
(AGENPARL) – mar 12 marzo 2024 SISTEMA
INFORMATIVO
EXCELSIOR
PREVISIONI DEI
FABBISOGNI
OCCUPAZIONALI E
PROFESSIONALI
IN ITALIA A MEDIO
TERMINE
(2024-2028)
SCENARI PER L’ORIENTAMENTO
E LA PROGRAMMAZIONE
DELLA FORMAZIONE
SISTEMA
INFORMATIVO
EXCELSIOR
PREVISIONI DEI
FABBISOGNI
OCCUPAZIONALI E
PROFESSIONALI
IN ITALIA A MEDIO
TERMINE
(2024-2028)
SCENARI PER L’ORIENTAMENTO
E LA PROGRAMMAZIONE DELLA
FORMAZIONE
Il Sistema Informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali – si colloca tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro.
A partire dal 2010, il Sistema Informativo Excelsior fornisce anche previsioni sul fabbisogno occupazionale a
medio termine (orizzonte quinquennale), tramite un modello econometrico multisettoriale e con un approccio
principali indirizzi di studio. Il modello, che valorizza le informazioni acquisite periodicamente tramite le indagini
Excelsior condotte presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi, consente di prevedere l’evoluzione
dell’occupazione per 35 settori (compresa la Pubblica Amministrazione) e di derivare il fabbisogno occupazionale
(al netto del settore agricolo, della silvicultura e della pesca) per gruppo professionale, livello di istruzione e
principali indirizzi formativi.
Il volume fa parte della collana di pubblicazioni del Sistema Informativo Excelsior (2023) consultabile al sito:
https://excelsior.unioncamere.net.
© 2023 Unioncamere, Roma
Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028) di Unioncamere
https://excelsior.unioncamere.net/sites/default/files/pubblicazioni/2024/report_previsivo_2024-28.pdf
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SOMMARIO
PREMESSA ……………………………………………………………………………………………………………4
INTRODUZIONE ……………………………………………………………………………………………..5
LE IPOTESI ADOTTATE NEL MODELLO DI PREVISIONE E LE DIFFERENZE TRA I DIVERSI
SCENARI IPOTIZZATI ……………………………………………………………………………………….9
I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI NEL 2024-2028 …………………………………………………13
Il fabbisogno complessivo ……………………………………………………………………………………. 13
L’expansion demand per componenti e filiere ……………………………………………………….. 15
La replacement demand per componenti e filiere ………………………………………………….. 17
IL FABBISOGNO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NEL 2024-2028 ………………….22
I FABBISOGNI PER PROFESSIONI E COMPETENZE NEL PERIODO 2024-2028 ……………25
I fabbisogni per professioni …………………………………………………………………………………. 25
I fabbisogni per competenze digitali e green …………………………………………………………. 29
Box 1: Fabbisogni delle filiere di professioni e competenze green e digitali …………………………. 33
Box 2: Competenze per l’Intelligenza Artificiale: l’Italia a confronto con Germania, Francia e
Spagna ……………………………………………………………………………………………………………. 37
I FABBISOGNI PER INDIRIZZI DI STUDIO E IL CONFRONTO CON L’OFFERTA IN USCITA
DAL SISTEMA FORMATIVO NEL 2024-2028 ……………………………………………………….43
Il fabbisogno e l’offerta di formazione terziaria ……………………………………………………… 44
Il fabbisogno e l’offerta di formazione secondaria di secondo grado ………………………… 46
Box 3: Mismatch domanda offerta di lavoro, costi e obiettivi strutturali …………………………….. 49
I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI DELLE REGIONI …………………………………………………54
CONSIDERAZIONI DI SINTESI ………………………………………………………………………….64
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ………………………………………………………………………………….66
NOTA METODOLOGICA …………………………………………………………………………………………67
APPENDICE 1 – CORRISPONDENZA TRA LA CLASSIFICAZIONE ATECO 2007 E I SETTORI
UTILIZZATI NEL MODELLO PREVISIVO EXCELSIOR ………………………………………………77
APPENDICE 2 – TABELLA DI RACCORDO TRA LE FILIERE E LE ATTIVITÀ ECONOMICHE SECONDO
LA CLASSIFICAZIONE ATECO 2007 …………………………………………………………………..79
ALLEGATO STATISTICO…………………………………………………………………………………………..80
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PREMESSA
Questo nuovo Rapporto Excelsior analizza lo scenario previsivo sui fabbisogni occupazionali,
professionali e formativi dell’economia italiana nel “medio termine”, cioè per l’orizzonte temporale del
quinquennio 2024-2028.
A differenza delle pubblicazioni periodiche a cadenza mensile e annuale tratte dall’indagine continua
Excelsior – limitate ai dipendenti e agli altri addetti previsti in ingresso nelle imprese iscritte nei registri
camerali – il campo di osservazione delle previsioni quinquennali qui presentate si estende anche al
settore agricolo e della pesca e alla Pubblica Amministrazione, oltre ad includere la componente
occupazionale dei lavoratori indipendenti.
Il grado di incertezza nel formulare gli scenari evolutivi dell’economia per i prossimi anni risulta
particolarmente elevato non solo a causa della velocità dei cambiamenti tecnologici e organizzativi nei
mercati internazionali, ma anche a causa della crescente instabilità e conflittualità del quadro
geopolitico internazionale.
In un contesto così incerto e in rapida evoluzione è comunque importante ricercare indicazioni sul futuro
del mercato del lavoro per la programmazione della formazione e per l’orientamento scolastico,
universitario e professionale. Unioncamere fornisce in questo senso il suo contributo attraverso il
presente Rapporto che utilizza e perfeziona il modello di previsione già messo a punto a partire dal
2010, incorporando, oltre agli shock causati dalla pandemia e dallo scenario geopolitico, anche gli
effetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Le risorse del PNRR rappresentano, infatti, un elemento che inciderà notevolmente sui fabbisogni
professionali e formativi dei prossimi anni. Si ricorda che la maggior parte di queste risorse viene
erogata attraverso il Recovery and Resilience Facility (RRF), il principale strumento del programma Next
Generation EU per cui è richiesto l’utilizzo di tali finanziamenti entro il 2026, con erogazioni semestrali
subordinate al completamento delle riforme e degli investimenti previsti dall’accordo con la
Commissione Europea, secondo la riformulazione presentata a luglio 2023 e approvata dalla
Commissione Europea nel novembre 2023. Il nuovo Piano nazionale di Ripresa e Resilienza italiano ha
ora un valore di 194,4 miliardi di euro e copre 66 riforme e 150 investimenti.
Nei prossimi anni avremo perciò il maggior impiego di risorse PNRR che impatteranno sulle necessità
di un’offerta di manodopera adeguata – per quantità e qualità – in tutto il quinquennio. Si consideri
inoltre che ulteriori risorse, con condizioni di utilizzo temporale meno stringente, sono disponibili
tramite il programma comunitario React-EU (13,5 miliardi) e la programmazione nazionale aggiuntiva,
che include la creazione di un Fondo Nazionale Complementare (30,6 miliardi). Complessivamente,
pertanto, i finanziamenti ammontano a oltre 230 miliardi, corrispondenti a circa il 13% del PIL.
Le ipotesi adottate in questo Rapporto per valutare la crescita occupazionale, e la relativa generazione
dei fabbisogni professionali e formativi, sono allineate all’ultimo aggiornamento della NADEF di
settembre 2023 e agli interventi normativi dell’ultima legge di bilancio per il 2024.
Questo Rapporto contiene, infine, un importante sviluppo nel campo delle previsioni occupazionali a
medio termine consentendo di pervenire ad un più ricco dettaglio delle stime elaborate a livello di
singola Regione. Quest’innovazione è stata implementata per riuscire a rispondere alle crescenti
esigenze informative di Regioni, Enti locali, Governo e Parti Sociali impegnati nella programmazione
della formazione e delle politiche attive del lavoro. A tale scopo, dunque, per la prima volta il Rapporto
include un capitolo dedicato all’analisi dei fabbisogni occupazionali attesi nel prossimo quinquennio
nelle diverse regioni italiane e un allegato statistico con cui si presentano – per ciascun territorio
regionale – tre tavole rispettivamente con il dettaglio dei dati previsionali per i principali macro-settori
economici, per le principali professioni richieste (fino al dettaglio dei “gruppi professionali” – II digit della classificazione ISTAT CP2021) e, infine, per livelli di istruzione e i principali indirizzi di studio.
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INTRODUZIONE
L’economia italiana e il suo mercato del lavoro sono a un cruciale punto di snodo. Da una parte sono
stati investiti sin dall’inizio del nuovo millennio da tre megatrend che ne hanno modificato
profondamente le caratteristiche e la fisionomia. Dall’altra negli ultimi tre anni questi megatrend sono
stati seguiti da tre shock avversi che hanno messo a dura prova la stabilità economica e sociale.
I megatrend identificano profonde trasformazioni strutturali che caratterizzano tutte le economie
avanzate e non solo. Queste trasformazioni comprendono la transizione digitale, la transizione
ambientale e la transizione demografica, ciascuna delle quali avrà un impatto significativo sulla società
sotto diversi aspetti, soprattutto sulla struttura occupazionale nel prossimo futuro.
Considerando in primis la rivoluzione digitale, come spesso sottolineato, gli effetti di essa sul mercato
del lavoro si manifestano attraverso diverse direzioni. Da una parte c’è una dimensione sostitutiva,
determinata dal fatto che le nuove tecnologie sostituiscono il lavoro umano o molte attività dello
stesso. Dall’altra c’è la dimensione trasformativa in cui la tecnologia trasforma i lavori esistenti
modificando le competenze richieste per svolgerli. Infine, c’è la dimensione creativa/incrementale che
deriva dal fatto che la tecnologia da una parte genera nuove figure professionali non precedentemente
esistenti e dall’altra, nella misura in cui determina una crescita della produttività, aumenta le
opportunità economiche e con esse la domanda di lavoro. Inizialmente si pensava che le nuove
tecnologie sostituissero prevalentemente le occupazioni routinarie, sia semplici che complesse
intaccando prevalentemente le professioni a media e bassa qualifica. Recentemente l’avvento
dell’intelligenza artificiale ha esteso notevolmente lo spettro di attività che possono essere svolte
efficientemente dagli algoritmi sollevando diffuse preoccupazioni.
Parallelamente, si osserva un crescente impegno delle principali economie mondiali nel campo
energetico e ambientale, focalizzato sulla “transizione verde”. Questa strategia di crescita si basa
sull’innovazione, stabilendo ambiziosi obiettivi ambientali. Tale approccio favorirà lo sviluppo di
opportunità occupazionali legate alle tecnologie rinnovabili, con effetti positivi che si estenderanno
anche ai settori correlati. Ma è evidente che diversi settori, e soprattutto quelli ad elevato consumo
energetico, necessiteranno di significative ristrutturazioni per adottare la transizione verde e questo
genererà anche importanti impatti occupazionali e sociali da gestire con politiche e tempistiche
adeguate.
Infine, i processi demografici costituiscono la terza grande transizione. L’invecchiamento della
popolazione è diventato un tratto distintivo delle economie avanzate e non solo. Dalle previsioni
demografiche dell’Istat, tra cinque anni in Italia la popolazione con almeno 60 anni crescerà dell’8%, a
fronte di una diminuzione del 4% delle persone tra 18 e 59 anni. Questo fenomeno modifica la
composizione per età della forza lavoro, accrescendo le criticità che il mercato del lavoro dovrà
affrontare per reperire figure professionali a causa della carenza di forza lavoro – soprattutto giovane
– che possa sostituire il personale in uscita per pensionamento, rappresentando quindi un vincolo alla
crescita del Paese ed allo stesso risanamento delle finanze pubbliche.
Il trend demografico incide, però, anche sui modelli di consumo e di spesa, accrescendo il peso della
cosiddetta “silver economy”: la possibilità di vivere più a lungo e in condizioni migliori comporta la
necessità di riorganizzare sicuramente la sanità e l’assistenza per adattarle alla nuova struttura della
popolazione, ma anche la possibilità di sviluppo di nuovi mercati in diversi ambiti (farmaceutica, servizi
culturali, turistici, assicurativi, immobiliari).
I megatrend appena richiamati si intersecano con alcuni grandi shock che hanno colpito l’economia
italiana ed internazionale negli ultimi tre anni. In primo luogo, lo shock pandemico che ha
pesantemente impattato a livello economico comportando la maggiore recessione mai verificatasi dal
dopoguerra. In secondo luogo, l’esplosione della guerra in Ucraina, oltre a determinare pesanti
ripercussioni geopolitiche, ha causato un aumento significativo dei prezzi dei prodotti energetici e di
numerose materie prime determinando un aumento dei costi di produzione delle imprese. E la recente
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escalation della guerra in Medio Oriente e nel Mar Rosso ha ulteriormente accentuato i rischi di
instabilità dell’area rinnovando le tensioni sia sui prezzi dei prodotti energetici sia sulla sicurezza del
commercio internazionale attraverso le tradizionali rotte marittime e sul grado di rischio nei mercati
finanziari.
Infine, la fiammata inflazionistica causata sia dalla rapida ripresa post-pandemica che dall’aumento dei
prezzi delle materie prime e fonti energetiche conseguenza della guerra in Ucraina ha portato le
banche centrali ad alzare notevolmente i tassi di interesse, rallentando la ripresa economica che si
stava iniziando a consolidare dopo gli shock precedenti.
In questo quadro si sta modificando profondamente il mercato del lavoro italiano, generando un
rilevante cambiamento delle skill richieste dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione. Come
sottolineato dalla letteratura scientifica, diverranno sempre più importanti le cosiddette competenze
trasversali (skill cognitive, sociali, ecc.) che affiancano le competenze tecniche. Al tempo stesso le
competenze specifiche legate alle transizioni sopra citate stanno diventando sempre più pervasive e
centrali: buona parte delle occupazioni del futuro saranno intensive di competenze digitali e green,
oltre ad avere maggiore attenzione alle tematiche di invecchiamento della popolazione. Certamente
per tutte le figure professionali, il lavoro del futuro sarà caratterizzato da una maggiore complessità,
richiedendo competenze diversificate e in continuo aggiornamento.
A seguito dello shock pandemico, nel 2021 l’Unione Europea ha varato un piano straordinario di
finanziamenti di cui l’Italia è uno dei principali beneficiari, con il PNRR che sommerà fondi pari a 194
miliardi di euro entro il 2026.
Gli investimenti e le riforme legate al PNRR sono stati progettati per contrastare gli effetti negativi
della pandemia e rafforzare la resilienza delle economie europee, con una particolare enfasi sulla
transizione verde e sulla digitalizzazione. Nonostante la pianificazione delle risorse sia avvenuta in un
contesto che è successivamente cambiato, a causa degli altri shock intervenuti e delle modifiche alle
politiche monetarie e fiscali, il PNRR rappresenta un’occasione straordinaria di sviluppo.
Tuttavia, la sfida è notevole, considerando il basso tasso di crescita del PIL sin dall’inizio del nuovo
millennio e la scarsa crescita della produttività, segno di una cattiva allocazione delle risorse e di un
limitato utilizzo delle innovazioni tecnologiche. Il tema della produttività diviene cruciale proprio alla
luce del rilevante impatto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro.
Come sottolineato sopra, queste nuove tecnologie hanno un potenziale effetto incrementale
sull’intera economia e sulla domanda di lavoratori che passa attraverso la crescita della produttività.
La possibilità di attenuare l’effetto negativo sul mercato del lavoro dipende in larga parte dalla capacità
del sistema economico di utilizzare al meglio l’effetto di produttività.
La figura 1.1 mostra la dinamica della crescita della produttività italiana in un’ottica comparata con
Francia, Germania, Spagna e con la media dei paesi dell’Area Euro (Euro 19). I grafici evidenziano come
la crescita della produttività complessiva dell’economia italiana sia stata tra le più basse tra le
economie europee; in particolare, in Italia l’andamento dell’industria manifatturiera è sostanzialmente
in linea con il resto dei paesi, mentre la scarsa crescita della produttività appare collegata alle
dinamiche rilevate nei settori delle costruzioni e dei servizi.
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FIGURA 1.1 – DINAMICA DELLA CRESCITA DELLA PRODUTTIVITÀ IN ITALIA E CONFRONTO CON I PRINCIPALI PAESI EUROPEI
Fonte: elaborazioni Unioncamere di dati Eurostat
La figura 1.2 mostra la situazione italiana in maggiore dettaglio. In essa sono rappresentati i contributi
alla crescita della produttività totale dei singoli settori. Il valore è la media 2000-2019 e i settori sono
stati ricondotti ai macrosettori Excelsior. Il tasso di crescita medio annuo della produttività tra il 2000
e il 2019 è pari allo 0,3% ed è dato dalla media ponderata dei tassi di crescita dei singoli settori.
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FIGURA 1.2 – CONTRIBUTO DEI DIVERSI SETTORI ALLA CRESCITA DELLA PRODUTTIVITÀ, 2000-2019
-4,00
-3,00
-2,00
-1,00
Totale
Agricoltura
Estrazione
Alimentare
Tessile
Legno e mobile
Chimica e petrolifera
Farmaceutica
Gomma e plastica
Metallurgica
Elettronica
Elettrica
Macchinari
Mezzi Trasporto
Public Utilities
Costruzioni
Commercio
Trasporto
Turismo
Informazione e comunicazione
Att. Finanziarie
Servizi Avanzati
Servizi operativi
Istruzione
Sanita’
Intrattenimento
Fonte: elaborazioni Unioncamere di dati Eurostat
Questi dati, seppur a grandi linee, danno un’idea della portata della sfida che fronteggia il PNRR. La
maggior parte delle risorse, infatti, si concentra su investimenti infrastrutturali e digitali orientati
prevalentemente verso i settori che hanno il maggior deficit di produttività. Il successo del Piano sarà
proprio nella capacità di stimolare la produttività in questi settori. Infatti, come evidenziato dai risultati
di questo volume e dai dati annuali 2023 del Sistema Informativo Excelsior, costruzioni, turismo, servizi
operativi e avanzati sono tra i settori caratterizzati dalla maggior crescita occupazionale ma anche dai
maggiori livelli di difficoltà di reperimento1.
Per maggiori approfondimenti sui dati 2023 del Sistema Informativo Excelsior si veda: Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema
Informativo Excelsior, La domanda di professioni e di formazione delle imprese italiane nel 2023. Monitoraggio dei flussi e
delle competenze per favorire l’occupabilità.
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LE IPOTESI ADOTTATE NEL MODELLO DI PREVISIONE E LE DIFFERENZE TRA
I DIVERSI SCENARI IPOTIZZATI
L’impostazione seguita per lo sviluppo delle stime segue l’impianto adottato dal Cedefop che fornisce
previsioni occupazionali come somma algebrica delle due componenti di expansion e replacement
demand.2 La prima di queste due componenti evidenzia gli andamenti legati alla tendenza
dell’economia mentre la seconda quelli legati al turnover dei lavoratori.
A partire dal quadro sopra delineato, si è applicato il modello previsivo3 che fornisce in primo luogo
l’evoluzione dello stock degli occupati medi annui a livello settoriale fino al 2028. Per ciascun settore
le variazioni annuali dello stock di occupati identificano la domanda di lavoro incrementale (expansion
demand), che può essere di segno positivo o negativo.
Per ottenere le previsioni occupazionali a livello settoriale, coerentemente con quanto riportato in
letteratura, è stata stimata un’equazione di domanda di lavoro (definita in termini di tassi di crescita)
in cui l’occupazione è stata espressa come funzione della produzione e delle retribuzioni.
La formulazione del modello è stata rivista in modo significativo rispetto al passato per cogliere
l’impatto collegato all’impiego delle risorse del PNRR, che tendono ad essere concentrate in settori
specifici. Devono essere considerate anche le relazioni intersettoriali in modo esplicito, dato che il
rallentamento o la ripresa di un determinato settore ha ripercussioni dirette sui settori a monte e a
valle della catena del valore.
Il modello econometrico stima, dunque, il PIL settoriale come funzione di: a) la propria dinamica, b) la
dinamica dei settori contigui, c) la dinamica del PIL aggregato. La dinamica dell’occupazione è
successivamente stimata sulla base dell’andamento del PIL settoriale, delle retribuzioni e del PIL
aggregato.
Per la formulazione degli scenari è stata presa a riferimento la Nota di Aggiornamento al Documento
di Economia e Finanza (NADEF) presentata dal Governo il 27 settembre 2023. La NADEF aggiorna le
stime del quadro tendenziale del DEF, inserendo un quadro programmatico che incorpora l’effetto dei
principali provvedimenti che il Governo adotterà a seguito della Legge di Bilancio 2024.4
In considerazione del quadro di estrema incertezza a livello geopolitico e macroeconomico, in questa
edizione sono stati elaborati tre diversi scenari. Nel dettaglio, lo scenario A, più favorevole, ha come
riferimento il quadro programmatico del Governo contenuto nella NADEF. Tale quadro incorpora gli
effetti sull’economia italiana di tutti gli interventi legati alle risorse del Piano Next Generation EU,
rivede al rialzo l’impatto di bilancio dei crediti d’imposta legati al superbonus e prevede il ricorso a un
maggior indebitamento netto per finanziare gli interventi di bilancio previsti a sostegno della crescita.
Questo scenario prevede una crescita economica dello 0,8% nel 2023, dell’1,2% nel 2024 e dell’1,4%
nel 2025. Il tasso di crescita è previsto poi stabilizzarsi nel triennio successivo all’1%5.
Lo scenario B – intermedio – è stato costruito seguendo le previsioni realizzate dal Fondo Monetario
Internazionale nell’edizione del World Economic Outlook di ottobre 2023. Secondo questo scenario
l’economia italiana è attesa crescere dello 0,7% nel 2023 e nel 2024, dell’1% nel 2025 e dell’1,1% nel
2 Si veda Cedefop, Eurofound (2018).
Skills forecast: trends and challenges to 2030. Luxembourg: Publications Office. Cedefop
reference series; No 108. hiip://data.europa.eu/doi/10.2801/4492.
Le stime e le previsioni qui presentate sono ottenute utilizzando un modello di tipo VAR (Vector Autoregressive), che descrive l’andamento di un insieme di variabili endogene a partire dalla dinamica evolutiva individuale e comune delle stesse.
Si rimanda alla Nota metodologica per ulteriori approfondimenti.
Il report è stato chiuso l’8 marzo 2024.
I dati incorporati nella NADEF comprendono i valori del PNRR antecedenti la revisione recentemente approvata dalla UE e
dal Governo italiano.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
2026, per poi oscillare tra l’1% e lo 0,9% nel 2027-28. Si tratta dunque di uno scenario meno favorevole
rispetto a quello del quadro programmatico della NADEF, soprattutto con riferimento al biennio 202425.
Lo scenario C – negativo – è stato predisposto considerando l’insieme dei 4 rischi (considerati nello
stesso quadro previsionale predisposto da Governo) che possono modificare sostanzialmente il quadro
macroeconomico: a) un aumento del prezzo dei beni energetici, b) un rallentamento del commercio
internazionale dovuto al rallentamento della domanda globale e alla maggiore incertezza, c) un
peggioramento delle ragioni di scambio, d) un aggravarsi delle condizioni finanziarie di accesso al
credito per le imprese, come conseguenza del repentino aumento dei tassi di interessi da parte delle
banche centrali in risposta alla crescita dell’inflazione.
Tali ipotesi sono esplicitamente contenute nella NADEF e prevedono un sostanziale rallentamento
della crescita. Secondo questo scenario il PIL crescerà dello 0,3% nel 2024, dello 0,5% nel 2025, dello
0,1% nel 2026 e dello 0,5% nel biennio 2027-28.
TABELLA 2.1 – PREVISIONI SUL PIL DELL’ITALIA ALLA BASE DEGLI SCENARI (VARIAZIONE PERCENTUALE)
Scenario
A (positivo)
B (intermedio)
C (negativo)
I diversi scenari naturalmente hanno impatti differenziati anche sullo stock occupazionale, la cui
crescita nel quinquennio 2024-2028 potrà raggiungere il 2,9% (+722mila unità in termini assoluti) nel
caso dello scenario ottimistico (figura 2.1). Nello scenario intermedio si stima un incremento degli
occupati del 2,1%, pari a circa 521mila unità in più; un andamento positivo, seppure di entità molto
modesta è previsto anche nel caso dello scenario negativo, con un incremento dello stock
occupazionale attorno all’1% (+238mila unità). Il confronto tra lo scenario positivo e quello
intermedio evidenzia pertanto una diminuzione della crescita di circa 200mila occupati, mentre più
che doppia (480mila unità in meno) potrà essere la riduzione rispetto a quello negativo.
FIGURA 2.1 – SERIE STORICA (2005-2022) E PREVISIONI (2023-2028) RELATIVE ALLO STOCK DI OCCUPATI TOTALI*
*Compresa agricoltura – sono esclusi i servizi domestici.
Fonte: Unioncamere
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Si segnala che le stime effettuate comprendono i risultati delle previsioni relative alla Pubblica
Amministrazione, la cui crescita prevista sfiorerà le 61mila unità nel quinquennio, circa 12mila all’anno,
nei diversi scenari considerati (tabella 2.2).
Inoltre, in linea con l’impostazione adottata dal Cedefop a livello Europeo, è utile precisare che
l’expansion demand costituisce solo una parte del fabbisogno complessivo: anche in settori in cui si
verifica una contrazione complessiva dei livelli di impiego, vi sono infatti opportunità di lavoro che si
aprono. Occorre infatti considerare un’ulteriore componente della domanda di lavoro, la cosiddetta
replacement demand, costituita dalla domanda che deriva dalla necessità di sostituzione dei lavoratori
in uscita (per pensionamento o mortalità), che è sempre positiva e – poiché fa riferimento all’intero
stock della popolazione lavorativa – risulta ampiamente superiore all’altra componente. La stima di
questa componente di “sostituzione”, in ciascuno degli scenari ipotizzati, è pari a 2,9 milioni di unità
durante il quinquennio 2024-2028, di cui circa 2,2 milioni nel settore privato e quasi 700mila nella
PA (rispettivamente 446mila e 136mila unità medie annue).
Il fabbisogno lavorativo, che costituisce la principale variabile del modello, è dato dalla somma di
queste due componenti. Quindi, si stima che dal 2024 al 2028 il mercato del lavoro italiano potrà
avere bisogno nel complesso di 3,1 – 3,6 milioni di occupati a seconda dello scenario considerato,
ovvero tra 630mila e 727mila lavoratori all’anno.
La domanda per necessità di sostituzione rappresenta la componente che incide maggiormente nella
determinazione del fabbisogno occupazionale. Essa, infatti, pesa sul totale per una quota compresa
tra il 92% nello scenario peggiore (dove la quota dell’expansion demand è pari al solo 8%) e l’80% nel
caso dello scenario migliore (dove la domanda attribuibile all’espansione occupazionale incide per il
20%).
TABELLA 2.2 – PREVISIONI DI EXPANSION DEMAND, REPLACEMENT DEMAND E FABBISOGNI NEI 3 SCENARI
Expansion settori privati
Expansion PA
Replacement settori privati
Replacement PA
FABBISOGNI TOTALI
Scenario positivo
Totale
Medie
2024-2028
annue
661.700
132.300
60.500
12.100
445.900
681.800
136.400
726.700
Scenario intermedio
Totale
Medie
2024-2028
annue
460.400
92.100
60.500
12.100
445.900
681.800
136.400
686.500
Scenario negativo
Totale
Medie
2024-2028
annue
177.900
35.600
60.500
12.100
445.900
681.800
136.400
630.000
Fonte: Unioncamere
Sulle previsioni – per ognuno dei tre scenari sopra richiamati – pesa soprattutto l’impatto positivo
atteso dall’utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come è stato evidenziato,
il PNRR rappresenta una grande occasione di crescita per il Paese anche se il quadro economico in cui
si inserisce è variato dalla sua iniziale programmazione. Le riforme e gli interventi legati al PNRR mirano
a sostenere la ripresa economica e sociale attraverso investimenti strategici e riforme prioritariamente
orientati alla transizione verde e alla digitalizzazione, con l’obiettivo di aumentare la resilienza
dell’economia italiana sia di fronte al cambiamento climatico che a quello tecnologico.
Da un rapporto presentato recentemente dalla Commissione Europea6 sul programma Next
Generation EU (NGEU), si evince che secondo i modelli del NIESR (Istituto nazionale di ricerca
economica e sociale), grazie alle risorse dal Recovery and Resilience Facility (RRF) il PIL dell’Unione
europea nel 2026 sarebbe superiore dell’1,4% (al netto delle riforme) rispetto ad uno scenario senza
Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European economic and social
committee and the Committee of the regions. Commission staff working document. Mid-term evaluation of the Recovery
and Resilience Facility, 21/02/2024.
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NGEU. In particolare, per l’Italia – che risulta tra i principali beneficiari dei fondi RRF e ha raggiunto il
maggior numero di obiettivi (finora 178 su 527) – la ricerca stima un impatto compreso tra l’1,9% e il
2,6% sulla crescita del PIL a seconda dello scenario (a bassa o elevata produttività).
In parallelo, bisogna considerare i dati della IV Relazione del Governo sullo stato di attuazione del
PNRR, da cui risulta che la spesa monitorata alla fine del 2023 è pari a 45,65 miliardi di euro (circa 43
miliardi al netto degli investimenti usciti dal Piano con la rimodulazione), di cui 26,74 miliardi per crediti
d’imposta relativi a Superbonus, Industria 4.0 e incentivi a ricerca e sviluppo. Quindi, i 151,4 miliardi di
euro rimanenti dovranno essere spesi tra il 2024 e il 2026. Ancora una volta emerge da questi dati
l’entità della sfida che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni, ma anche le straordinarie opportunità
per il Paese nel caso di completa realizzazione degli investimenti del Piano.
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I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI NEL 2024-2028
Il fabbisogno complessivo
A partire dal presente capitolo per l’esposizione dei dati si farà riferimento agli scenari A e C descritti
nelle pagine precedenti, che quindi rappresentano rispettivamente le previsioni più ottimistiche e
quelle meno favorevoli, a seconda che si verifichino i rischi ipotizzati di un rallentamento del
commercio internazionale, di incrementi dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime,
un’ulteriore crescita dell’inflazione e difficoltà di accesso al credito.
Come anticipato al precedente Capitolo 2, si stima, come somma dell’expansion demand e della
replacement demand, un fabbisogno occupazionale complessivo compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di
unità per il periodo 2024-2028, pari a una media di 630-730mila unità all’anno.
