendimento dei capitali ricevuti in
deposito. Ogni altro scopo è nocivo alla
banca”.
Il concetto di etica è molto più antico e
consolidato di quello di sostenibilità, anche
se i due concetti appaiono sempre più
connessi.
Per millenni le persone non si sono poste
problemi di sostenibilità, di limiti alla
crescita economica e allo sviluppo: le
12
società erano, in genere, quanto mai
arretrate, la povertà era prevalente, la
popolazione cresceva gradualmente e le
risorse della Terra parevano illimitate. Si
trattava principalmente di sfruttare sempre
meglio le allora apparenti infinite
potenzialità della Terra e dello sviluppo
economico, sociale e civile.
Soltanto nel Novecento avanzato, molto
avanzato, si sono crescentemente affermate
le problematiche dei rischi dello sviluppo
senza confini e della tutela dell’ambiente,
anche prospettica, ma coloro che se ne
occupavano spesso apparivano dei futuristi
catastrofici e visionari.
L’Italia si sorprese quando venne colpita
da diverse violente forme di inquinamento,
come nel 1976 dal disastro di Seveso, e poi
13
dall’eutrofizzazione delle alghe in
Adriatico, cioè dai processi degenerativi
delle acque conseguenti a vari fenomeni
industriali e urbani.
Soltanto negli anni Ottanta l’Italia istituì
un Ministero apposito, prima definito
dell’Ecologia e poi dell’Ambiente.
Il termine “sostenibilità” non è nemmeno
contemplato dalla gran parte dei più dotti
dizionari di scienze sociali, di politica, di
economia e finanza, né in quelli generalisti
anche di fine Novecento.
La rapidità dell’accelerazione dello
sviluppo economico e della popolazione ha
più recentemente imposto il termine
“sostenibilità” che occorre innanzitutto
declinare come metodo, come
14
lungimiranza delle potenzialità di ogni
attività e iniziativa e dei rischi connessi.
La sostenibilità è, in sostanza, alternativa
all’attualismo, a tutto ciò che non valuta le
conseguenze innanzitutto prospettiche.
Sostenibilità è innanzitutto visione lunga e
alternativa alle scelte basate anche sulla
sondaggistica che analizza principalmente
le conseguenze emotive di fenomeni già
consolidati.
L’etica ha incrociato per prima la
sostenibilità e le sue connessioni.
L’etica, termine di derivazione greca ed in
qualche modo equivalente alla latina
morale, ha millenni di riflessioni alle spalle
e già da secoli, implicitamente, contiene
anche i principi della “sostenibilità”, ma
senza una sua specifica, prospettica e
15
matura declinazione, anche se molto
approfondita nei secoli è stata la
discussione sulle leggi della natura, più che
sui suoi limiti prospettici.
Nel Novecento, finalmente, si è affermata
crescentemente la connessione diretta fra
morale civile e diritto pubblico, soprattutto
nel nuovo costituzionalismo, frutto non di
concessioni regie, ma di elaborazioni
collettive di Costituzioni da parte di
Assemblee rappresentative.
L’etica si è così crescentemente diffusa
come consapevolezza più generale, non
solo conseguenza di norme disposte da
autorità non elettive.
Più fortemente sono cresciute le attenzioni
generali verso i diritti dei malati e l’etica
negli affari.
16
Sostenibilità impone un salto di qualità,
innanzitutto metodologico e prospettico, di
valutazione dei rischi di crescita
all’infinito di uno sviluppo che deve essere
preventivamente compatibile con la tutela
della salute e dell’ambiente e con le
possibilità stesse di ulteriore potenziale,
anche inimmaginabile, futuro ulteriore
sviluppo.
La Dottrina sociale della Chiesa ha fatto
importanti sforzi in tal senso. Giovanni
Paolo II, così come suoi autorevoli
contemporanei laici, ha indicato la
necessità che “prevalga l’etica del rispetto
per la vita e la dignità dell’uomo, per i
diritti delle generazioni umane presenti e di
quelle che verranno”.
17
A fine Novecento crebbero le sensibilità
verso i rischi di sviluppo di un mondo più
popolato, più inquinato, meno stabile
ecologicamente e più prospetticamente
vulnerabile. Iniziava a valutarsi che,
nonostante le maggiori produzioni, la
popolazione mondiale sarebbe stata più
povera, che la stessa disponibilità di cibo
avrebbe potuto peggiorare.
Così la tutela dell’ambiente rappresenta
una sfida per tutta l’umanità, un dovere
comune e universale di rispettare beni
collettivi, impedendo che si possa fare
“impunemente uso delle diverse categorie
di esseri viventi o inanimati”.
