
(AGENPARL) – Roma, giov 29 feb 2024 – Il provvedimento è stato adottato con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astenuti. il documento approvato è stato sostenuto dai socialisti-democratici (compreso il Pd), i verdi, il M5S e l’estrema sinistra, mentre hanno votato contro i conservatori e i sovranisti di Identità e Democrazia. I liberali di Renew Europe si sono divisi tra chi ha votato a favore (come Gozi e Danti di Italia Viva, oltre ai macroniani), chi ha votato contro (come Castaldo e Ferrandino di Azione) e chi si è astenuto. La stragrande maggioranza del Ppe ha votato contro (compresa la delegazione di Forza Italia), ma in molti si sono astenuti e in 25 hanno votato a favore, facendo pendere l’ago della bilancia verso il sì.
Il testo, aveva già fatto discutere il Ppe a luglio scorso e fà parte di una mediazione raggiunta l’autunno scorso tra Parlamento e il Consiglio. Ora manca l’ultimo via libera degli Stati prima dell’entrata in vigore.
La nuova legge, ha come obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestre e marini dell’Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050 per favorire la biodiversità. Per raggiungere questi target, entro il 2030 gli Stati dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat previsti dalla legge (come foreste, praterie, fiumi e laghi), una percentuale che poi aumenterà al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.
Per quanto riguarda gli ecosistemi agricoli, gli Stati dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni, percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità e stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Entro il 2030 i Paesi dovranno inoltre ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate, entro il 2040 il 40% ed entro il 2050 il 50%. In caso di circostanze eccezionali, gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli potranno essere sospesi se questo comporterà una riduzione significativa della superficie coltivata tale da compromettere la produzione alimentare. Infine, gli Stati dovranno ripristinare almeno 25 mila chilometri quadrati di fiumi e garantire che non vi sia alcuna perdita netta degli spazi verdi urbani e della copertura arborea urbana.