
(AGENPARL) – mer 14 febbraio 2024 Cia: l’agricoltura in Val d’Agri diventi un modello per la fase di
transizione ecologica avviata dall’Unione Europea
L’agricoltura e la zootecnia che in Val d’Agri vivono da tempo il problema
dell’impatto delle risorse petrolifere sul territorio diventi un modello
per la fase di transizione ecologica avviata dall’Unione Europea: è la
proposta centrale emersa dall’assemblea degli agricoltori della Val d’Agri
associati alla Cia. In una sala a Viggiano gremita da oltre 400 agricoltori
si è voluto ricordare all’Unione Europea che l’agricoltore non è nemico
dell’ambiente, che la sostenibilità deve essere anche economica e sociale e
che la neutralità climatica non può sacrificare la sicurezza e la sovranità
alimentare. Ben venga la transizione ecologica, ma – è stato detto – di
concerto con gli agricoltori e non contro di loro. Alcune politiche
ambientali comunitarie contestate dall’intensa mobilitazione degli
imprenditori agricoli che dura da settimane possono ottenere esiti opposti,
come pagare gli agricoltori per non coltivare i terreni, mentre andrebbe
incentivata, al contrario, la coltivazione sostenibile dei suoli che
potrebbe far aumentare la produzione alimentare e ridurre parallelamente le
emissioni di gas serra.
Per la prima volta, l’Unione europea – ha sostenuto il presidente nazionale
della Cia Cristiano Fini che si è collegato da remoto ed ha tenuto un lungo
intervento confrontandosi con gli associati – ha messo pesantemente sotto
accusa il comparto agricolo (dal Regolamento sul taglio dei fitofarmaci,
alla Direttiva sulle emissioni industriali che le equiparava a quelle degli
allevamenti e alla Legge sul Ripristino della natura) creando un
malcontento del quale, francamente, non si sentiva il bisogno. In questo
modo, la Commissione Ue ha sbagliato il tiro, seguendo un modello errato,
perchè la transizione ecologica si fa con gli agricoltori non contro di
essi. Senza l’adesione convinta degli agricoltori e dell’intero sistema
agroalimentare, qualsiasi prospettiva di neutralità climatica diventa
irrealizzabile.
Sempre dall’assemblea è stata rilanciata la strategia della Cia per il
pieno ed efficace utilizzo delle risorse idriche di cui la Val d’Agri è
macrofornitrice perché l’acqua sia impiegata per le esigenze delle aziende
agricole e zootecniche. L’ultimazione dei lavori della diga di Marsiconuovo
– è stato sostenuto – rappresenta l’occasione per migliorare i servizi di
irrigazione come chiedono da tempo le comunità agricole della valle. E tra
i costi aziendali in crescita sono stati evidenziati quelli dei servizi
irrigui. Inoltre è stata ribadita la necessità di valorizzare le produzioni
tipiche e di qualità alimentari e zootecniche, ortofrutticole e di pregio
della Val d’Agri attraverso la certificazione di origine che possa
incrementare il reddito dei produttori e garantire i consumatori.
Per la Cia la mobilitazione continua e vede come interlocutori
istituzionali ciascuno per le proprie responsabilità l’Unione Europea, il
Governo Italiano e la Giunta Regionale; per quest’ultima si è in attesa
della convocazione del richiesto Tavolo Verde specifico sull’attuale
emergenza. All’Ue si chiede l’immediata revisione di alcuni adempimenti
legati alla Pac 2023-27,a partire dalla semplificazione, oltre
all’adeguamento delle misure rischio calamità; al Governo nazionale la
reintroduzione dei crediti di imposta su carburanti agricoli e
investimenti innovativi, la proroga dell’esonero della contribuzione per
giovani agricoltori; alla Regione l’attuazione del Fondo aiuti alle Pmi
agricole come previsto dalla legge 30/23, l’abbattimento del canone
irriguo, l’immediata approvazione dei piani che riguardano la fauna
selvatica.