
(AGENPARL) – mer 06 marzo 2024 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 06/03/2024, ore 11:37
Nota ai media!
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I lavori del plenum sono trasmessi online in diretta sulla pagina web http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consigliere.
Consiglio
Lavori Consiglio: Modifiche del regolamento, mozioni su tedesco corretto e modifiche dello Statuto – (VIDEO e FOTO seguono)
**Approvate le modifiche del regolamento riguardanti la composizione delle commissioni, discussa una mozione di JWA, approvata una mozione di Team K, Gruppo verde e PD. **
La seduta del Consiglio provinciale di questa mattina è iniziata, come annunciato ieri, con l’esame di, Proposta di deliberazione: . “Essa si è resa necessaria a causa della nuova composizione del consiglio provinciale, con molti gruppi composti da una sola persona e una Giunta composta da un maggior numero di membri”, ha spiegato il presidente Arnold Schuler: “Con le modifiche al regolamento interno si vuole rendere possibile la nomina delle commissioni legislative”.
L’articolo 1 della delibera sopprime il vigente limite che vieta ai consiglieri e alle consigliere di essere nominati componenti di più di due commissioni legislative: è stato approvato con 33 sì (unanimità).
L’articolo 2 che sopprime le parole “Il/La Presidente del Consiglio e” al comma 3 dell’articolo 22, eliminando così il divieto per il/la presidente del Consiglio provinciale di far parte delle commissioni legislative: è stato approvato con 29 sì, 4 astensioni.
L’articolo 3 permette a un/a consigliere/a di farsi sostituire in commissione da un consigliere o consigliera di qualsiasi altro gruppo, non esclusivamente del proprio com’era finora: 34 sì (unanimità).
L’articolo 4 recepisce per le sedute delle commissioni legislative la disciplina prevista per le sedute del Consiglio provinciale in merito alla presunzione del numero legale e alla sua verifica in corso di seduta – si presume che le commissioni siano sempre in numero legale per deliberare. L’articolo è stato approvato con 34 sì (unanimità).
Infine, il documento è stato sottoposto a votazione finale e approvato con 35 sì.
È ripresa questa mattina in Consiglio provinciale la discussione, della Un tedesco corretto nella politica e nell’amministrazione (conss. Wirth Anderlan e Colli il 15/01/2024), con la quale, come spiegato dal primo firmatario Jürger Wirth Anderlan (JWA Wirth Anderlan), si chiedeva di deliberare quanto segue: (1) S’invita la Giunta provinciale a provvedere affinché l’amministrazione e le autorità si astengano, nella comunicazione esterna, dall’uso dei caratteri speciali all’interno delle parole richiesti dal linguaggio di genere, e che si orientino invece sul regolamento ufficiale del Consiglio per l’ortografia tedesca. 2. Il Consiglio provinciale e la sua amministrazione si astengono, nella comunicazione esterna, dall’usare i caratteri speciali all’interno delle parole richiesti dal linguaggio di genere e si orientano invece sul regolamento ufficiale del Consiglio per l’ortografia tedesca. Il sito internet del Consiglio dovrà essere tempestivamente rivisto in tal senso. 3. Le istituzioni scolastiche e formative della Provincia devono astenersi dal presentare il linguaggio di genere come il modo di scrivere e parlare “corretto” o “non sessista” (e l’uso linguistico secondo le regole ufficiali come “discriminatorio”). Riguardo all’apprendimento della lingua, il compito della scuola è quello d’insegnare un tedesco corretto secondo le regole ufficiali dell’ortografia tedesca. In particolare, gli insegnanti non possono richiedere l’uso del linguaggio di genere o addirittura premiarlo con voti migliori (o sanzionarne il mancato uso con voti più bassi).
Magdalena Amhof (SVP) ha chiarito che le donne non vogliono più essere “sottintese”, bensì visibili, anche nelle loro professioni. Non si tratta di una “ossessione”, ma di rispetto, dignitá e diritto.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha fatto riferimento al Rat des deutschen Rechtsschreibens e alle relative indicazioni sulla lingua inclusiva, che valgono di più di una discussione artificiosa. Bisogna evitare di creare nuove minoranze.Sostenendo di condividere il contenuto della mozione, egli ha però criticato il linguaggio colorito dle proponente, che aveva parlato di “attacchi epilettici” leggendo certi testi.
Andreas Colli (JWA Wirth Anderlan), cofirmatario della proposta, ha detto che la mozione non era debole, e che non si voleva causare un’iperventilazione nelle donne, ma difendere una lingua tedesca pulita e leggibile nella pubblica amministrazione, evitando un abuso della lingua. Le donne che conosce sono abbastanza sicure di sé da non nascondersi dietro caratteri speciali; un sondaggio in Germania ha rivelato che solo il 14% della popolazione ritiene importante il linguaggio di genere.
