
(AGENPARL) – gio 07 marzo 2024 8 MARZO: OLTRE 20MILA IMPRESE FEMMINILI
NELLE PROVINCE DI CHIETI E L’AQUILA
Chieti, 7 marzo – Nelle province di Chieti e L’Aquila sono attive oltre 20mila imprese
femminili. In particolare, nel Chietino le attività sono 12.563 e il peso sul totale delle imprese è
pari al 28,3%, dato che colloca il territorio al terzo posto tra le province italiane, mentre
nell’Aquilano sono 7.528 (24,7%, 25/ma posizione). Ad analizzare i dati, alla vigilia della Giornata
Internazionale della Donna, è Confartigianato Chieti L’Aquila.
La provincia di Chieti, inoltre, è al primo posto in Italia per peso delle imprese femminili
giovanili, in tutto 1.034 aziende, sul totale delle imprese giovanili. Dai dati emerge però che il
Chietino si posiziona malissimo, al 105/mo posto, per quanto riguarda il peso delle imprese
giovanili femminili sul totale delle imprese femminili. Nell’Aquilano le imprese giovanili femminili
sono 772, pari al 10,3% del totale delle imprese femminili (55/ma posizione in Italia).
Le imprese femminili a conduzione straniera, invece, sono 1.153 nel Chietino, pari al 9,2%
del totale delle imprese femminili, e 707 nell’Aquilano (9,4%). Le imprese femminili artigiane,
infine, sono 1.740 in provincia di Chieti e 1.286 in provincia dell’Aquila.
In Abruzzo le imprese femminili sono 38.035, pari al 25,6% del totale delle imprese, dato
che colloca la regione al terzo posto in Italia. Oltre a quelle delle province di Chieti e L’Aquila, ve
ne sono 9.152 nel Teramano e 8.792 nel Pescarese.
“Questi numeri – afferma la presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato
Chieti L’Aquila, Erika Liberati – confermano il ruolo rilevante svolto dalle imprese guidate da donne,
che con passione e determinazione contribuiscono allo sviluppo e al progresso della nostra
economia e del nostro territorio. Oltre ai dati provinciali, c’è quello regionale: l’Abruzzo è al primo
posto in Italia per incidenza delle imprese femminili nell’artigianato; un’attività su cinque è a guida
femminile. Le imprenditrici, però, devono fare i conti con la carenza di politiche a favore
dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della
famiglia. Da questo punto di vista serve una svolta. Basta con gli interventi-spot: il futuro del
nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili”.