TABELLA 3.1 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028 PER COMPONENTE, MACROSETTORE E FILIERA
TOTALE
di cui:
Indipendenti
Dipendenti privati
Dipendenti pubblici
di cui:
Agricoltura
Industria
Servizi
di cui:
Agroalimentare
Legno e arredo
Meccatronica e robotica
Informatica e telecomunicazioni
Salute
Formazione e cultura
Finanza e consulenza
Commercio e turismo
Mobilità e logistica
Costruzioni e infrastrutture
Altri servizi pubblici e privati
Altre filiere industriali
Fabbisogno totale (v.a.)*
2024-2028
scenario C
scenario A
Tasso di fabbisogno**
2024-2028
scenario C
scenario A
502.700
742.300
656.400
742.300
-6.700
656.500
13.600
788.700
47.600
40.100
18.700
97.700
49.700
510.400
474.400
330.300
551.000
113.800
263.000
484.000
169.000
73.600
75.000
29.200
129.100
68.000
522.400
513.400
398.700
682.500
135.700
289.700
528.900
187.500
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Rapporto percentuale in media annua tra fabbisogni e stock di occupati.
Fonte: Unioncamere
I dati evidenziano che i lavoratori dipendenti nel settore privato contribuiranno a determinare la
maggior parte del fabbisogno, con una quota pari al 61% del totale (media dei due scenari). I dipendenti
pubblici avranno un peso del 22%, mentre la quota degli indipendenti si attesterà al 17%.
Oltre il 78% della domanda proverrà dall’insieme dei settori dei servizi, nel quale confluisce la PA, con
un fabbisogno stimato compreso tra 2,5 e 2,8 milioni di unità tra il 2024 e il 2028, mentre la richiesta
dei settori industriali varierà tra le 656mila e le 789mila unità, per una quota pari al 21% (media dei
due scenari). La domanda di lavoro prevista nell’agricoltura sarà invece marginale, pari a circa 14mila
unità nello scenario positivo, mentre nello scenario meno favorevole si prevede un fabbisogno
negativo di circa 7mila unità, per effetto della più ampia reduction demand stimata (si veda paragrafo
3.2).
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FIGURA 3.1 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI DELLE FILIERE NEL PERIODO 2024-2028 PER COMPONENTE – SCENARIO POSITIVO
Commercio e turismo
682.500
Altri servizi pubblici e privati
528.900
Salute
522.400
Formazione e cultura
513.400
Finanza e consulenza
398.700
Costruzioni e infrastrutture
289.700
Altre filiere industriali
187.500
Mobilità e logistica
135.700
Meccatronica e robotica
129.100
75.000
Agroalimentare
73.600
Dipendenti privati
Informatica e telecomunicazioni
68.000
Indipendenti
Legno e arredo
29.200
Fonte: Unioncamere
Guardando più in dettaglio alle filiere che costituiscono il tessuto economico nazionale, emerge in
primo luogo il fabbisogno elevato – in termini assoluti – della filiera “commercio e turismo”, con una
previsione compresa tra 551mila e 683mila unità (circa il 18% del fabbisogno complessivo).
Altre tre filiere esprimeranno fabbisogni occupazionali particolarmente elevati nel quinquennio: gli
“altri servizi pubblici e privati” (484-529mila unità), che comprendono i servizi operativi di supporto
alle imprese e alle persone e la PA in senso stretto, la filiera della “salute” (510-522mila unità), e quella
della “formazione e cultura” (474-513mila unità). Queste tre filiere sono quelle che fanno registrare i
tassi di fabbisogno più elevati, compresi tra il 3,4% e il 4,6% in media all’anno, a fronte di una media
del 2,8-3,2% per l’insieme delle attività dei servizi e del 2,6-2,9% per la totalità delle attività
economiche.
Ciò si deve sia alle positive prospettive in queste filiere – caratterizzate da tassi di expansion sopra la
media come si vedrà nel paragrafo successivo – sia alla significativa presenza, all’interno di esse, di
aziende ed enti pubblici per i quali è attesa una elevata replacement demand e, conseguentemente,
un elevato tasso di fabbisogno. Infatti, considerando le diverse categorie di lavoratori, il tasso più
elevato si registra per i dipendenti del settore pubblico (4,4%), mentre per gli indipendenti e per i
dipendenti privati i tassi varieranno rispettivamente tra il 2,1% e il 2,3% e 2,5-2,9%.
Una ulteriore filiera per la quale è prevista una domanda di lavoratori rilevante in termini assoluti è
quella della “finanza e consulenza”, con un fabbisogno che nell’arco del periodo 2024-28 compreso tra
330mila e 400mila unità, sostenuta prevalentemente dalle attività legate ai servizi di consulenza.
Per quanto riguarda le filiere industriali del made in Italy, in generale i tassi di fabbisogno sono vicini
alla media dell’industria (2,1-2,5% all’anno). Nel dettaglio, “meccatronica e robotica” avrà un
fabbisogno che potrà variare tra 98mila e 129mila occupati nel quinquennio, “moda” tra 40mila e
75mila unità e “legno e arredo” tra 19mila e 29mila unità.
Per “costruzioni e infrastrutture” è atteso un tasso di fabbisogno più elevato (2,6-2,9%), cui
corrisponde anche un’ampia domanda di lavoratori (263-290mila unità).
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Si segnala inoltre che la previsione della filiera “agroalimentare” (48-74mila unità) deriva in larga
misura dal fabbisogno contenuto stimato per le attività del settore primario.
Per l’analisi a livello territoriale si rimanda al capitolo 7 del volume dedicato all’esposizione dei
fabbisogni occupazionali regionali (tabella 7.1), con nuovi approfondimenti in termini di professioni e
formazione che saranno richiesti nel prossimo quinquennio.
L’expansion demand per componenti e filiere
La previsione di crescita dello stock occupazionale per effetto dell’espansione economica tra il 2024 e
il 2028 è compresa tra 238mila e 722mila occupati a seconda dello scenario considerato (tabella 3.2).
Nel dettaglio, l’expansion demand dei dipendenti dei settori privati sarà compresa tra 303mila e
634mila unità e quella dei dipendenti pubblici si attesterà intorno alle 60mila unità. Lo stock dei
lavoratori autonomi è stimato aumentare di circa 28mila unità nello scenario positivo, mentre in quello
negativo si prevede una contrazione di oltre 125mila unità.
Per industria e servizi sono attesi andamenti differenziati a seconda del contesto macroeconomico
ipotizzato. Nello scenario positivo, nei settori industriali è previsto un aumento dello stock di 131mila
occupati (ad un tasso di crescita medio annuo dello 0,4%), a fronte di una crescita di 674mila lavoratori
per i servizi (+0,8% medio annuo). Invece, nello scenario negativo l’expansion si manterrebbe positiva
nella maggior parte dei servizi – ovviamente con valori meno ampi rispetto allo scenario più favorevole
– e ammonterebbe a 340mila unità nel complesso, mentre nell’industria si potrebbe assistere ad una
riduzione dell’occupazione, con picchi negativi in diversi settori, soprattutto quelli caratteristici del
made in Italy.
Gli elementi illustrati nel capitolo introduttivo trovano riscontro nelle dinamiche dei singoli settori. Il
cospicuo investimento programmato nella “missione 6” del PNRR dedicata alla “salute” potrebbe
avere, se pienamente realizzato, un impatto positivo sulla domanda di occupazione nella filiera, per la
quale è stimata una crescita dello stock occupazionale tra 112mila e 125mila unità, ad un tasso medio
annuo dell’1-1,1% (quasi doppio rispetto alla media dello 0,2-0,6%).
Gli andamenti combinati del trend tecnologico e della spinta alla digitalizzazione del PNRR hanno dato
un impulso a tutti i settori ad alta intensità tecnologica, primo fra tutti quello dei servizi informatici
(0,7-1,3% annuo).
Ci si attende che queste dinamiche siano da traino anche per i servizi avanzati, che solitamente sono
più veloci nel catturare i vantaggi dei cambiamenti tecnologici, sia in termini organizzativi che di
innovazione di prodotto. Anche per questo motivo i servizi avanzati mostrano un trend di crescita
molto marcato (0,6-1,1% annuo). In termini di filiera, questo andamento si traduce in una previsione
positiva per “finanza e consulenza”, attesa crescere ad un tasso compreso tra lo 0,5% e l’1% annuo,
corrispondente ad un incremento dello stock tra 71mila e 140mila unità nel quinquennio.
Il settore delle costruzioni, cresciuto a ritmi elevati negli ultimi anni, è atteso crescere ulteriormente
nei prossimi (tra 59mila e 86mila occupati nel quinquennio, pari ad un tasso medio annuo dello 0,60,9%), in ragione della spinta del PNRR che investe in infrastrutture ed edilizia circa il 50% dei fondi.
Dal momento che in passato le costruzioni sono state tra i settori in cui la crescita della produttività è
stata più contenuta, risulta dunque cruciale lo stimolo all’aumento della produttività del settore,
nell’ottica di un progressivo esaurimento degli effetti positivi del PNRR.
Tra i servizi si evidenzia la crescita attesa della filiera “commercio e turismo”, tra 45mila e 177mila
occupati nel quinquennio, ad un tasso annuo dello 0,2-0,6%, in linea con la media dell’economia. La
previsione è frutto di due dinamiche differenti: da una parte il rallentamento della domanda interna
incide in maniera negativa nel commercio, dall’altra il settore del turismo continua la ripresa dello
scorso anno beneficiando anche di notevoli investimenti dalla “missione 1” del PNRR.
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Analogamente, si segnala il contributo decisivo del PNRR nella crescita della filiera della “formazione e
cultura” (40-79mila occupati, 0,3-0,6%), frutto delle risorse stanziate dalla “missione 4” dedicata
all’istruzione e alla ricerca che determinano un impatto positivo sull’occupazione del settore, in
particolar modo per la componente pubblica, che assorbe più del 30% della crescita occupazionale
prevista nella Pubblica Amministrazione.
Le filiere caratterizzanti il made in Italy, pur mostrando una dinamica positiva nello scenario più
favorevole, sono quelle che evidenziano la crescita più contenuta. In questi settori ha un effetto
particolarmente rilevante la situazione congiunturale contraddistinta da un rallentamento della
domanda sia interna che internazionale.
Le filiere della “moda” e del “legno e arredo” risentono più di altre della contrazione della domanda
interna e del rallentamento delle esportazioni, sostenute comunque dalla domanda per il lusso
caratterizzata da una chiara a-ciclicità. Infatti si stima un’expansion positiva solo nello scenario più
ottimistico, mentre lo scenario negativo prevede un calo di 26mila occupati per “moda” e di circa
10mila unità per “legno e arredo”.
Anche per quanto riguarda “meccatronica e robotica”, solo nello scenario positivo si prevede un
incremento dello stock occupazionale (anche se non elevato, +6mila unità), mentre in un conteso
meno favorevole contraddistinto da maggiori criticità la filiera vedrebbe un calo di circa 26mila
occupati.
TABELLA 3.2 – EXPANSION DEMAND PREVISTA NEL PERIODO 2024-2028 PER COMPONENTE, MACROSETTORE E FILIERA
TOTALE
di cui:
Indipendenti
Dipendenti privati
Dipendenti pubblici
di cui:
Agricoltura
Industria
Servizi
di cui:
Agroalimentare
Legno e arredo
Meccatronica e robotica
Informatica e telecomunicazioni
Salute
Formazione e cultura
Finanza e consulenza
Commercio e turismo
Mobilità e logistica
Costruzioni e infrastrutture
Altri servizi pubblici e privati
Altre filiere industriali
Expansion demand (v.a.)*
2024-2028
scenario C
scenario A
238.400
722.200
Tasso di expansion**
2024-2028
scenario C
scenario A
-125.500
303.400
60.500
28.200
633.500
60.500
-102.300
-1.500
342.300
-82.000
130.700
673.600
-97.900
-25.800
-9.700
-25.900
10.800
112.500
40.200
71.300
45.200
-6.600
59.300
67.800
-2.900
-71.800
9.100
5.500
29.100
124.500
79.200
139.700
176.700
15.300
85.900
112.700
15.700
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Rapporto percentuale in media annua tra expansion demand e stock di occupati.
Fonte: Unioncamere
Infine, le previsioni per la filiera “agroalimentare”, con un tasso di reduction tra l’1,1% e l’1,5% in media
all’anno, pari a una diminuzione tra 72mila e 98mila occupati nel quinquennio, sono il risultato di una
dinamica positiva attesa per l’industria alimentare (4-10mila unità) che però compensa solo
parzialmente l’andamento negativo stimato per l’agricoltura (-82mila unità nello scenario positivo,
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ancora più accentuato in quello negativo arrivando a -102mila unità). Sul settore agricolo pesano anche
gli effetti dei fenomeni meteorologici estremi, che rischiano di colpire il settore sempre più
frequentemente a causa della crisi climatica, insieme ai problemi di siccità e disponibilità idrica,
provocando elevate incertezze e criticità nella filiera.
La distribuzione dell’expansion demand a livello territoriale è disponibile nel capitolo 7 (tabella 7.2).
La replacement demand per componenti e filiere
La replacement demand misura la necessità di sostituzione degli addetti del sistema del mercato del
lavoro per mantenere costante gli stock occupazionali.
Dal punto di vista quantitativo essa rappresenta la componente predominante del fabbisogno
occupazionale complessivo dei vari settori ed è determinata principalmente da fattori demografici
(pensionamento o mortalità)7.
La crescente incidenza della componente della replacement negli anni considerati rappresenta, infatti,
l’evidenza di un aspetto che sta assumendo un ruolo sempre più centrale e critico nel sistema
economico e le cui dinamiche richiederanno adeguate riflessioni: l’invecchiamento demografico della
popolazione.
La figura 3.2 mostra la struttura per coorti di età dell’occupazione dipendente privata come risultante
a inizio 2023, rendendo l’idea di quello che sarà l’impatto demografico sulle stime della replacement
per i prossimi anni.
Per tutto il quinquennio in esame continuerà dunque l’afflusso al bacino dei lavoratori in età
pensionabile di coorti numericamente sempre più consistenti, fenomeno che si protrarrà almeno fino
al 2029, anno in cui si verificheranno due distinti eventi: l’ingresso tra i 55enni dei nati nel 1974, la
coorte ad oggi più consistente con circa 410mila unità e, contemporaneamente, il raggiungimento
della soglia dei 65-67 anni che rappresenta il primo step per un accesso numericamente significativo
alle pensioni anticipate da parte di coorti numericamente consistenti (gli attuali 59enni).
FIGURA 3.2 – COORTI DI DIPENDENTI PRIVATI PER ETÀ, OCCUPATI AL 1/1/2023
50000
100000
150000
200000
250000
Femmine
300000
350000
400000
450000
Maschi
Fonte: elaborazione Unioncamere su dati E-MENS INPS
Si veda “Stima della replacement demand per il comparto privato” nella Nota metodologica del presente volume.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tutto ciò prefigura una crescente pressione dell’aspetto demografico sui flussi pensionistici e, di
conseguenza, sulle stime della replacement complessiva.
La crescita della stima della replacement rappresenta solo un aspetto dell’impatto della demografia sui
fabbisogni occupazionali.
Confrontando, dai dati ISTAT sulla popolazione residente in Italia al 1/1/2023, l’incidenza delle persone
tra i 50 e i 59 anni con quella tra i 20 e i 29 anni e ricordando il significato di replacement demand,
definita come necessità di sostituzione del personale in uscita dal sistema del mercato del lavoro,
appare del tutto evidente l’insufficienza delle giovani leve a garantire una piena sostituzione delle
persone adulte che nel prossimo decennio si affacceranno all’età pensionabile. I dati ISTAT considerati
per il 2023 registrano una popolazione residente tra 50-59 anni pari a 9,6 milioni di persone.
Considerando che il tasso di occupazione stimato per la classe 50-64 anni al 3° trimestre 2023 è del
64,1%, si può stimare un totale di circa 6,1 milioni di occupati tra i 50 e i 59 anni che nei prossimi 10
anni si affacceranno alla pensione e dovranno essere sostituiti. Il tutto a fronte di una popolazione
residente tra 20-29 anni di età pari a soli 5,92 milioni di persone e quindi insufficiente a garantire una
piena sostituzione pur in una ipotesi di piena occupazione, con un crescente problema di mismatch
quantitativo prima ancora che qualitativo (si veda il box 3 per ulteriori approfondimenti).
Alla luce di tutto ciò, si stima che per il quinquennio 2024-2028 la componente in sostituzione del
personale in uscita dal mondo del lavoro ammonti circa a 2,9 milioni di occupati. Per effetto della
crescente pressione demografica essa ormai rappresenta oltre l’80% del fabbisogno complessivo
stimato nello scenario positivo, arrivando al 92% nello scenario negativo.
Si stima una maggiore incidenza della replacement demand per i dipendenti del comparto pubblico
(92% del fabbisogno) e per i lavoratori indipendenti (96% nello scenario positivo), mentre varia tra
il 72% e l’84% per i dipendenti del settore privato.
Non solo la componente di replacement diventa sempre più predominante ma, per effetto della
prevista contrazione della expansion demand, in alcune filiere – “legno e arredo” e “meccanica e
robotica” – la componente della replacement contribuisce per oltre il 90% del fabbisogno nello
scenario positivo. Per l’Agricoltura, invece, il segno negativo dell’expansion comporta un fabbisogno
inferiore alla replacement, indicando che non tutti gli occupati del settore in uscita dal lavoro saranno
sostituiti.
Le filiere “finanza e consulenza” e “informatica e telecomunicazioni” si connotano come quelle che
presentano un maggiore equilibrio tra la componente di sostituzione e quella di crescita con un
rapporto 6 a 4 (nello scenario positivo) sempre a favore della replacement. Più che da un’età media
degli occupati di queste filiere inferiore rispetto ad altri settori, ciò dipende dal fatto che sono le filiere
guida nello sviluppo e implementazione dei processi di trasformazione digitale.
La successiva tabella 3.3 descrive come la replacement demand si distribuisce per componente di
occupazione, settore e filiera produttiva.
Oltre la metà dei lavoratori che dovranno essere sostituiti nei prossimi 5 anni, circa 1,6 milioni, sarà
costituita da personale alle dipendenze del settore privato; poco meno di un quarto (682mila unità)
troverà impiego nel comparto pubblico e le restanti 628mila unità saranno costituite da lavoratori
autonomi.
Il settore dei servizi, forte del contributo da parte del comparto pubblico, incide per circa i tre quarti
del totale delle necessità di sostituzione, superando i 2,15 milioni di unità. L’industria determina poco
più del 22% della richiesta (pari a 658mila unità), mentre il settore agricolo occupa una quota sempre
più marginale che non raggiunge le 100mila unità.
A livello di filiera, prevale il “commercio e turismo” che richiederà la sostituzione di 506mila lavoratori
(per il 70% impiegati nel settore del commercio). Seguono le filiere che vedono coinvolti i dipendenti
pubblici: la filiera della “formazione e cultura” (434mila occupati, la metà dei quali nel settore
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
pubblico), gli “altri servizi pubblici e privati” (416mila unità, in cui i servizi generali della P.A.
rappresentano i due terzi della replacement totale), la filiera della “salute” (quasi 398mila occupati, di
cui il 47% nel comparto pubblico).
Un indicatore utile a valutare l’importanza della componente di sostituzione è dato dal rapporto tra la
stima complessiva della replacement per il quinquennio 2024-2028 e lo stock degli occupati per il 2023.
Anche questo indicatore evidenzia la rilevanza della replacement per il comparto della PA: a fronte di
un valore medio di poco inferiore al 12%, il pubblico impiego raggiunge e supera il 20%. In pratica,
nell’arco del prossimo quinquennio un dipendente pubblico su cinque dovrà essere sostituito.
Viceversa, per i dipendenti privati (10,4%) e per gli indipendenti (10,9%), la quota di sostituzione sarà
di poco superiore a 1 occupato su 10.
Poiché il grosso della replacement è costituito dalle uscite per pensionamento, questo indicatore
fornisce una chiave di lettura riguardo al grado di invecchiamento dei lavoratori, mettendo in evidenza
non solo i settori in cui potranno esserci in futuro maggiori opportunità ma anche quelli dove, a parità
di stock occupazionale, si manifesteranno le maggiori criticità nel reperimento del personale.
L’indicatore assume valori più elevati nelle filiere in cui è forte l’incidenza del settore pubblico: “salute”
(18%), “formazione e cultura” (15,7%) e “altri servizi pubblici e privati” (16,1%).
Oltre a queste filiere, si osservano valori elevati (tutti compresi tra il 10,7% e il 12,2%) per
l’”agroalimentare”, la “moda” e “legno e arredo”. All’estremo opposto si collocano, ancora una volta,
le filiere “informatica e telecomunicazioni” (6,8%), “finanza e consulenza” (9,1%) e “commercio e
turismo” (9,3%).
TABELLA 3.3 – REPLACEMENT DEMAND PREVISTA NEL PERIODO 2024-2028 PER COMPONENTE, MACROSETTORE E FILIERA
Replacement demand
2024-2028
100,0
Incidenza
replacement su stock
628.200
681.800
95.600
658.000
145.500
65.900
28.400
123.600
38.900
397.900
434.300
259.000
505.800
120.400
203.700
416.200
171.800
(v.a.)*
TOTALE
di cui:
Indipendenti
Dipendenti privati
Dipendenti pubblici
di cui:
Agricoltura
Industria
Servizi
di cui:
Agroalimentare
Legno e arredo
Meccatronica e robotica
Informatica e telecomunicazioni
Salute
Formazione e cultura
Finanza e consulenza
Commercio e turismo
Mobilità e logistica
Costruzioni e infrastrutture
Altri servizi pubblici e privati
Altre filiere industriali
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
La criticità evidenziata direttamente per la Pubblica Amministrazione, determinata dalle elevate
necessità di sostituzione del personale, ha degli effetti indiretti che riguardano tutta l’economia in
quanto la carenza di dipendenti pubblici e/o la mancanza di competenze adeguate incide sul
funzionamento degli uffici pubblici, della pubblica sicurezza, della sanità e dell’istruzione, servizi
essenziali anche per le attività dei settori privati e del contesto sociale in generale. Diviene sempre di
più strategico investire sul reclutamento e sulla formazione dei dipendenti pubblici, in modo da ridurre
il rischio di “strozzature” che si ripercuoterebbero su tutto il Sistema Paese.
L’analisi condotta sugli archivi INPS può fornire utili informazioni relative agli stock e alle uscite dal
sistema del mercato del lavoro registrate per il 2021 (ultimo anno per il quale si dispone di un
significativo intervallo temporale per determinare l’uscita di un lavoratore dal sistema) sull’insieme dei
dipendenti del settore privato8. In particolare, concentrando l’attenzione sui dipendenti over 59 anni
e sulle loro caratteristiche si possono ottenere indicazioni sia sull’anzianità della popolazione dei
lavoratori, sia sulla loro propensione ad alimentare le posizioni in uscita dal sistema (pensioni, decessi,
ritiri o espulsioni dal lavoro) che richiedono una necessità di sostituzione.
Nel 2021 in Italia poco meno dell’8% dei dipendenti aveva almeno 59 anni e di questi oltre 1 su 5 è
uscito dal mercato nel corso dello stesso anno (tabella 3.4).
Dal punto di vista del livello contrattuale, il comportamento delle diverse posizioni rispetto agli
indicatori è specularmente inverso. Le posizioni dirigenziali sono di gran lunga quelle per le quali la
quota di lavoratori over 59 anni è maggiore: quasi 1 dirigente su 5 rientra in questa fascia di età. Le
posizioni impiegatizie e gli operai si collocano in prossimità della media nazionale con gli operai che
rilevano la percentuale più bassa di personale oltre la soglia di età. Evidentemente questa “classifica”
è determinata anche dalla soglia di età con la quale si accede alla posizione; in particolare, le posizioni
operaie sono quelle che iniziano a lavorare prima e, riguardando professioni maggiormente usuranti,
sono anche quelle che escono prima dal mercato del lavoro. Infatti, il tasso di uscita degli operai over
59 è il più elevato in assoluto (22,4%), 2,4 punti percentuali in più rispetto agli impiegati e oltre 7 punti
percentuali in più rispetto ai dirigenti. Viceversa, le posizioni dirigenziali per le quali il percorso
formativo e, poi, di carriera è più lungo, sono anche quelle che permangono maggiormente fino a età
inoltrata nel mondo del lavoro, con un tasso di uscita pari al 15% tra i lavoratori con almeno 60 anni.
L’analisi dei medesimi indicatori secondo la filiera di appartenenza del lavoratore appare in linea con
le tendenze sopra delineate: generalmente le filiere con le maggiori incidenze di lavoratori over 59
sono quelle che presentano i minori tassi di uscita tra gli stessi. È il caso, ad esempio, delle filiere
“mobilità e logistica”, “altri servizi privati” e “salute” che risultano ai primi tre posti per quanto riguarda
la quota di lavoratori over 59 e sono 3 delle 4 filiere con i più bassi tassi di uscita. All’estremo opposto
si hanno filiere come “commercio e turismo”, “meccatronica e robotica”, “alimentare”, “moda”, “legno
e arredo” e “formazione e cultura” con quote di lavoratori con più di 59 anni inferiori alla media
nazionale ed elevati tassi di uscita che, in alcuni casi, arrivano anche a superare il 25%.
In questo senso la filiera “informatica e telecomunicazioni” si discosta da tutte le altre. Essa, infatti, si
conferma tra le filiere più giovani, con appena il 6,5% di lavoratori over 59 anni (solo “commercio e
turismo” presenta una quota inferiore), e allo stesso tempo mostra una elevata tendenza da parte di
tali lavoratori a restare nel mercato. Il tasso di uscita, infatti, risulta essere appena pari al 17,3% il più
basso in assoluto.
8 Risultano esclusi dall’analisi i dipendenti della Pubblica Amministrazione, i lavoratori autonomi e i lavoratori alle dipendenze
del settore agricolo.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 3.4 – QUOTA DI DIPENDENTI PRIVATI OVER 59 ANNI NEL 2021 E TASSO DI USCITA, PER INQUADRAMENTO,
GENERE E FILIERA
Stock dipendenti
privati al
Quota over 59 anni
su stock
Tasso di uscita
over 59
Dirigenti
Quadri e impiegati
Operai
114.900
Femmine
Maschi
Industria
Servizi
ITALIA
Alimentare
349.500
447.100
Legno e arredo
177.800
Meccatronica e robotica
Informatica e telecomunicazioni
453.800
Salute
936.400
Formazione e cultura
594.000
Finanza e consulenza
Commercio e turismo
Mobilità e logistica
Costruzioni e infrastrutture
Altri servizi privati
861.300
Altre filiere industriali
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: elaborazioni Unioncamere su archivi INPS
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
IL FABBISOGNO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NEL 2024-2028
Nel periodo compreso tra il 2024 e il 2028 è previsto un aumento del numero di dipendenti pubblici di
oltre 60mila unità. L’expansion occupazionale dovrebbe essere distribuita tra i diversi comparti che
caratterizzano il pubblico impiego. In particolare, il 47% delle nuove assunzioni è atteso nel comparto
dei servizi generali e dell’assistenza sociale obbligatoria, con un incremento di circa 28mila unità. Il
comparto dell’istruzione dovrebbe contribuire al 33% di questo aumento, con quasi 20mila nuove
assunzioni, e quello sanitario al 21% con oltre 12mila nuove assunzioni, mirando a colmare le recenti
carenze strutturali.
Questo aumento del personale pubblico è di fondamentale importanza per il ruolo chiave che
dovrebbe garantire l’implementazione delle riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR), permettendo di affrontare le sfide e di portare a termine con successo gli obiettivi
del Piano stesso.
Durante il quinquennio 2024-2028 il settore pubblico dovrà inoltre procedere alla sostituzione di circa
682mila dipendenti pubblici, pari a una media di oltre 135mila all’anno. Questa necessità, unita
all’expansion occupazionale prevista, genererà un fabbisogno complessivo di circa 742mila unità, di cui
quasi il 92% sarà necessario per turnover.
TABELLA 4.1 – FABBISOGNI, REPLACEMENT ED EXPANSION DEMAND DI DIPENDENTI PUBBLICI PREVISTI
NEL PERIODO 2024-2028
Expansion
Totale
Istruzione e servizi formativi pubblici
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari pubblici
Servizi generali della pubblica amministrazione e
assicurazione sociale obbligatoria
60.500
19.800
12.400
28.300
Replacement
681.800
214.700
185.500
281.600
Fabbisogni
742.300
234.500
197.900
309.800
Fonte: Unioncamere
Il turnover elevato nel settore pubblico rappresenta una criticità ma anche un’opportunità significativa
per i giovani, rispetto ai quali sono necessari sforzi mirati per rendere la Pubblica Amministrazione più
attraente.
L’analisi dei fabbisogni dei dipendenti pubblici per macro-gruppo professionale evidenzia la prevalente
richiesta di figure qualificate e ad elevata specializzazione, che rappresentano circa il 43% del
fabbisogno del settore pubblico nel periodo 2024-2028. Seguono le figure tecniche, con un peso di
circa il 22% e gli impiegati con una quota del 21%.
La richiesta di dirigenti e professioni con elevata specializzazione varia tra i diversi comparti, andando
dal 78% dei fabbisogni previsti per l’istruzione, al 29% nell’ambito della Pubblica Amministrazione in
senso stretto, fino al 22% per il comparto sanitario.
Se nel settore dell’istruzione l’ampia richiesta di professioni con elevata specializzazione è
principalmente attribuibile al fabbisogno di personale docente, nella sanità la richiesta di profili
specialistici è trainata dalla necessità di personale medico. Tuttavia, in quest’ultimo caso emerge anche
un significativo fabbisogno di figure tecniche – 41% dei fabbisogni di personale del comparto –
principalmente richieste per svolgere mansioni nell’ambito delle professioni infermieristiche e tecnicosanitarie.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 4.2 – FABBISOGNI DI DIPENDENTI PUBBLICI PREVISTI NEL 2024-2028 PER GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI
E TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
Fabbisogni 2024-2028
(v.a.) *
(quote %)
742.300
100,0
Fabbisogni**
Grandi gruppi professionali
Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici
477.600
1 Dirigenti
17.500
2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
299.000
3 Professioni tecniche
161.200
Impiegati, professioni commerciali e nei servizi
216.400
4 Impiegati
158.700
5 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
57.700
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
5.800
6 Operai specializzati
2.700
7 Conduttori di impianti e addetti a macchinari fissi e mobili
3.000
Professioni non qualificate
36.100
Formazione
Formazione terziaria
583.300
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
35.500
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale) (1)
123.500
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Nel totale sono compresi anche i fabbisogni di Forze Armate.
(1) Sono compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
Fonte: Unioncamere
L’ingresso di personale altamente specializzato e tecnico, in particolare con competenze elevate in
ambito digitale e tecnologico, all’interno delle strutture dei servizi generali della Pubblica
Amministrazione consentirà di integrare le competenze professionali essenziali per attuare i progetti
previsti dal PNRR e di proseguire il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. La
richiesta di esperti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e di professioni
tecniche in campo scientifico e ingegneristico riflette il veloce progresso del processo di digitalizzazione
della Pubblica Amministrazione italiana che si trova nella necessità di sviluppare all’interno delle
proprie strutture competenze in grado di guidare il processo di trasformazione.