***
18
I crudeli conflitti in Ucraina e nel vicino
Oriente colpiscono duramente i principi
fondamentali della dignità umana.
Gli aspetti umanitari sono i più gravemente
violati, ma, dopo di essi, non vanno
sottovalutati i rischi per l’economia.
Questi conflitti, oltre alle inammissibili
violenze, portano anche a crescite di costi
energetici e a ulteriori spinte
inflazionistiche che possono portare a
nuovi rischi di indebolimento della crescita
economica.
***
Il recente decennio di tassi a zero e
sottozero ha rivoluzionato la cultura e le
consuetudini del risparmio.
Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei
tassi e al calo della domanda di credito,
19
occorrono riflessioni ed iniziative
innovative.
Il risparmio va sempre rispettato e mai
forzato dalle Istituzioni e da pressioni
commerciali indebite.
Il risparmio è energia fondamentale per lo
sviluppo e l’occupazione: occorre
riformare e ridurre rapidamente la
pressione fiscale sul risparmio investito a
medio e lungo termine.
Gli investimenti del risparmio
nell’economia produttiva non producono
rendite, ma rendimenti più o meno basati
sul rischio.
Occorre non confondere e distinguere i
rendimenti investiti in attività produttive a
medio e lungo termine, rispetto alle
20
operazioni speculative a brevissimo
termine.
Chiediamo alla BCE di combattere
l’inflazione evitando una nuova
recessione: bisogna soprattutto incentivare
lo sviluppo.
Le strette monetarie consistono negli
aumenti dei tassi, nella riduzione degli
acquisti della BCE di titoli di Stato,
nell’impennata dei costi per le banche dei
finanziamenti TLTRO di liquidità e
nell’azzeramento della remunerazione
della riserva obbligatoria che le banche
debbono mantenere depositata nelle
Banche centrali.
Le strette monetarie accentuano la più forte
concorrenza fra le banche nella raccolta
del risparmio, con un’impennata dei
21
rendimenti per i risparmiatori che
investono liquidità con durata prestabilita,
con tassi competitivi con quelli dei Titoli
di Stato.
Gli investimenti di risparmi nelle banche,
soprattutto con durata prestabilita,
combattono i rischi di razionamento del
credito in una fase in cui si è molto ridotta
la liquidità nel mercato, una tendenza che
si sta accentuando con la conclusione delle
ultime TLTRO.
La concorrenza fra le banche sta facendo
gradualmente crescere i rendimenti anche
sulla liquidità nei conti correnti
(innanzitutto strumenti per incassi e
pagamenti) che non è a durata prestabilita
e non può garantire mutui pluriennali e
stabili prestiti a imprese e famiglie.
22
Stato, banche e operatori finanziari
pubblici e privati sono in piena
concorrenza nella raccolta della liquidità
con i tassi e le loro durate.
I risparmiatori ottengono i migliori
rendimenti negli investimenti in liquidità,
vincolando i depositi a scadenze
predefinite.
Concorrenza nella piena legalità,
trasparenza e controlli debbono sempre
garantire i risparmiatori.
***
Dopo anni di ricapitalizzazioni e
ristrutturazioni realizzate dagli azionisti e
dalle banche con sacrifici e senso di
responsabilità, assieme alle rappresentanze
sindacali ed ai lavoratori, i rischi, anche
internazionali, sono nuovamente cresciuti:
23
vi sono nuovi sintomi di deterioramento
del credito che necessitano di ulteriori
prudenziali accantonamenti per il
rafforzamento anche prospettico della
solidità patrimoniale delle banche,
premessa di economia solida.
Bisogna prepararsi in anticipo alle più alte
soglie di requisiti patrimoniali imposte
dalle regole di “Basilea 3+”, mentre sono
cresciuti i rischi di crisi di liquidità: negli
USA le recenti crisi bancarie sono state
crisi di liquidità.
Quando, fino a circa due anni fa, erano
negativi i tassi dei BOT e dei depositi
volontari delle banche in BCE, le banche
in Italia non applicavano tassi negativi ai
risparmiatori.
24
Le banche in Italia hanno un maggior
carico di mutui a tasso fisso (circa il 60%),
rispetto a quelli a tasso variabile.
L’ABI ha pubblicato un memorandum di
iniziative bancarie per aiutare i mutuatari
in difficoltà per far fronte alla crescita dei
tassi variabili: solo in Italia vi è la
possibilità di rinegoziare i contratti di
mutuo anche spostandoli in banche
concorrenti.
Occorrono regole più flessibili per banche,
imprese e famiglie per ristrutturare i crediti
deteriorati: chiediamo che l’Autorità
Bancaria Europea (EBA) renda meno
rigida l’inflessibile normativa che molto
limita le ristrutturazioni dei crediti.
