
(AGENPARL) – ven 08 marzo 2024 *Comunicato Stampa Proclamazione dello stato di agitazione lavoratori del
Comune di Battaglia Terme: ieri la procedura di raffreddamento e
conciliazione in Prefettura a Padova*
*Fp Cgil Padova, Cisl Fp Padova e Rovigo, Uil Fpl Padova: “Uno stato di
agitazione determinato dalla decisione del Comune di togliere il rimborso
di 5,16 euro ai dipendenti per la pausa pranzo. Incontro interlocutorio:
proposte soluzioni alternative che siamo disposti ad accettare ma che
attendiamo di vedere realizzate. Rimane lo stato di agitazione ma fino al
prossimo incontro, previsto tra circa un mese, non metteremo in campo
nessuna azione”*
Tutto è iniziato lo scorso 15 febbraio, quando al termine di una riunione
infuocata, l’assemblea generale dei lavoratori del Comune di Battaglia
Terme ha dato mandato alle organizzazioni sindacali Fp Cgil Padova, Cisl Fp
Padova e Rovigo e Uil Fpl Padova, di indire, a partire da quel giorno, lo
stato di agitazione. Motivo dello scontro, la decisione presa
unilateralmente dall’Amministrazione Comunale di sospendere, da gennaio
2024, l’erogazione dei buoni pasto per il proprio personale. Un
provvedimento che i 13 dipendenti del Comune non hanno letteralmente
digerito.
“Nel caso di Battaglia Terme – precisano Maurizio Galletto della FP Cgil
Padova, Ettore Furlan di Cisl Padova e Rovigo e Michele Magrini di Uil Fpl
Padova – non vi era neanche un buono pasto (figurarsi i buoni pasto
elettronici che inutilmente avevamo chiesto in passato di attivare) ma un
rimborso che poteva arrivare fino a 2/3 del totale della spesa del pasto
per un massimo di euro 5,16, previa verifica del giorno e ora per la
certezza del rientro lavorativo. Chiarito ciò, quando siamo venuti a sapere
dell’intenzione dell’Amministrazione di togliere questi rimborsi,
naturalmente, abbiamo chiesto un incontro al Sindaco, accordatoci lo scorso
16 novembre, ma che non si è mai svolto causa la sua improvvisa assenza per
malattia. Semplicemente, in quell’occasione, aveva delegato la Segretaria
Comunale di avvisarci che rimaneva fermo nei suoi propositi. Averlo saputo
quando eravamo già in Municipio non ci è sembrato per niente un bel
segnale, sia verso il benessere organizzativo dei dipendenti, con evidenti
ricadute sul clima aziendale, sia verso il rispetto delle relazioni
sindacali, data l’assoluta mancanza di qualsiasi avviso dell’assenza del
Sindaco e la decisione di non delegare nessun altro amministratore al
confronto. Inevitabile, per noi, chiedere l’attivazione delle procedure di
raffreddamento e conciliazione del conflitto che ci ha portato questa sera
in Prefettura”.
All’incontro, avvenuto con la mediazione del Vice Prefetto Aggiunto, Dott.
Enrico Fameli, oltre ai tre già citati sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil,
erano presenti, in rappresentanza del Comune, il Sindaco Massimo Momolo e
la Segretaria Comunale Rauccio Vittoria. “Si è trattato di un incontro
interlocutorio – chiariscono i tre rappresentanti sindacali – dove abbiamo
reciprocamente espresso le nostre posizioni. Il Sindaco ha sostenuto che,
visti gli alti premi di produzione che già gode il personale, il rimborso
per le spese dei pasti non è indispensabile. I dipendenti, e noi la
pensiamo come loro, non sono per niente d’accordo visto il basso livello
dei loro stipendi sempre più inadeguati di fronte all’impennata dei prezzi
a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.
“Comunque – proseguono Galletto, Furlan e Magrini – l’incontro è proseguito
in un clima civile e abbiamo trovato una mediazione che potrebbe
soddisfarci. Davanti alla nostra proposta di introdurre i ticket
elettronici, respinta perché troppo onerosa per l’Amministrazione, ci sono
state proposte soluzioni alternative. La prima è il progetto di attivare
una sorta di mensa con un bar da mettere a disposizione dei dipendenti in
una struttura comunale o, in alternativa, attivare una convenzione con
qualche locale vicino al Comune dove potranno recarsi nella loro pausa
pranzo. Il Sindaco ci ha chiesto circa un mese di tempo per verificare la
fattibilità economica di entrambe le soluzioni e noi abbiamo accettato: ci
rincontreremo il 9 aprile. Nel contempo lo stato di agitazione rimane ma
fino ad allora non faremo nessuna azione”.
“Restiamo in attesa degli eventi – concludono Galletto, Furlan e Magrini –
ma ribadiamo che togliere il rimborso dei pasti, senza prevedere
nessun’altra soluzione alternativa, sarebbe una scelta puramente politica e
non sarebbe dettata dalla mancanza di risorse, nonostante le restrittive
norme sulle spese per il personale. Una scelta, ben inteso, che rientra tra
le facoltà del Sindaco e che può assumere perché siamo nell’ambito del
pubblico, nel settore privato non sarebbe possibile. Ma è su questo che lo
invitiamo a riflettere. È da un po’ di tempo che stiamo assistendo ad una
fuga in massa di lavoratori dal pubblico verso il settore privato. E la
cosa non ci meraviglia: chi è che vuole lavorare in un settore dove a
fronte delle alte responsabilità di cui si porta l’onere, si viene
ricompensati con bassi stipendi, disinteresse della politica e, anche, dei
cittadini che notoriamente molto spesso ritengono, ingiustamente, i
lavoratori pubblici dei fannulloni? Eppure, senza dipendenti pubblici, non
è che i servizi miglioreranno, anzi pian piano spariranno o diventeranno a
pagamento e destinati solo a chi se li può permettere. Togliere i rimborsi
dei pasti ai dipendenti sarebbe solo un altro tassello verso questa deriva.
Un’eventualità da scongiurare in tutti i modi, a maggior ragione se si è il
Sindaco di un’Amministrazione Comunale”.
*Alleghiamo foto: da sx, Furlan, Galletto e Magrini*