Coerentemente con la necessità di inserire tra il personale della Pubblica Amministrazione
prevalentemente figure professionali qualificate, oltre 580mila dipendenti pubblici in ingresso saranno
in possesso di una formazione terziaria (il 79% del totale), 120mila profili saranno in possesso di una
formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale, mentre una quota residuale, pari a
circa 35mila unità, sarà rappresentata dai diplomati dei licei.
Il fabbisogno di personale in possesso di un titolo universitario nel comparto Istruzione e servizi
formativi pubblici sarà di poco superiore alle 191mila unità, pari all’81,5% dei fabbisogni del settore;
tale quota scende al 79,1% per i Servizi generali della Pubblica Amministrazione (245mila unità) e al
74,3% per la Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari pubblici (147mila unità).
La crescente domanda di personale altamente specializzato e le risorse effettivamente disponibili
stanno già generando tensioni significative nel mercato del lavoro, dando luogo a fenomeni di
“mismatch” tra la richiesta e l’offerta di competenze in tutti i settori della Pubblica Amministrazione.
Il mismatch è aggravato anche dalla “concorrenza” del comparto pubblico con i settori privati, che già
manifestano elevate difficoltà di reperimento delle professioni specializzate e possono in maniera più
flessibile ricorrere ad incentivi organizzativi e salariali per attrarre determinate figure professionali.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 4.3 – FABBISOGNI DI DIPENDENTI PUBBLICI PREVISTI NEL 2024-2028 PER SETTORE, GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI
E TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
Istruzione
e servizi
formativi
pubblici
Sanità,
assistenza
sociale e
servizi sanitari pubblici
197.900
Servizi generali
della pubblica
amministrazione e
assicurazione
sociale obbligatoria
309.800
Fabbisogni*
234.500
Grandi gruppi professionali
Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici
196.000
124.900
1 Dirigenti
2.500
2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
183.100
40.500
3 Professioni tecniche
12.000
81.900
Impiegati, professioni commerciali e nei servizi
19.100
68.200
4 Impiegati
15.400
30.600
5 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
3.700
37.600
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
2.700
6 Operai specializzati
7 Conduttori di impianti e addetti a macchinari fissi e mobili
2.000
Professioni non qualificate
19.300
2.100
Formazione
Formazione terziaria
191.200
147.000
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
10.300
10.900
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale) (1)
33.000
40.100
*Nel totale sono compresi anche i fabbisogni di Forze Armate.
(1) Sono compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
Fonte: Unioncamere
156.800
14.100
75.400
67.300
129.200
112.800
16.400
2.900
2.100
14.700
245.100
14.300
50.400
Nel contesto del comparto istruzione, ci si scontra frequentemente con la problematica della carenza
di insegnanti, causata dalla mancanza di incentivi per coloro che optano per la carriera
dell’insegnamento. Similmente, nel settore sanitario, la crescente necessità di personale risponde alle
sfide connesse alle emergenze sanitarie globali e alle aspettative dei pazienti. Questa domanda
crescente si scontra con la carenza di medici, infermieri e professionisti della salute.
All’interno della Pubblica Amministrazione in senso stretto emerge la necessità di personale altamente
qualificato dotato di competenze digitali avanzate, in quanto le competenze attualmente disponibili
non sempre coincidono con quelle necessarie per determinati ruoli lavorativi e la formazione e le
competenze del personale non sempre si adeguano tempestivamente ai cambiamenti. La PA italiana9
risulta in grave ritardo, rispetto agli altri Paesi europei, nella dotazione di personale specializzato in
ambito digitale: per portare il peso nell’occupazione della PA delle figure qualificate come scientists
and engineers agli standard medi europei occorrerebbe aumentarne il numero di ben 65mila occupati.
Il PNRR non rappresenta una rottura, rispetto alle strategie di digitalizzazione degli ultimi anni, ma
un’accelerazione dei processi, da cui discenderanno impatti importanti dal punto di vista dei fabbisogni
occupazionali espressi dalle amministrazioni. Il recupero dei ritardi attraverso l’incremento del
personale specializzato rappresenta una sfida difficile, soprattutto alla luce delle problematicità
riscontrate nell’ultimo biennio dall’attività concorsuale per il reperimento di profili professionali tecnici
o particolarmente specializzati. La maggior presenza di laureati STEM-digitali tra le coorti più giovani,
però, evidenzia anche come le misure del PNRR che hanno l’effetto di stimolare la domanda di questo
tipo di competenza comportano un impatto positivo (attraverso il canale della maggiore occupazione)
soprattutto per i più giovani, in linea con l’obiettivo di riduzione del divario intergenerazionale.
Fonte: Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Corte dei Conti, Novembre
2023 – https://www.corteconti.it/HOME/Documenti
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
I FABBISOGNI PER PROFESSIONI E COMPETENZE NEL PERIODO 2024-2028
I fabbisogni per professioni
La disaggregazione dei dati per professione evidenzia che una quota rilevante del fabbisogno previsto
per il quinquennio 2024-2028 riguarderà lavoratori di alto profilo, ossia dirigenti, specialisti e tecnici:
la domanda di queste figure professionali raggiungerà tra 1,3 e 1,5 milioni di unità, circa il 41% del
totale (media dei due scenari), sia in virtù dell’espansione dell’occupazione sia per la sostituzione di
persone in uscita dal mercato del lavoro (tabella 5.1).
TABELLA 5.1 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028 PER GRANDE GRUPPO PROFESSIONALE
Fabbisogno totale (v.a.)*
2024-2028
scenario C
scenario A
TOTALE (escluse Agricoltura, silvicoltura e pesca e Forze
Armate)
di cui:
1. Dirigenti
2. Professioni specializzate
3. Professioni tecniche
4. Professioni impiegatizie
5. Professioni commerciali e dei servizi
6. Operai specializzati e artigiani
7. Conduttori di impianti e veicoli a motore
8. Professioni non qualificate
48.800
660.600
598.600
471.900
573.900
343.400
167.900
285.100
56.700
719.700
679.000
529.500
682.300
409.100
204.000
333.400
Quote sul totale (%)
2024-2028
scenario C
scenario A
100,0
100,0
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
Esaminando la distribuzione dello stock occupazionale dai dati ISTAT di Forze Lavoro (tabella 5.2), si
evidenzia che nel 2022 dirigenti e professioni specializzate e tecnici rappresentano il 17,7% e il 17%
degli occupati, mentre si prevede per il prossimo quinquennio un flusso di queste professioni
rispettivamente pari al 22% e 18,9% del fabbisogno (considerando la media dei due scenari). Anche il
peso delle professioni impiegatizie sul fabbisogno previsto – determinato soprattutto dalla PA – è
superiore rispetto all’attuale incidenza sullo stock (14,8% vs 12,3%). Dall’altra parte si osserva che
operai specializzati e conduttori di impianti pesano per il 15% e l’8,4% sullo stock, mentre hanno
incidenze minori nei fabbisogni previsti (11,1% e 5,5%).
TABELLA 5.2 – CONFRONTI TRA LE DISTRIBUZIONI PERCENTUALI DELLO STOCK OCCUPAZIONALE 2022 E DEI FABBISOGNI
OCCUPAZIONALI 2024-2028 PER GRANDE GRUPPO PROFESSIONALE
TOTALE (escluse Agricoltura, silvicoltura e pesca e Forze
Armate)
di cui:
Dirigenti e professioni specializzate
Professioni tecniche
Professioni impiegatizie
Professioni commerciali e dei servizi
Operai specializzati e artigiani
Conduttori di impianti e veicoli a motore
Professioni non qualificate
Distribuzione dello
Distribuzione dei
stock occupazionale fabbisogni 2024-2028 (%)
2022 (%)
media scenari
100,0
100,0
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati ISTAT
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
La quota rilevante di dirigenti, specialisti e tecnici sul fabbisogno atteso è dovuta prevalentemente al
peso significativo del settore pubblico, caratterizzato tipicamente da professioni ad elevata
specializzazione; ad essa però contribuisce in misura rilevante anche il crescente orientamento delle
imprese verso personale maggiormente specializzato.
Come mostra la figura 5.1, le professioni ad elevata specializzazione e tecniche hanno un peso che
varia notevolmente a seconda che si tratti dei settori privati o del comparto pubblico: nel primo la
quota si attesta intorno al 34%, mentre per la PA raggiunge quasi il 65% del fabbisogno di dipendenti
pubblici.
FIGURA 5.1 – DISTRIBUZIONE DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI* NEL PERIODO 2024-2028
(MEDIA DELLE QUOTE % DEI DUE SCENARI)
Settori privati
Artigiani e operai
Professioni impiegatizie e dei servizi
TOTALE
Professioni ad elevata specializzazione e tecniche
*Esclusi i fabbisogni di Agricoltura, silvicoltura e pesca e di Forze Armate.
Fonte: Unioncamere
I profili intermedi, ossia impiegati e professioni commerciali e dei servizi, rappresenteranno un terzo
del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa 1-1,2 milioni di lavoratori, mentre il fabbisogno
stimato di operai, sia specializzati sia conduttori di impianti, varierà tra 511mila e 613mila unità, pari a
circa il 17% del totale. Si stima, infine, che i prossimi cinque anni vedranno anche la richiesta di 285333mila lavoratori non qualificati, con un peso attorno al 9%.
Analizzando il fabbisogno di professioni previsto per il periodo 2024-2028 ad un maggiore livello di
dettaglio (secondo le 3 cifre della Classificazione Istat delle professioni – CP2021) si rileva innanzitutto
che, tra i profili specializzati, quelli maggiormente richiesti riguarderanno il personale docente nelle
scuole, sia private che pubbliche: 139-147mila saranno occupati nella scuola pre-primaria e primaria e
ulteriori 112-119mila in quella secondaria (che comprende i livelli di istruzione secondaria di primo e
secondo grado e post-secondaria). La domanda di queste professioni risulta particolarmente rilevante
anche alla luce del tasso di fabbisogno, che, come si è visto in precedenza, quantifica il rapporto tra il
fabbisogno previsto e lo stock di occupati. Esso si attesta infatti al 5,3-5,6% in media all’anno per i
docenti della scuola primaria e pre-primaria e al 4,5-4,8% per quelli della scuola secondaria e postsecondaria, percentuali che superano ampiamente la media delle professioni specializzate, che è pari
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
al 3,5-3,8% medio annuo. Significativa sarà anche la domanda di altri specialisti nell’educazione e nella
formazione, non tanto in termini assoluti (previsto un fabbisogno di 53-59mila occupati nel
quinquennio) quanto in relazione allo stock di occupati che svolgono questa professione (circa il 5%
all’anno). Questi profili comprendono diverse tipologie di professioni, in particolare insegnanti di
sostegno, insegnanti di discipline artistiche, gli insegnanti lingue straniere, nonché progettisti di attività
formative in campo scolastico e a livello aziendale (compresa la formazione online).
Tra le professioni specialistiche per cui è previsto il maggiore fabbisogno emergono gli specialisti delle
scienze gestionali, commerciali e bancarie (98-107mila unità), gli ingegneri (46-56mila unità) e i medici
(intorno a 50mila unità); queste professioni sono caratterizzate da tassi di fabbisogno annui molto
simili, dal 3,1% al 3,6%.
TABELLA 5.3 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028: PRINCIPALI PROFESSIONI SPECIALIZZATE E TECNICHE*
Professioni specializzate
264 – Docenti di scuola primaria, pre-primaria
263 – Docenti di scuola secondaria, post-secondaria
251 – Specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie
265 – Altri specialisti dell’educazione e della formazione
221 – Ingegneri
241 – Medici
271 – Analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni
informatiche
252 – Specialisti in scienze giuridiche
Professioni tecniche
321 – Tecnici della salute
333 – Tecnici dei rapporti con i mercati
331 – Tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle
attività produttive
313 – Tecnici in campo ingegneristico
312 – Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni
334 – Tecnici della distribuzione commerciale
332 – Tecnici delle attività finanziarie ed assicurative
Fabbisogno totale
(v.a.)**
2024-2028
scenario C
scenario A
660.600
719.700
138.800
146.900
112.200
119.100
98.000
106.900
53.200
58.800
46.200
55.800
49.500
50.600
26.800
33.000
Tasso di fabbisogno
medio annuo (%)
2024-2028
scenario C scenario A
27.000
28.600
598.600
177.700
76.800
57.900
679.000
180.900
90.800
67.000
54.900
38.800
33.000
36.200
64.500
49.300
48.200
41.100
* Classificazione CP2021 ISTAT (3 digit); sono esposte le professioni per le quali è previsto un fabbisogno pari ad almeno 25mila unità.
** Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
Per quanto riguarda i profili tecnici, emergono soprattutto le professioni della sanità, come infermieri
e tecnici della riabilitazione, per le quali il fabbisogno si attesta intorno alle 180mila unità, con un tasso
medio annuo del 4,6-4,7% (a fronte di una media per l’insieme dei tecnici del 2,8-3,2%). Un tasso di
fabbisogno più elevato, 4,7- 5,5%, si registra con riferimento ai tecnici dei rapporti con i mercati, in
particolare tecnici commerciali, del marketing e degli acquisti, per i quali il fabbisogno è compreso tra
77mila e 91mila unità. Le altre professioni tecniche – tra quelle con il maggiore fabbisogno previsto –
sono invece caratterizzate da tassi più contenuti.
Tra gli impiegati emergono per l’elevato fabbisogno gli addetti ad attività di segreteria e agli affari
generali delle imprese, con una domanda tra 266mila e 293mila unità, cui corrispondono tassi di
fabbisogno medi annui del 3,1% e 3,4%. Al secondo posto nella classifica in base al fabbisogno figurano
gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, sia come front-office sia nei call-center: tra
85mila e 98mila lavoratori previsti, per un tasso decisamente elevato, 5,6-6,5%. Si sottolinea inoltre,
l’elevato tasso di fabbisogno, 4-4,4%, che si registra per gli impiegati che operano nell’ambito della
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
contabilità e delle operazioni finanziarie delle aziende, anche se in questo caso la domanda in termini
assoluti risulta più contenuta (54-60mila unità).
Con riferimento alle professioni commerciali e dei servizi di livello intermedio, prevalgono i lavoratori
nelle attività di ristorazione, in particolare personale di sala e addetti alla cucina, per i quali la domanda
sarà compresa tra 157mila e 213mila unità, nonché gli addetti alle vendite (tipicamente commessi nei
negozi e assistenti alle vendite nella grande distribuzione), con 180-200mila unità. Le professioni
qualificate nei servizi sanitari e sociali, quali gli addetti all’assistenza e gli operatori socio-assistenziali,
sono caratterizzate da un elevato tasso di fabbisogno, che raggiungerà il 5,4-5,5% medio annuo, per
un ammontare complessivo che si attesterà interno alle 87mila unità.
TABELLA 5.4 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028: PRINCIPALI PROFESSIONI IMPIEGATIZIE E DEI SERVIZI*
Professioni impiegatizie
411 – Addetti alla segreteria e agli affari generali
422 – Addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela
432 – Addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria
431 – Addetti alla gestione amministrativa della logistica
Professioni commerciali e dei servizi
522 – Esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione
512 – Addetti alle vendite
531 – Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali
511 – Esercenti delle vendite
552 – Professioni qualificate nei servizi personali
561 – Professioni qualificate nei servizi di sicurezza, vigilanza e
custodia
Fabbisogno totale
(v.a.)**
2024-2028
scenario C scenario A
471.900
529.500
265.700
293.200
84.600
98.400
54.200
60.400
32.800
38.400
573.900
156.800
180.000
86.500
33.400
35.800
24.200
682.300
213.400
199.800
87.600
52.200
37.200
28.300
Tasso di fabbisogno
medio annuo (%)
2024-2028
scenario C scenario A
* Classificazione CP2021 ISTAT (3 digit); sono esposte le professioni per le quali è previsto un fabbisogno pari ad almeno 25mila unità nello
scenario positivo.
** Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
Per quanto riguarda gli operai, tra quelli specializzati il fabbisogno più rilevante in assoluto riguarderà
i lavoratori del settore delle costruzioni, rispecchiando la tendenza del settore: circa 154-170mila gli
occupati previsti, sia operai addetti alla realizzazione e al mantenimento delle costruzioni, sia operai
addetti alla loro rifinitura. Seguono poi i profili tipici delle industrie metalmeccaniche: da un lato, i
meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchinari (con un fabbisogno di 45-53mila
unità) e, dall’altro, fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica (con un fabbisogno tuttavia
più modesto, 23-27mila unità).
Tra i profili operai non specializzati emerge invece l’elevato fabbisogno di conduttori di veicoli a
motore, in particolare conduttori di mezzi pesanti, stimati tra 70 mila e 81mila unità durante il
quinquennio 2024-2028.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 5.5 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028: PRINCIPALI PROFESSIONI OPERAIE*
Operai specializzati e artigiani
612 – Operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento
di strutture edili
613 – Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni
623 – Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori
macchine fisse/mobili
621 – Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di
carpenteria metallica
624 – Operai specializzati nell’installazione e manutenzione di
attrezzature elettriche/elettroniche
651 – Operai specializzati delle lavorazioni alimentari
653 – Operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento
Conduttori di impianti e veicoli a motore
742 – Conduttori di veicoli a motore
727 – Operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali
721 – Operai macchine automatiche e semiautomatiche. per
lavorazioni metalliche e dei minerali
Fabbisogno totale
(v.a.)**
2024-2028
scenario C scenario A
343.400
409.100
88.200
97.800
Tasso di fabbisogno
medio annuo (%)
2024-2028
scenario C scenario A
65.400
44.900
72.200
53.000
23.400
27.500
20.800
24.600
18.200
12.600
22.200
20.300
167.900
69.700
20.000
17.400
204.000
81.100
25.800
20.400
* Classificazione CP2021 ISTAT (3 digit); sono esposte le professioni per le quali è previsto un fabbisogno pari ad almeno 20mila unità nello
scenario positivo.
** Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
I fabbisogni per competenze digitali e green
Le informazioni raccolte attraverso il Sistema Informativo Excelsior consentono anche di elaborare una
stima dei fabbisogni di competenze green e digitali necessarie nel prossimo quinquennio per il mercato
del lavoro italiano.
La crisi energetica ha accelerato il percorso di green transition che l’Italia aveva già intrapreso,
seguendo gli obiettivi europei di decarbonizzazione: da questa accelerazione sono scaturite una
maggiore propensione delle imprese agli investimenti green e una crescente attenzione sul mercato
del lavoro verso le figure professionali in grado di favorire questa transizione grazie alle loro
competenze. Nel periodo 2018-2023 si è assistito, ad eccezione dell’anno della pandemia, ad una
costante e progressiva crescita del numero di imprese che hanno investito in competenze green: dal
49,4% del 2018 al 56,4% del 2023. Questo trend è destinato a continuare anche nel quinquennio a
venire. Si stima nello scenario positivo che tra il 2024 e il 2028 sarà richiesto dalle imprese e dalla PA il
possesso di competenze green10 con importanza almeno intermedia ad oltre 2,3 milioni di lavoratori
(quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e con importanza elevata a quasi 1,5 milioni di unità
(oltre il 40% del totale).
Si è presa in considerazione la domanda delle imprese di “attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale”
che risulta per i diversi profili professionali dai dati annuali 2023 dell’indagine Excelsior.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
FIGURA 5.2 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI DI PROFESSIONI CON COMPETENZE GREEN NEL PERIODO 2024-2028 – SCENARIO
POSITIVO
986.700
761.900
598.900
Professioni ad
elevata
specializzazione
e tecniche
Professioni
impiegatizie
e dei servizi
Artigiani e operai
fabbisogno di competenze green livello intermedio
616.000
480.600
378.800
fabbisogno di competenze green livello elevato
Fonte: Unioncamere
Si tratta, in realtà, di un processo di transizione del sistema economico in chiave di sostenibilità che
coinvolgerà in maniera trasversale i settori e le professioni, tanto le figure tecniche quanto quelle a
minore specializzazione: per come viene indagata nell’ambito delle indagini Excelsior si tratta
prevalentemente di un’attitudine, richiesta trasversalmente ai diversi livelli professionali e formativi.11
Questa trasversalità emerge chiaramente nella ridotta variabilità dell’incidenza della richiesta di
competenze green al variare del grado di specializzazione della figura: la quota di green skill di livello
intermedio passa dal 63% relativo agli operai, i conduttori di macchinari e le professioni non qualificate
e alle professioni impiegatizie e dei servizi al 68% corrispondente alle professioni specializzate e
tecniche.
I risultati delle indagini Excelsior del 2023 confermano che le imprese hanno intensificato la ricerca di
competenze green: i comparti che si sono maggiormente distinti per la rilevanza dei profili per cui
sono necessarie le competenze green (sul totale delle entrate programmate dalle imprese del settore)
sono costruzioni (tecnici delle costruzioni civili, tecnici della gestione di cantieri edili e profili legati
alla riqualificazione abitativa), meccatronica (ad esempio ingegneri elettronici e delle
telecomunicazioni, tecnici e gestori di reti e sistemi telematici, tecnici meccanici) e servizi avanzati
alle imprese (ad esempio tecnici chimici e specialisti delle scienze ambientali), il cui sviluppo è
indispensabile per accompagnare il settore industriale nazionale nei percorsi di transizione green,
anche se non mancano professionalità inserite in altri ambiti (tecnici della produzione e preparazione
alimentare, operai agricoli specializzati, grafici, disegnatori e allestitori di scena ed estetisti e
truccatori)12.
In parallelo, nel 2023 circa i due terzi delle imprese hanno dichiarato di avere investito nella transizione
digitale: si tratta di un dato sostanzialmente in linea con quello del quinquennio precedente e che
segnala una continuità nelle politiche di investimento delle imprese, a testimonianza di un progressivo
L’attitudine green dei flussi attivati rappresenta una propensione che può, a seconda delle professioni, essere di supporto
al green implementando strumenti e attività o essere utilizzatrice di questi strumenti, regole e prassi utili a supportare un
approccio green.
Si veda il volume del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere-ANPAL: Le competenze green. Analisi della domanda di
competenze legate alla Green economy nelle imprese, indagine 2023.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
riconoscimento delle opportunità di ripresa e di crescita legate alla transizione digitale e alla necessità,
in questa prospettiva, di sviluppare un’attenzione costante alle soluzioni e alle tecnologie digitali. E
dalla disponibilità di competenze digitali dipende l’effettiva capacità del sistema economico, delle
imprese e dei cittadini di beneficiare dei mutamenti indotti dalla transizione digitale. La crescente
digitalizzazione delle attività e dei processi produttivi richiede nuove competenze che non coinvolgono
solo le figure professionali responsabili dell’implementazione delle azioni di transizione digitale, ma
anche tutti coloro che, a vario titolo e in diversa misura, sono chiamati a impiegare in sempre maggiore
misura gli strumenti digitali.
Per questi motivi le competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, di strumenti di
comunicazione visiva e multimediale, considerate una competenza di base per la maggior parte dei
lavoratori, continueranno ad essere sempre più ricercate nel prossimo quinquennio: tra il 2024 e il
2028 si stima saranno richieste a circa 2,1 milioni di occupati (poco meno del 59% del fabbisogno totale)
nello scenario positivo.
L’incidenza di tale richiesta risulta, naturalmente, diversa al variare del grado di specializzazione della
figura: la quota di lavoratori ai quali verrà richiesto il possesso di competenze digitali passa dal 21%
circa relativo agli operai, i conduttori di macchinari e le professioni non qualificate al 57% relativo alle
professioni impiegatizie e dei servizi, fino all’84% corrispondente alle professioni specializzate e
tecniche.
Sussiste un’ulteriore differenziazione nell’ambito delle singole unità professionali riconducibili a
ciascun grande gruppo professionale: il possesso di competenze digitali è richiesto dalle imprese con
il massimo livello di importanza, con quote addirittura pari al 100%13, sia nei gruppi delle professioni
di alta dirigenza e specialistiche (come per esempio analisti e progettisti di software, progettisti e
amministratori di sistemi, ingegneri energetici e meccanici, ingegneri elettrotecnici e ingegneri
dell’informazione), sia nelle professioni tecniche (tecnici programmatori, tecnici esperti in applicazioni,
tecnici web, tecnici gestori di reti e di sistemi telematici e disegnatori industriali), sia nelle mansioni
impiegatizie (nello specifico alla contabilità). Valori elevati caratterizzano anche alcune specifiche
figure professionali nell’ambito dei gruppi degli operai specializzati (manutentori e riparatori apparati
elettronici industriali e di misura).
Estendendo il discorso, dalla stima per il quinquennio di figure con e-skill mix, ovvero in possesso con
elevato grado di importanza di almeno due delle tre e-skill mappate nel Sistema Informativo Excelsior
(ovvero competenze digitali di base, capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici,
capacità di gestire soluzioni innovative), risulta un fabbisogno di poco più di 870mila professionisti,
circa il 24% del totale.
Con riferimento ai valori rilevati per il 2023 nell’ambito dell’indagine Excelsior, si veda il volume del Sistema Informativo
Excelsior di Unioncamere-ANPAL: Le competenze digitali. Analisi della domanda di competenze digitali nelle imprese, indagine
2023.
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FIGURA 5.3 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI DI PROFESSIONI CON COMPETENZE DIGITALI NEL PERIODO 2024-2028 – SCENARIO
POSITIVO
Professioni ad elevata
specializzazione
e tecniche
690.700
201.400
Professioni
impiegatizie
e dei servizi
Artigiani e operai
fabbisogno di competenze digitali di base livello intermedio
870.700
596.100
228.100
46.500
fabbisogno di e-skill mix
Fonte: Unioncamere
Dal momento che si tratta di una richiesta di personale che dovrà utilizzare in modo integrato due o
addirittura tre e-skill, è naturale osservare una concentrazione della domanda tra le professioni a
elevata specializzazione e tecniche: si tratta, ad esempio, di analisti e progettisti di software,
ingegneri dell’informazione, progettisti e amministratori di sistemi, tecnici programmatori e gestori
di reti e di sistemi telematici.
Altrettanto importante è il ruolo delle figure necessarie a supportare la trasformazione dei modelli
organizzativi e di business, fra i quali gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e
meccanici, gli ingegneri civili, nonché i tecnici esperti in applicazioni, i tecnici web, i disegnatori
industriali e i tecnici delle costruzioni civili.
Le informazioni del Sistema informativo Excelsior consentono anche di esaminare il comportamento
delle imprese rispetto agli investimenti effettuati nei diversi ambiti della trasformazione digitale
(dell’adozione delle tecnologie digitali, della loro integrazione nell’ambito del modello organizzativo
aziendale e dello sviluppo di nuove soluzioni di business), da cui si evidenzia una forte crescita degli
investimenti per lo sviluppo di nuovi modelli di business come l’analisi dei comportamenti e dei
bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione dell’offerta e il maggiore utilizzo dei canali
digitali per la promozione e la vendita dei propri prodotti e servizi.
È rilevante, inoltre, l’incremento degli investimenti nelle tecnologie, tra cui cloud, mobile, big data
analytics, cyber security, IoT e software per l’acquisizione e la gestione di dati a supporto delle
decisioni, della progettazione e ingegnerizzazione dei prodotti/servizi (basti pensare alla recente
diffusione dell’utilizzo di nuovi strumenti di OpenI, come ChatGPT). Di conseguenza, nella domanda di
figure si rileva una prevalenza di professioni quali l’ICT Account Manager, il Business Analyst, il Data
Scientist, il Data Manager, il Software Developer, il Digital Media Specialist, l’e-Learning Specialist,
il Systems Analyst, il Cyber Security Architect, il Big Data Specialist, l’IoT Engineer, il Social Media
Manager, il Robotics & Automation Manager, l’Artificial Intelligence Systems Engineer, il Mobile
Developer, Digital Marketing Expert.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Box 1: Fabbisogni delle filiere di professioni e competenze green e digitali
Questo approfondimento è dedicato all’analisi delle previsioni occupazionali per le filiere settoriali con un
focus sulle principali professioni e competenze green e digitali che saranno richieste nel prossimo
quinquennio.
Per le analisi sono stati considerati – oltre ai dati del Sistema Informativo Excelsior – anche le elaborazioni
Unioncamere sulla base degli annunci di lavoro pubblicati tramite i canali digitali (web job vacancy), che
consentono di effettuare confronti a livello internazionale sulle dinamiche settoriali e offrono spunti
interessanti sulle tendenze della domanda di figure emergenti.
Commercio e turismo
Le inserzioni sul web di ricerche di professioni per questa filiera rappresentano circa il 6% del totale delle web
job vacancy pubblicate in Italia durante il 2023, quota in crescita costante dal 2019, vicina a quella della Francia
e superiore a quella di Spagna (4%) e Germania (2%).
Per i servizi di ristorazione, turistici e commerciali è previsto un ampio fabbisogno occupazionale nel
quinquennio 2024-2028, tra 550mila e 680mila unità. In particolare, come già evidenziato, saranno richiesti
chef e camerieri nelle attività di ristorazione e sales assistant nel commercio, ma anche tecnici del marketing
e della distribuzione commerciale (social media strategist, customer service representative, retail store
manager).
Per sostenere la crescita della filiera saranno essenziali strategie di sviluppo delle competenze in ambito
digitale e verde, per adattarsi alle trasformazioni del mercato attraverso l’implementazione di strumenti e
tecnologie innovative da una parte e promuovendo un’offerta più sostenibile dall’altra.
Tra le figure tecniche, per esempio, crescerà la domanda di e-skill legate ai social media, competenze come
social media marketing, digital marketing e social data analytics saranno sempre più importanti per
raggiungere un pubblico più vasto. Si segnalano anche le capacità di usare programmi di grafica per la
pubblicità e di altri applicativi per il tourism e retail management in vista dell’integrazione crescente della
tecnologia nei servizi alberghieri e nella gestione del turismo.
Tra le competenze green saranno fondamentali quelle inerenti riciclo, gestione dei rifiuti, controllo delle
materie prime, conoscenza delle produzioni biologiche e a chilometro zero, riflettendo l’attenzione alle
pratiche sostenibili e alla circolarità. In relazione a questo trend si assisterà anche ad una crescente attenzione
al controllo della qualità e sicurezza e all’esperienza del cliente nei ristoranti, servizi alimentari e settore
dell’ospitalità.
Dal confronto con le tendenze degli annunci web pubblicati in Spagna, paese che ha la composizione delle
inserzioni legate al settore del commercio e turismo più simile all’Italia tra i paesi esaminati14, emergono
ulteriori spunti utili sulle prospettive future. In Spagna, si evidenzia la crescente importanza delle competenze
nell’analisi di dati – anche utilizzando tecnologie avanzate – per il business development specialist e i sales
managers; per quanto riguarda il green, le imprese spagnole mostrano un interesse crescente nella gestione
energetica e nelle tecnologie sostenibili, perciò skill in energy management ed energy conservation saranno
competenze chiave in ascesa.