***
25
I rischi e le sfide per le banche non
finiscono mai.
La lotta all’inflazione è la priorità non solo
delle Banche centrali.
Sono evidenti i rischi per il credito a
imprese e famiglie che, in dieci anni di
tassi a zero, spesso non avevano previsto i
rapidi aumenti dei tassi e le riduzioni della
liquidità.
Le banche non hanno rendite di posizione
e vengono da anni difficilissimi per crisi di
imprese e del debito sovrano, recessioni,
epidemie, catastrofi naturali, cui hanno
fatto e fanno fronte con grandi aumenti di
capitale, accantonamenti e ristrutturazioni
sempre socialmente rispettose e realizzate
con costruttivi accordi con le
Rappresentanze Sindacali.
26
Salvo nel caso di una sola banca
nazionalizzata, le banche in Italia hanno
dovuto farsi carico delle forzate risoluzioni
e degli altri oneri delle crisi e dei
salvataggi di banche concorrenti.
Le banche sono impegnate nel garantire
cospicui livelli di liquidità anche a medio e
lungo termine, sempre più preziosa e
costosa.
Fondamentali sono i sistemi di garanzia dei
crediti che debbono proseguire assieme
alla legislazione agevolativa per le
imprese, il Mezzogiorno e per l’acquisto
della prima casa soprattutto, ma non solo,
per i giovani.
Indispensabile è la maggiore tutela degli
onesti con una giustizia civile ancora più
27
efficiente, senza differenze fra le varie
zone d’Italia.
Le recenti crisi bancarie fuori dall’Unione
Europea hanno evidenziato la positività
delle rigorose regole dell’Unione bancaria
e della Vigilanza unica che meglio
garantiscono banche più solide e risparmi
più tutelati.
Saggia, autorevole, coerente e
lungimirante è la posizione della Banca
d’Italia per evitare eccessive strette
monetarie e penalizzazioni dello sviluppo.
La lotta all’inflazione non può dipendere
esclusivamente dalle politiche monetarie:
occorrono strategie rigorose contro ogni
evasione fiscale, per la riduzione del debito
pubblico in rapporto al PIL e in cifra
assoluta, e contro la spirale di crescita dei
28
prezzi, quando l’euro è più robusto della
vecchia lira italiana e limita l’inflazione.
***
Le banche sono fortemente impegnate in
continue innovazioni tecnologiche, per la
tutela dei doveri e diritti di tutti, e
chiedono regole e certezza del diritto che
garantiscano da abusi di ogni genere.
Per l’intelligenza artificiale occorrono
principi etici, trasparenza, responsabilità
sociale per la sicurezza e la protezione dei
dati. Necessita il controllo umano ed etico
degli algoritmi, a tutela di libertà e
responsabilità.
Non deve esserci disordine e concorrenza
sleale di operatori economici e finanziari
non regolamentati: l’esperienza e gli abusi
nelle pseudo cripto valute evidenziano
29
l’indispensabile necessità che le
tecnologie, anche il Metaverso, non siano
estranee alle regole che, come la
tassazione, debbono essere uguali per tutti.
MiCAR, DORA, PISA e il registro
dell’Organismo agenti e mediatori sono
importanti passi in avanti, ma non bastano
nella continua rincorsa fra tecnologie e
regole e nella lotta al riciclaggio e per la
sicurezza.
Importanti sono le iniziative delle Autorità,
come la Consob, contro l’abusivismo
finanziario.
Il progetto di euro digitale è una sfida
impegnativa, con importanti potenzialità e
rischi che necessitano di preventivi limiti
definiti dalle Istituzioni europee e dalla
BCE a tutela della stabilità finanziaria,
30
della legalità e della corretta concorrenza,
per integrare nella complementarietà i
pagamenti elettronici e quelli tradizionali.
L’ABI è impegnata contro la criminalità
cibernetica, promuove l’innovazione
finanziaria partecipando alle iniziative di
molti importanti organismi, a cominciare
da quelle della Banca d’Italia e attraverso
vari enti.
“L’Europa si farà nelle crisi e sarà la
somma delle soluzioni apportate a queste
crisi”, disse profeticamente Jean Monnet,
uno dei principali promotori dell’Unità
europea. Quella storica frase venne
pronunciata nell’agosto 1954, difronte al
fallimento del progetto di realizzare la
CED, la Comunità europea di difesa,
31
promossa in particolare dalla Francia e
dall’Italia e successivamente non ratificata
innanzitutto per un ripensamento francese.
Dal 1954 molti sono stati i momenti di
difficoltà nella realizzazione del sogno di
interrompere secoli di guerre in Europa e
di costruire nella pace un’Europa
gradualmente unita nelle forme man mano
possibili.
