
[lid] Quando le sigarette elettroniche sono arrivate sul mercato, sono state propagandate come “il male minore”. Sono state promosse per aiutare le persone ad allontanarsi dal fumo di sigaretta tradizionale e dai rischi per la salute associati al fumo. A partire dal 2006, anno della loro immissione sul mercato, le sigarette elettroniche monouso, note anche come “puf” o “vapes”, hanno rapidamente guadagnato popolarità tra gli adolescenti. La tendenza dei “puff” è decollata alla fine del 2021. Venduti nelle tabaccherie, sui siti web o nei supermercati, sono diventati praticamente un accessorio per gli adolescenti di moltissimi Paesi occidentali.
Il fatto che i pacchetti di puff siano di colori vivaci e offrano una varietà di sapori che richiamano i dolciumi, testimonierebbe la volontà dei produttori di mirare soprattutto alla fascia dei giovanissimi.
In effetti, un’indagine dell’ACT (Alleanza Contro il Tabacco) ha confermato che circa il 13% degli adolescenti tra i 13 e i 16 anni ha provato le sigarette elettroniche monouso almeno una volta.
Secondo i dati del Financial Times, il 14% degli adolescenti inglesi di età compresa tra i 14 e i 17 anni fa uso di vapes più di una volta alla settimana.
Si tratta di dispositivi elettronici che forniscono nicotina simulando il fumo tradizionale senza combustione del tabacco.
Con un contenuto di nicotina compreso tra 0 e 20 mg/ml, le sigarette elettroniche usa e getta potrebbero essere il primo passo dei giovani consumatori verso le sigarette normali.
Gli “e-liquid” utilizzati nelle sigarette elettroniche contengono un solvente, un aroma e nicotina, ma spesso sono presenti altre sostanze, quali alcaloidi del tabacco, formaldeide e acroleina, generalmente non dichiarate, nonché noti irritanti.
Sebbene la gran parte dei dispositivi in commercio, contengano meno cancerogeni noti rispetto alle sigarette tradizionali, alcune sostanze nocive sono presenti in quantità persino maggiori, in aggiunta ad altre ancora non studiate a fondo.
Quasi la metà degli utilizzatori che ne fa uso quotidiano, sperimenta effetti collaterali come tosse, respiro corto e palpitazioni cardiache, secondo quanto riportato dall’organizzazione Drugwatch. Sebbene la portata degli effetti a lungo termine non sia attualmente nota a causa della mancanza di ricerche mediche. Uno studio ha dimostrato che l’uso prolungato di prodotti per il vaping può compromettere in modo significativo la funzione dei vasi sanguigni del corpo, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.
Il Primo Ministro francese Elisabeth Borne l’aveva promesso a settembre e l’Assemblea Nazionale, il 4 dicembre 2023, ha approvato all’unanimità la norma che vieta la vendita delle sigarette elettroniche usa e getta.
Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato che le sigarette elettroniche usa e getta, saranno vietate nel Regno Unito, nel tentativo di ridurre il fumo giovanile.
Questi cambiamenti lasceranno un’eredità duratura, proteggendo la salute dei nostri figli a lungo termine”, ha aggiunto Sunak, secondo cui la nuova legge renderà illegale la vendita di prodotti del tabacco agli adolescenti di età inferiore ai 15 anni.
Alla questione di salute pubblica si affianca quella dell’ambiente. Uno studio britannico citato dal Guardian ha rilevato che più di un milione di dispositivi vengono gettati nell’immondizia ogni settimana. Il problema è che questi oggetti sono di plastica e contengono al proprio interno una mini batteria al litio non rimovibile, oltre a sali di nicotina e tracce di metalli pesanti, rappresentando una vera e propria piaga ambientale.
Altri paesi europei stanno valutando la possibilità di vietarli.
In Belgio le vendite online sono vietate. In Irlanda è in corso una consultazione nazionale sul divieto. In Germania il governo ha vietato le sigarette elettroniche aromatizzate, ma questo può essere solo l’inizio. Alcuni ecologisti, tra cui Steffi Lemke, ministro federale verde dell’Ambiente, si sono spinti oltre e vogliono vietarle del tutto nell’Unione.
L’Australia ha adottato la risposta più dura, rendendo i vaporizzatori solo su prescrizione, riducendo il contenuto di nicotina e limitando i gusti.
Le restrizioni neozelandesi sono arrivate solo un mese dopo un annuncio simile in Australia, dove il governo ha accusato l’industria del tabacco di cercare di rendere la prossima generazione di adolescenti “dipendente dalla nicotina”.
E in Italia? Ad aprile 2021 è stato pubblicato il parere finale del Comitato scientifico della Commissione europea, che valuta i rischi sanitari emergenti (SCHEER – Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks) sugli effetti sulla salute e la dimensione di salute pubblica delle sigarette elettroniche.
Bisogna che riconosciamo la necessità di trovare un equilibrio tra la prevenzione dei giovani che iniziano a svapare e la disponibilità dei vapes come strumento di disassuefazione per coloro che vogliono veramente smettere di fumare.