Salute
Come esaminato nei capitoli precedenti, con l’impatto crescente delle dinamiche demografiche nel prossimo
quinquennio è prevista una domanda elevata di lavoratori da parte della sanità, assistenza e servizi sanitari.
Inoltre, anche gli altri due trend – digitale e green – influenzeranno la richiesta di competenze ai professionisti
di questa filiera.
Gli investimenti del PNRR hanno come obiettivo anche la diffusione di soluzioni di telemedicina, della cartella
clinica elettronica, della interoperabilità tra i sistemi sanitari regionali e il miglioramento del monitoraggio dei
rischi sanitari con l’analisi dei dati. Quindi, medici, infermieri, tecnici di laboratorio dovranno essere in grado
usare gli strumenti informatici per la telemedicina e per gestire le cartella elettronica, ed essere formati negli
ambiti di privacy e sicurezza dei dati.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Nella prospettiva di condotte sempre più sostenibili, saranno necessarie competenze attinenti alla gestione
dei rifiuti, al riciclo, all’efficienza energetica e conoscenza delle normative ambientali specifiche del comparto.
Dalle ricerche di lavoro in Germania (paese di riferimento per il confronto su questa filiera sulla base delle
inserzioni web), emerge la richiesta di competenze legate alla ricerca clinica e farmaceutica, indicando che
sarà crescente l’orientamento verso l’innovazione nella ricerca medica e nella gestione sanitaria.
Inoltre, si osserva in Italia un aumento degli annunci dell’industria biomedica, settore che nei prossimi anni
potrebbe dedicarsi allo sviluppo di dispositivi medici di ultima generazione, per cui si intensificherebbe la
necessità di ingegneri biomedici e biomedical equipment technicians.
Altri servizi pubblici e privati
Nel 2023 oltre il 4% delle web job vacancy italiane ha riguardato ricerche di professioni per questa filiera,
quota superiore a quella di Germania e Francia (entrambe 3%), Spagna (2%) e Stati Uniti (1%).
In questa filiera sono considerati due settori, i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e i servizi
generali della Pubblica Amministrazione, che nei cinque anni di previsione avranno bisogno nel complesso di
480-530mila occupati.
Per quanto riguarda i servizi operativi, si sottolinea la necessità di specialisti delle risorse umane, esperti in
contabilità (dagli accountant, loss prevention/asset protection specialist, ai payroll specialist), agenti
immobiliari.
Formazione e cultura
Questa filiera esprimerà uno dei fabbisogni occupazionali più elevati nel prossimo quinquennio, con una
domanda prevista compresa tra 474mila e 513mila unità.
In Italia nel 2023 gli annunci web relativi a “formazione e cultura” rappresentavano l’8% del totale,
un’incidenza maggiore di quella registrata in Spagna e Stati Uniti (entrambe 6%), Germania (4%) e Francia
(3%). Il confronto europeo mostra una crescita delle figure professionali legate alle tecnologie
dell’informazione, evidenziando un orientamento verso l’innovazione tecnologica anche nei settori della
formazione e della cultura.
Negli ultimi anni – a causa della pandemia – è emersa la richiesta urgente di competenze digitali anche per i
docenti dei diversi gradi formativi. Nei prossimi anni, per riuscire a trasformare il sistema educativo e adattarlo
alle esigenze odierne, digitalizzando la scuola pubblica, saranno essenziali le e-skill, non solo quelle di base
legate all’utilizzo degli strumenti digitali, ma anche quelle più avanzate quali cloud computing per
l’archiviazione da remoto, conoscenza di strumenti per lezioni multimediali interattive e sulla sicurezza
informatica.
In parallelo, i professionisti della formazione e dell’orientamento dovranno possedere green skill per essere in
grado di sensibilizzare gli alunni sulle tematiche ambientali e del risparmio energetico, sempre più importanti
nella vita quotidiana e nel mondo lavorativo.
Finanza e consulenza
Si osserva in Italia un minore ricorso ai canali digitali per le ricerche di figure per questa filiera, con un’incidenza
del 6% sul totale web job vacancies, mentre in Spagna la quota arriva al’8% e negli Stati Uniti al 12%, dove
negli ultimi anni emergono tendenze interessanti in merito all’importanza della sicurezza aziendale con la
domanda di security officer e dell’innovazione (richiesti automation engineer e mobile developer).
Nel quinquennio i servizi avanzati avranno bisogno di circa 252-313mila occupati e quelli finanziari di 7886mila unità, per lo più professioni specialistiche e tecniche che dovranno essere caratterizzate da
14 Per i confronti internazionali sono state considerate le informazioni elaborate dalle
Spagna e Stati Uniti dal 2019 al 2023.
web job vacancies di Germania, Francia,
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
competenze necessarie per affrontare la doppia transizione. In particolare, nella consulenza
l’implementazione di tecnologie IA sarà sempre più presente e si rifletterà nella richiesta di esperti in machine
learning, automazione e analisi avanzata di dati. Inoltre, per supportare le imprese nei diversi campi della
sostenibilità ambientale, aumenterà il fabbisogno di figure come l’avvocato green, l’economista ambientale,
e di competenze in trasformazione energetica e riciclo.
Per quanto riguarda il settore finanziario, la diffusione di soluzioni FinTech comporterà una domanda di
professionisti con competenze in digitalizzazione finanziaria, cyber security e blockchain. Allo stesso tempo
emergeranno le skills del settore della finanza etica e sostenibile, con la richiesta di professionisti che
comprendano i principi dell’investimento responsabile e delle pratiche sostenibili, ma anche di fundraising
manager.
Costruzioni e infrastrutture
Grazie anche all’impatto degli investimenti del PNRR, l’edilizia e i comparti collegati esprimeranno un
fabbisogno considerevole di lavoratori (tra 260mila e 290mila nel quinquennio), concentrato soprattutto su
operai specializzati addetti alle costruzioni, al mantenimento di strutture edili e alle rifiniture delle costruzioni,
ma anche ingegneri civili, architetti, pianificatori, paesaggisti e specialisti del recupero e della conservazione
del territorio, tecnici della gestione dei cantieri edili.
In termini di competenze specifiche richieste, le green skills includono esperienza in progettazione a basso
impatto energetico, efficientamento e rigenerazione urbana, domotica, conoscenza delle normative
ambientali e sulla protezione ambientale e competenze legate alle energie rinnovabili, soprattutto nel campo
del fotovoltaico. Tra le figure professionali, per esempio, sarà crescente la domanda di solar installer che dovrà
occuparsi dell’assemblaggio di pannelli solari e dell’installazione di sistemi energetici solari.
Saranno sempre più rilevanti le competenze digitali: ingegneri, architetti e tecnici di questa filiera dovranno
essere capaci di utilizzare strumenti digitali avanzati per la progettazione e la gestione dei progetti
infrastrutturali (ad esempio 3D modelling, AutoCAD, SAP2000).
Altre filiere industriali
Per queste filiere è stimato tra 2024 e 2028 un fabbisogno che potrà variare tra 169mila e 190mila occupati,
oltre la metà determinato dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo.
Nel 2023 l’Italia mostra una percentuale di offerte di lavoro tramite web in questa filiera di circa il 3%, mentre
la Germania si attesta intorno all’1%. Possono comunque essere individuati alcuni trend che caratterizzeranno
il mercato del lavoro di questi settori nei prossimi anni. Innanzitutto, l’innovazione nella chimica, dove la
transizione green porterà alla domanda di chimici verdi per esempio; la centralità delle competenze green
nell’area acquisti/approvvigionamento, trasversale a più settori; in parallelo, si diffonderà la domanda di
competenze per utilizzare strumenti di machine learning e intelligenza artificiale.
Mobilità e logistica
Questa filiera, con una domanda stimata nel 2024-2028 tra 113mila e 136mila occupati, avrà bisogno di
professionisti capaci di adattarsi alle rapide evoluzioni del settore, data la continua trasformazione digitale
delle operazioni logistiche. Come si osserva anche dall’andamento degli annunci online in Italia (che
rappresentano il 4% del totale) e in Germania, si potrà assistere da una parte ad una convergenza di
competenze analitiche, tecnologiche e gestionali nelle professioni della logistica (come supply chain/logistics
manager, operations supervisor) e dall’altra ad una crescita della richiesta di figure specialistiche dell’ICT quali
web developer e mobile applications developer.
Inoltre, la consapevolezza delle sfide connesse alla sostenibilità e alla sicurezza sul luogo di lavoro porterà ad
una maggiore rilevanza delle competenze legate alla sicurezza e alla gestione ambientale e alle nuove fonti
energetiche.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Meccatronica e robotica
Il fabbisogno di 100-130mila lavoratori nel quinquennio sarà distribuito tra ingegneri meccanici, elettrici,
elettronici, specialisti nella robotica, operai specializzati e meccanici di veicoli e macchinari industriali.
Nell’ambito della transizione tecnologica, risultano già centrali competenze legate alla robotica,
all’automazione e alla standardizzazione e dei processi, e nei prossimi anni sarà crescente l’impatto
dell’intelligenza artificiale.
Per quanto riguarda la transizione ambientale, le competenze che non potranno mancare sono quelle legate
ai sistemi che sfruttano energie alternative (elettrica, solare, eolica, biomassa), all’elettrificazione e alla
conservazione dell’energia, ma anche alla conoscenza dei protocolli ambientali specifici del settore.
Moda, legno e arredo
Nelle filiere della moda, legno e arredo si prevede un fabbisogno che potrà variare da circa 60mila a oltre
100mila lavoratori in cinque anni; questi settori risentiranno dell’incidenza dei seguenti macro trend in diverse
aree di attività: l’importanza del canale online sarà crescente e diverranno essenziali competenze nell’ecommerce analysis e digital marketing ed emergerà la necessità di professioni con competenze tecnologiche
innovative (vetrinisti e disegnatori con competenze relative a realtà aumentata o virtuale); aumenterà
l’attenzione verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale e potranno emergere figure come
environmental protocols expert e tecnico del recupero e riciclaggio dei tessuti.
Alimentare
esperti per l’ottimizzazione dei processi e di competenze verdi ovvero della conoscenza di tecniche di
riciclaggio, di packaging, di gestione degli scarti alimentari, per la commercializzazione dei prodotti alimentari
biologici, per la gestione dei procedimenti che maggiormente rispettino le direttive aziendali sul risparmio
energetico.
Informatica e telecomunicazioni
Data l’importanza della tecnologia e della gestione dei dati nelle aziende e nella PA, si stima che il settore
dell’ICT sarà tra quelli più dinamici nel prossimo quinquennio, con un fabbisogno trasversale di analisti e
specialisti nella progettazione di applicazioni, specialisti di reti e di database e tecnici ICT, come data engineer,
data mining analyst, information security engineer, mobile applications developer, web developer.
Le tendenze nei prossimi anni nel mercato del lavoro saranno focalizzate sullo sviluppo di competenze nei
campi dell’automazione e della programmazione avanzata, della cyber security per la consapevolezza
dell’importanza di proteggere dati e sistemi, tecnologie cloud per la necessità di gestire infrastrutture scalabili,
analisi dei dati e business intelligence.
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Box 2: Competenze per l’Intelligenza Artificiale: l’Italia a confronto con Germania, Francia e Spagna
La crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel mondo del lavoro costituirà un processo disruptivo
che modificherà la domanda di professioni e competenze e il modo in cui le organizzazioni creeranno valore.
La capacità di sfruttare il potenziale delle innovative tecnologie digitali sarà cruciale per le imprese e per la PA
nel prossimo futuro.
Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale15 prevede che l’intelligenza artificiale interesserà quasi
il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo, arrivando ad una quota del 60% nelle economie avanzate, a causa
della prevalenza di lavori orientati a compiti cognitivi. Circa la metà dei lavori esposti potrebbe esserne
influenzata negativamente dall’intelligenza artificiale, mentre il resto delle occupazioni potrebbe beneficiare di
una maggiore produttività attraverso l’integrazione delle tecnologie IA16.
Secondo una ricerca dell’OCSE17 al momento l’IA sembra integrare, e non sostituire, le competenze delle
professioni ad alta specializzazione, teoricamente più esposte ai nuovi sviluppi. Inoltre, considerando tutte le
tecnologie di automazione, compresa l’IA, il 30,1% dei lavoratori in Italia sarebbe occupato in professioni a più
alto rischio di automazione, rispetto a una media OCSE del 27%; le professioni a più alto rischio di automazione
risulterebbero essere quelle meno qualificate. Secondo questo studio circa il 12% della forza lavoro (quasi il
10% nella media OCSE) avrebbe più del 25% di competenze e abilità importanti per la professione che
potrebbero essere replicate dalle tecnologie.
A livello nazionale, EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia18 stimano che entro il 2030 in Italia la domanda di
lavoro cambierà in modo significativo per circa l’80% di 793 profili professionali indagati. Anche secondo questa
ricerca, l’effetto di sostituzione del lavoro umano a seguito dell’introduzione di nuove tecnologie, e in
particolare di strumenti di IA, dovrebbe essere generalmente meno forte di quanto temuto nel passato (le
previsioni pubblicate nel 2013 da Frey e Osborne, per esempio, prevedevano che il 47% delle professioni sul
mercato americano sarebbe stata ad alto rischio di sostituzione totale nel giro di vent’anni19). Lo studio
conclude che l’effetto sarà eterogeneo tra settori e per livello di qualifica dei profili, in particolare per i gruppi
professionali meno qualificati il rischio di sostituzione sarà relativamente maggiore, mentre per le figure
professionali più specializzate si prospetta un’integrazione tra il lavoro umano e i sistemi di IA, che si tradurrà
necessariamente in una evoluzione significativa degli skillset, legata alla comprensione dei modelli di
apprendimento automatico, alla capacità di utilizzare strumenti di generazione creativa e alla conoscenza delle
implicazioni etiche legate all’utilizzo dell’IA generativa, ovvero un nuovo campo di ricerca che utilizza tecniche
di machine learning e deep learning per generare dati, tra cui immagini, musica e testo, che non esistevano in
precedenza.
Nonostante sia complesso quantificare l’impatto dell’IA sull’occupazione a causa della sua rapida evoluzione e
dell’incertezza nell’integrazione tra i processi produttivi e il cambiamento delle percezioni sociali, è certo che il
vantaggio che deriverà dall’utilizzo dell’IA dipenderà dalla preparazione dei paesi e dalla capacità dei lavoratori
di adattarsi a questa nuova tecnologia. Poter contare su politiche attive del lavoro e regolamentazioni
specifiche, infrastrutture digitali, innovazione economica, potrà ridurre i rischi degli effetti negativi
dell’intelligenza artificiale.
Bisogna, a questo proposito, ricordare che dai dati Eurostat disponibili per un confronto europeo relativi al
2021, l’Italia si posiziona al 16° posto tra i paesi dell’Unione Europea, con il 6% delle imprese italiane con almeno
10 dipendenti che utilizzano almeno una tecnologia IA20, al di sotto della media UE dell’8%. Dall’anticipazione
dei dati del 2023 tale quota per l’Italia è scesa al 5%, mentre è aumentata in Germania (dal 10,6% del 2021
all’11,6% nel 2023) e Spagna (dal 7,7% del 2021 al 9,2% nel 2023). Nel 2023 si evidenzia che si è mantenuta
stabile al 24% la quota delle imprese italiane con almeno 250 dipendenti che utilizzano almeno uno strumento
di IA.
L’Intelligenza Artificiale è sicuramente entrata nella sua era di implementazione; dal 2022 sono stati rilasciati
nuovi modelli di IA su larga scala, come ChatGPT, Stable Diffusion, Whisper e DALL-E 2, che sono in grado di
svolgere una gamma sempre più ampia di compiti, dalla manipolazione e analisi del testo, alla generazione di
immagini, fino al riconoscimento del parlato senza precedenti. Questi sistemi dimostrano capacità nella
risposta alle domande e nella generazione di testi, immagini e codici impensabili un decennio fa.
Per avere una panoramica sulle tendenze attuali in Italia e in Europa in relazione alle competenze richieste
nell’ambito dell’IA, viene proposta un’analisi sulla base degli annunci pubblicati online raccolti ed elaborati per
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il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere dalla società specializzata Lightcast per il periodo 2019-2023 e
con riferimento a quattro Paesi: Italia, Francia, Germania e Spagna (tabella 5.6).
TABELLA 5.6 – CONFRONTO TRA IL NUMERO DI ANNUNCI DI LAVORO ONLINE NEL 2019 E 2023
totale
annunci
di cui IA
totale
annunci
di cui IA
Germania
62.000
0,75%
96.000
0,86%
Spagna
9.000
0,61%
32.000
1,79%
Francia
15.000
0,43%
78.000
0,53%
Italia
7.000
0,54%
18.000
0,46%
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
Nel periodo esaminato le web job vacancy che richiedono competenze legate all’IA risultano in crescita nella
maggior parte dei paesi, ma rappresentano ancora una piccola percentuale degli annunci di lavoro online, e
l’Italia sembra evidenziare un certo ritardo rispetto ai paesi analizzati (figura 5.4).
Dal 2019 al 2023 la Spagna ha fatto registrare una crescita del 20% del totale annunci online, ma ha triplicato
il numero di quelli legati all’IA, raggiungendo nel 2023 la quota più elevata tra i paesi analizzati (1,79%),
mostrando un aumento costante dal 2019 (quando era pari allo 0,61%). Primeggia anche osservando l’incidenza
delle skill IA (rapporto tra il numero di skills legate all’IA e il numero totale di skills estratte dagli annunci21) con
il 10,8% di competenze legate all’IA sul totale delle competenze richieste nel 2023 (figura 5.5).
Nel 2019 la Germania presentava la percentuale più alta tra i 4 paesi di annunci di lavoro legati all’IA (0,75%).
Tale quota è salita fino all’1% nel 2021, per poi diminuire nei due anni successivi, ma si è mantenuta superiore
rispetto al dato del 2019 (0,86% nel 2023).
In Francia dal 2019 al 2023 il ricorso ai job posting è quadruplicato, in particolare quelli riguardanti l’IA. La
percentuale di annunci di lavoro legati all’IA è aumentata dal 2019 al 2021 passando dallo 0,43% allo 0,59%,
per poi diminuire e attestarsi allo 0,53% nel 2023.
Cazzaniga e altri (2024), Gen-AI: Artificial Intelligence and the Future of Work, IMF Staff Discussion Note SDN2024/001,
International Monetary Fund, Washington, DC.
L’esposizione viene definita dalla possibilità di applicare l’IA per svolgere le principali funzioni di un lavoro. Poi, considerato
il grado di potenziale applicazione, un insieme di preoccupazioni sociali e valutazioni tecniche determina la
complementarietà. Per occupazioni ad alta esposizione, una bassa complementarità comporta una probabilità relativamente
più elevata che l’IA sostituisca i compiti chiave o che si verifichi una diminuzione della domanda per l’occupazione. Alta
esposizione combinata con un’elevata complementarità comporta una maggiore probabilità di crescita della produttività e
guadagni salariali per quei lavoratori che sapranno adottare le tecnologie basate sull’IA. Questi benefici, dunque,
dipenderanno dal possesso delle competenze necessarie per utilizzare l’intelligenza artificiale.
Lassebie e Quintini (2022), What skills and abilities can automation technologies replicate and what does it mean for
workers?: New evidence, OECD working paper.
EY, ManpowerGroup, Sanoma Italia, Il Futuro delle Competenze nell’Era dell’Intelligenza Artificiale. Studio predittivo 2023.
Si veda Frey e Obsorne (2013), The future of employment: how susceptible are jobs to computerisation? .
Le tecnologie considerate possono riguardare l’analisi della lingua scritta (text mining), la generazione di linguaggio scritto
o parlato (generazione del linguaggio naturale), machine learning per l’analisi dati, l’identificazione di oggetti o persone sulla
base di immagini (riconoscimento di immagini, elaborazione di immagini), l’automatizzazione di flussi di lavoro o assistenza
nel processo decisionale, il movimento fisico delle macchine tramite decisioni autonome basate sull’osservazione
dell’ambiente circostante e strumenti per il riconoscimento vocale.
21 Questa metrica
offre un’indicazione della prevalenza delle competenze legate all’IA rispetto al panorama complessivo delle
competenze richieste. Un valore più alto indica una maggiore densità di competenze legate all’IA rispetto al totale delle
competenze richieste nei job postings.
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In Italia nell’arco dei quattro anni è triplicato l’utilizzo degli annunci di lavoro online, ma non con la stessa
intensità per quelli relativi all’IA. In particolare, si osserva un aumento della quota di annunci IA fino al 2022
raggiungendo lo 0,74% e un calo nel 2023 allo 0,46% (inferiore allo 0,54% del 2019), quota simile a quella della
Francia nel 2019. Nel 2023 le competenze IA rappresentano il 9% delle competenze richieste nelle web job
vacancy in Italia.
FIGURA 5.4 – QUOTA DEGLI ANNUNCI ONLINE CHE RICHIEDONO ALMENO UNA SKILL IA DAL 2019 AL 2023 (% SUL TOTALE
ANNUNCI DI LAVORO ONLINE)
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
FIGURA 5.5 – INCIDENZA DI SKILL IA RICHIESTE NEGLI ANNUNCI DI LAVORO ONLINE NEL 2019 E NEL 2023 (% SUL TOTALE
COMPETENZE RICHIESTE NEL PAESE)
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
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A livello settoriale, si osserva nel mercato del lavoro spagnolo un notevole aumento nella domanda
di competenze legate all’IA nel settore dell’Informazione e Comunicazione (la quota di annunci è
cresciuta dal 2,49% del 2019 al 6,03% nel 2023) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche
(dallo 0,89% al 3,12% nel 2023). Si segnalano incrementi degli annunci IA anche per le industrie
manifatturiere e per i servizi amministrativi e di supporto.
In Germania, il settore dell’ICT evidenzia una crescita rispetto al 2019 sia della quota di annunci legati
all’IA (passata dal 3,02% del 2019 al 3,84% nel 2023) sia dell’incidenza di skill IA (dall’8,13% all’8,62%).
Un trend simile è osservabile nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche, dove la
quota di job posting IA è aumentata dall’1,22% del 2019 all’1,45% nel 2023 e l’incidenza di skill IA è
variata dal 7,30% all’8,28%
L’analisi settoriale in Francia mostra la prevalenza di annunci IA nell’ICT e nei servizi professionali, ma
evidenzia anche l’ampliamento della domanda di competenze legate all’IA in settori tradizionali come
quelli manifatturieri, dove la quota di annunci IA è passata dallo 0,24% del 2019 allo 0,33% nel 2023,
ma in termini di incidenza di competenze legate all’IA l’indicatore è cresciuto dal 5,71% al 7,58%,
indicando un graduale aumento della presenza di tecnologie intelligenti in settori tradizionali.
Anche in Italia si osservano job posting legati all’IA soprattutto nell’ICT e nelle attività professionali,
scientifiche e tecniche, con una quota nel 2023 rispettivamente di 2,7% e 1,24%, in crescita rispetto
al 2019. Nel confronto con gli altri paesi, l’Italia si distingue nel 2023 per la maggiore quota di annunci
IA nel settore dell’amministrazione pubblica, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (1,1%). Per
quanto riguarda l’indicatore di incidenza della skill IA, si evidenzia una tendenza positiva anche nel
manifatturiero.
Nel complesso emerge una tendenza positiva nella richiesta di competenze legate all’IA in tutti i paesi
considerati, mostrando una maggiore concentrazione nelle industrie ICT e nei servizi professionali.
FIGURA 5.6 – PRINCIPALI SETTORI PER QUOTA DEGLI ANNUNCI ONLINE CHE RICHIEDONO ALMENO UNA SKILL IA NEL 2023 (% SUL
TOTALE ANNUNCI DI LAVORO ONLINE)
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
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Esaminando il dettaglio delle tipologie di competenze domandate, si evidenzia che quelle di machine
learning e di elaborazione di linguaggio naturale sono maggiormente richieste in tutti i paesi
analizzati, mentre le competenze relative alla guida autonoma e alla robotica mostrano una domanda
più specifica e variabile tra i paesi (figura 5.7).
Emergono diverse tendenze interessanti riguardo alle competenze richieste nei vari settori e paesi.
Per quanto riguarda la filiera della formazione, in Germania è cresciuta significativamente la richiesta
di competenze in machine learning; in Francia, oltre al machine learning, si evidenzia una richiesta
crescente di competenze in Natural Language Processing (NLP). La filiera della salute in Germania e
Spagna mostra una domanda in aumento di competenze in machine learning. Il settore delle
tecnologie dell’informazione in Germania mostra una forte richiesta di competenze in machine
learning e NLP e in Francia della richiesta di competenze in machine learning. Nella finanza si osserva
una notevole domanda di competenze in machine learning e NLP in Spagna, mentre in Italia la
richiesta di competenze in machine learning nel settore finanziario è in costante crescita. Nel
manifatturiero in Francia si osserva una domanda in aumento di competenze in machine learning, e
in Spagna si aggiunge anche la richiesta di competenze NLP.
Questi dati indicano una crescente consapevolezza e integrazione delle tecnologie avanzate, come il
machine learning e il natural language processing, in diversi settori, riflettendo la necessità di
professionisti qualificati in queste competenze per affrontare sfide e sfruttare opportunità
emergenti.
FIGURA 5.7 – INCIDENZA DI SKILL IA RICHIESTE NEGLI ANNUNCI DI LAVORO ONLINE NEL 2023 PER MACRO CATEGORIA (% SUL
TOTALE COMPETENZE RICHIESTE)
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
Focalizzando l’attenzione sugli annunci raccolti in Italia nel 2023 a livello delle professioni (al livello
del V digit della classificazione CP2021), gli statistici e analisti di dati presentano l’incidenza più
elevata di job post riguardanti l’Intelligenza Artificiale, con oltre 500 annunci pari al 44,9% del totale
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della professione (figura 5.8). Seguono i matematici – anche se con valori assoluti più bassi – con il
28%, gli analisti e progettisti di applicazioni web (24,6%), gli analisti di sistema (6,6%) e gli analisti e
progettisti di software (4,3%). Quest’ultimi si distinguono per il maggior numero di annunci IA, circa
800 nel 2023 in Italia.
Nel dettaglio, per statistici e analisti di dati, sviluppatori software, analisti di sistema sono fortemente
ricercate capacità in machine learning, elaborazione di linguaggio naturale e reti neurali, suggerendo
che le aziende stanno cercando professionisti capaci di lavorare con tecnologie avanzate di
intelligenza artificiale per migliorare le loro applicazioni e la progettazione dei sistemi informativi.
Anche agli esperti di marketing e delle vendite sono richieste competenze in machine learning e
natural language processing, indicando un interesse crescente del settore delle vendite e marketing
alle applicazioni tecnologiche più avanzate.
FIGURA 5.8 – PRINCIPALI PROFESSIONI IN ITALIA NEL 2023 E MACRO CATEGORIE DI SKILL IA RICHIESTE A STATISTICI E ANALISTI DI
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati web job vacancy internazionali di Lightcast
Dal confronto con gli altri paesi emergono alcuni trend caratteristici. In Germania una notevole richiesta di
competenze relative alla guida autonoma nelle professioni ingegneristiche. In Francia si osserva una maggiore
enfasi sulla robotica nei ruoli ingegneristici rispetto agli altri paesi; le competenze di visual image recognition
sono richieste in modo evidente nello sviluppo software. In Spagna le competenze di visual image recognition
vengono richieste in particolare nelle professioni ingegneristiche ed è elevata la domanda di competenze in
machine learning, specialmente nella pubblicità e nel marketing.
Il quadro di comparazione internazionale che emerge dall’analisi dei dati sulle web job vacancy sembra indicare,
in definitiva, l’urgenza per l’Italia di colmare il gap con le altre economie avanzate per garantire una forza lavoro
adeguatamente preparata alle sfide del futuro. Il progresso tecnologico e la globalizzazione avranno
conseguenze molto significative sia per le imprese che per i lavoratori, ma anche per le istituzioni e gli enti
formativi, con l’affermarsi sia di una richiesta di nuove competenze e professionalità per gestire efficacemente
le nuove tecnologie, sia di nuovi modelli lavorativi aziendali.
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I FABBISOGNI PER INDIRIZZI DI STUDIO E IL CONFRONTO CON L’OFFERTA IN
USCITA DAL SISTEMA FORMATIVO NEL 2024-2028
Le stime per il quinquennio 2024-2028 indicano che circa il 38% del fabbisogno occupazionale previsto
(in termini assoluti intorno a 1,2-1,3 milioni di lavoratori) riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria, ossia una laurea o un diploma ITS Academy o un titolo dell’Alta Formazione
Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM). Al 4% dei profili (120-145mila unità) sarà richiesto un diploma
liceale e al 46% (1,4-1,7 milioni di unità) una formazione secondaria superiore tecnico-professionale,
la quale comprende sia i percorsi quinquennali sia i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica
Professionale (IeFP) triennali o quadriennali regionali. Per una parte contenuta del fabbisogno (340430mila unità) potrebbe essere sufficiente una formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione.
TABELLA 6.1 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028 PER TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
TOTALE (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)
di cui:
Formazione terziaria (universitaria, ITS Academy e
AFAM)
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
Formazione secondaria di secondo grado (tecnicoprofessionale)(1)
Formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione
Fabbisogno totale (v.a.)*
2024-2028
scenario C
scenario A
Quote sul totale (%)
2024-2028
scenario C
scenario A
100,0
119.900
145.100
342.100
432.500
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Sono compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazionale Professionale (IeFP).
Fonte: Unioncamere
Esaminando, invece, la distribuzione dello stock occupazionale dai dati ISTAT di Forze Lavoro, risulta
che nel 2022 i lavoratori in possesso almeno di una laurea rappresentano solo il 24% degli occupati,
mentre circa il 30% ha una formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione. Come verrà approfondito
nei capitoli seguenti, una delle criticità del prossimo quinquennio sarà reperire nel mercato del lavoro
l’offerta adeguata – in termini quantitativi e qualitativi – a coprire l’elevata domanda di personale in
possesso di una formazione terziaria.
In particolare, nel settore pubblico la quota di profili in possesso di una laurea dovrebbe raggiungere
il 79% del fabbisogno, mentre nel settore privato la quota prevista è decisamente più modesta (pari al
27% considerando l’insieme di laureati, diplomati ITS Academy e AFAM).
Il 55% del fabbisogno del settore privato riguarderà profili in possesso di una formazione di livello
secondario nei diversi indirizzi tecnico-professionali, con un’incidenza più elevata per i dipendenti
(57%) rispetto agli indipendenti (45%). Invece nel comparto pubblico l’incidenza prevista del
fabbisogno con questo livello di formazione è pari soltanto al 17%.