Quindi, dopo il fallimento del progetto di
Comunità europea di difesa, maturò la
scelta di realizzare il Mercato comune
europeo (MEC), il cui Trattato istitutivo
venne firmato a Roma nel 1957 fra gli
allora iniziali sei Stati aderenti: Francia,
Italia, Germania Ovest, Belgio, Olanda e
Lussemburgo. Poi il MEC si allargò
progressivamente ad altri Stati europei e
32
nel 1986 venne rafforzato dall’ “Atto unico
europeo” con la libera circolazione dei
lavoratori, delle merci e dei capitali.
Questa costruzione dal Mercato comune
europeo all’Unione europea crebbe poi
ulteriormente con il Trattato di Maastricht
del 1992 e quelli di Amsterdam (1999) e di
Lisbona (2009) e soprattutto con la nascita
dell’Euro, la moneta comune europea che
non è solo un realizzato ambizioso
progetto economico, ma anche
un’importante crescita istituzionale, con la
nascita del Sistema europeo delle Banche
Centrali e della BCE.
La crescita delle Istituzioni europee non ha
realizzato sempre successi: uno dei
principali è indubbiamente l’elezione
popolare diretta del Parlamento europeo
33
dal 1979. Ma poi ha avuto, invece, esito
sfortunato il fondamentale progetto di
realizzare una Costituzione europea, basata
su un Trattato che venne solennemente
firmato a Roma, in Campidoglio, nel 2004,
ma non venne poi ratificato dai referendum
indetti in Francia e nei Paesi Bassi. Anche
dopo il naufragio di quell’ambizioso
progetto, l’Europa reagì ed imboccò
ulteriormente la via della crescita
economica: le crisi finanziarie
internazionali, acuitesi nel 2007-2008,
convinsero la gran parte degli europei a
costruire l’Unione bancaria, innanzitutto
per rafforzare l’integrazione di quelli che
erano allora i sistemi bancari nei vari Stati
d’Europa, con l’istituzione dell’EBA,
l’Autorità che emana le regole bancarie per
34
tutta l’Unione europea, e con un
meccanismo di Vigilanza unico sulle
banche dell’area dell’Euro, realizzato da
un apposito organismo della BCE, con la
collaborazione delle Vigilanze dei Paesi
membri e con complesse regole
(certamente da rivedere) per affrontare
crisi bancarie. Del progetto di Unione
bancaria non è stato realizzato il “terzo
pilastro” riguardante la garanzia europea
sui depositi nelle banche che tuttora grava
sui sistemi nazionali costituiti dalle
banche. Evidentemente sussistono
diffusamente in Europa diffidenze,
preoccupazioni e volontà di non impiegare
risorse per salvare banche di altri Stati.
Ora occorre guardare avanti, oltre alle
polemiche, per affrontare positivamente,
35
come ammoniva Monnet, le attuali
problematiche europee.
Per quanto riguarda l’ulteriore crescita
dell’Unione bancaria, occorre prendere
realisticamente atto dell’esperienza ormai
di questo decennio e procedere nelle forme
possibili, a cominciare dalla realizzazione
di Testi unici europei (che non costano)
innanzitutto di diritto bancario, per
superare le differenze normative fra i diritti
dei vari Stati che appartengono all’Unione
bancaria. Ciò è indispensabile per la
crescita dell’Unione bancaria e per
semplificare le attività e la crescita delle
banche che già operano (con non poche
complessità) nei vari Paesi europei.
36
Nello scorso anno è stato ricordato il
cinquantenario della morte di Raffaele
Mattioli, magistrale ed attualissimo
esempio di banchiere umanista,
intransigente sui principi e fortemente
innovatore nella concretezza delle attività
bancarie.
La cultura, lo spirito critico, il coraggio e
la determinazione di banchieri come
Mattioli ci illuminano anche nelle nuove
sfide che il mondo bancario deve
affrontare con lungimiranza, per la
sostenibilità nelle complessità, per la
maggiore certezza del diritto anche
prospettica, per la semplicità delle norme e
delle procedure anche nelle tecnologie, per
la sempre maggiore solidità patrimoniale e
di liquidità delle banche, nella concorrenza
37
del pluralismo dei modelli bancari, nella
prevenzione delle crisi.
Seguiamo l’alto esempio di banchieri come
Mattioli, rifiutando il cinismo, l’avidità,
l’economia priva di etica, l’assenza di
memoria, anteponendo i principi,
impegnati in doveri non evanescenti e per
una moralità non accomodante.
Antonio Patuelli
Presidente Associazione Bancaria Italiana