Intervenendo dai banchi dei consiglieri, Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha parlato di una volontà di cambiare il linguaggio dallalto al basso, e pertanto di un linguaggio “non democratico”, unicamente dimostrazione di “politicamente corretto” che polarizza e crea conflitti inutili. Ha ribadito che i testi diventano illeggibili e tante donne non supportano questa sperimentazione ideologica. Nell’accordo di coalizione, su iniziativa dle suo partito è stata condivisa la posizione del Rat für Rechtschreibung.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato di non fare parte delle donne che si identificano o misurano con l’uso di certe desinenze, e contestato che altre consigliere abbiano usato il pronome “noi”, volendo imporre qualcosa a tutte le donne. Non ci vuole un obbligo, ma libertà pare invece che in certe università di pretendano testi redatti con il linguaggio di genere: questo deve essere chiarito.
Intervenendo per fatto personale, Brigitte foppa (Gruppo verde) ha contestato una battuta di Colli sulla “iperventilazione” e la sua affermazione sul fatto che non avrebbe voluto essere suo marito.
Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato un’affermazione di Wittgenstein: “I limiti della mia lingua sono i limiti del mio mondo”, e ricordato che la lingua si sviluppa, anche nella pubblica amministrazione, e anche con lo scopo di includere tutti. Le donne non vogliono essere sottintese, bensì visibili. In quanto alla valutazione peggiorativa di compiti scritti in modo non gender friendly, non le risulta. Vero è che, riguardo alle donne, ci si dovrebbe occupare anche di altri temi, a partire dal gender pay gap. Voterá contro la mozione.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit), premettendo di avere sensibilitá per temi quali la pari retribuzione o la battaglia contro le mutilazioni genitali, ha ritenuto che il tema del linguaggio di genere sia esagerato da una minoranza: per molte donne non è importante. Dire “le mie donne” può essere una dichiarazione d’amore, non di possesso. sosterrá la mozione.
Renate Holzeisen (VITA) si è detta a favore di un confronto oggettivo e ha respinto offese personali o argomentazioni estranee al tema. nel dibattito si passa da un estremo all’altro; lei in quanto liberale è per la libertá di utilizzare la lingua come si ritiene opportuno. Ha chiesto di chiarire se davvero nelle scuole si richiede di usare il linguaggio di genere, per lei sbagliato: anche qui ci deve essere libertà. Se qualcuno la chiama “avvocato” invece che “avvocata” non è un problema, lei si sente comunque una donna.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha detto di aver paura che si crei una lingua che genera difficoltà per persone con disabilità psichica, non udenti, difficoltà di apprendimento. La lingua tedesca è giá difficile, soprattutto per i migranti, e cosí diventerá ancora più difficile. Le donne sono maggiormente supportate in altro modo, per esempio riconoscendo gli anni di cura per i figli.
In replica, l’ass. Philipp Achammer ha chiesto di riferire dei casi effettivi in cui avviene quanto detto in merito alla penalizzazione di chi non usa un linguaggio gender friendly, e aggiunto che ci si attiene a quanto prescritto dal Consiglio dell’ortografia tedesca. A prescindere dal linguaggio di genere, la lingua va usata in maniera più sensibile, senza offendere le persone. In ogni caso, non è una questione di ideologia.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha contestato le affermazioni del presentatore, che riteneva di sapere cosa vuole un certo gruppo, ovvero le donne: un approccio populista, come populista è protestare contro presunte soppressioni – in questo modo si polarizza. Anderlan sta lottando contro i mulini a vento, regole che non esistono nella provincia. Il presidente ha fatto riferimento anche alla determinazione del sesso in medicina, situaizone a volte molto delicata. Una lingua sensibile al genere è importante, non si puó dire che le donne sono comunque sottintese: ci si orienta alle indicazioni del Rat für deutsche Rechtschreibung che evita asterischi e altri segni speciali, intervenendo comunque anche in altri ambiti per garantire le pari opportunità. La Provincia sostiene inoltre l’iniziativa “No woimen no panel”, per sollecitare il coinvolgimento delle donne ni dibattiti pubblici: non un obbligo, ma una sensibilizzazione. La mozione è inutile.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA – Wirth Anderlan) ha detto a Rohrer che ilsuo grupo aveva proposto anche l’abolizione della registrazione del DNA dei cani, a proposito di ridurre le leggi. Si vuole imporre un modo di scrivere che non è “il nostro”, considerando che giá in privato ognuno puó utilizzare il linguaggio che desidera. Lui ama tutte le donne, dalla madre alla moglie alla ex moglie alle figlie, non si può considerarlo un nemico delle donne (linguaggio colorito ammonito dal pres. Schuler). Chiede solo l’utilizzo di un tedesco corretto da parte di amministrazioni e scuole.
Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 6 sì, 21 no e 1 astensione.