Il fabbisogno di personale in possesso di un diploma liceale rappresenta una quota residuale sia nel
pubblico che nel privato (rispettivamente 5% e 4%), dove si stima una maggiore importanza di questo
titolo per la componente del lavoro autonoma rispetto a quella del lavoro dipendente.
Infine, solo nei settori privati si stima anche la richiesta di personale con livelli formativi inferiori al
secondo ciclo di istruzione, con quote comprese tra il 13% per i lavoratori dipendenti e il 21% per gli
indipendenti.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 6.2 – FABBISOGNI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028 PER COMPONENTE E FORMAZIONE
TOTALE (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)
di cui:
Formazione terziaria (universitaria, ITS Academy
e AFAM)
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
Formazione secondaria di secondo grado
(tecnico-professionale)
Formazione inferiore al secondo ciclo di
istruzione
Dipendenti privati
scenario C
scenario A
Dipendenti
pubblici
742.300
Indipendenti
scenario C
scenario A
499.200
645.600
532.200
617.300
583.300
133.200
154.000
38.800
46.400
35.500
123.500
45.500
225.400
63.100
292.800
247.100
296.800
95.000
135.700
Fonte: Unioncamere
FIGURA 6.1 – DISTRIBUZIONE DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI NEL PERIODO 2024-2028 PER FORMAZIONE (MEDIA DELLE QUOTE
% DEI DUE SCENARI)
Settori privati
TOTALE
Formazione terziaria (universitaria, ITS Academy e AFAM)
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale)
Fonte: Unioncamere
Il fabbisogno e l’offerta di formazione terziaria
Nell’arco del periodo 2024-2028 è previsto un fabbisogno da parte del sistema economico italiano
intorno a 1,2 milioni di occupati in possesso di una laurea o di un titolo dell’Alta Formazione Artistica,
Musicale e Coreutica (AFAM), e di circa 90-110mila diplomati di un Istituto Tecnologico Superiore – ITS
Academy22.
Per avere un quadro dettagliato sui percorsi di formazione terziaria si vedano i volumi di Unioncamere-ANPAL dell’indagine
2023 del Sistema Informativo Excelsior: Laureati e lavoro e ITS Academy e lavoro.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Considerando l’insieme del fabbisogno di formazione terziaria23, che varierà tra 250mila e 271mila
unità in media all’anno, la tabella 6.3 evidenzia la domanda prevista di lavoratori in possesso di una
formazione terziaria in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), che
dovrebbe attestarsi tra 72mila e 82mila unità in media all’anno. Tra i percorsi STEM spiccano, in termini
di fabbisogno atteso, quelli a indirizzo ingegneristico, in particolare collegati all’ingegneria industriale
ed elettronica (36-41mila unità in media all’anno); seguono, l’indirizzo di ingegneria civile e
architettura (13-15mila unità) e quello strettamente scientifico, ovvero matematica, fisica, informatica
(12-14mila unità).
Per quanto riguarda gli altri percorsi (non-STEM), emergono le discipline economico-statistiche, con
un fabbisogno compreso tra 44mila e 50mila unità all’anno, seguite da quelle a indirizzo insegnamento
e formazione (42-45mila unità) e da quelle a indirizzo medico-sanitario (circa 38mila unità).
Quest’ultimo indirizzo comprende le lauree a ciclo unico in discipline mediche e odontoiatriche e le
lauree triennali in discipline infermieristiche e sanitarie.
TABELLA 6.3 – FABBISOGNO* E OFFERTA DI FORMAZIONE TERZIARIA PER AMBITO PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028
249.700
270.900
245.000
Rapporto
fabbisogno
/offerta
media
scenari
72.300
35.900
13.400
12.500
6.300
4.200
177.500
44.300
42.300
37.500
27.000
11.200
6.200
4.800
4.200
81.500
41.100
14.600
14.400
6.800
4.700
189.400
49.900
44.800
38.100
28.100
12.000
7.100
5.100
4.400
64.700
30.300
12.400
8.400
8.700
4.900
180.300
38.900
32.700
30.800
36.100
14.000
11.500
6.200
10.200
Fabbisogno
(media annua)**
scenario C
Formazione Terziaria (universitaria, ITS Academy e AFAM)
di cui:
Ingegneria (escl. Ingegneria civile)
Ingegneria civile ed architettura
Scienze matematiche, fisiche e informatiche
Scienze biologiche e biotecnologie
Chimico-farmaceutico
Altri indirizzi
Economico-statistico
Insegnamento e formazione (comprese scienze motorie)
Medico-sanitario
Giuridico e politico-sociale
Umanistico, filosofico, storico e artistico
Linguistico, traduttori e interpreti
Agrario, agroalimentare e zootecnico
Psicologico
scenario A
Offerta
(media
annua)**
*Escluso il settore Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: Unioncamere su dati Excelsior, MIUR, Almalaurea e INDIRE
I giovani in possesso di una formazione terziaria (laurea, ITS Academy o AFAM) che si stima faranno
ingresso sul mercato del lavoro italiano nel periodo 2024-2028 saranno in media 245mila all’anno, per
un totale nell’intero quinquennio di circa 1,2 milioni. Questi costituiscono la cosiddetta “offerta”, che
viene confrontata con il fabbisogno espresso dal sistema economico nello stesso periodo di previsione.
La distribuzione dell’offerta di giovani con questo livello di istruzione segue a grandi linee quella della
domanda, con elevate incidenze degli ambiti STEM, economico-statistico, medico sanitario,
insegnamento e formazione.
Di seguito vengono dettagliati i dati della formazione terziaria, che comprende il livello universitario, l’Istruzione
Tecnologica Superiore e l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica. Ai fini dell’esposizione dei risultati, sono stati
aggregati gli indirizzi di studio associando ciascun ambito/area tecnologica degli ITS Academy alla laurea considerata più
pertinente, per esempio i diplomi “Efficienza energetica” e “Nuove tecnologie per il made in Italy – sistema casa” sono stati
aggregati alla laurea in ingegneria civile ed architettura. I titoli AFAM sono compresi nell’indirizzo umanistico, filosofico,
storico e artistico.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Nonostante ciò, dal confronto tra domanda e offerta di lavoratori con un’istruzione di livello terziario
(al netto di quelli in cerca di lavoro già presenti sul mercato) emerge nel complesso un mismatch,
ovvero un’offerta insufficiente a coprire le necessità del sistema economico, che potrà variare tra 5mila
e 26mila unità all’anno, ma con differenze tra i diversi ambiti di studio. Mentre alcuni saranno
caratterizzati da una carenza di offerta, altri vedranno un surplus di giovani che si affacceranno sul
mercato del lavoro.
Una carenza di offerta particolarmente significativa riguarderà l’insieme dei percorsi STEM, per i quali
potranno mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica
e in scienze matematiche, fisiche e informatiche. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una
carenza di offerta per quelli caratterizzati dal maggiore fabbisogno, nello specifico l’indirizzo
insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), l’economico-statistico (511mila) e medico-sanitario (circa 7mila).
È invece previsto un eccesso di offerta soprattutto per gli indirizzi dell’area umanistica, in particolare
quello politico-sociale, psicologico e linguistico.
Il fabbisogno e l’offerta di formazione secondaria di secondo grado
Il fabbisogno di lavoratori con un titolo di studio secondario di secondo grado (licei o formazione
tecnico-professionale) durante il periodo 2024-2028 sarà compreso tra 1,5 e 1,8 milioni di unità,
corrispondenti a circa 313-367mila in media all’anno.24
Una parte modesta di questo fabbisogno, riguarderà lavoratori in possesso di un diploma liceale, con
una media annua stimata tra 24mila e 29mila unità, di cui oltre la metà (12-15mila diplomati)
provenienti da licei classico, scientifico o scienze umane, 6-7mila mila dai licei artistici e 5-6mila da
quelli linguistici (tabella 6.4).
A fronte dell’entità modesta del fabbisogno di questi profili si prevede un’offerta piuttosto elevata,
pari a quasi 95mila giovani neodiplomati dei licei che ogni anno proveranno ad entrare nel mercato
del lavoro, vale a dire circa il triplo della domanda. Un eccesso di offerta che risulterà particolarmente
accentuato per i licei classici, scientifici e delle scienze umane.
TABELLA 6.4 – FABBISOGNO* E OFFERTA DI FORMAZIONE DEI LICEI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028
Formazione secondaria di secondo grado (Licei)
di cui:
Classico, scientifico, scienze umane
Artistico
Linguistico
Fabbisogno
(media annua)**
scenario C
scenario A
24.000
29.000
12.500
6.400
5.000
15.400
7.500
6.100
Offerta
(media
annua)**
94.900
Rapporto
fabbisogno/offerta
media scenari
71.000
10.000
13.900
*Escluso il settore Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: Unioncamere su dati Excelsior, MIUR e Almadiploma
Per quanto riguarda la formazione secondaria tecnico-professionale, verranno di seguito presentati
separatamente i dati degli indirizzi dei percorsi quinquennali (scuola secondaria di II grado) da quelli
dei percorsi IeFP regionali di durata inferiore (3 o 4 anni).
Con riferimento ai percorsi quinquennali, che allo stato attuale consentono l’accesso all’università o
agli ITS Academy, a fronte di una domanda compresa tra 169mila e 197mila lavoratori ogni anno tra il
2024 e il 2028, si prevede un’offerta pari a circa 155mila giovani in uscita dal sistema formativo e che
si metteranno alla ricerca di un lavoro. Vi sarà pertanto una carenza di offerta che potrà variare tra
Nei volumi di Unioncamere-ANPAL dell’indagine 2023 del Sistema Informativo Excelsior: Diplomati e lavoro e Formazione
professionale e lavoro sono disponibili approfondimenti sugli indirizzi di studio e sugli sbocchi professionali.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
13mila e 42mila unità all’anno, interessando trasversalmente la maggior parte dei percorsi con diversa
intensità (tabella 6.5).
In termini assoluti, essa sarà più marcata nell’indirizzo amministrazione, finanza, marketing
(mancheranno 2-9 mila unità), in quello socio-sanitario (8-9mila unità) e quello della meccanica,
meccatronica ed energia (6-9mila unità). Una carenza piuttosto elevata è attesa anche per gli indirizzi
informatico e delle telecomunicazioni (3-5mila giovani ogni anno), trasporti e logistica (3-5mila) e
costruzioni, ambiente, territorio (2-4mila).
TABELLA 6.5 – FABBISOGNO* E OFFERTA DI FORMAZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO TECNICO-PROFESSIONALE (PERCORSI
QUINQUENNALI) PER INDIRIZZO DISTUDIO PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028
Fabbisogno
(media annua)**
168.900
197.100
155.500
Rapporto
fabbisogno/
offerta
media
scenari
40.100
27.000
16.400
8.500
46.700
32.500
19.100
10.000
37.600
31.100
13.800
12.200
19.400
15.000
9.100
6.300
7.500
9.500
1.300
7.500
1.400
20.100
18.100
10.700
7.900
8.800
11.000
1.500
8.700
2.200
11.100
9.100
9.000
8.200
7.300
7.000
4.300
4.100
scenario C
Formazione secondaria di secondo grado (tecnicoprofessionale)
di cui:
Indirizzo amministrazione, finanza e marketing
Indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità
Indirizzo informatica e telecomunicazioni
Indirizzo produzione e manutenzione industriale e
artigianale
Indirizzo socio-sanitario
Indirizzo meccanica, meccatronica ed energia
Indirizzo elettronica ed elettrotecnica
Indirizzo agrario, agroalimentare e agroindustria
Indirizzo chimica, materiali e biotecnologie
Indirizzo costruzioni, ambiente e territorio
Indirizzo grafica e comunicazione
Indirizzo trasporti e logistica
Indirizzo sistema moda
scenario A
Offerta
(media
annua)**
*Escluso il settore Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: Unioncamere su dati Excelsior, MIUR e Almadiploma
Anche con riferimento ai percorsi IeFP triennali e quadriennali si prevede una carenza di offerta
significativa: mancheranno tra 50mila e 70mila giovani in uscita dai percorsi di qualifica/diploma
professionale in media ogni anno, quale risultato di una domanda prevista tra 120mila e 141mila
lavoratori ogni anno rispetto a circa 72mila giovani che si affacceranno al modo del lavoro (tabella 6.6).
La mancanza di lavoratori in possesso di una qualifica o un diploma di IeFP è prevista per tutti i
principali indirizzi formativi. Essa sarà particolarmente accentuata nel caso dell’indirizzo
edile/elettrico, per il quale ogni anno mancheranno circa 15-17mila giovani.
A tale proposito, si segnala la riforma della filiera formativa tecnico-professionale, che prevede
l’introduzione di un modello “4+2” con il raccordo tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale
di durata quadriennale e il sistema degli ITS Academy, dove gli alunni potranno seguire l’ultimo biennio
formativo. A partire dall’anno scolastico 2024/2025 inizierà la sperimentazione dei nuovi percorsi, che
saranno caratterizzati dal potenziamento delle discipline laboratoriali e professionali, dall’incremento
dell’alternanza scuola-lavoro e dei contratti di apprendistato, favorendo l’apprendimento “on the job”.
La riforma ha come obiettivi il miglioramento del raccordo fra scuola e mondo imprenditoriale, il
rafforzamento della connessione col tessuto produttivo locale, la riduzione del disallineamento delle
competenze rispetto alle richieste del mercato del lavoro.
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TABELLA 6.6 – FABBISOGNO* E OFFERTA DI FORMAZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO TECNICO-PROFESSIONALE (IEFP) PER
INDIRIZZO DI STUDIO PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028
Istruzione e formazione professionale (IeFP)
di cui:
Ristorazione
Logistica, trasporti e riparaz. veicoli
Edile ed elettrico
Agricolo e agroalimentare
Meccanico
Amministrativo segretariale e servizi di vendita
Servizi di promozione e accoglienza
Elettronico
Impianti termoidraulici
Sistema moda
Altri indirizzi IeFP
Fabbisogno
(media annua)**
scenario C
scenario A
120.300
140.500
16.200
11.700
21.100
17.500
15.100
12.700
6.600
2.600
3.500
1.500
11.700
20.700
13.500
23.800
20.900
17.200
14.400
7.400
3.100
3.800
2.500
13.200
*Escluso il settore Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: Unioncamere su dati Excelsior e INAPP
Offerta
(media
annua)**
71.700
Rapporto
fabbisogno/offerta
media scenari
14.900
6.200
6.100
6.100
5.900
3.500
2.100
1.400
1.200
1.100
23.200
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Box 3: Mismatch domanda offerta di lavoro, costi e obiettivi strutturali
Gli scenari sui fabbisogni occupazionali dei diversi settori produttivi nei prossimi cinque anni dovranno
inevitabilmente confrontarsi anche con la crescente difficoltà che le imprese dichiarano nel reperimento del
personale da assumere, come i dati del Sistema Informativo Excelsior mensilmente documentano. Si tratta di
un fenomeno che si riscontra non solo in Italia ma in quasi tutte le economie ad avanzato sviluppo. Per l’Italia,
tuttavia, sia le difficoltà derivanti da labour shortage che quelle collegate allo skill mismatch assumono
dimensioni particolarmente rilevanti per un complesso di motivazioni che vanno dalla peculiare condizione
demografica del paese, alle note carenze nel collegamento tra sistema formativo e mercato del lavoro, dai
bassi salari e dalla bassa produttività in diversi settori economici, ai cambiamenti socio-culturali che incidono
sulle motivazioni e sulle aspettative lavorative soprattutto delle giovani generazioni, senza omettere di
ricordare le perduranti carenze relative ai canali di selezione utilizzati dalle imprese e al sistema delle politiche
attive del lavoro. Per tante ragioni, in definitiva, si è riscontrato che la difficoltà di reperimento del personale
riguardava il 26% delle assunzioni (in valore assoluto 1,2 milioni) nel 2019, prima della pandemia, mentre nel
2022 ha riguardato il 42% delle assunzioni e nel 2023 tale quota ha superato il 45% delle assunzioni (quasi 2,5
milioni in valore assoluto).
Nel quinquennio 2024-2028 le difficoltà di reperimento della manodopera sembrano quindi destinate a
perdurare, avendo ormai assunto delle dimensioni strutturali soprattutto a causa degli andamenti demografici
ben prevedibili per il quinquennio.
causa della ricerca delle professioni difficili da reperire, grazie alle informazioni acquisite – anche nel corso del
2023 attraverso il Sistema informativo Excelsior – sulla difficoltà di reperimento e sulla quantificazione dei
tempi medi di inserimento delle figure professionali.
Per il 2023 si stima un costo del mismatch25 pari a 43,9 miliardi di euro che rappresenta una perdita di valore
aggiunto pari al 3,4% di quanto generato complessivamente dai settori privati industriali e dei servizi
rappresentati all’interno del campo d’osservazione del Sistema informativo Excelsior26 e al 2,5% del Prodotto
interno lordo italiano. L’incremento del costo nel 2023 è pari al 16,3% rispetto al 2022 (figura 6.2).
Anche per il 2023 si evidenzia un progressivo e proporzionale aumento dei costi per i settori più legati alla
stagionalità e con un elevato grado di turnover, per i quali una tempistica di inserimento ritardata ha un
impatto piuttosto rilevante. Si fa riferimento in particolare ai settori del “Commercio e turismo” e alle
costruzioni per i quali si ha una forte incidenza nei flussi di assunzioni di lavoratori a tempo determinato e/o
con attività particolarmente concentrate in alcuni periodi.
In vista degli investimenti del PNRR, è attesa un’accelerazione della domanda che potrebbe portare ad
un’intensificazione delle difficoltà di reperimento del personale da parte delle imprese, che – come è stato
evidenziato – sono già aumentate costantemente negli ultimi anni.
Bisogna tenere presente che i fenomeni di mismatch all’interno del mercato del lavoro si acuiscono nei periodi
espansivi e riguarderanno sempre più trasversalmente paesi e settori in fase di trasformazione e di ricambio
demografico nel mercato del lavoro.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
FIGURA 6.2 – COSTO ANNUO DEL TEMPO DI RICERCA DEL PERSONALE DI DIFFICILE REPERIMENTO PER SETTORE (MILIARDI DI EURO)
Fonte: Unioncamere
Infatti, mettendo in relazione il valore aggiunto e la difficoltà di reperimento27 relativi alle varie filiere, si osserva una
correlazione positiva molto significativa (pari all’88%) tra la dimensione economica (in termini di valore aggiunto
complessivo) e la difficoltà di reperimento di ciascuna filiera (figura 6.3).
L’elaborazione è stata effettuata considerando la difficoltà di reperimento legata ad uno spettro temporale con tempi di
inserimento uguali o superiori a due mesi. La scelta di rappresentare una tempistica di inserimento di “2 mesi e oltre” deriva
da una serie di valutazioni su questo intervallo di lag. Sembra infatti ragionevole considerare inevitabile un ritardo di
inserimento di 1 mese considerando le naturali frizioni tra domanda e offerta. Si evidenzia inoltre che le filiere più importanti
in termini di flussi e costi, quali “Agroalimentare“, “Formazione e cultura“, “Commercio e turismo“, “Mobilità e logistica”,
“Costruzioni e infrastrutture”, “Altri servizi“, “Metallurgia e altre filiere industriali” (che rappresentano da sole circa il 70%
dei costi e dei flussi rappresentati in questo lag) per le quali la stagionalità risulta piuttosto rilevante, hanno dei tempi mediani
di inserimento tra i 2 e i 3 mesi e, quindi, con un “range lag” di oltre 2 mesi si rappresenta una realtà che riguarda percentili
che si collocano oltre i valori mediani.
Il campo di osservazione settoriale di Excelsior è limitato all’industria e ai servizi privati escludendo esplicitamente:
agricoltura, silvicoltura e pesca; i servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione sociale obbligatoria e la parte
pubblica dei settori dell’istruzione e della sanità.
27 Vengono messi in relazione il valore aggiunto e il numero dei lavoratori segnalati nel 2023 come difficili da reperire utilizzati
per il calcolo del costo del mismatch ovvero quelli con una tempistica di inserimento di “2 mesi e oltre”.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
FIGURA 6.3 – RELAZIONE TRA VALORE AGGIUNTO ED ENTRATE DI DIFFICILE REPERIMENTO PER FILIERE
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati del Sistema Informativo Excelsior e ISTAT
Allo stesso modo è possibile osservare un trend che lega la difficoltà di reperimento ai cicli demografici
rappresentati nella figura 6.4 dai dati annuali sulla popolazione con età compresa tra 59 e 64 anni, che quindi
potranno rientrare nella platea delle persone in uscita dal mercato del lavoro nel periodo di previsione
quinquennale, con conseguente diminuzione della popolazione in età lavorativa.
Come si vede, dal 2019 al 2023 si è registrato un costante aumento di questa fascia di popolazione che dovrà
essere sostituita, fattore che non può far altro che intensificare le difficoltà di reperimento, già marcate per la
mancanza di competenze inadeguate per le mansioni da svolgere (skill mismatch) o per l’assenza di personale
(labour shortage).
Nei prossimi anni, le criticità nel mercato del lavoro potrebbero aumentare ulteriormente perché da una parte
i macro-trend digitale e green porteranno ad un’intensificazione delle competenze richieste ai lavoratori per
rispondere alle esigenze delle transizioni tecnologiche e ambientali con conseguente inasprimento dello skill
mismatch, dall’altra i fenomeni demografici aggraveranno il labour shortage.
Infatti, considerando le previsioni demografiche dell’Istat e ipotizzando che si mantenga lo stesso tasso di
occupazione del terzo trimestre del 2023 nelle diverse fasce d’età (in media il 61,6%), nel 2028 si avrebbe una
diminuzione di circa 700mila occupati tra 15 e 64 anni in cinque anni (-3% rispetto al 2023), soprattutto per il
calo previsto della popolazione tra i 30 e i 50 anni, più accentuato nella componente femminile. Questo
decremento dovrebbe essere più marcato nelle regioni del Mezzogiorno, dove gli occupati diminuirebbero di
oltre 300mila unità nel complesso del periodo (-5%).
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
FIGURA 6.4 – SERIE STORICA DELLA QUOTA DI PERSONALE DIFFICILE DA REPERIRE (MEDIE MOBILI A 3 PERIODI DI DATI MENSILI) E DELLA
POPOLAZIONE DI 59-64 ANNI (DATI ANNUALI)
Fonte: elaborazioni Unioncamere su dati del Sistema Informativo Excelsior e ISTAT
Per raggiungere l’incremento di almeno 700mila occupati nel quinquennio ipotizzato nello scenario positivo,
il tasso di occupazione dovrebbe aumentare mediamente di almeno 3,5 punti percentuali, arrivando al 65%.
In particolare, per la popolazione femminile l’incremento dovrebbe essere superiore rispetto a quello degli
uomini, dovendo raggiungere una crescita del tasso occupazionale di 4 punti percentuali per le diverse fasce
d’età. Nel Mezzogiorno, che dovrebbe determinare il 46,6% dell’incremento dello stock occupazionale in Italia,
l’aumento del tasso occupazionale dovrebbe essere maggiore di un ulteriore punto percentuale.
Si evidenzia che le politiche del PNRR hanno l’obiettivo di portare un innalzamento dell’occupazione femminile
entro il 2026 di 4 punti percentuali (5,5 p.p. nel Mezzogiorno) e di quella giovanile di 3,2 punti percentuali (4,9
p.p. nel Mezzogiorno).
Secondo un report dell’OCSE28 il PIL pro capite dell’Italia potrebbe aumentare nel complesso del 3,5% entro il
2050 rafforzando e ampliando le politiche attive sul lavoro (+1%), incrementando l’istruzione terziaria (+1,5%)
e riducendo il divario di genere nel mercato del lavoro (+1%).
Un aumento dei livelli occupazionali è necessario per favorire una crescita di lungo periodo in Italia.
Nonostante l’aumento degli occupati nel 2023, il tasso di occupazione italiano è tra i più bassi tra i paesi
dell’OCSE (61,3% contro 70,1% della media OCSE nel II trimestre 2023). In particolare, è ancora troppo alta la
disoccupazione giovanile e troppo ridotta la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
La quota di giovani in Italia tra 15 e 29 anni che non ha un lavoro né segue un percorso scolastico o formativo
(NEET) è tra le più elevate, come emerge dai dati OCSE per il 2022: è pari al 22,9% in Italia rispetto ad una
media dei paesi OCSE del 12,6%. Il rafforzamento dell’orientamento degli studenti, insieme al potenziamento
dell’istruzione tecnica post-secondaria di alta qualità, compresi i modelli di formazione duale, e degli ITS
OECD (2024), Studi economici dell’OCSE: Italia 2024.OECD Publishing,
ilibrary.org/economics/studi-economici-dell-ocse-italia-2024_68453d0b-it#page1.
Paris,
https://read.oecd-
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Academy contribuirebbe ad agevolare l’accesso dei giovani al mercato del lavoro e ad allineare meglio i
programmi dell’istruzione terziaria alle esigenze del mercato del lavoro.
TABELLA 6.7 – IMPATTO SUL PIL DI RIFORME STRUTTURALI
Riforme strutturali
Scenario
Migliorare l’efficienza
della giustizia civile
Migliorare l’efficienza della PA
Riduzione della metà del divario rispetto alla media dell’OCSE
entro il 2060
Riduzione della metà del divario rispetto alla media dell’OCSE
entro il 2060
Riduzione della metà del divario rispetto ai 5 Paesi con i risultati
migliori entro il 2031
Aumento del tasso di successo scolastico di 0,5 anni entro il
2060 rispetto ai parametri di riferimento
Rafforzare la concorrenza
dei mercati
Aumentare il num. di iscrizioni
all’istruzione terziaria e
migliorarne la qualità
Migliorare la qualità delle
politiche attive del lavoro
Aumentare la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro
Totale
Aumento della spesa destinata ai disoccupati del 10% entro il
2031 rispetto allo scenario di riferimento
Aumento del tasso di occupazione femminile di 1,5 p.p. entro il
2050 rispetto allo scenario di riferimento
Effetto di
lungo
periodo
sul PIL pro
capite
(2050)
+1,6%
+1,3%
+1,6%
+1,5%
+1,0%
+1,0%
+8,0%
Fonte: OCSE (2024)
La quota di laureati in Italia raggiunge solo il 29,2% della popolazione tra 25 e 34 anni nel 2022, rispetto alla
media OCSE del 47,4% e le previsioni per il prossimo quinquennio evidenziano che l’offerta di formazione
terziaria non riuscirà a coprire tutto il fabbisogno occupazionale (si veda il paragrafo 6.1).
Questo quadro si aggrava se si considera che nel corso del 2022 si sono registrate 82mila partenze per espatrio,
per il 44% composte da giovani tra 18 e 34 anni.29 Il fenomeno degli “expat” con un alto livello di formazione
che spesso si trasferiscono permanentemente fuori dal Paese ha conseguenze rilevanti sulla composizione
sociale e culturale della popolazione. Secondo i dati ISTAT tra il 2012 e il 2021 la differenza tra i rimpatri e gli
espatri dei giovani laureati è stata costantemente negativa facendo registrare una perdita complessiva per
l’intero periodo di oltre 79mila giovani laureati, principalmente diretti verso Paesi dell’Unione Europea,
evidenziando dunque una significativa “fuga di cervelli”.
Questi dati mettono in evidenza l’urgenza di aumentare il numero di iscrizioni all’istruzione terziaria per
contrastare l’aumento dello skill mismatch, ovvero della carenza di lavoratori qualificati richiesti dalle imprese
e dalle pubbliche amministrazioni.
Infine, per evitare il peggioramento del mismatch nel mercato del lavoro e quindi dei costi economici dovuti
alla perdita di valore aggiunto, potrebbero contribuire azioni volte all’aumento della partecipazione al mercato
del lavoro della componente femminile della popolazione, politiche attive del lavoro insieme a misure di
welfare che facilitino l’occupabilità femminile e giovanile. Saranno altresì importanti efficaci politiche
migratorie volte a favorire l’ingresso di forza lavoro qualificata e migliorare l’integrazione di lavoratori
stranieri. In parallelo, è doveroso il rafforzamento delle filiere formative, partendo dal disegno di un’offerta
didattica che coniughi “gli apprendimenti” e le esperienze e che sia in grado di rispondere alla domanda di
nuove competenze, a partire da quelle digitali e green, fino alla realizzazione di percorsi di orientamento ben
organizzati.
Fonte: Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, Rapporto Italiani nel Mondo 2023.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
I FABBISOGNI OCCUPAZIONALI DELLE REGIONI
In continuità con la scorsa edizione del volume, Unioncamere rende disponibile una più ricca analisi
delle previsioni da un punto di vista territoriale, arrivando fino alle Regioni.
Le previsioni a livello territoriale dello scenario positivo evidenziano che la ripartizione del Sud e Isole
è quella che concentra la maggiore quota di fabbisogni occupazionali, attorno a 1,1 milioni di unità nel
quinquennio, pari al 30,4% della domanda totale (tabella 7.1). Segue l’area del Nord-Ovest, con un
fabbisogno attorno a 1 milione di unità (il 27,8% del totale), il quale deriva però sostanzialmente dal
contributo della Lombardia, che con un fabbisogno atteso pari a 669mila unità da sola concentra oltre
il 18% dell’intero fabbisogno nazionale. Le altre due ripartizioni contribuiscono ai fabbisogni totali in
misura non molto diversa una dall’altra: 21,5% (782mila unità) il Nord-Est e 20,3% (737mila unità) il
Centro Italia.
TABELLA 7.1 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PREVISTI NEL PERIODO 2024-2028 PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E REGIONE
Fabbisogno totale
2024-2028
(v.a.)*
Scenario Positivo
TOTALE
di cui:
Nord-Ovest
Piemonte e Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Nord-Est
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Emilia-Romagna
Centro
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Sud e Isole
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
247.400
668.900
93.600
781.500
98.500
301.700
75.100
306.100
737.200
245.000
51.000
84.800
356.500
83.200
17.200
319.500
218.700
23.400
87.600
259.300
96.400
100,0
Tasso di fabbisogno**
2024-2028
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Rapporto percentuale in media annua tra fabbisogni e stock di occupati.
Fonte: Unioncamere
Per quanto riguarda la componente di expansion demand (tabella 7.2), emerge una chiara
demarcazione tra le previsioni per le regioni del Nord, caratterizzate da un tasso di expansion medio
annuo dello 0,4%, e quelle per Sud e Isole dove il tasso di expansion è più che doppio (+1%). La ragione
di questa differenza, peraltro storicamente inusuale in Italia, è riconducibile agli effetti degli
investimenti del PNRR, sia perché specificamente indirizzati nelle regioni del Sud sia perché indirizzati
in settori che risultano particolarmente importanti nel meridione (come nel caso di costruzioni e
turismo). Tra le regioni del Nord quella caratterizzata dal maggior tasso di expansion è il Trentino-Alto
Adige (+0,9% in media all’anno).
