
[lid] “Spetterà alla magistratura individuare dinamiche e responsabilità dirette o indirette che hanno portato alla morte degli operai nel cantiere Esselunga di Firenze. Nel frattempo, però, piuttosto che scatenare il solito polverone di polemiche nel tentativo di scaricare le colpe su bersagli di comodo, credo che il modo migliore di onorare la memoria delle vittime sia quello di abbassare i toni e mettersi tutti una buona volta intorno ad un tavolo per trovare soluzioni condivise ed evitare che episodi del genere possano ripetersi”, questo il commento del segretario generale Fast-Confsal, Pietro Serbassi, al tragico incidente di Firenze che ha portato alla morte di 4 lavoratori, a cui potrebbe purtroppo aggiungersene un quinto, tutt’ora disperso sotto le macerie.
“Ad ogni incidente mortale – dice Serbassi – ci troviamo ad assistere allo stesso triste spettacolo. Sindacati, partiti e istituzioni che si accusano a vicenda rimpallandosi la responsabilità dell’accaduto, solenni proclami ed inutili slogan sulla necessità di raggiungere l’utopistico obiettivo delle zero morti sul lavoro. Un’ipocrita quanto dannosa messa in scena. La realtà, come è facile evincere dai numeri, è che da decenni, con governi, istituzioni e parti sociali di qualsiasi colore e posizionamento il drammatico bilancio di circa 3 morti al giorno è lì a ricordarci che al di là delle chiacchiere e degli annunci, poco è cambiato e troppo poco è stato fatto”.
“La sicurezza sul lavoro – conclude il sindacalista – non è una questione che si può affrontare con la retorica, ma col buon senso, con proposte concrete e con una proficua collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. È per questo che invece di perdere tempo a puntare il dito ad ogni incidente la Confsal e la Fast-Confsal sono da anni impegnate nell’elaborazione di un percorso virtuoso, un vero e proprio decalogo della sicurezza sul lavoro, costituito da una serie di interventi normativi che, a nostro avviso, potrebbero gradualmente invertire la tendenza. Non pensiamo di avere la soluzione in mano, ma siamo convinti che solo attraverso il confronto e la condivisione di strategie sia possibile affrontare in maniera efficace il problema. Dobbiamo riconoscere che le nostre iniziative hanno spesso trovato ascolto e attenzione da parte della politica, compreso l’attuale governo, che ha deciso di fare sue alcune delle nostre proposte. Ma le contrapposizioni ideologiche sono ancora troppo accese per consentire l’avvio di un percorso condiviso. Di fronte all’ennesima tragedia, senza farci prendere da dichiarazioni istantanee influenzate dall’emozione del tragico evento, riteniamo sia venuto il momento di abbassare le armi, silenziare la retorica e rimboccarsi le maniche. Tutti insieme”.
