
(AGENPARL) – gio 07 marzo 2024 UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
PISANI (PRESIDENTE CNG), “GIOVANI DONNE CONTINUANO AD AFFRONTARE
OSTACOLI ENORMI, ANCHE NELL’ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO”
Ricerca Consiglio Nazionale dei Giovani – EU.R.E.S.: “Retribuzione lorda media delle giovani
donne di oltre 4 mila euro inferiore a quella degli uomini”
? Nel 2022 la retribuzione lorda media annua dei giovani (15-34 anni) lavoratori dipendenti
del settore privato ammonta a 15.616 euro, pari al 68,4% della retribuzione media del
totale dei lavoratori del settore (22.839 euro), con un differenziale di 7 mila euro. A fronte
di una retribuzione media di 17.436 euro per la componete maschile (15-34 anni), quella
femminile scende a 13.233 euro annui, con un differenziale di oltre 4 mila euro, peraltro
in crescita di 188 euro rispetto al 2018, in netta controtendenza rispetto ad una
prospettiva di parità.
? Il linguaggio usato negli annunci di lavoro spesso sembra indicare una preferenza di genere,
declinando soltanto al maschile la mansione ricercata, perpetuando stereotipi obsoleti.
? I giovani di oggi, nel 2050, si troveranno a fronteggiare un’età di pensionamento che si
aggira attorno ai 73,6 anni. A quell’età, l’importo della pensione previsto ammonterà in
media a 1.561 euro lordi al mese, che si traduce in 1.093 euro al netto delle imposte. Il
dato aggregato nasconde un divario significativo: solo 1.041 euro per le donne, contro i
1.134 euro per gli uomini.
Roma, 7 marzo 2024 – “Una giovane donna, oggi, in Italia, non ha ancora gli strumenti per
emanciparsi pienamente. Dal lavoro, allo studio, al rapporto con gli altri. Dobbiamo
certamente partire dalla definizione di un contesto generale: nonostante questa sia la
generazione più preparata di sempre, le giovani donne vivono un disagio maggiore dei giovani
uomini, collegato alle prospettive del futuro. Le giovani donne continuano ad affrontare
infatti enormi ostacoli e discriminazioni già prima di accedere al mondo del lavoro. Tra le varie
offerte di lavoro l’unica ad essere declinata esclusivamente al femminile è ancora oggi quella
per “segretaria”. Questo elemento è soltanto la punta, indicativa, dell’iceberg di differenze
che sono impattanti sui trattamenti tra uomini e donne nel nostro Paese. Negli ultimi 10 anni
la differenza salariale tra ragazzi e ragazze è addirittura cresciuta. In termini di scorrettezze le
situazioni di criticità risultano più diffuse tra le giovani donne lavoratrici. Le vessazioni da loro
subite hanno infatti una frequenza oltre tre volte superiore rispetto ai propri coetanei uomini.
Le differenze non sono evidenti soltanto nel trattamento economico, ma anche nel
trattamento umano.
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È la ragione per cui occorre affiancare a un cambiamento culturale della nostra società,
politiche che offrano realmente delle pari opportunità tra generi per superare oggettive
disparità economiche e sociali, per trasmettere modelli paritari, per superare barriere e
favorire un ammodernamento del nostro Paese, necessario per tutti/e che passa
inevitabilmente attraverso la creazione di pari opportunità tra generi. L’8 marzo è per questo
un’occasione cruciale per fare il punto sulla condizione femminile e pianificare azioni concrete
per il futuro”. Lo afferma la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina
Pisani, in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
DISCRIMINAZIONE NEL LESSICO DEGLI ANNUNCI DI LAVORO
“Uno degli aspetti più sottili ma pervasivi della discriminazione di genere risiede nel linguaggio
usato negli annunci di lavoro. Spesso il titolo o il testo dell’annuncio sembrano infatti indicare
nella maggior parte dei casi una preferenza di genere, declinando soltanto al maschile la
mansione ricercata, laddove questa non sia già impersonale. Accade con termini come
‘addetto’, ‘operatore’, ‘tecnico’ e ‘venditore’ che troppo spesso vengono declinati soltanto al
maschile, mentre l’unico caso in cui la professione presenta una declinazione esclusivamente
femminile, confermando una visione tradizionale e stantia del lavoro è quello della
‘segretaria’. Nel recente rapporto realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani con EU.R.E.S.
su “Nuove professioni e nuove marginalità” – prosegue Pisani – abbiamo analizzato numerosi
annunci, constatando che la semantica utilizzata porta spesso a una preferenza di genere,
maschilizzando le professioni e perpetuando stereotipi obsoleti”.