Paul Köllensperger (Team K) ha quindi presentato la Modifiche e adeguamenti dello Statuto di autonomia: il Consiglio provinciale viene completamente scavalcato! (presentata dai conss. Köllensperger, Foppa e Repetto il 24/01/2024), con la quale chiedeva che (testo emendato dai proponenti) il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegnasse la Giunta provinciale e il presidente della Provincia 1. a relazionare periodicamente, almeno ogni due mesi, il collegio dei capigruppo sullo stato dei lavori (contenuti, progressi, risultati parziali e procedure) in caso di trattative con il Governo per le modifiche allo Statuto di autonomia; 2. ad acquisire il parere del Consiglio provinciale, sotto forma di deliberazione, su proposte o specifici disegni di legge costituzionale a modifica dello Statuto di autonomia prima di presentarli al Governo o al/alla presidente del Consiglio dei Ministri; 3. ad acquisire il parere del Consiglio provinciale, sotto forma di deliberazione, su eventuali disegni di legge costituzionale concernenti lo Statuto di autonomia che vengano sottoposti alla Giunta provinciale o al presidente della Provincia per conoscenza o per un parere, prima di essere formalmente presentati, dai componenti del Parlamento o del Governo. Köllensperger ha chiarito che la proposta è anche un sostegno al presidente della Provincia, con cui è stata concordata la riformulazione del punto 1, nelle sue trattative con il Governo, anche a fronte dei nuovi partner di coalizione.
La cofirmataria Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha chiarito che si tratta di un miglioramento della tematica dell’autonomia, e ricordato la grande partecipazione al processo relativo alla Convenzione dell’autonomia, il cui risultato è stato allegato al programma di governo. Importante è che anche il Consiglio provinciale faccia sentire la propria voce, anche per fornire spunti per le trattative ed esserne a conoscenza.
Sandro Repetto (Partito democratico), pure cofirmatario, ha parlato di un “passaggio centrale rispetto alla Giunta che è stata costituita”. L’Autonomia è di tutti, pertanto il passaggio della discussione politica su ripristino alle competenze, intesa e commissioni paritetiche – particolarmente delicato quest’ultimo punto – richiede una forte partecipazione. è fondamentale un dibattito aperto in Consiglio provinciale.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che il processo della Convenzione era stato trasparente e i relativi risultati chiari, non si possono contestare solo perché non si è d’accordo. Il suo gruppo approverá la mozione perché è importante che venga coinvolto il Consiglio provinciale, perché è questa l’istituzione piú importante – non la Giunta. Importante è anche una tempistica adeguata. si è dimenticato però un attore importante, ovvero il Parlamento austriaco, che deve essere coinvolto con la Sottocommissione Südtirol, con la quale svolgere magari un’audizione.
Renate Holzeisen (VITA) ha annunciato sostegno alla mozione, anche per una riflessione più ampia: ha qui fatto riferimento all’assemblea dell’OMS di maggio, dove verranno approvate regolamentazioni che entreranno direttamente in vigore anche in Italia, con cessione notevole della sovranità, ed evidenziato che questo è il contesto in cui si colloca l’Autonomia altoatesino. Se lo Stato cede la propria sovranotá, è danneggiata anche l’Autonomia. Ha fatto quindi riferimento a un evento informativo in merito il 22 marzo a Bolzano, ed evidenziato l’assoluta disinformazione che esiste sul Piano di comunicazione nazionale di rischio pandemico.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha ricordato che l’Autonomia è stata per anni un tema partitico, trattata in commissioni a porte chiuse: questo contrasta con il tentativo del pres. Kompatscher di far passare lo Statuto come legge fondamentale, che dovrebbe quindi essere discussa in più sedi. La richiesta della mozione è il minimo, e ben lontana dal coinvolgimento dei sudtirolesi tutti. Nelle commissioni competenti, per esempio, non c’è nemmeno un rappresentante delle opposizioni.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha condiviso il comma 1 della mozione, in quanto la maggioranza è a favore di un ampio supporto delle misure e il dibattito deve avvenire anche in Consiglio – questo è ovvio. Auspica anche un coinvolgimento della popolazione, perché il tema riguarda tutti, e in questo modo si puócerare maggiore consapevolezza di quanto raggiunto dall’Autonomia. Importante è il ripristino delle competenze limitate da sentenze della Consulta. L’autonomia appartiene a tutti, e si continuerà a lavorarci anche in futuro, adeguandola ai sensi dell’autonomia dinamica, anch con il coinvolgimento dell’Austria. egli stesso ha informato i ministri sullo stato dell’arte, e ne ha discusso a Roma con i presidenti Meloni e Nehammer. Paul Köllensperger (Team K) ha ringraziato per il supporto ribadendo che “l’autonomia riguarda tutti”.
La mozione (emendata) è stata posta in votazione per parti separate, come richiesto dal capogruppo SVP Harald Stauder: le premesse sono state respinte con 19 no e 16 sì, il punto (1) approvato all’unanimità (35 sì), il punto (2) respinto con 17 sì e 18 no, il punto 3 respinto con 16 sì 19 no.
(continua)
**(MC)**
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