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
In termini dei valori assoluti dell’expansion demand, si distingue la crescita dello stock occupazionale
prevista per la Lombardia, oltre 120mila unità nel quinquennio pari al 16,7% del totale nazionale,
seguita da Campania (+111mila occupati) e Sicilia (+86mila unità).
TABELLA 7.2 – EXPANSION DEMAND PREVISTA NEL PERIODO 2024-2028 PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E REGIONE
Scenario Positivo
TOTALE
di cui:
Nord-Ovest
Piemonte e Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Nord-Est
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Emilia-Romagna
Centro
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Sud e Isole
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Expansion demand
2024-2028
(v.a.)*
722.200
140.600
8.900
120.600
11.100
113.400
26.400
29.600
6.800
50.700
131.600
43.300
10.200
6.500
71.600
336.500
22.400
4.200
111.100
68.000
20.100
86.300
24.300
100,0
Tassi di expansion**
2024-2028
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
**Rapporto percentuale in media annua tra expansion demand e stock di occupati.
Fonte: Unioncamere
Dalla distribuzione per territorio delle necessità di sostituzione nel complesso e per lo specifico
comparto dei dipendenti del settore privato (tabella 7.3), si osserva che la metà delle necessità di
sostituzione sono concentrate al Nord, con la Lombardia che da sola copre quasi un quinto della
replacement totale e più del doppio rispetto a qualsiasi altra regione. Altre quattro regioni
settentrionali (Piemonte-Valle d’Aosta, Veneto ed Emilia-Romagna) hanno quote comprese tra l’8,2%
e il 9,3%. Nel resto del Paese, solo il Lazio si attesta su quote simili con il 9,8% della replacement totale.
Se si considera la sola componente dei dipendenti privati, cioè, escludendo la PA e i lavoratori
autonomi, il divario tra il Nord e il resto del Paese diventa ancora più ampio: in questo caso il Nord
assorbe oltre il 57% delle necessità di sostituzione.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 7.3 – REPLACEMENT DEMAND PREVISTA NEL PERIODO 2024-2028 IN TOTALE E PER IL COMPARTO DIPENDENTI PRIVATI PER
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E REGIONE
Replacement demand
2024-2028
(v.a.)*
100,0
di cui
dipendenti privati
(v.a.)*
100,0
TOTALE
di cui:
Nord-Ovest
869.200
532.900
Piemonte e Valle d’Aosta
238.500
135.900
Lombardia
548.200
356.500
Liguria
82.500
40.500
Nord-Est
668.100
387.100
Trentino-Alto Adige
72.100
38.200
Veneto
272.100
162.500
Friuli-Venezia Giulia
68.400
38.200
Emilia-Romagna
255.500
148.300
Centro
605.600
313.800
Toscana
201.600
105.600
Umbria
40.800
19.700
Marche
78.300
39.700
Lazio
284.900
148.800
Sud e Isole
768.700
367.700
Abruzzo
60.800
30.800
Molise
12.900
5.700
Campania
208.400
104.800
Puglia
150.600
73.100
Basilicata
23.400
10.700
Calabria
67.500
29.000
Sicilia
173.100
80.800
Sardegna
72.000
32.900
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere
In analogia con l’analisi condotta sugli archivi INPS nel paragrafo 3.3 sugli stock e sulle uscite dal
sistema del mercato del lavoro registrate nel 2021 per i dipendenti privati over 59 anni, è interessante
analizzare gli stessi indicatori rispetto al territorio (tabella 7.4).
Si osserva una profonda differenza tra le regioni del Nord Italia e quelle del Centro e Sud. Fatta
eccezione per la Liguria, che è la regione italiana con la più alta incidenza di personale con almeno 59
anni (il 9,6%), tutte le altre regioni del Nord presentano valori inferiori alla media nazionale, mentre
tutte le regioni del Centro-Sud registrano quote superiori all’8%. Valori superiori al 9% si registrano,
oltre che in Liguria, nel Lazio, in Calabria e in Sardegna. All’opposto i valori più bassi si hanno in
Lombardia e Veneto, entrambe con il 7,1% di lavoratori over 59 anni.
L’incidenza dei lavoratori più anziani ha una tendenza inversamente proporzionale al tasso di uscita
della classe over 59. A fronte di una media nazionale pari al 21,2% di lavoratori over 59 che andranno
in pensione entro la fine dell’anno, le regioni del Nord hanno tassi di uscita compresi tra il 22,7% della
Lombardia e il 24,2% del Trentino-Alto Adige. Ancora una volta il comportamento della Liguria si
discosta da quello delle altre regioni del Nord con una quota di poco superiore al 20%. Viceversa, le
regioni del Centro e Sud hanno tassi di uscita compresi tra il 17,7% della Campania e il 20,3% Marche,
Abruzzo, Molise e Sardegna. In questo caso è la Toscana a discostarsi dai valori medi delle regioni
limitrofe, con un tasso di uscita pari al 21,6% più allineato a quello delle regioni del Nord.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 7.4 – QUOTA DI DIPENDENTI PRIVATI OVER 59 ANNI NEL 2021 E TASSO DI USCITA, PER RIPARTIZIONE E REGIONE
ITALIA
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud e isole
Stock dipendenti
privati al
Quota over 59 anni
su stock
Tasso di uscita over
Piemonte-Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
267.800
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
294.600
Liguria
311.400
Emilia-Romagna
Toscana
853.700
Umbria
176.400
Marche
351.000
Lazio
Abruzzo
253.800
Molise
42.900
Campania
840.700
Puglia
594.700
Basilicata
88.500
Calabria
191.200
Sicilia
575.400
Sardegna
232.200
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: elaborazioni Unioncamere su archivi INPS
Per la prima volta in questo Rapporto, un importante sviluppo nel campo delle previsioni a medio
termine consente di dettagliare le previsioni occupazionali delle Regioni per analizzare le professioni e
la formazione che saranno richiesti nei territori nel prossimo quinquennio. Vengono, quindi, di seguito
presentate per ciascuna Regione le principali evidenze. Inoltre, a completamento del presente
capitolo, sono disponibili nell’allegato statistico tre tavole per ciascun territorio regionale con il
dettaglio delle previsioni occupazionali per macro-settori economici, principali figure professionali e
indirizzi di studio.
Piemonte e Valle d’Aosta
Si stima che tra il 2024-2028 il fabbisogno occupazionale del Piemonte e della Valle d’Aosta ammonterà
a oltre 247mila unità, determinato per lo più dalle necessità di sostituzione dei lavoratori: la
componente di replacement demand, infatti, pesa per il 96,4% sul fabbisogno totale.
Una quota rilevante del fabbisogno previsto per il quinquennio riguarderà lavoratori di alto profilo,
dirigenti, specialisti e tecnici, il 40,6% del totale pari a circa 100mila unità (tabella 7.5). Impiegati e
professioni commerciali e dei servizi copriranno il 33,6% del fabbisogno complessivo, per un
ammontare di circa 83mila lavoratori, mentre la domanda stimata degli operai specializzati e dei
conduttori di impianti si attesterà intorno alle 42mila unità (17%).
Il 37,6% del fabbisogno occupazionale previsto riguarderà personale in possesso di una formazione
terziaria, ovvero una laurea o un diploma ITS Academy o un titolo AFAM, in particolare nelle aree
economica, medico-sanitaria e dell’insegnamento. Al 49,9% sarà richiesta una formazione secondaria
di secondo grado, cioè un diploma tecnico-professionale (67mila unità, in particolare si evidenziano gli
indirizzi amministrazione, finanza e marketing e quello turismo, enogastronomia e ospitalità) o una
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
qualifica di formazione o diploma professionale regionale (46mila unità) o un diploma liceale (10mila
unità) (tabella 7.6).
Lombardia
Per la Lombardia si stima tra il 2024-2028 un incremento dello stock occupazionale di circa 121mila
unità (+2,5%), il più elevato in valore assoluto a livello territoriale. Considerando anche la componente
di sostituzione pari a 548mila unità (con un peso dell’82%), si arriva ad un fabbisogno previsto di quasi
670mila occupati.
La domanda di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 277mila unità, il 41,5% del
totale, la richiesta dei profili intermedi ammonterà a circa 220mila lavoratori (il 32,9%), mentre gli
operai specializzati e i conduttori di impianti copriranno il 16,2% del fabbisogno totale, intorno alle
109mila unità.
In linea con la distribuzione prevista a livello nazionale, al 37,5% del fabbisogno occupazionale verrà
richiesta una formazione terziaria, in particolare nelle aree economica, dell’insegnamento e
ingegneristica, e al 50,1% una formazione secondaria di secondo grado (diploma quinquennale o IeFP).
Liguria
Per il periodo 2024-2028 si stima in Liguria un fabbisogno occupazionale complessivo di 94mila unità,
come somma dell’expansion demand di 11mila unità e della replacement demand circa 83mila unità
(pari ad una quota dell’88,1%).
Le professioni di alto profilo rappresenteranno il 37,8% del totale, una quota leggermente inferiore
alla media nazionale, a favore di impiegati e professioni commerciali e dei servizi che copriranno il
35,3% del fabbisogno complessivo, mentre operai specializzati e conduttori di impianti si attesteranno
intorno al 16% del totale. In linea con questa distribuzione, a livello formativo si prevede che il 35,9%
del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria (in
particolare medico-sanitaria, economica e ingegneristica) e al 49,9% sarà richiesta una formazione
secondaria di secondo grado.
Trentino-Alto Adige
In Trentino-Alto Adige si prevede una dinamica particolarmente favorevole nel prossimo quinquennio,
con un incremento dello stock occupazionale del 4,7% (+26mila occupati in più). La componente di
sostituzione presenta un peso inferiore alla media rappresentando solo il 73,2% del fabbisogno totale
previsto, che è pari a 98mila occupati.
Oltre la metà del fabbisogno sarà determinato dalla domanda della filiera “commercio e turismo”, cui
consegue l’elevata incidenza delle professioni commerciali e dei servizi (il 38,7% del totale), mentre
dirigenti, specialisti e tecnici rappresenteranno il 31,4% del fabbisogno. Analogamente, in questa
regione risulta particolarmente alta la quota di domanda di personale in possesso di un titolo IeFP, pari
al 30,6% (è il 19,4% a livello nazionale), soprattutto negli indirizzi ristorazione, elettrico e
trasformazione agroalimentare. Al contrario, la domanda prevista di formazione terziaria è inferiore la
media nazionale (31,8% vs 37,4%).
Veneto
Per il 2024-2028 si stima in Veneto un fabbisogno di circa 302mila occupati, per il 90,2% determinati
delle necessità di sostituzione. Dirigenti, specialisti e tecnici rappresenteranno il 38,8% della domanda
complessiva, pari a circa 117mila unità. Impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il
30,8% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa 93mila lavoratori e gli operai
specializzati e conduttori di impianti il 21,4%, circa 65mila unità.
Il 35,2% del fabbisogno occupazionale previsto per il quinquennio 2024-2028 riguarderà personale in
possesso di una formazione terziaria. Al 52,2% sarà richiesta una formazione secondaria di secondo
grado, cioè un diploma liceale (12mila unità), un diploma tecnico-professionale (85mila unità) o una
qualifica o diploma di formazione professionale (60mila unità).
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Friuli-Venezia Giulia
In Friuli-Venezia Giulia è stimato un fabbisogno occupazionale complessivo di 75mila unità nel
quinquennio, come somma dell’expansion demand di 7mila unità e della replacement demand 68mila
unità (pari ad una quota del 91%).
La domanda di figure professionali di alto profilo in regione sarà pari a circa 29mila unità, il 39% del
totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo,
per un ammontare di circa 26mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e
dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 12mila unità pari al 16% del totale.
Il 38,0% del fabbisogno riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria, e il 49,6%
lavoratori con una formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (3mila unità), un
diploma tecnico-professionale (20mila unità) o una qualifica di formazione o diploma professionale
(14mila unità).
Emilia-Romagna
Per il periodo 2024-2028 si stima un fabbisogno occupazionale complessivo di 306mila unità: la
domanda per sostituzione avrà un peso dell’83,4%, mentre la componente di expansion del 16,5%.
La richiesta di figure professionali di alto profilo in regione sarà pari a circa 124mila unità, il 41% del
totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi rappresenteranno il 33% del fabbisogno
complessivo, per un ammontare di circa 99mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai
specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 54mila unità pari al 18% del totale.
Il 37,7% del fabbisogno occupazionale previsto riguarderà personale in possesso di una formazione
terziaria. Al 50,8% sarà richiesta una formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale
(12mila unità), un diploma tecnico-professionale (86mila unità) o una qualifica/diploma IeFP (57mila
unità).
Toscana
Il fabbisogno occupazionale della Toscana sarà di 245mila unità, come somma dell’expansion demand
(pari ad una quota del 17,7%) e della replacement demand (82,3%) nel complesso del quinquennio.
La domanda di figure professionali di alto profilo in regione sarà pari a circa 93mila unità, il 38% del
totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 32% del fabbisogno complessivo,
per un ammontare di circa 79mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e
dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 51mila unità pari al 21% del totale.
Nel quinquennio il 34,5% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria, il 52,4% quello con formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma
liceale (10mila unità), un diploma tecnico-professionale (66mila unità) o una qualifica o diploma di
formazione professionale (52mila unità).
Umbria
Per il periodo 2024-2028 si stima in Umbria un fabbisogno occupazionale complessivo di 51mila unità,
determinato dall’expansion demand pari a 10mila unità e dalla domanda di sostituzione di circa 41mila
unità (pari ad una quota dell’80%).
Saranno necessarie circa 20mila figure professionali di alto profilo (il 39% del totale regionale), circa
18mila impiegati e professioni commerciali e dei servizi (35%), mentre il fabbisogno stimato degli
operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 9mila unità (17%).
Nel quinquennio il 36,1% del fabbisogno occupazionale sarà rappresentato da personale in possesso
di una formazione terziaria, il 51,3% da lavoratori con formazione secondaria di secondo grado, cioè
un diploma liceale (2mila unità), un diploma tecnico-professionale (14mila unità) o una
qualifica/diploma IeFP (10mila unità).
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Marche
La regione Marche avrà un fabbisogno occupazionale complessivo di circa 85mila unità nel 2024-2028,
come somma dell’expansion demand di 7mila unità e della replacement demand di 78mila unità (pari
ad una quota del 92,4%).
La domanda di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 31mila unità, il 37% del totale;
impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 32% del fabbisogno complessivo, per un
ammontare di circa 26mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei
conduttori di impianti si attesterà intorno alle 20mila unità pari al 24% del totale.
Nel quinquennio il 34,6% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria, il 54,2% formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (4mila
unità), un diploma tecnico-professionale (23mila unità) o un titolo IeFP (18mila unità).
Lazio
Nel Lazio si stima un fabbisogno occupazionale complessivo tra 2024-2028 di circa 357mila unità, come
somma dell’expansion demand di 72mila unità (+2,9%) e della replacement demand di 285mila unità
(pari al 79,9% del totale).
Una quota rilevante del fabbisogno previsto per il quinquennio riguarderà dirigenti, specialisti e tecnici,
il 48% del totale pari a circa 170mila unità. Impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno
il 32% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa 112mila lavoratori, mentre la domanda
stimata degli operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 44mila unità
(12%).
Analogamente, una quota elevata del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di
una formazione terziaria, il 44,5%, mentre il 45,7% lavoratori con formazione secondaria di secondo
grado, cioè un diploma liceale (16mila unità), un diploma tecnico-professionale (95mila unità) o una
qualifica o diploma di formazione professionale (52mila unità).
Abruzzo
In Abruzzo si stima un incremento dello stock occupazionale del 4,2% nel periodo 2024-2028, che
corrisponde a circa 22mila occupati in più. Sommando la componente di sostituzione di circa 61mila
unità (solo il 73%), si arriva alla previsione del fabbisogno di 83mila occupati nel quinquennio.
La domanda di figure professionali di alto profilo in regione sarà pari a circa 30mila unità, il 37% del
totale; impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo,
per un ammontare di circa 28mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e
dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 15mila unità pari al 18% del totale.
Nel quinquennio il 33,5% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria, il 52% formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (3mila
unità), un diploma tecnico-professionale (22mila unità) o una qualifica di formazione o diploma
professionale (17mila unità).
Molise
Si stima un fabbisogno occupazionale complessivo tra 2024-2028 di 17mila unità, come somma
dell’expansion demand di 4mila unità e della replacement demand di 13mila unità (pari al 75,4%).
Una quota rilevante del fabbisogno previsto per il quinquennio 2024-2028 riguarderà dirigenti,
specialisti e tecnici: circa 7mila unità, il 42% del totale. I profili intermedi, ossia impiegati e professioni
commerciali e dei servizi, copriranno il 33% del fabbisogno complessivo, per un ammontare di circa
6mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei conduttori di impianti si
attesterà intorno alle 3mila unità pari al 16% del totale.
Il 39,0% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria. Al
50,1% sarà richiesta una formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (600 unità),
un diploma tecnico-professionale (5mila unità) o una qualifica di formazione o diploma professionale
(3mila unità).
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Campania
In Campania si stima un incremento dello stock occupazionale del 6,2% nel periodo 2024-2028,
percentuale che corrisponde a circa 111mila occupati in più. La componente di sostituzione è pari a
208mila lavoratori, con cui si raggiunge una stima di un fabbisogno di circa 320mila occupati.
La richiesta di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 129mila unità, il 41% del totale;
impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 31% del fabbisogno complessivo, per un
ammontare di circa 99mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei
conduttori di impianti si attesterà intorno alle 54mila unità, pari al 17% del totale.
Nel quinquennio il 37,7% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria, il 49,6% formazione secondaria di secondo grado, cioè un diploma liceale (13mila
unità), un diploma tecnico-professionale (81mila unità) o un titolo IeFP (63mila unità).
Puglia
Si stima un fabbisogno occupazionale complessivo tra 2024-2028 di 218mila unità, come somma
dell’expansion demand di 68mila unità e della replacement demand di 150mila unità (pari ad una quota
del 68,9%).
La domanda di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 82mila unità, il 38% del totale;
impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo, per un
ammontare di circa 77mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei
conduttori di impianti si attesterà intorno alle 38mila unità pari al 17% del totale.
Nel quinquennio il 34,8% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria e il 52,6% lavoratori con un titolo di formazione secondaria di secondo grado.
Basilicata
Si prevede un fabbisogno di oltre 23mila occupati nel quinquennio nella Regione, con una quota
rilevante della domanda destinata a dirigenti, specialisti e tecnici (il 45% del totale); il 33% sarà
rappresentato da impiegati e professioni commerciali e dei servizi e il 14% da operai specializzati e
conduttori di impianti. La domanda di formazione terziaria peserà per il 43,4% sul fabbisogno totale
regionale, mentre quella di formazione secondaria per il 48,3%.
Calabria
La Calabria avrà bisogno tra il 2024 e il 2028 di 88mila occupati, come somma dell’expansion demand
di 20mila unità e della replacement demand di 68mila unità (pari ad una quota del 77,1%).
La domanda di dirigenti, specialisti e tecnici in regione sarà pari a circa 34mila unità, il 39% del totale;
impiegati e professioni commerciali e dei servizi copriranno il 35% del fabbisogno complessivo, per un
ammontare di circa 30mila lavoratori, mentre il fabbisogno stimato degli operai specializzati e dei
conduttori di impianti si attesterà intorno alle 14mila unità pari al 16% del totale.
Nel quinquennio il 38,8% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria e il 49,9% lavoratori con un titolo di formazione secondaria di secondo grado.
Sicilia
In Sicilia si stima un fabbisogno occupazionale complessivo tra 2024-2028 di 259mila unità,
determinato dall’expansion demand di 86mila unità e dalla replacement demand di 173mila unità (pari
ad una quota del 66,7%).
Saranno necessari circa 101mila lavoratori tra dirigenti, specialisti e tecnici (il 39% del totale regionale),
87mila impiegati e profili commerciali e dei servizi (34%) e intorno alle 46mila unità di operai
specializzati e conduttori di impianti (18%).
Nel quinquennio il 38,3% del fabbisogno occupazionale riguarderà personale in possesso di una
formazione terziaria e al 51,3% degli occupati verrà richiesto un titolo di formazione secondaria di
secondo grado.
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Sardegna
Si stima un fabbisogno occupazionale complessivo tra 2024-2028 di 96mila unità, come somma
dell’expansion demand di 24mila unità e della replacement demand di 72mila unità (pari ad una quota
del 74,7%).
Saranno richiesti circa 36mila dirigenti, specialisti e tecnici (il 37% del fabbisogno regionale) e uno
stesso ammontare di impiegati e professioni commerciali e dei servizi; il fabbisogno stimato degli
operai specializzati e dei conduttori di impianti si attesterà intorno alle 15mila unità, pari al 15% del
totale.
Il 36,9% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà profili con una formazione terziaria
e il 50,9% personale con un titolo di formazione secondaria di secondo grado.
TABELLA 7.5 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PREVISTI PER IL 2024-2028 PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE, REGIONE E PRINCIPALI
GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI (V.A.)
Scenario positivo
TOTALE
Nord-Ovest
Piemonte e Valle
d’Aosta
Lombardia
Liguria
Nord-Est
Trentino-Alto
Adige
Veneto
Friuli-Venezia
Giulia
Emilia-Romagna
Centro
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Sud e Isole
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Impiegati
Prof.
Qualificate
commercio
e servizi
Operai
specializzati
Conduttori
di impianti
TOTALE*
679.000
198.700
46.500
529.500
151.200
34.800
682.300
184.500
47.800
409.100
103.400
26.400
204.000
61.800
15.200
245.800
142.000
18.400
153.700
17.500
135.300
16.900
146.800
13.300
103.800
12.600
113.400
13.400
116.400
20.400
156.700
37.900
66.000
11.000
80.200
1.800
42.500
4.100
57.700
5.200
669.000
93.300
778.800
98.000
59.800
15.000
57.000
14.300
42.500
11.500
50.400
15.000
37.000
7.100
27.500
5.000
301.100
74.800
61.400
165.500
49.000
10.500
15.900
90.000
243.600
15.500
3.800
77.600
44.100
5.800
19.700
57.700
19.300
62.100
147.400
43.500
9.300
14.900
79.800
186.200
14.500
3.300
51.800
38.400
4.600
14.100
43.200
16.400
46.000
111.000
32.100
7.200
10.000
61.600
153.900
12.400
2.400
44.200
29.000
3.300
12.200
36.500
13.900
53.400
124.800
47.100
10.400
16.400
50.800
216.300
15.900
3.300
55.100
48.200
4.400
17.700
50.100
21.600
34.300
86.900
35.100
6.000
13.900
31.800
138.700
10.000
2.100
38.900
26.600
2.600
11.000
35.700
11.900
20.000
36.100
15.500
2.700
5.600
12.300
48.300
4.900
15.100
11.000
2.900
10.500
2.800
304.900
735.600
244.900
50.800
83.200
356.700
81.800
17.000
317.800
218.700
23.100
85.900
257.700
95.500
Dirigenti e prof.
a elevata
specializzazione
Professioni
tecniche
776.500
213.700
53.300
*Fabbisogni al netto di Agricoltura, silvicoltura e pesca. Il totale comprende le professioni non qualificate e le Forze Armate.
Fonte: Unioncamere
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
TABELLA 7.6 – FABBISOGNI OCCUPAZIONALI PREVISTI PER IL 2024-2028 PER RIPARTIZIONE TERRITORIALE, REGIONE E TIPOLOGIA DI
FORMAZIONE (V.A.)
Scenario positivo
TOTALE
Nord-Ovest
Piemonte e Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Nord-Est
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Emilia-Romagna
Centro
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Sud e Isole
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Formazione
terziaria
(universitaria,
ITS Academy
e AFAM)
Diploma di
scuola
secondaria
superiore
licei
Diploma di
scuola
secondaria
superiore
tecnicoprofessionale
Qualifica di
formazione o
diploma
professionale
(IeFP)
Formazione
inferiore al
secondo ciclo
di istruzione
TOTALE*
376.800
92.500
250.900
33.500
280.400
31.200
106.000
28.400
114.900
290.100
84.400
18.400
28.800
158.600
407.200
27.400
6.700
119.900
76.100
10.000
33.300
98.600
35.200
145.100
39.900
10.100
25.700
4.100
29.300
2.900
11.600
3.000
11.700
32.700
10.500
2.100
3.600
16.400
43.200
3.200
12.700
8.500
1.000
3.600
9.800
3.800
985.500
282.600
66.900
190.700
25.000
218.000
25.800
85.400
20.300
86.500
197.100
65.500
13.600
23.300
94.600
287.800
22.200
4.800
81.400
59.500
6.100
21.600
66.800
25.500
702.600
181.500
45.500
118.500
17.500
160.800
30.000
60.300
13.800
56.700
132.900
52.300
10.300
18.200
52.000
227.400
17.200
3.100
63.500
47.100
4.100
17.600
55.500
19.400
432.500
127.300
30.700
83.300
13.300
90.400
8.100
37.900
9.300
35.200
82.900
32.200
6.400
9.300
35.000
131.900
11.900
1.900
40.300
27.500
1.900
9.800
27.000
11.700
245.800
669.000
93.300
778.800
98.000
301.100
74.800
304.900
735.600
244.900
50.800
83.200
356.700
81.800
17.000
317.800
218.700
23.100
85.900
257.700
95.500
*Fabbisogni al netto di Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: Unioncamere
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CONSIDERAZIONI DI SINTESI
Considerando le stime sul PIL pubblicate dal Governo nella NADEF e le valutazioni dei principali istituti
internazionali sono stati elaborati tre diversi scenari di previsione, secondo i quali tra il 2024 e il 2028
il mercato del lavoro italiano potrà esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di
occupati. Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno
la gran parte del fabbisogno, per 2,9 milioni di unità nel quinquennio, pari ad una quota dell’80%
nello scenario positivo e del 92% in quello negativo. Complessivamente lo stock occupazionale
potrebbe attestarsi nel 2028 da un minimo di 24,7 milioni di unità nello scenario negativo fino a un
massimo di 25,2 milioni di occupati in un contesto più favorevole.
I fattori di rischio – che pertanto potrebbero far variare il fabbisogno di oltre 480mila occupati –
riguardano la possibilità di un rallentamento del commercio internazionale, incrementi dei prezzi dei
beni energetici e delle materie prime, e quindi un’accelerazione dell’inflazione, difficoltà di accesso al
credito, oltre all’incertezza dovuta all’instabilità geopolitica causata dall’escalation delle guerre in
Medio Oriente e nel Mar Rosso.
Inoltre, sulle previsioni incide soprattutto l’impatto positivo atteso delle risorse del Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza (PNRR).
Dal punto di vista territoriale, la ripartizione del Sud e Isole concentrerebbe la maggiore quota del
fabbisogno di 3,6 milioni di occupati nello scenario positivo, con il 30,4% della domanda totale, seguita
dal Nord-Ovest (27,8%), dal Nord-Est (21,5%) e dal Centro Italia (20,3%). A livello regionale, la
Lombardia – con un fabbisogno atteso di 669mila occupati nello scenario positivo – determinerebbe
oltre il 18% dell’intero fabbisogno nazionale; a distanza seguono Lazio con 356mila unità, pari al 9,8%
del totale, Campania (319mila unità, 8,8%), Emilia-Romagna (306mila unità, 8,4%) e Veneto (302mila
unità, 8,3%).
La possibilità di riuscire a coprire il fabbisogno di occupati nei prossimi cinque anni dipenderà dalle
capacità del sistema di far fronte alle diverse criticità e “colli di bottiglia” che caratterizzano il mercato
del lavoro e rischiano di aggravarsi nei prossimi anni.
Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro presenterà crescenti difficoltà a causa della pressione
demografica, considerato che secondo le previsioni dell’Istat tra cinque anni in Italia la popolazione
con almeno 60 anni crescerà dell’8%, a fronte di una diminuzione del 4% dei 18-59enni.
L’invecchiamento della popolazione comporterà non soltanto un aumento dei flussi pensionistici e
quindi delle uscite dal mercato del lavoro ma anche una sensibile riduzione del numero di giovani in
ingresso nelle forze lavoro, se i tassi di attività non dovessero crescere in modo significativo.
Rischiano di affrontare maggiori criticità i comparti per i quali si prevede una maggiore incidenza della
replacement demand sul fabbisogno: le filiere “legno e arredo” (la componente in sostituzione sarà il
97% del fabbisogno dello scenario positivo), “meccanica e robotica” (96%), la Pubblica
Amministrazione (92%), e la componente dei lavoratori indipendenti (96%).
In parallelo, i macro trend green e digitale – con le recenti veloci accelerazioni legate all’utilizzo
estensivo dell’Intelligenza Artificiale – incideranno sulla domanda di personale portando sia ad un
innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia all’evoluzione di nuove figure. Si stima nello
scenario positivo che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà domandato con
importanza almeno intermedia ad oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del
quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni di occupati (oltre il 58% del fabbisogno totale).
In particolare, la crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale modificherà profondamente il
mercato del lavoro, anche se al momento risulta complesso quantificarne l’impatto sull’occupazione a
causa della sua rapida evoluzione e dell’incertezza nell’integrazione nei processi produttivi. Secondo
alcune autorevoli ricerche internazionali al momento l’IA sembra destinata ad integrare, e non a
sostituire, le competenze delle professioni ad alta specializzazione. Secondo altre ricerche l’IA
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potrebbe impattare su quasi il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo, arrivando al 60% nelle
economie avanzate. Circa la metà delle professioni esposte potrebbe esserne influenzata
negativamente, mentre il resto delle occupazioni potrebbe beneficiare di una maggiore produttività.
Quello che è certo è che il vantaggio che deriverà dall’utilizzo dell’IA dipenderà dalla preparazione dei
paesi e dalla capacità dei lavoratori di adattarsi a questa nuova tecnologia. Da un’analisi promossa da
Unioncamere sulle ricerche di lavoro effettuate via web dalle imprese i job posting che richiedono
competenze legate all’IA risultano in crescita nella maggior parte dei paesi analizzati, ma l’Italia registra
un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei con cui ci possiamo confrontare.
Nel quinquennio 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, Unioncamere stima che circa il
41% del fabbisogno totale dovrebbe interessare dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3 e 1,5 milioni di
unità). Dal confronto con l’attuale distribuzione dello stock occupazionale, dovrebbero aumentare
anche le professioni impiegatizie – per effetto della richiesta da parte della PA – mentre
diminuirebbero operai specializzati (dal 15% dello stock all’11% del flusso di fabbisogni occupazionali)
e conduttori di impianti (dall’8 % dello stock al 6% del flusso occupazionali).