SCORRETTEZZE E VESSAZIONI SUL LAVORO
“Secondo il nostro studio, le giovani lavoratrici affrontano sfide significative retribuzioni
inferiori a quelle pattuite (9,1% contro 6,7% dei maschi), il mancato pagamento del lavoro
svolto (9,1% contro il 5,7%), una tipologia contrattuale non corrispondente a quella pattuita
(7,4% contro il 3,8%) e, con una frequenza di oltre tre volte superiore ai propri coetanei
uomini, molestie e vessazioni sul lavoro (6,6% contro l’1,9%). Queste situazioni di criticità –
prosegue la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani – sono più frequenti tra le donne,
evidenziando una cultura lavorativa che richiede un cambiamento radicale. Dobbiamo
lavorare insieme per creare ambienti di lavoro equi e sicuri per tutti”.
LA DIFFERENZA RETRIBUTIVA DI GENERE TRA I GIOVANI
“Ma il divario salariale di genere rimane una delle questioni più pressanti, con giovani
lavoratrici che guadagnano significativamente meno dei loro coetanei maschi. Questa
disparità non solo mina il principio di equità ma impedisce una piena emancipazione
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economica delle donne. I dati sulla retribuzione dimostrano che la strada verso la parità di
genere è ancora troppo lunga”, aggiunge Pisani.
Secondo i dati che il Consiglio Nazionale dei Giovani ha elaborato con EU.R.E.S., nel 2022 la
retribuzione lorda media annua dei giovani (15-34 anni) lavoratori dipendenti del settore
privato (che assorbe l’88,5% dei giovani occupati, a fronte dell’11,5% del settore pubblico),
ammonta a 15.616 euro, pari al 68,4% della retribuzione media del totale dei lavoratori del
settore (22.839 euro), con un differenziale di 7 mila euro. Il valore della retribuzione media
scende ad appena 9.546 euro per la fascia “15-24 anni”, per attestarsi a 18.442 euro in quella
“25-34 anni”.
Retribuzioni lorde medie annue dei lavoratori dipendendenti del
settore pubblico e privato (non agricolo) per classe di età.
Valori assoluti – Anno 2021
Settore Privato
22.839
18.447
15.616
9.546
? 24 anni
25-34 anni
? 34 anni
Totale
Tabella 1 – Retribuzione lorda media annua dei lavoratori dipendenti del settore privato per fascia d’età in Italia.
Anni 2018-2022, valori assoluti
? 24 anni
25-34 anni
? 34 anni
Totale
8.694
16.564
14.267
21.725
8.853
16.938
14.508
21.945
8.267
15.641
13.552
20.613
8.824
17.076
14.578
21.868
9.546
18.447
15.616
22.839
Fonte: Elaborazioni Eures Ricerche Economiche e Sociali / CNG su dati Inps – Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato
All’interno di un quadro già complessivamente negativo, la prospettiva di genere acuisce le
criticità sopra osservate: a fronte di una retribuzione media di 17.436 euro per la componete
maschile (15-34 anni), quella femminile scende a 13.233 euro annui, con un differenziale di
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oltre 4 mila euro, peraltro in crescita di 188 euro rispetto al 2018, in netta controtendenza
rispetto ad una prospettiva di parità.
Retribuzioni medie lorde (in euro) dei giovani lavoratori del settore
privato (fino a 34 anni) per genere in Italia. Confronto 2018-2022
Maschi
16.029
12.016
Femmine
17.436
13.233
Fonte: Elaborazioni Eures Ricerche Economiche e Sociali / CNG su dati Inps – Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato
Approfondendo l’analisi della retribuzione media attraverso i dati disaggregati per classi di
importo, si osserva come il 45,7% delle giovani (15-34 anni) dipendenti del settore privato
percepisca una retribuzione inferiore a 10 mila euro (il 28,1% “fino a 5 mila euro” e il 17,6%
“tra 5 e