Per quanto riguarda i livelli di istruzione, si prevede che circa il 38% del fabbisogno occupazionale del
quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o
AFAM), il 4% profili con un diploma liceale e il 46% personale in possesso di una formazione secondaria
di secondo grado tecnico-professionale.
In particolare nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di persone con un titolo in ambito STEM
(Science, Technology, Engineering and Mathematics), che determinerà un significativo mismatch
rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione che faranno ingresso nel
mercato del lavoro. Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare tra 8mila e 17mila giovani
ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e
informatiche. Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per l’indirizzo
insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), economico-statistico (511mila) e medico-sanitario (circa 7mila).
Anche per la formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale è prevista una carenza di
offerta, con un’offerta in grado di coprire solo il 70% dei fabbisogni, trasversalmente a quasi tutti gli
indirizzi formativi.
Il disallineamento tra le esigenze del sistema e le disponibilità effettive di competenze sul mercato
costituisce un ulteriore fattore di criticità e una sfida cruciale dei prossimi anni.
In considerazione dei rischi evidenziati per il prossimo quinquennio, potrebbero aumentare anche i
costi derivanti dal minor valore aggiunto che sarà possibile produrre nei diversi settori economici a
causa del ritardato o mancato inserimento nelle imprese dei profili professionali necessari.
Unioncamere ha stimato che il costo del mismatch è stato pari a 43,9 miliardi nel 2023, corrispondente
a una perdita di valore aggiunto pari al 3,4% di quanto generato complessivamente dai settori privati
industriali e dei servizi rappresentati all’interno del campo d’osservazione del Sistema informativo
Excelsior e al 2,5% del Prodotto interno lordo italiano.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Riferimenti bibliografici
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Note SDN2024/001, International Monetary Fund, Washington, DC.
Cedefop, Eurofound (2018). Skills forecast: trends and challenges to 2030. Luxembourg: Publications
Office. Cedefop reference series; No 108. hiip://data.europa.eu/doi/10.2801/4492
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Council, the European economic and social committee and the Committee of the regions. Commission
staff working document. Mid-term evaluation of the Recovery and Resilience Facility, 21/02/2024.
EY, ManpowerGroup, Sanoma Italia, Il Futuro delle Competenze nell’Era dell’Intelligenza Artificiale.
Studio predittivo 2023.
Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana (2023), Rapporto Italiani nel Mondo 2023.
Frey e Obsorne (2013), The future of employment: how susceptible are jobs to computerisation?
Lassebie e Quintini (2022), What skills and abilities can automation technologies replicate and what
does it mean for workers?: New evidence, OECD working paper.
OECD (2024), Studi economici dell’OCSE: Italia 2024.OECD Publishing, Paris, https://read.oecdilibrary.org/economics/studi-economici-dell-ocse-italia-2024_68453d0b-it#page1.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, La domanda di professioni e di formazione
delle imprese italiane nel 2023. Monitoraggio dei flussi e delle competenze per favorire l’occupabilità.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, Le competenze green. Analisi della
domanda di competenze legate alla Green economy nelle imprese, indagine 2023.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, Le competenze digitali. Analisi della
domanda di competenze digitali nelle imprese, indagine 2023.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, Laureati e lavoro. Gli sbocchi professionali
dei laureati nelle imprese, indagine 2023.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, ITS Academy e lavoro. Gli sbocchi
lavorativi per la formazione terziaria ITS Academy nelle imprese, indagine 2023.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, Diplomati e lavoro. Gli sbocchi
professionali dei diplomati nelle imprese, indagine 2023.
Unioncamere-ANPAL (2023), Sistema Informativo Excelsior, Formazione professionale e lavoro. Gli
sbocchi lavorativi per le qualifiche e i diplomi professionali nelle imprese, indagine 2023.
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NOTA METODOLOGICA
Modello di stima dell’expansion demand per settore economico
Le previsioni dei fabbisogni occupazionali fino al 2028 sono state realizzate, per quanto riguarda la
componente di domanda di lavoro incrementale nei settori privati, attraverso l’implementazione di un
modello econometrico30 che stima una funzione ridotta di domanda di lavoro. Il modello è stimato su
base settoriale. Le fonti sono tutte costituite dai dati dei Conti economici nazionali dell’ISTAT (edizione
settembre 2023).
La formulazione tradizionale del modello (che considera le previsioni sul PIL nazionale come variabile
esogena, secondo dei possibili scenari di evoluzione) è stata rivista in modo significativo per cogliere
l’impatto delle risorse del PNRR viste le forti specificità settoriali dovute agli indirizzi delineati nei
programmi europei. Si è reso necessario dunque considerare non solo le dinamiche settoriali, ma
anche le interazioni tra i diversi settori, dato che il rallentamento o la ripresa di un determinato settore
ha ripercussioni dirette sui settori a monte e a valle della catena del valore.
Per la formulazione degli scenari è stata presa a riferimento la Nota di Aggiornamento al Documento
di Economia e Finanza (NADEF) presentata dal Governo il 27 settembre 2023. La NADEF aggiorna le
stime del quadro tendenziale del DEF, inserendo un quadro programmatico che incorpora l’effetto dei
principali provvedimenti che il Governo intende adottare nella manovra finanziaria attualmente in
discussione in Parlamento.
Il quadro previsivo internazionale è integrato dalle previsioni formulate dal Fondo Monetario
Internazionale nel World Economic Outlook presentato il 10 ottobre 2023.
In considerazione del quadro di estrema incertezza a livello geopolitico e macroeconomico, in questa
edizione sono stati elaborati tre diversi scenari. Nel dettaglio, lo scenario A, più favorevole, ha come
riferimento il quadro programmatico del Governo contenuto nella NADEF. Tale quadro incorpora gli
effetti sull’economia italiana di tutti gli interventi legati alle risorse del Piano Next Generation EU,
rivede al rialzo l’impatto di bilancio dei crediti d’imposta legati al superbonus e prevede il ricorso a un
maggior indebitamento netto per finanziare gli interventi di bilancio previsti a sostegno della crescita.
Tale scenario prevede una crescita economica dello 0,8% nel 2023, dell’1,2% nel 2024 e dell’1,4% nel
2025. Il tasso di crescita è previsto poi stabilizzarsi all’1% nel triennio successivo31.
Lo scenario B – intermedio – è stato costruito seguendo le previsioni realizzate dal Fondo Monetario
Internazionale nell’edizione del World Economic Outlook di ottobre 2023. Secondo questo scenario
l’economia italiana è attesa crescere dello 0,7% nel 2023 e nel 2024, dell’1% nel 2025 e dell’1,1% nel
2026, per poi oscillare tra l’1% e lo 0,9% nel 2027-28. Si tratta dunque di uno scenario meno favorevole
rispetto a quello del quadro programmatico della NADEF, soprattutto con riferimento al biennio 202425.
Lo scenario C – negativo – è stato predisposto considerando il combinato disposto di 4 rischi che
possono modificare sostanzialmente il quadro macroeconomico: a) un aumento del prezzo dei beni
energetici maggiore rispetto a quanto considerato nella NADEF, b) un rallentamento del commercio
internazionale dovuto al rallentamento della domanda globale e alla maggiore incertezza, c) un
peggioramento delle ragioni di scambio, d) un aggravarsi delle condizioni finanziarie di accesso al
credito per le imprese, come conseguenza del repentino aumento dei tassi di interessi da parte delle
banche centrali in risposta alla crescita dell’inflazione.
Per questo studio è stato utilizzato un modello di tipo VAR (Vector Autoregressive Model), che descrive l’evoluzione di un
certo numero di variabili a partire dalla dinamica evolutiva individuale e comune. Si precisa che il modello non considera
ipotesi di variazione del progresso tecnologico nel quinquennio di riferimento.
I dati incorporati nella NADEF comprendono i valori del PNRR antecedenti la revisione recentemente approvata dalla UE e
dal Governo italiano.
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Tali ipotesi sono esplicitamente contenute nella NADEF e prevedono un sostanziale rallentamento
della crescita. Secondo questo scenario il PIL crescerà dello 0,3% nel 2024, dello 0,5% nel 2025, dello
0,1% nel 2026 e dello 0,5% nel biennio 2027-28.
PREVISIONI SUL PIL DELL’ITALIA ALLA BASE DEGLI SCENARI (VAR. %)
Scenario
A (positivo)
B (intermedio)
C (negativo)
Per avere un quadro completo sull’evoluzione delle stime del PIL tra la fine del 2023 e i primi mesi del
202432 nella tabella di seguito si riportano le stime rilasciate dai principali Istituti. Si osserva che le più
recenti previsioni di crescita dell’economia italiana vanno dallo 0,6% allo 0,8% per il 2024 e dall’1,1%
all’1,2% per il 2025, valori che rientrano nell’intervallo di previsione tra lo scenario negativo (C) e quello
positivo (A) utilizzato per l’esposizione dei dati nei capitoli precedenti.
PRINCIPALI PREVISIONI SUL PIL DELL’ITALIA (VAR. %)
Istituzione
Pubblicazione
Governo Italiano
NADEF – quadro programmatico
(settembre 2023)
Fondo Monetario
Internazionale
WEO (ottobre 2023)
Commissione europea
European economic forecast
(novembre 2023)
Economic outlook (novembre 2023)
ISTAT
Le prospettive per l’economia italiana nel
2023-2024 (dicembre 2023)
Banca d’Italia
Proiezioni macroeconomiche per l’Italia
(dicembre 2023)
Fondo Monetario
Internazionale
WEO update (gennaio 2024)
Nota sulla congiuntura (febbraio 2024)
Commissione europea
European economic forecast
(febbraio 2024)
Per quanto riguarda le previsioni settoriali, la dinamica di ogni singolo settore risponde a tre fattori:
un primo fattore è costituito dalla dinamica precipua del singolo settore; un secondo dalle variazioni
del PIL dei settori ad esso correlati e il terzo dalla variazione del PIL aggregato.
A livello occupazionale le diverse elasticità della domanda di lavoro al PIL settoriale e al PIL aggregato
determinano la risposta occupazionale stimata dal modello.
In termini operativi le previsioni sono state effettuate in due step. In un primo step è stato stimato il
PIL settoriale con un modello VAR in cui due o più settori sono stati modellati congiuntamente,
Il report è stato chiuso l’8 marzo 2024.
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utilizzando il PIL aggregato come esogena. In questo modo il PIL di ogni settore è stato stimato come
funzione di: a) i propri ritardi, b) la dinamica dei settori contigui, c) la dinamica del PIL aggregato. La
scelta dei raggruppamenti dei settori in cui misurare le possibili interazioni è stata effettuata
considerando le interrelazioni settoriali derivanti dall’analisi delle matrici input-output e dei flussi
intersettoriali di lavoro.
Il risultato del primo step contiene dunque la previsione del PIL settoriale che tiene conto sia della
dinamica aggregata del PIL che della specifica dinamica settoriale e delle interazioni intersettoriali.
Nel secondo step è stato stimato un VAR comprendente occupati (dipendenti, indipendenti, totale e
ULA), retribuzioni e PIL in cui sia il PIL settoriale (ottenuto nello step precedente) che il PIL aggregato
sono considerate come esogene. In questo modo sono state ottenute le previsioni per l’occupazione
compatibili con la dinamica del PIL aggregato e settoriale.
Come si è detto in precedenza, le previsioni sono state effettuate utilizzando un Vector Autoregressive
model (VAR) che descrive l’evoluzione dinamica di un certo numero di variabili a partire dalla dinamica
evolutiva individuale e comune.
Questo approccio è molto diffuso nell’ambito del forecasting macroeconomico in quanto i modelli VAR
si sono dimostrati molto accurati e al tempo stesso poco dispersivi in quanto consentono di tener conto
sia della dinamica temporale delle singole variabili che delle interazioni tra le stesse.
Poiché nel nostro caso è stata sostanzialmente stimata una forma ridotta di una equazione di domanda
di lavoro, l’approccio risulta quanto mai appropriato.
Consideriamo due variabili y1 e y2. Un VAR di primo ordine (ovvero un VAR che contiene un solo ritardo
delle variabili) può essere scritto come:
?? = ?1 + ?11 ???1 + ?12 ???1 + ?1?
?? = ?2 + ?21 ???1 + ?22 ???1 + ?2?
In forma vettoriale la formulazione diviene
? = ? + ?? ???? + ?
Dove ? è un vettore K ?1 di variabili, ?, è un vettore
parametri, ? il vettore degli errori.
K ?1 di parametri e ? è una matrice K ? K di
La scelta del numero di ritardi avviene con criteri di efficienza come AIC (Akaike information criterion)
and SIC (Schwarz information criterion).
Un processo VAR è una generalizzazione multivariata di un processo AR univariato.
Per esemplificare, supponiamo che yt sia un vettore (2×1) che contiene le due variabili y1t e y2t.
La rappresentazione VAR(p) può essere scritta come:
[ y1t,y2t]
? ?11,?12,?21,?22? [ y
? 1 1 1 1 ? 1t?1 2t?1]+…+
? ?11,?12,?21,?22? [ y
?,?
? p p p p ? 1t?p 2t?p]+ [ 1t 2t]
vale a dire
? (L)yt
?1yt?1+…+?pyt?p+?t
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dove ? (L)= ?0??1(L)?…??p Lp, e ?0=I.
La gran parte delle proprietà analizzate per i processi AR si estendono ai modelli VAR. Tuttavia
l’estensione al multivariato richiede una serie di ulteriori considerazioni.
In primo luogo, un processo VAR(p) stazionario può essere rappresentato come un processo VMA(?):
yt= [? (L)]
Ad esempio, un processo VAR(1):
yt=?yt?1+?t
yt=?t+??t?1+?2?t?2+…
può essere scritto come
Su quali ipotesi si basa la possibilità di riscrivere un VAR(p) come un VMA(?)?
Consideriamo un VAR(1) e risolviamo ricorsivamente all’indietro:
?yt?1+?t
?2yt?2+??t?1+?t
Al crescere di n, il primo termine (che rappresenta il “ricordo” delle condizioni iniziali) scompare se
lim,n???n=0.
Si noti che, se gli autovettori di ? sono linearmente indipendenti, possiamo scrivere ?=Z?Z?1, dove ?
è una matrice diagonale contenente gli autovalori di ?, e Z contiene gli autovettori di ? (spectral
decomposition).
Pertanto, in tal caso per poter scrivere
lim,n???n=lim,n??Z?nZ?1=0
gli autovalori di A devono essere minori di 1 in valore assoluto. Questa non è altro che la condizione
necessaria e sufficiente per la stazionarietà del VAR.
Pertanto dato un VAR(p) stazionario, una volta stimati i parametri si possono invertire la
rappresentazione VAR e ottenere la rappresentazione VMA(?), vale a dire una approssimazione della
rappresentazione di Wold multivariata.
Un altro punto fondamentale consiste nella possibilità di scrivere un VAR in forma canonica
(companion form): un VAR(p) può essere riscritto come un VAR(1).
Ad esempio, un VAR(2) può essere riscritto come:
[ yt,yt?1]= [ ?1,?2,I,0] [ yt?1,yt?2]+ [ ?t,0]
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vale a dire
?1?
?11,1
?2?
[?
] = [ 21,1
1??1
?2??1
?12,1
?22,1
?12,2 ?1??1
?1?
2??1
?22,2
] [?
] + [ 2? ]
1??2
2??2
?11,2
?21,1
Pertanto dato un VAR(p) stazionario, un modo semplice per risalire alla rappresentazione VMA(?)
consiste nel riscriverlo in forma canonica e poi invertirlo.
Esempio: un processo AR(2) univariato yt=?1yt?1+?2yt?2+?t può essere riscritto in forma canonica
(VAR(1)) come segue:
[ yt,yt?1]= [ ?1,?2,1,0] [ yt?1,yt?2]+ [ ?t,0]
yt=?yt?1+?t
cioè
La corrispondente rappresentazione VMA è data da
yt=?t+??t?1+?2?t?2+…
e cioè:
[ yt,yt?1]
[ ?t,0]+ [ ?1,?2,1,0] [ ?t?1,0]+(18)
[ ?2,1+?2,?1?2,?1,?2] [ ?t?2,0]+…
La rappresentazione MA(?) di yt è perciò data da:
yt=?t+?1?t?1+ ?2,1+?2 ?t?2+…
Riferimenti bibliografici:
Amisano, G. e Giannini, C. (1997). Topics in Structural VAR Econometrics. Springer-Verlag, 2a ed.
Enders, W. (1994). Applied Econometric Time Series, John Wiley & Sons, New York.
Hamilton, J. (1994). Time Series Analysis. Princeton University Press.
Lutkephol, H. (1991). Introduction to Multiple Time Series Analysis. Springer-Verlag.
Mills, T. C. (1998). Recent developments in modelling nonstationary vector autoregressions. Journal
of Economic Surveys, 12(3): 279312.
Ooms, M. (1994). Empirical Vector Autoregressive Modeling. Springer Verlag.
Sims, C. A. (1980). Macroeconomics and reality. Econometrica, 48: 148.
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Sims, C., Stock, J. e Watson, M. (1990). Inference in linear time series models with some unit roots.
Econometrica, 58: 11344.
Stima della replacement demand per il comparto privato
La stima della replacement per il comparto privato si articola in una serie di passaggi che definiscono:
i tassi di pensionamento per età e genere per la componente dei lavoratori alle dipendenze
i tassi di pensionamento per età e genere per la componente dei lavoratori autonomi (TP)
i tassi di mortalità per età e genere (TM)
l’evoluzione temporale dei tassi di pensionamento per effetto dei cambiamenti di normativa
per età e genere
la struttura degli stock per età e genere (STOCK).
Al termine di tali passaggi per ciascun anno t, a partire dall’articolazione per età e genere dello stock
al tempo t-1, per ogni i-esima coorte di età si calcola:
il numero di pensioni previste: STOCKi-1 * TPi
il numero di decessi previsti: (STOCKi-1 – TPi) * TMi
la replacement prevista: TPi + TMi
l’evoluzione dello stock al tempo t: STOCKi = STOCKi-1 – (TPi + TMi)
Quest’ultima stima dello stock definirà la struttura base di input per le stime dell’anno successivo (t+1).
Il processo di calcolo viene così reiterato per ogni anno fino a giungere alla stima dello stock 2027 utile
a definire la replacement per il 2028.
Definizione dei tassi di pensionamento per età e genere per la componente dei lavoratori alle
dipendenze
Nell’ottica di misurare in maniera più completa la reale necessità di sostituzione per uscita dal lavoro
(volontaria o meno e associata o meno al percepimento di una pensione) è stata sviluppata una
metodologia per la stima dei flussi in uscita dal mercato del lavoro fondata sull’analisi della serie storica
dei dati INPS sui lavoratori dipendenti.
Tale serie, attualmente disponibile su base mensile a partire da gennaio 2018 fino a marzo 2023,
consente di ricostruire la presenza di ogni singolo lavoratore apparso negli archivi INPS in tale periodo,
individuando per ciascuno l’ultima mensilità per cui risulta presente. Tale mensilità, per definizione,
costituisce la data di “uscita” dal modo del lavoro alle dipendenze per il settore privato in base alla
quale è possibile calcolare anche l’età al momento di tale “uscita”.
Definizione dei tassi di pensionamento per età e genere per la componente dei lavoratori autonomi
La base di partenza per la stima dei flussi in uscita per pensionamento per i lavoratori autonomi è
rappresentata dai dati di fonte INPS sulle pensioni liquidate nel 2022 per le gestioni artigiani,
commercianti e parasubordinati, disponibili per classe di età, età media dei beneficiari e genere.
Utilizzando tali informazioni è stata stimata la disaggregazione delle pensioni liquidate per singolo
anno di età (sotto la condizione che, una vota effettuata tale stima, l’età media di pensionamento delle
persone appartenenti a una determinata classe coincidesse con quella indicata dall’INPS per la classe
di età nel suo insieme).
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Definizione dei tassi di mortalità per età e genere
Per quanto riguarda le uscite per mortalità, si sono utilizzati i tassi di fonte ISTAT per genere e per età
relativi all’anno 2022.
Essi sono stati tenuti fissi e utilizzati per stimare le uscite per mortalità fino al 2028 (moltiplicandoli di
anno in anno per i rispettivi stock settoriali di riferimento).
Vengono, infine, riepilogate le fonti informative considerate:
Osservatori statistici INPS, Osservatorio sulle pensioni erogate dall’INPS-Pensioni liquidateComplesso delle pensioni liquidate
UPB, Rapporto sulla politica di bilancio 2022, 10 dicembre 2021
INPS, rapporti periodici di monitoraggio relativi ai dati sulle domande di pensionamento quota
100 pervenute (prima diffusione 15 marzo 2019 – ultima diffusione 21 novembre 2019)
D.L. 201/2011 del 6 dicembre 2011, poi convertito dalla Legge 214/2011 del 22 dicembre 2011
(Legge di riforma delle pensioni nota come Legge Fornero)
Legge 145/2018 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio
pluriennale per il triennio 2019-2021)
MLPS, Decreto-Legge 4/2019 (Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di
pensioni) unitamente alla relazione illustrativa e tecnica di accompagnamento documento
datato 23 gennaio 2019
Legge 234/2022 del 30 dicembre 2021, pubblicata in G.U. il 31 dicembre 2021 (Legge di
bilancio 2022)
ISTAT, tavole di mortalità per genere ed età (aggiornamento 2022).
Stima dei fabbisogni occupazionali per professioni e titoli di studio
Le stime dei fabbisogni occupazionali di ciascun settore dell’economia privata sono successivamente
ripartite per professione e indirizzo di studio: per la stima di queste variabili viene pienamente
valorizzato il patrimonio informativo dalle ultime edizioni delle indagini Excelsior.
Quando la reduction demand è superiore in valore assoluto alla replacement demand, si ottengono
fabbisogni di segno negativo. In questo caso per determinare il fabbisogno a livello professionale e per
titolo di studio sono stati utilizzati i dati in serie storica delle Forze di Lavoro Istat (FL).
La scomposizione per indirizzo di studio è stata ottenuta in modo analogo: utilizzando le quote per
indirizzo delle ultime 4 annualità di Excelsior per scomporre i fabbisogni positivi dei dipendenti privati
e di un numero variabile di annualità di FL (da 3 a 7) in tutti gli altri casi.
In continuità con le più recenti edizioni, sono stati stimati gli indirizzi di studio anche per le qualifiche
e i diplomi professionali, titoli che si conseguono rispettivamente al termine di 3 e 4 anni di formazione
dopo la scuola secondaria di primo grado. Sulla base della professione associata ad un diploma o
qualifica professionale, è stato possibile assegnare l’indirizzo più dettagliato adottato nelle rilevazioni
Excelsior, giungendo ad individuare la corrispondenza con 24 delle 26 “figure di riferimento” relative
alle qualifiche professionali e con 24 delle 29 figure relative ai diplomi professionali dell’attuale offerta
IeFP.33 Questo procedimento è stato adottato anche per la previsione di fabbisogni associati a persone
senza specifica qualificazione (per le quali si può ritenere venga richiesto l’assolvimento del semplice
Si vedano in proposito gli allegati 2 e 3 dell’Accordo MIUR-Regioni del 1° agosto 2019.
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obbligo formativo), ma per le quali la professione trova corrispondenza con una delle citate figure di
riferimento. Nei casi in cui non è stato possibile reperire alcuna corrispondenza, si è utilizzata la dizione
“altri indirizzi”.
In questo caso, per la scomposizione dei fabbisogni positivi, sia dei dipendenti sia degli indipendenti,
si è utilizzata la fonte Excelsior, mentre per i fabbisogni negativi si sono considerate le caratteristiche
delle cessazioni dei rapporti di lavoro dell’indagine ISTAT sulle Forze di Lavoro.
Dalle ultime edizioni Excelsior è presente anche il dato relativo al livello di studio della formazione
terziaria professionalizzante, l’Istruzione Tecnologica Superiore (ITS Academy). Dal momento che
questo dettaglio informativo è desumibile solo dalla fonte Excelsior, viene stimato solo per i fabbisogni
dei dipendenti privati, che comunque rappresenta la componente prevalentemente interessata a
questo livello di istruzione. Come nella precedente edizione – ai fini dell’esposizione dei risultati – i dati
degli indirizzi ITS Academy sono stati aggregati agli indirizzi di laurea considerati più pertinenti.
Sempre in coincidenza delle più recenti edizioni, relativamente alla componente indipendente, sono
stati applicati dei vincoli di compatibilità fra settori, professioni e indirizzi di studio sui dati grezzi di
fonte FL.
Per quanto riguarda il settore pubblico, una volta definito il fabbisogno complessivo per i singoli
comparti – di cui si è già detto – la scomposizione per professioni avviene basandosi su una matrice di
corrispondenza tra la disaggregazione delle “qualifiche” presente in RGS e i gruppi professionali (2digit) della classificazione ISTAT 2011.
Questa nuova modalità, resa possibile grazie ad un maggior dettaglio della fonte RGS 2017,
rappresenta un affinamento del processo di stima che in precedenza si limitava all’analisi dei recenti
ingressi nel settore pubblico tratti dai dati elementari dell’Indagine sulle Forze Lavoro dell’ISTAT e alla
loro proiezione per gli anni a venire.
Con riferimento alle indicazioni puntuali derivate dall’effetto di provvedimenti che incidono
specificamente su taluni comparti, laddove le indicazioni relative alle assunzioni nei prossimi anni sono
con certezza riconducibili a specifiche figure professionali, di ciò si è tenuto conto puntualmente nella
ripartizione delle entrate per gruppi professionali.
Per la scomposizione delle entrate per livelli di istruzione e indirizzi di studio si è fatto riferimento per
i livelli di istruzione ai dati RGS, per gli indirizzi di studio ai dati elementari dell’Indagine Istat sulle Forze
di Lavoro (ultima annualità: 2020) e relativi ai tre macro-comparti del comparto pubblico. Per il macrocomparto Istruzione e servizi formativi i tali dati sono stati integrati con dati di Fonte MIUR.
Anche nel caso dei livelli di istruzione/indirizzo di studi, laddove le indicazioni puntuali contenute o nei
dati RGS o nei provvedimenti legislativi relative alle assunzioni nei prossimi anni sono con certezza
riconducibili a specifici titoli di studio, di ciò si è tenuto conto puntualmente nella ripartizione delle
entrate per livelli di istruzione e indirizzi di studio (es. medico-laurea in medicina).
Le procedure sin qui descritte sono state implementate distintamente per professioni e indirizzi di
studio: non è possibile, pertanto, incrociare tra loro queste due variabili.
Le fonti e la metodologia applicata per la stima della Pubblica Amministrazione
Il modello previsivo fino all’anno 2028 è stato sviluppato anche con riferimento al settore pubblico per
ottenere le previsioni dei fabbisogni occupazionali della Pubblica Amministrazione nel medio periodo.
La fonte di riferimento principale dei dati è costituita dalle statistiche della Ragioneria Generale dello
Stato che, annualmente, rilevano la struttura del personale in servizio ed i movimenti relativi alle
entrate e alle cessazioni del rapporto di lavoro. Gli ultimi dati disponibili sono aggiornati all’anno 2021.
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Sulla base delle informazioni statistiche sopra citate, analizzate in serie storica, è stata definita una
procedura basata sul numero di cessazioni atteso che permetta di formulare previsioni sulla possibile
evoluzione del quadro occupazionale ed in particolare sui flussi relativi alle entrate e alle uscite di
personale relative ai tre macro-comparti del pubblico impiego, ovvero Pubblica Amministrazione in
senso stretto (Ateco 84), Istruzione (Ateco 85) e Sanità (Ateco 86).
Per la stima complessiva del fabbisogno del settore pubblico per gli anni di previsione si è inoltre tenuto
conto delle indicazioni contenute nel Documento di Economia e Finanza 2023 Nota di Aggiornamento
(NADEF 2023)34, nel D.L. 44/2023 – Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità
amministrativa delle amministrazioni pubbliche35. E nel “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Di
conseguenza i valori tendenziali previsti relativamente alle entrate sono stati aumentati in base a
quanto indicato nella legge stessa, provvedendo, in tal caso, a rivedere i limiti di sostituzione ammessi
dalle normative esistenti. Si sottolinea inoltre che, laddove le indicazioni relative alle assunzioni nei
prossimi anni sono con certezza riconducibili a specifiche figure professionali e a specifici titoli di
studio, di ciò si è tenuto conto puntualmente nella ripartizione delle entrate per gruppi professionali,
livelli di istruzione e indirizzi di studio.
Le fonti e la metodologia applicata per la formazione terziaria
Fino al periodo 2021-2025 la stima dell’evoluzione del numero di laureati era stata aggiornata sulla
base della dei dati resi disponibili annualmente dall’Anagrafe Nazionale Studenti. Tuttavia, poiché tale
base dati non è più disponibile, a partire dalle previsioni per il quinquennio 2022-2026 è emersa la
necessità di avvalersi di un’altra fonte informativa per i dati di partenza: i dataset Open Data resi
disponibili dal MIUR36 relativi agli iscritti al primo anno e ai laureati, disaggregati per classe di laurea.
Sulla base di questi dati sono state ricostruite le serie storiche utilizzate per le previsioni a partire
dall’anno 2010/11 fino all’ultimo anno disponibile.
Le previsioni sono poi state effettuate secondo la metodologia utilizzata negli anni scorsi, che si fonda
sulla previsione della popolazione 19enne (di fonte Istat), sui tassi di conseguimento della laurea
(laureati confrontati con gli iscritti al primo anno degli anni precedenti, correttamente considerati a
seconda del tipo di laurea) e sui tassi di passaggio dalla laurea triennale a quella magistrale. Per la stima
dei laureati in ingresso nel mercato del lavoro sono stati utilizzati i dati Almalaurea sulla condizione
occupazionale e formativa dei laureati a un anno di distanza dal conseguimento del titolo.
Utilizzando queste fonti, si sono ottenuti gli ingressi nel mercato del lavoro riferiti a tutti i laureati delle
università italiane. Occorre però considerare chi si immette nel mercato del lavoro italiano, escludendo
pertanto coloro che, pur essendosi laureati in Italia, cercheranno lavoro all’estero. Per la quota di
laureati che scelgono di lavorare all’estero è fatto riferimento, anche in questo caso, alla sopracitata
fonte AlmaLaurea.
Per la stima dell’offerta di istruzione terziaria sono inoltre stati presi in considerazione i dati del
monitoraggio annuale degli Istituti Tecnici Superiori realizzato da INDIRE.
34https://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatic
i/nadef_2023/NADEF-2023.pdf
36 http://dati.ustat.miur.it/organization/ace58834-5a0b-40f6-9b0e-ed6c34ea8de0?tags=Universit%C3%A0&tags=Studenti
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Le fonti e la metodologia applicata per la stima dell’offerta di diplomati
I dati di base utilizzati per la stima dell’offerta di diplomati sono ricavati dalle pubblicazioni “Principali
dati della scuola: avvio anno scolastico…” riferite agli ultimi anni, compreso quello corrente, diffusi dal
MIUR/MIM nell’apposita sezione “pubblicazioni” del sito. Oltre a questi, si dispone degli esiti degli
esami di Stato nella scuola secondaria di secondo grado negli ultimi anni (sempre di fonte MIUR/MIM).
Tali pubblicazioni forniscono i dati sugli iscritti per indirizzo di studio e per singolo anno di corso,
tuttavia esclusivamente con riferimento alla scuola statale. Sulla base di stime fondate sui dati riportati
nei focus citati con riferimento alla scuola paritaria (che detiene, si sottolinea, una quota attorno al 4%
degli iscritti complessivi della scuola secondaria superiore) e sui dati sulla scuola paritaria tratti Dagli
Open Data del MIUR/MIM, si sono ricostruiti anche per questa componente gli iscritti per anno di corso
per gli stessi indirizzi esposti dal MIUR/MIM per la scuola statale, in modo da arrivare, sommando le
due componenti, ai dati complessivi della scuola superiore italiana fino all’attuale anno scolastico.
Sono stati poi stimati gli iscritti degli anni futuri utilizzando la media dei tassi di passaggio per indirizzo
e per anno di corso calcolati per gli anni disponibili.
L’ultimo passaggio ha riguardato la stima dei diplomati, applicando agli iscritti al 5° anno il “tasso di
promozione”, che è stato calcolato sulla base del tasso di ammissione all’esame di Stato (ammessi
all’esame per 100 scrutinati) e il tasso di promozione (diplomati per 100 esaminati).
Per la stima dei diplomati in ingresso sul mercato sono state utilizzate due fonti: il Rapporto Anvur
2023 e l’ultima indagine AlmaDiploma, pubblicata nel 2023.
Le fonti e la metodologia applicata per la stima dell’offerta di qualificati e diplomati dei
percorsi IeFP
I dati relativi ai qualificati in uscita dal sistema di istruzione e formazione professionale sono stati tratti
dalle basi dati fornite da INAPP, che contengono i dati relativi agli iscritti e ai qualificati/diplomati,
disaggregati secondo le diverse figure professionali previste dal sistema IeFP.
Sulla base dei dati sugli iscritti ai percorsi triennali per anno di corso sono stati calcolati i “tassi di
successo” ossia il rapporto tra il numero di qualificati nell’anno T e il numero di iscritti al primo anno
nell’anno T-2.
Per la stima dei qualificati negli anni futuri si è proceduto in primo luogo a stimare gli iscritti al primo
anno fino per il prossimo quinquennio (per figura professionale e per singolo anno). Tale stima è stata
effettuata tenendo conto dell’incremento degli iscritti ai percorsi triennali previsto come obiettivo del
PNRR. Ai dati così ottenuti è poi stato applicato il suddetto “tasso di successo”.
Per stimare l’offerta di qualificati dei percorsi triennali è stata sottratta la quota che si stima si iscriva
al 4° anno, stimata sulla base dei dati disponibili e considerata costante per gli anni futuri, e si è
ipotizzato che tutti i restanti facciano ingresso sul mercato del lavoro.
La stima dell’offerta totale di qualificati e diplomati dei percorsi IeFP è stata ottenuta sommando le
sue componenti, ossia l’offerta di qualificati dei percorsi triennali e l’offerta di diplomati del 4° anno.
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APPENDICE 1 – Corrispondenza tra la classificazione ATECO 2007 e i settori
utilizzati nel modello previsivo Excelsior
SETTORI “EXCELSIOR”
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del
tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie
plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non
metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in
metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e
attrezzature e dei mezzi di trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo
libero e altre manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
DIVISIONI DI ATTIVITA’ ATECO 2007
05 ESTRAZIONE DI CARBONE (ESCLUSA TORBA)
06 ESTRAZIONE DI PETROLIO GREGGIO E DI GAS NATURALE
07 ESTRAZIONE DI MINERALI METALLIFERI
08 ALTRE ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE
09 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI SUPPORTO ALL’ESTRAZIONE
10 INDUSTRIE ALIMENTARI
11 INDUSTRIA DELLE BEVANDE
12 INDUSTRIA DEL TABACCO
13 INDUSTRIE TESSILI
14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTICOLI IN
PELLE E PELLICCIA
15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI
16 INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO (ESCLUSI I
MOBILI); FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PAGLIA E MATER. DA INTRECCIO
31 FABBRICAZIONE DI MOBILI
17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA
18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI
19 FABBRICAZIONE DI COKE E PRODOTTI DERIVANTI DALLA RAFFINAZIONE DEL
PETROLIO
20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI
21 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E PREPARATI
FARMACEUTICI
22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
23 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON
METALLIFERI
24 METALLURGIA
25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E
ATTREZZATURE)
28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA
29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI
30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO
33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE ED
APPARECCHIATURE
95 RIPARAZIONE COMPUTER E DI BENI PER USO PERSONALE E PER LA CASA
261 FABBRICAZIONE DI COMPONENTI ELETTRONICI E SCHEDE ELETTRONICHE
262 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E UNITÀ PERIFERICHE
263 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE PER LE TELECOMUNICAZIONI
264 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DI ELETTRONICA DI CONSUMO AUDIO E
VIDEO
265 FABBRICAZIONE DI STRUMENTI E APPARECCHI DI MISURAZIONE, PROVA E
NAVIGAZIONE; OROLOGI
266 FABBRICAZIONE DI STRUMENTI PER IRRADIAZIONE, APPARECCHIATURE
ELETTROMEDICALI ED ELETTROTERAPEUTICHE
267 FABBRICAZIONE DI STRUMENTI OTTICI E ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE
268 FABBRICAZIONE DI SUPPORTI MAGNETICI ED OTTICI
325 FABBRICAZIONE DI STRUMENTI E FORNITURE MEDICHE E DENTISTICHE
27 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE
PER USO DOMESTICO NON ELETTRICHE
32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE (ESCLUSO GRUPPO 325)
35 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZ.
36 RACCOLTA, TRATTAMENTO E FORNITURA DI ACQUA
37 GESTIONE DELLE RETI FOGNARIE
38 RACCOLTA, TRATTAMENTO E SMALTIM. RIFIUTI; RECUPERO MATERIALI
39 ATTIVITÀ DI RISANAMENTO E ALTRI SERVIZI DI GESTIONE DEI RIFIUTI
41 COSTRUZIONE DI EDIFICI
42 INGEGNERIA CIVILE
43 LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI
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SETTORI “EXCELSIOR”
Commercio all’ingrosso e al dettaglio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi
turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle
persone
Istruzione e servizi formativi privati
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
privati
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle
persone
Pubblica amministrazione e assicurazione
sociale obbligatoria
DIVISIONI DI ATTIVITA’ ATECO 2007
45 COMMERCIO E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI
46 COMMERCIO ALL’INGROSSO (ESCLUSO AUTOVEICOLI E MOTOCICLI)
47 COMMERCIO AL DETTAGLIO (ESCLUSO AUTOVEICOLI E MOTOCICLI)
55 ALLOGGIO
56 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI RISTORAZIONE
79 ATTIVITÀ DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO, DEI TOUR OPERATOR E
SERVIZI DI PRENOTAZIONE E ATTIVITÀ CONNESSE
49 TRASPORTO TERRESTRE E TRASPORTO MEDIANTE CONDOTTE
50 TRASPORTO MARITTIMO E PER VIE D’ACQUA
51 TRASPORTO AEREO
52 MAGAZZINAGGIO E ATTIVITÀ DI SUPPORTO AI TRASPORTI
53 SERVIZI POSTALI E ATTIVITÀ DI CORRIERE
58 ATTIVITÀ EDITORIALI
59 PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA, VIDEO E PROGRAMMI TELEVISIVI;
REGISTRAZIONI MUSICALI E SONORE
60 ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE
639 ALTRE ATTIVITÀ DEI SERVIZI D’INFORMAZIONE
61 TELECOMUNICAZIONI
62 PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E ATTIVITÀ
CONNESSE
631 ELABORAZIONE DEI DATI, HOSTING E ATTIVITÀ CONNESSE; PORTALI WEB
69 ATTIVITÀ LEGALI E CONTABILITÀ
70 ATTIVITÀ DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE
71 ATTIVITÀ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E INGEGNERIA; COLLAUDI E
ANALISI TECNICHE
72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO
73 PUBBLICITÀ E RICERCHE DI MERCATO
74 ALTRE ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE
78 ATTIVITÀ DI RICERCA, SELEZIONE, FORNITURA DI PERSONALE
64 SERVIZI FINANZIARI (ESCLUSE ASSICURAZIONI E FONDI PENSIONE)
65 ASSICURAZIONI, RIASSICURAZIONI E FONDI PENSIONE (ESCLUSE
ASSICURAZIONI SOCIALI OBBLIGATORIE)
66 ATTIVITÀ AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI E DELLE ATTIVITÀ
ASSICURATIVE
68 ATTIVITÀ IMMOBILIARI
77 ATTIVITÀ DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO
80 SERVIZI DI VIGILANZA E INVESTIGAZIONE
81 ATTIVITÀ DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO
82 ATTIVITÀ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D’UFFICIO E ALTRI SERVIZI DI
SUPPORTO ALLE IMPRESE
85 ISTRUZIONE
86 ASSISTENZA SANITARIA
87 SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE RESIDENZIALE
88 ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE
75 SERVIZI VETERINARI
90 ATTIVITÀ CREATIVE, ARTISTICHE E DI INTRATTENIMENTO
91 ATTIVITÀ DI BIBLIOTECHE, ARCHIVI, MUSEI E ALTRE ATTIVITÀ CULTURALI
92 ATTIVITÀ RIGUARDANTI LE LOTTERIE, LE SCOMMESSE, LE CASE DA GIOCO
93 ATTIVITÀ SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO
96 ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI PER LA PERSONA
84 AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE
OBBLIGATORIA
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
APPENDICE 2 – Tabella di raccordo tra le filiere e le attività economiche secondo
la classificazione ATECO 2007
FILIERE
Agroalimentare
Legno e arredo
Meccatronica e robotica
Informatica e telecomunicazioni
Salute
Formazione e cultura
Finanza e consulenza
Commercio e turismo
Mobilità e logistica
Costruzioni e infrastrutture
Altri servizi pubblici e privati
CODICI DELLA CLASSIFICAZIONE ATECO 2007
01, 02, 03, 10, 11, 12
13, 14, 15, 32 (escluso 32.5)
16, 31
61, 62, 63.1
21, 26.5, 26.6, 26.7, 26.8, 32.5, 75, 86, 87, 88
58, 59, 60, 63.9, 85, 90, 91, 92, 93, 96
64, 65, 66, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 78
45, 46, 47, 55, 56, 79
49, 50, 51, 52, 53
23, 41, 42, 43
68, 77, 80, 81, 82, 84
Altre filiere industriali
05, 06, 07, 08, 09, 17, 18, 19, 20, 22, 24, 25, 35, 36, 37, 38, 39
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
ALLEGATO STATISTICO
Tavola 1 – Stock di OCCUPATI TOTALI per settore di attività per gli anni 2023 e 2028 – Scenario Positivo
Tavola 2 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico e ripartizione territoriale – Scenario
Positivo
Tavola 3 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 4 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo la classificazione ISTAT 2 DIGIT – Scenario Positivo
Tavola 5 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per indirizzo di studio – Scenario Positivo
Tavola 6 – Stock di OCCUPATI TOTALI per settore di attività per gli anni 2023 e 2028 – Scenario Negativo
Tavola 7 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico e ripartizione territoriale – Scenario
Negativo
Tavola 8 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Negativo
Tavola 9 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo la classificazione ISTAT 2 DIGIT – Scenario Negativo
Tavola 10 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per indirizzo di studio – Scenario Negativo
TAVOLE REGIONALI
Tavola 1 – Piemonte e Valle d’Aosta – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi
gruppi professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Piemonte e Valle d’Aosta – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni
(classificazione ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Piemonte e Valle d’Aosta – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio Scenario Positivo
Tavola 1 – Lombardia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Lombardia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione
ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Lombardia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Liguria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Liguria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Liguria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Trentino Alto Adige – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi
gruppi professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Trentino Alto Adige – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni
(classificazione ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Trentino Alto Adige – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario
Positivo
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 1 – Veneto – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Veneto – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Veneto – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Friuli Venezia Giulia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi
gruppi professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Friuli Venezia Giulia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni
(classificazione ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Friuli Venezia Giulia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario
Positivo
Tavola 1 – Emilia Romagna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Emilia Romagna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione
ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Emilia Romagna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario
Positivo
Tavola 1 – Toscana – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Toscana – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT
2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Toscana – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Umbria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Umbria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Umbria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Marche – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Marche – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Marche – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Lazio – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi professionali
(secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Lazio – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Lazio – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Abruzzo – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Abruzzo – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT
2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Abruzzo – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Molise – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 2 – Molise – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Molise – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Campania – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Campania – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione
ISTAT 2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Campania – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Puglia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Puglia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Puglia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Basilicata – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Basilicata – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT
2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Basilicata – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Calabria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Calabria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT
2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Calabria – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Sicilia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi professionali
(secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Sicilia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT 2
DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Sicilia – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Tavola 1 – Sardegna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per macro-settore economico, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Tavola 2 – Sardegna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo le principali professioni (classificazione ISTAT
2 DIGIT) – Scenario Positivo
Tavola 3 – Sardegna – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per principali indirizzi di studio – Scenario Positivo
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 1 – Stock di OCCUPATI TOTALI per settore di attività per gli anni 2023 e 2028 – Scenario Positivo
Stock (Valori assoluti)*
Totale
870.100
788.100
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei
mezzi di trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre
manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
19.400
485.000
313.600
161.200
98.900
143.100
157.000
13.800
116.000
66.600
196.000
155.500
764.200
751.100
17.800
495.200
319.100
164.100
99.200
143.500
153.500
13.400
119.200
69.100
194.000
152.900
772.700
751.900
220.800
66.900
91.800
161.300
63.600
224.200
67.400
92.800
162.100
64.400
322.100
333.600
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione
sociale obbligatoria
115.000
76.200
492.500
629.800
932.400
117.900
72.400
525.300
643.900
943.400
Agricoltura, silvicoltura e pesca
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 2 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico e ripartizione territoriale – Scenario
Positivo
Totale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei
mezzi di trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre
manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione
sociale obbligatoria
Ripartizione Territoriale:
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Expansion
Replacement
Fabbisogni
(val. ass.)*
(val. ass.)*
(val. ass.)*
Totale 2024-2028 Totale 2024-2028 Totale 2024-2028
722.200
-82.000
95.700
13.600
130.700
658.000
788.700
-1.700
2.200
10.200
49.800
60.000
5.500
40.600
46.100
2.800
18.000
20.900
11.400
11.700
17.100
17.500
-3.500
18.300
14.800
1.700
1.400
3.200
11.800
15.000
2.600
5.200
7.800
-2.000
21.500
19.600
-2.600
20.100
17.500
8.500
79.800
88.300
79.100
79.900
3.400
1.000
23.200
4.800
9.500
16.400
7.200
26.600
5.400
10.500
17.100
8.000
11.500
88.600
673.600
62.200
114.500
15.300
2.800
-3.700
32.800
125.600
14.100
84.400
65.300
120.900
11.000
28.300
36.400
183.600
353.500
152.300
120.400
15.800
8.600
30.300
187.600
71.500
134.600
356.700
383.100
61.800
281.600
47.900
272.200
415.700
266.800
135.700
18.600
4.900
63.200
313.200
85.600
219.100
422.000
504.100
72.800
309.800
140.600
113.400
131.600
336.500
869.200
668.100
605.600
768.700
781.500
737.200
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 3 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Fabbisogni (Valori assoluti)* Quote (valori ‰)**
Totale 2024-2028
Totale 2024-2028
Totale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei mezzi di
trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione sociale
obbligatoria
1.000
13.600
788.700
60.000
46.100
20.900
11.700
17.500
14.800
1.400
15.000
7.800
19.600
17.500
88.300
79.900
217,1
26.600
5.400
10.500
17.100
8.000
47.900
272.200
415.700
266.800
135.700
18.600
4.900
63.200
313.200
85.600
219.100
422.000
504.100
72.800
309.800
779,2
114,4
116,1
138,7
781.500
737.200
277,9
215,1
202,9
304,2
Ripartizione Territoriale:
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 3 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Positivo
Fabbisogni (Valori assoluti)* Quote (valori ‰)**
Totale 2024-2028
Totale 2024-2028
Totale (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)***
1.000
Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici
1 Dirigenti
2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
3 Professioni tecniche
56.700
719.700
679.000
402,1
198,8
187,6
Impiegati, professioni commerciali e nei servizi
4 Professioni esecutive nel lavoro d’ufficio
5 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
529.500
682.300
334,7
146,3
188,5
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
6 Artigiani, operai specializzati e agricoltori
7 Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili
613.100
409.100
204.000
169,4
113,0
Professioni non qualificate
333.400
145.100
432.500
374,2
466,3
119,5
Grandi gruppi professionali
Livelli di istruzione
Formazione terziaria (universitaria, ITS professionalizzante e AFAM)
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale) (1)
Formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
** Quote ‰ calcolate prendendo in considerazione i soli valori positivi.
*** I dati per grande gruppo professioneale e per livello di studio (così come quelli delle tavole successive, per professione e indirizzo di studio) non
comprendono i fabbisogni del settore Agricoltura, silvicoltura e pesca in quanto questo settore non è compreso nell’universo di riferimento del Sistema
Informativo Excelsior. Nel totale sono compresi anche i fabbisogni di Forze Armate.
(1) Sono compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 4 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo la classificazione ISTAT 2 DIGIT – Scenario Positivo
Fabbisogni
Fabbisogni
(valori assoluti)* (quote, valori ‰)**
Totale 2024-2028
Totale 2024-2028
Totale (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)***
1.000,0
56.700
16.400
20.600
19.800
Legislatori, imprenditori e alta dirigenza
Membri di governo, dirig. ammin. pubblica, magistratura/sanità/istruz./ricerca
Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende
Imprenditori e responsabili di piccole aziende
Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione
Specialisti in scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali
Ingegneri, architetti
Specialisti nelle scienze della vita
Specialisti della salute
Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali
Specialisti della formazione e della ricerca
Specialisti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)
719.700
9.900
74.500
22.500
50.600
180.300
340.500
41.300
198,8
Professioni tecniche
Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione
Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita
Professioni tecniche nell’organiz., ammin., attività finanziarie e commerciali
Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone
679.000
169.800
186.000
247.100
76.000
187,6
Professioni esecutive nel lavoro d’ufficio
Addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio
Addetti ai movimenti di denaro e all’assistenza clienti
Addetti alla gestione amministrativa, contabile e finanziaria
Addetti alla raccolta, controllo, conservazione e recapito della documentazione
529.500
298.700
116.900
98.800
15.000
146,3
Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
Professioni qualificate nelle attività commerciali
Professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione
Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali
Professioni qualificate nei servizi culturali
Professioni qualificate nei servizi alla persona
Professioni qualificate nei servizi di sicurezza
682.300
258.300
223.200
87.600
20.800
64.000
28.300
188,5
Artigiani, operai specializzati e agricoltori
Operai specializzati industria estrattiva, edilizia e manutenzione degli edifici
Operai metalm. specializ., installatori/manut. attrez. elettriche/elettroniche
Operai specializzati meccanica di precisione, artigianato artistico, stampa
Operai specializzati agricoltura, foreste, zootecnia, pesca e caccia
Operai specializ. lavoraz. alim./legno/tessile/abbigl./pelli/cuoio, spettacolo
409.100
197.000
123.800
15.700
7.100
65.400
113,0
Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili
Conduttori di impianti industriali
Operai semiqualificati macch. fissi lavoraz. in serie, operai addetti montaggio
Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare
Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento
204.000
14.200
79.800
7.800
102.100
Professioni non qualificate
Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi
Professioni non qualificate nelle attività domestiche, ricreative e culturali
Profes. non qualif. agricoltura, manut. verde, allevamento, silvicoltura, pesca
Professioni non qualif. nella manifattura, estrazione di minerali, costruzioni
333.400
289.400
3.000
8.300
32.700
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
** Quote ‰ calcolate prendendo in considerazione i soli valori positivi ed escludendo professioni dell’agricoltura, silvicoltura e
pesca. *** Nel totale sono compresi anche i fabbisogni di Forze Armate.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 5 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per indirizzo di studio – Scenario Positivo
Fabbisogni (val. ass.)*
Totale 2024-2028
Fabbisogni (quote ‰)
Totale 2024-2028
Totale (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)
1000,0
ISTRUZIONE TERZIARIA
374,2
Università
Indirizzo ingegneria civile ed architettura
Indirizzo ingegneria (escl. ingegneria civile)
Indirizzo statistico
Indirizzo scienze matematiche, fisiche e informatiche
Indirizzo chimico-farmaceutico
Indirizzo sanitario e paramedico
Indirizzo scienze della terra
Indirizzo scienze biologiche e biotecnologie
Indirizzo agrario, agroalimentare e zootecnico
Indirizzo economico
Indirizzo politico-sociale
Indirizzo giuridico
Indirizzo umanistico, filosofico, storico e artistico
Indirizzo linguistico, traduttori e interpreti
Indirizzo insegnamento e formazione
Indirizzo psicologico
Indirizzo scienze motorie
Indirizzo difesa e sicurezza
61.000
157.300
8.500
49.700
23.300
190.500
1.100
27.800
18.900
223.400
65.400
74.900
59.900
35.300
221.000
21.900
2.900
343,4
111.300
506,4
Diploma di scuola secondaria superiore tecnico-professionale
Indirizzo informatica e telecomunicazioni
Indirizzo elettronica ed elettrotecnica
Indirizzo meccanica, meccatronica ed energia
Indirizzo trasporti e logistica
Indirizzo chimica, materiali e biotecnologie
Indirizzo sistema moda
Indirizzo costruzioni, ambiente e territorio
Indirizzo amministrazione, finanza e marketing
Indirizzo grafica e comunicazione
Indirizzo turismo, enogastronomia e ospitalità
Indirizzo agrario, agroalimentare e agroindustria
Indirizzo produzione e manutenzione industriale e artigianale
Indirizzo socio-sanitario
985.500
95.400
53.400
90.500
43.400
44.000
11.100
54.800
233.300
7.500
162.300
39.500
49.800
100.400
272,2
Diploma di scuola secondaria superiore licei
145.100
Istruzione Tecnologica Superiore (ITS Academy)
ISTRUZIONE SECONDARIA
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 5 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per indirizzo di studio – Scenario Positivo
Fabbisogni (val. ass.)*
Totale 2024-2028
Fabbisogni (quote ‰)
Totale 2024-2028
Qualifica di formazione o diploma professionale (IeFP)
Indirizzo agricolo
Indirizzo trasformazione agroalimentare
Indirizzo meccanico
Indirizzo riparazione dei veicoli a motore
Indirizzo elettrico
Indirizzo impianti termoidraulici
Indirizzo legno
Indirizzo tessile e abbigliamento
Indirizzo calzature e pelleteria
Indirizzo montaggio e manutenzione imbarcazioni
Indirizzo sistemi e servizi logistici
Indirizzo ambientale e chimico
Indirizzo edile
Indirizzo elettronico
Indirizzo grafico e cartotecnico
Indirizzo amministrativo segretariale
Indirizzo servizi di vendita
Indirizzo ristorazione
Indirizzo servizi di promozione e accoglienza
Indirizzo benessere
Indirizzo animazione e spettacolo
Indirizzo lavorazioni artistiche
702.600
19.600
84.900
85.900
26.100
69.700
18.800
8.900
10.800
1.900
41.300
2.800
49.500
15.400
11.600
32.000
39.900
103.600
37.000
31.900
9.000
1.900
194,1
Formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione
432.500
119,5
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 6 – Stock di OCCUPATI TOTALI per settore di attività per gli anni 2023 e 2028 – Scenario Negativo
Stock (Valori assoluti)*
Totale
870.100
767.800
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei
mezzi di trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre
manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
19.400
485.000
311.900
160.300
96.500
143.000
157.000
13.800
115.700
66.300
196.000
155.500
764.200
751.100
17.500
489.500
296.000
152.200
91.100
138.700
149.500
13.100
116.900
67.300
191.600
150.700
764.700
730.200
220.800
66.800
91.800
161.400
63.600
218.500
65.600
89.700
159.800
61.900
322.100
332.200
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione
sociale obbligatoria
114.900
75.600
488.200
628.700
932.400
113.900
68.400
506.200
635.600
940.400
Agricoltura, silvicoltura e pesca
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 7 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico e ripartizione territoriale – Scenario
Negativo
Totale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei
mezzi di trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre
manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione
sociale obbligatoria
Ripartizione Territoriale:
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Expansion
Replacement
Fabbisogni
(val. ass.)*
(val. ass.)*
(val. ass.)*
Totale 2024-2028 Totale 2024-2028 Totale 2024-2028
238.400
-102.300
95.700
-6.700
-1.500
658.000
656.500
-2.000
2.200
4.500
49.800
54.300
-15.900
40.600
24.700
-8.200
18.000
9.900
-5.400
11.400
6.000
-4.300
17.100
12.800
-7.500
18.300
10.800
1.700
1.000
1.200
11.800
13.000
1.000
5.200
6.200
-4.400
21.500
17.100
-4.800
20.100
15.300
79.800
80.300
-20.900
79.100
58.300
-2.300
-1.200
-2.100
-1.600
-1.700
23.200
4.800
9.500
16.400
7.200
20.900
3.700
7.500
14.800
5.600
10.100
64.100
342.300
5.200
40.000
-6.600
-1.000
-7.200
18.000
64.300
7.000
39.500
33.200
113.600
8.000
28.300
36.400
183.600
353.500
152.300
120.400
15.800
8.600
30.300
187.600
71.500
134.600
356.700
383.100
61.800
281.600
46.500
247.700
358.700
192.300
113.800
14.700
1.300
48.400
251.900
78.400
174.200
389.800
496.800
69.900
309.800
-7.900
2.000
28.700
215.600
869.200
668.100
605.600
768.700
861.300
670.000
634.300
984.300
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 8 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Negativo
Fabbisogni (Valori assoluti)*
Totale 2024-2028
Totale
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Estrazione di minerali
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
Industrie tessili e dell’abbigliamento
Industrie delle pelli e delle calzature
Industrie del legno
Industrie del mobile
Industrie della carta, cartotecnica e stampa
Industrie petrolifere
Industrie chimiche
Industrie farmaceutiche
Industrie della gomma e delle materie plastiche
Industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi
Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo
Industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei mezzi di
trasporto
Riparazione e manutenzione
Industrie elettroniche
Industrie ottiche e medicali
Industrie elettriche
Industrie dei beni per la casa, per il tempo libero e altre manifatturiere
Public utilities (energia, gas, acqua, ambiente)
Costruzioni
Servizi
Commercio
Servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
Servizi dei media e della comunicazione
Servizi delle telecomunicazioni
Servizi informatici
Servizi avanzati di supporto alle imprese
Servizi finanziari e assicurativi
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone
Istruzione e servizi formativi
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari
Servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone
Servizi generali della pubblica amministrazione e assicurazione sociale
obbligatoria
Quote (valori ‰)**
Totale 2024-2028
1.000
-6.700
656.500
54.300
24.700
9.900
6.000
12.800
10.800
1.000
13.000
6.200
17.100
15.300
80.300
58.300
208,0
20.900
3.700
7.500
14.800
5.600
46.500
247.700
358.700
192.300
113.800
14.700
1.300
48.400
251.900
78.400
174.200
389.800
496.800
69.900
309.800
792,0
113,6
123,5
157,4
861.300
670.000
634.300
984.300
273,4
212,7
201,4
312,5
Ripartizione Territoriale:
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 8 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 per settore economico,ripartizione territoriale, grandi gruppi
professionali (secondo la classificazione ISTAT 1 digit) e livello di studio – Scenario Negativo
Fabbisogni (Valori assoluti)*
Totale 2024-2028
Totale (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)***
Quote (valori ‰)**
Totale 2024-2028
1.000
Dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici
1 Dirigenti
2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione
3 Professioni tecniche
48.800
660.600
598.600
414,4
209,3
189,6
Impiegati, professioni commerciali e nei servizi
4 Professioni esecutive nel lavoro d’ufficio
5 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi
471.900
573.900
331,3
149,5
181,8
Operai specializzati e conduttori di impianti e macchine
6 Artigiani, operai specializzati e agricoltori
7 Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili
511.300
343.400
167.900
162,0
108,8
Professioni non qualificate
285.100
119.900
342.100
395,6
458,1
108,4
Grandi gruppi professionali
Livelli di istruzione
Formazione terziaria (universitaria, ITS professionalizzante e AFAM)
Formazione secondaria di secondo grado (licei)
Formazione secondaria di secondo grado (tecnico-professionale) (1)
Formazione inferiore al secondo ciclo di istruzione
*Valori assoluti arrotondati alle centinaia. I totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.
** Quote ‰ calcolate prendendo in considerazione i soli valori positivi.
*** I dati per grande gruppo professioneale e per livello di studio (così come quelli delle tavole successive, per professione e indirizzo di studio) non
comprendono i fabbisogni del settore Agricoltura, silvicoltura e pesca in quanto questo settore non è compreso nell’universo di riferimento del Sistema
Informativo Excelsior. Nel totale sono compresi anche i fabbisogni di Forze Armate.
(1) Sono compresi gli istituti tecnici e professionali e l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
Fonte: Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Sistema Informativo Excelsior – PREVISIONI DEI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E PROFESSIONALI IN ITALIA A MEDIO TERMINE (2024-2028)
Tavola 9 – Fabbisogni TOTALI previsti nel periodo 2024-2028 secondo la classificazione ISTAT 2 DIGIT – Scenario Negativo
Fabbisogni
Fabbisogni
(valori assoluti)* (quote, valori ‰)**
Totale 2024-2028
Totale 2024-2028
Totale (esclusa Agricoltura, silvicoltura e pesca)***
1.000,0
48.800
16.400
17.700
14.700
Legislatori, imprenditori e alta dirigenza
Membri di governo, dirig. ammin. pubblica, magistratura/sanità/istruz./ricerca
Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende
Imprenditori e responsabili di piccole aziende
Professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione
Specialisti in scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali
Ingegneri, architetti
Specialisti nelle scienze della vita
Specialisti della salute
Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali
Specialisti della formazione e della ricerca
Specialisti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)
660.600
9.100
64.100
21.200
49.500
164.200
318.800
33.700
209,3
101,0
Professioni tecniche
Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione
Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita
Professioni tecniche nell’organiz., ammin., attività finanziarie e commerciali
Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone
598.600
141.500
182.400
203.900
70.900
189,6
Professioni esecutive nel lavoro d’ufficio